Black out (Fusione Fredda, Andrea Rossi....)

 

  By: duca on Martedì 29 Marzo 2011 02:32

Lelik Molto interessante il tuo articolo. Concordo pienamente. Io mi ero focalizzato di più sul fatto che le procedure attenuino o eliminino il concetto di responsabilità individuale, ma anche ciò che aggiungi tu è un'altro aspetto importante, la parcellizzazione del lavoro elimina le eccellenze, massifica tutto e permette di replicare più facilmente in luoghi diversi le singole mansioni. Aggiungo che tutto questo non si attaglia allo spirito di intraprendenza e alla creatività di noi Itliani e di fatto ci limita come sistema senza portarci sostanziali vantaggi. Ho fatto il post seguendo una serie di articoli che avevo impostato sui Giapponesi, perchè di fatto la filosofioa della qualità totale è nata in Giappone e perchè i fatti di questi giorni hanno dimostrato che non bastano diecimila circoli della qualità per evitare un disastro; ma tutto questo va oltre al Giappone e se noi italiani non la smettiamo di farci mettere in gabbia da un sistema che non ci appartiene ne saremo schiacciati. PS naturalmente comprendo che le procedure siano necessarie in organizzazioni complesse, ma di qualità, quando si esagera si può anche morire!

 

  By: Lelik on Martedì 29 Marzo 2011 00:05

Ottime considerazioni Duca sul discorso delle procedure. Mi spiace commentarle solo ora, quando sono già state sommerse anche da altri validi argomenti. Torno al discorso della rigidezza delle procedure e sul fatto che il personale tenda ad addormentarsi su di esse, ovvero a giustificare ogni disfunzione del sistema con la motivazione che non era stata correttamente o in modo esauriente prevista la "procedura". Tutto questo rischia di creare un Black Out come dal titolo del thread. E non mi riferisco a casi estremi come al disastro giapponese, ma anche semplicemente alla gestione pratica di un'industria. E' perfettamente ammissibile che le organizzazioni di grossa dimensione necessitino di una certa formalità procedurale, perchè altrimenti quando parte una direttiva si rischia di arrivare ad un risultato od a un prodotto differenti. Ma è altrettanto vero che se estremizzato, questo sistema fossilizza i cervelli e quelli dotati di intelligenza (o creatività) che potrebbero fare molto bene alle aziende magari sono "emarginati" perchè non seguono le procedure. E poi in grosse riunioni/organizzazioni è difficile sconfessare chi ti mette davanti la giustificazione che ha seguito alla lettera la procedura. Però mi viene un dubbio ancora più atroce, che mi matura da tempo. Ovvero che alla fine questa enorme mania di Iso9000, formalizzazione di ogni passaggio, qualificazione di ogni procedura, di ogni fase tecnologica, di scomposizione del lavoro in più fasi facilmente maneggiabili controllabili e confrontabili, siano semplicemente un ulteriore modo per ridurre ancora in maniera più limitata il contributo umano, quello del lavoratore (di ogni livello e tipo) qualificato, quello del lavoratore che vuole controllare e migliorare il proprio know-how. E quindi a quel punto il lavoro/lavoratore diventano una vera commodity. La compri in Emilia, in Romania, in Cina, su Marte o dove fa comodo sul momento per costo, controlli, fiscalità perchè comunque non c'è più il valore aggiunto umano qualificato distintivo e l'acquirente (spesso sempre più potenza multinazionale oligopolistica) va a ricercare ciò che è più conveniente sempre e ovunque senza problemi, perchè quel pezzo di lavoro è già semplificato, scomposto, analizzato e chiunque lo potrà fare subito o dopo una velocissima e poco costosa qualifica. Ma questo significa anche che questa ricerca spasmodica di competitività non si arresterà e ogni lavoratore sarà messo continuamente in confronto e spesso variato (con assegnazioni di lavori/commesse/fabbriche altrove). Ci aspetta un futuro luminoso di precarietà costante. Qualcuno dirà che è semplicemente il capitalismo, e io sono pure un sostenitore del libero mercato. Ma a questo punto ritengo che qualcosa mi sia sfuggito, e che ci sia un errore di base, perchè il libero mercato era quello per me che doveva creare competività e miglioramento anche a livello individuale. Una corsa all'emulazione del meglio, allo sfruttamento dei propri talenti da applicare dove meglio investiti per sè e, di conseguenza anche indiretta, per la società. Quella che si preconfigura invece è una corsa al ribasso del valore individuale, perchè non rilevante per produrre. La tendenza mi sembra evidente e probabilmente è pure tardi per ribaltarla. Si salvi chi può...

 

  By: lmwillys on Lunedì 28 Marzo 2011 21:56

chiedo scusa, avevo letto male il documento, il consumo britannico è intorno ai 350 Twh ... il vento potenziale quindi una trentina di volte ... e le turbine prese in considerazione nello studio per installazioni offshore entro circa 90 km dalla costa sono da 3,6 MW

 

  By: XTOL on Lunedì 28 Marzo 2011 21:20

che brutta malattia pensare sempre di avere la soluzione valida anche per gli altri... perchè per es invece non delegare la scelta (e i costi) agli abitanti di ogni via?

