By: lmwillys on Mercoledì 16 Marzo 2011 18:21
un intervento preso altrove ...
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Provo a rispondere ai nukeboys
Bene, dopo che mi è passata l'incazzatura provo a portare un mio contributo.
Visto che l’ideologia è una brutta bestia voglio cercare di far ragionare un po’ tutti su questi punti:
Chi è a favore del nucleare dice che una volta piazzate TOT centrali nucleari si diminuiranno gli incidenti nell’estrazione del petrolio (e cambierà il peso geopolitico dell’Italia)
Cercherò di rispondere a questo primo quesito prendendo come riferimento la Francia, quindi Italia vs Francia.
Consumo di Petrolio domestico+termoelettrico+trasporti (fonte Eurostat)
Francia 68000 milioni di tonnellate
Italia 61000 milioni di tonnellate
Spese per importazione di Petrolio
Francia 37,5 mld di €
Italia 38,5 mld di €
Importazione di Uranio
Francia 9000 tonnellate (dipendenza con l’estero 93%)
Quindi se da un lato la Francia sfrutta più petrolio dell’Italia non contribuendo affatto alla riduzione degli incidenti, dall’altro ha contribuito al numero di incidenti nel campo dell’estrazione dell’uranio, perché ricordo che i rischi derivanti da questo processo oltre a quelli connessi all’attività di minatore sono nella presenza del radon e quindi sviluppo di forme di cancro al polmone come succede a Navajos in America (e vengono tutt’ora sovvenzionati dallo stato), o nel Congo o in Namibia che sono carne da macello.
Poi ripeto nessun paese che sfrutta il nucleare ha abolito l’uso del petrolio, quindi il fatto di dire che il nucleare abbatterà l’uso del petrolio è solo propaganda bella e buona, la Francia lo dimostra.
Chi è a favore del nucleare dice che una vola piazzate TOT centrali nucleari verranno a diminuire le bollette energetiche.
Una centrale di ultima generazione secondo l’ultimo consuntivo fatto negli states è di circa 9 mld di $, questo vuol dire che la costruzione di 10 centrali nucleari di ultima generazione in Italia (lasciando da parte per un momento il fatto che da noi i costi lieviteranno del 200%) comporterà un esborso PUBBLICO di 90 mld di $ e saranno ultimate fra circa 15 anni.
Ovviamente poi avranno bisogno di combustibile, bene sappiate che l’Uranio nel 2000 veniva 6$/lb adesso dopo 10 anni circa 115$/lb venendo al picco di 140$/lb nel 2007.
Non è vero che incide poco, incideva poco quando veniva 6$/lb adesso incide 5 millesimi di € su kwh secondo il WNA il solo combustibile.
Nel 2025 non lo sappiamo e ne avremo bisogno di circa 2000 tonnellate all’anno circa 6000 tonnellate di libbre quindi a prezzi correnti 700 mln di $ annui.
Poi c’è l’arricchimento dell’uranio e avrà bisogno di attrezzature costose (circa il 5% viene poi utilizzato), centrifughe superpotenti (di cui si trova poco in rete ma il costo dell’attrezzatura non dovrebbe essere inferiore a 1 mld di $) e che secondo uno studio del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Nucleare dell’Università di Pisa (uno studio in sintonia con le tesi pro-nucleari) ha un costo di circa 2000 €/kg e visto che con 2000 tonnellate di uranio ne ricaveremo circa 100 tonnellate di uranio arricchito questo vuol dire un costo di altri 200 mln di € annui.
Poi abbiamo i costi delle scorie di bassa e media radioattività – I e II categoria – (molto diversi da quelli ospedalieri molto meno onerosi da smaltirli essendo composti principalmente di Cobalto 60 e vari isotopi dello Iodio) (quelle di alta non ne parlo volutamente poiché in Francia si parla di costi dell’ordine di 50 mld di € per lo stoccaggio, così come non parlerò del processo del nuclear decommissioning ), secondo i dati della centrale nucleare da 1000 Mw di Gosgen in Svizzera raggiungono 400 metri cubi all’anno quindi per 10 centrali si arriva a produrre 4000 metri cubi di scorie di categoria I e II.
Le scorie di I categoria hanno un tempo di decadimento nell’ordine di qualche decina di anni, la II categoria ha bisogno invece di qualche secolo.
Per lo stoccaggio delle scorie di prima e seconda categoria esistono due tipi di deposito, superficiale (scorie annegate nel cemento) e subsuperficiale stesso procedimento ma interrate ad una profondità di 50 mt.
Per finire c’è da dire che per il 97% di scorie ad alta radioattività esiste la possibilità del riprocessamento che ha un costo sicuramente inferiore dello smaltimento così come esiste la possibilità di usare uranio impoverito risultante dal processo di arricchimento come combustibile MOX.
Visto che l’Italia spende circa 38,5 mld di € in importazione di petrolio ci potremmo attendere un risparmio del 20% annuo ad essere ottimisti, questo vorrebbe dire circa 8 mld di € all’anno (fatto salvo quello che ho detto sulla Francia che il nucleare non ha ridotto la sua dipendenza con il petrolio) e quindi AMMESSO CHE:
le 10 centrali lo STATO SPENDA ALLA FINE 90 mld di $;
non si spenda un centesimo per gestione, progettazione, ricerca e sviluppo per riportare il nucleare in Italia;
non si spenda un centesimo per le scorie di I, II e III categoria;
circa 1000 dipendenti a centrale con relativi costi burocratici ed amministrativi SIANO AZZERATI PER MAGIA;
si riesca ad importare almeno il 20% in meno di petrolio;
non si metta in conto il costo del nuclear decommissioning;
non si metta in conto costi sicurezza, eventuali disastri o guasti;
si ultimassero tutte e 10 le centrali nel 2025 (cosa mai avvenuta);
l’uranio non si subisse variazioni di prezzo e fossero scoperti giacimenti per i prossimi 1000 anni;
IL RITORNO DI INVESTIMENTO AVVERREBBE se si procedesse DOMANI, dopo il 2037 (fatte salve le condizioni di cui sopra).
Ricordo che la vita media di una centrale nucleare è circa 35 anni, e quindi vorrebbe dire dismettere il tutto nel 2060 dopo soli 23 anni di presunto risparmio in bolletta.
Inoltre disastri come quello di Fukushima possono arrecare danni all’economia in modo quasi irreparabile, pensiamo al costo economico di far evacuare per SEMPRE 200mila persone dove abitano (con il costo sociale), l’evacuazione (del tutto probabile) di milioni di abitanti dalla città di Tokyo (che da solo ha il PIL dell’Italia settentrionale) anche se momentaneamente, il crollo della Borsa ed il rischio di perdita di investimenti stranieri, l’insorgenza di neoplasie e la cura di esse per centinaia di anni, la perdita di tecnici specializzati nella disperata lotta contro l’atomo, il danno energetico e i blackout derivanti dalle problematiche delle centrali e quindi anche la disperata ricerca di fonti energetiche per supportare il paese in questi momenti con possibili accordi con il diavolo (Cina e Russia) e lavoro di decenni di geopolitica che si va a far benedire.
Nonché come successo a Cernobyl ed in altri casi si buttano al macero tonnellate di carne, frutta e verdura.
Infine vorrei precisare che il 5-6% della spesa di Bielorussia e Ucraina dal 1990 è destinata alle vittime, ai parenti e agli inabili colpiti dalle contaminazioni.