By: GZ on Lunedì 05 Marzo 2007 02:15
fantasie
il danno dato dalle restrizioni tipo Kyoto non lo hanno le società petrolifere, ma il settore manifatturiero tipo acciaierie, chimica, auto, la lobby più forte contro le restrizioni è quella dell'industria dell'auto
le società petrolifere sono "public companies", società come ENI in cui l'amministratore delegato cambia ogni cinque anni, cosa gliene importa a Scaroni che prima era all'Enel e prima ancora a Pilkington e dopo ENI chissà di mettersi in urto con i partiti politici e la UE e i media ? Dopo ENI lui vuole essere nominato in un altra poltrona da amministratore magari dove si sviluppano tecnologie alternative
A British Petroleum c'era Lord Brown e un mese fa si è dovuto dimettere perchè hanno avuto uno scoppio di una raffineria in Texas, hanno subito divese cause legali e critiche ovunque, al suo successore per tenersi stretto il posto interessa non avere contro i media e il governo, se lo pescano che finanzia film contro l'effetto serra riceve una pubblicità negativa e chi glielo fa fare ? Se finanziano più tecnologie del solare o bionasse o etanolo gli effetti si sentiranno veramente tra dieci anni e lui sarà già in pensione
le società petrolifere in ogni caso hanno concessioni su meno del 10% del petrolio del pianeta oggi, il 90% del petrolio lo controllano gli stati tipo russia, libia, arabia, emirati, venezuela, norvegia, iran. Ma la mentalità anti-capitalista o comunista-terzomondista è talmente radicata grazie ai film e gli sceneggiati che se si deve pensare alle manovre e complotti degli "interessi del petrolio" non viene mai in mente l'Arabia Saudita, la Russia o la Libia dove ci sono tra l'altro dei "proprietari" diretti, ma sempre la multinazionale americana (in cui c'è un manager che bada solo alla sua stock options di quest'anno)