 

  By: pana on Lunedì 28 Marzo 2011 21:11

inizieri anche a spegnere questi lampioni accesi tutta la notte nelle strade dove non passa anima viva e poi le insegne al neon dei negozi , banche .etc...seguire come il Giappone.. balck out programmati...

The Taliban Patrols Kabul in Roller Blades... This is Real - YouTube

 

  By: lmwillys on Lunedì 28 Marzo 2011 20:37

bello avere idee opposte :-) 'MacKay calcola che se, realisticamente, si coprisse anche il 10% della superficie britannica, l’eolico non fornirebbe più di 20 kWh/d: un sesto del consumo energetico medio attuale.' si mettessero d'accordo questo mackay ed Harvard .. per i consumi elettrici (quindi non i consumi totali) a pagina 3 del solito documento breve che riporto credo per la quarta volta http://www.pnas.org/content/early/2009/06/19/0904101106.full.pdf+html?sid=8e36d35d-cf22-439c-b15a-a0c058f5fc6b si può vedere che in UK consumi annui elettrici meno di 600 Twh potenzialità del solo eolico 10600, circa 18 volte i consumi, eolico solo con inefficienti turbine da 2,5 MW ... tra Harvard e mackay propendo per il secondo come cazzaro ...

 

  By: XTOL on Lunedì 28 Marzo 2011 20:18

quello che serve primariamente all'uomo deve essere fuori da una logica di mercato ---------------------------------------------------------------------- brrr ho avuto davvero un brivido di paura leggendo questa frase. a me sembra che sia urgentissimo riportare il pendolo sociale (al momento lo vedo sbilanciatissimo sul lato del centralismo) nella direzione opposta, per cui vedo con favore tutto ciò che va in questa direzione. E' bene: dimagrimento fino all'astenia dello stato centrale, uscita dall'€, fallimento dello stato sociale e conseguente scomparsa dei servizi pubblici, fallimento dell'europa. E' male: andare a votare (legittimazione del sistema), comprare bot e cct, pagare le tasse. due letture interessanti: ^VENTO, SOLE O ARIA FRITTA? LE ENERGIE RINNOVABILI FUORI DAL MITO#http://www.movimentolibertario.it/index.php?option=com_content&view=article&id=13518:vento-sole-o-aria-fritta-le-energie-rinnovabili-fuori-dal-mito&catid=1:latest-news^ ^La verità di Gianni Lannes sul nucleare in Italia#http://www.youtube.com/watch?v=HYS83Xy1t-M^ la prima dà una visione di insieme sul problema energetico la seconda su come viene gestita OGGI in italia la dismissione del nucleare (terrorizzante)

 

  By: lmwillys on Lunedì 28 Marzo 2011 19:32

è tutta una questione politica l'energia sostenibile costa perché è lasciata al mercato la decisione di quanto costa quello che serve primariamente all'uomo deve essere fuori da una logica di mercato quindi la produzione di energia deve essere coordinata a tutti i livelli fino al livello globale con ripartizione secondo necessità, un tetto sulla testa, gli alimenti, il riscaldamento adeguato, ecc. deve essere gestito diciamo 'in modo il più possibile comunista' sempre secondo criteri 'umani' certo poi resta complicato anche definire il livello di ricchezza individuale tollerabile e verso cosa indirizzare la ricchezza, cioè non deve comportare depauperamento per gli altri, per me uno che ha cento case non gli servono mi toglie l'erba e quindi non va bene, se ha cento quadri d'autore beato lui lo so che si sfora nell'utopia ... ma il pil e il capitalismo sono morti, Sen Stiglitz e Fitoussi hanno avviato il dibattito

 

  By: Morphy on Lunedì 28 Marzo 2011 19:31

Dragutin ha detto cose molto sensate. Circa 4 anni fa ho acquistato e ristrutturato una casa in campagna in cui ora vivo con la mia famiglia. Essendo una casa dell'800 ho potuto ristrutturarla senza vincoli energetici particolari. Subito le critiche dei tecnici per il fatto che non avevo seguito le "buone" norme di isolamento. Le mie motivazioni erano semplici: d'inverno, in casa, tengo più freddo che in estate per cui ci vestiamo di più in inverno e giriamo in mutande d'estate. E d'inverno abitiamo in poche camere. Ho un ricaldamento a gas con termosifoni ma che i sensori di temperatura tengono quasi sempre spenti dato che ho piazzato 3 stufe a legna. Oggi basta andare in un centro commerciale o in qualsiasi ufficio e ti accorgi che d'estate ti occorre un giubbotto imbottito e d'inverno, invece, ti occorre la maglietta a maniche corte. Questa, a me, sembra una società di svitati. morphy

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

 

  By: duca on Lunedì 28 Marzo 2011 19:28

Estremizzo e quindi necessariamente semplifico: 1- Il concetto giusto dovrebbe essere: chi sbaglia paga, ma in un sistema troppo parcellizzato e proceduralizzato la responsabilità si annacqua, sparisce si annulla e quindi si annulla anche la volontà di controllare di essere meticolosi, e anche etici.... 2 - troppa condivisione richiede tempo e quindi annulla o ritarda l'iniziativa positiva, o nei disastri la reazione immediata...... si perde tropppo tempo a cercare di condividere l'idea, a cercare il consenso e ovviamento a scaricare la responsabilità e le imprese non crescono oppure nei momenti di difficoltà non reagiscono o di fronte ai disastri impiegano tempo prezioso e rimangono in stallo.

 

  By: DRAGUTIN on Lunedì 28 Marzo 2011 19:02

Argomento affascinante, ma di enorme complessita', nella sua semplicita' Necessita' e comodita' vanno di pari passo, anche se contrastano, dando luogo alla speculazione Un es, usiamo le lampadine, pur sprecando almeno il 90% in calore, ma ne abbiamo bisogno Anche se le usiamo per il 35% in ambienti chiusi quando fuori c'e' il sole... Poi danno il tapiro ad un politico che leva gli incentivi all' energia sostenibile (sostenibile per chi poi?), perche' "dopo" scoprono che costa multipli degli idrocarburi... Bastava chiedere ad un ricercatore qualunque, non colluso, fare il bilancio energetico completo, e glielo avrebbe detto "prima", benedetti ragazzi... Sprecare meno, usando l' intelligenza? Ma se il sistema e' basato sul consumo, non fa Pil... Povero me, che credo ancora in un ipotesi di economia sostenibile

 

  By: lmwillys on Lunedì 28 Marzo 2011 18:43

devo ammettere con difficoltà e a malincuore (scherzo) che il Duca ha introdotto a modo suo un tema che condivido profondamente, l'umanizzazione dell'attività umana è sintomatico che nonostante il mondo abbia assistito al prodotto di enola gay si siano edificate centrali su centrali, e nonostante già questo basterebbe a classificare tali attività nell'inconcepibile, anche armi nucleari sempre più sofisticate, motori nucleari ad esempio nei sommergibili, ecc. ecc. è decisamente ora, tardi ma meglio tardi che mai, di introdurre l'umanizzazione obbligatoria nell'attività umana, a qualsiasi livello, dal rispetto del datore verso il subordinato, dalla ripartizione alla conservazione delle risorse anche per le future generazioni, dalla necessità assoluta di indirizzare a fini umani qualsiasi attività produttiva all'eliminazione nel prodotto di qualsiasi cosa abbia la possibilità anche remota di essere nociva ad un essere umano, con penalizzazioni per chi ritarda, ritarda non se ne frega di adeguarsi ... quindi proibire la produzione di armi di qualsiasi tipo (capisco che anche un coltello da cucina ...) ecc. ovviamente l'immediato smantellamento delle centrali nucleari è la prima cosa da fare

 

  By: duca on Lunedì 28 Marzo 2011 18:36

Ci sono 2 aspetti del problema: - uno organizzativo - l'altro è relativo all'approccio che io definirei "filosofico" della nostra vita. Ovviamente non c'è mai un sistema perfetto, è necessario trovare sempre un equilibrio, ma negli ultimi anni io ho assistito ad un progressivo abbassamento delleresponsabilità personali in vantaggio delle responsabilità che potremmo definire "condivise" questo per me è foriero di disastri, perchè se sis pinge al limite la condivisione si annulla la responsabilità individuale e quindi si attenua l'attenzione e la capacità di reazione. Faccio un esempio per spiegaremegio: qualche hanno fa parlavo con un consulente della qualità che aveva lavorato al Superphenix (centrale nucleare francese) e mi diceva che spesso su un documento venivano apposte 5, 6 o più firme (firma vuol dire responsabilità) dopo qualche tempo le persone si stancavano o si assuefacevanno alla ridondanza dei documenti e finiva che solo il primo si impegnava a capire, il secondo vedeva la firma del primo e sottoscriveva, e ancor più i successici, che così non controllavano un bel nulla. Nelle centrali nucleari il conceto di responsabilità dovrebbe essere al massimo, ma se trasli il tutto a livello di banche o PA vedi i disastri della condivisione, dove un sacco di persone controfirmano processi e qundi formalmente controllano, ma poi in realtà nessuno è veramente responsabile.

 

  By: DRAGUTIN on Lunedì 28 Marzo 2011 18:22

Caro DUCA, Si potrebbe obiettare che e' un problema dentro il problema, in quanto anche gli uomini si sbagliano, spesso piu' dello standard Molte situazioni a posteriori sembrano banali e facilmente prevedibili... Argomento interessante, non dimentichiamo che la sicurezza ha un costo, l' esempio di Gian e' calzante

 

  By: gianlini on Lunedì 28 Marzo 2011 18:20

considerazioni interessanti io per esempio da quando ho il cellulare non faccio più alcuno sforzo di memoria relativamente a numeri e recapiti e ad appuntamenti o commissioni da svolgere; delego in toto alla memoria del cellulare ricordarmi luoghi, date, persone ed appuntamenti va benissimo fino al giorno in cui il cellulare non fa "paff!!"