Pubblicato da Guido Guidi il 24 Marzo 2022
Riuscite ad immaginare un ambito scientifico in cui ci sia una così ampia differenza tra quello che molti sono sicuri di sapere (media, pubblico, politici, attivisti etc.) e quello che effettivamente si sa (dati reali, ricerca scientifica, IPCC etc.)?
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L’occasione per questa riflessione viene da un altro tweet sempre di Roger Pielke jr, che segnala un paper appena uscito in materia di uragani:
Trends in Global Tropical Cyclone Activity: 1990–2021 – Klotzback et al., 2022 GRL
Il lavoro è liberamente accessibile e di facile comprensione, per cui ve ne consiglio la lettura, ma vale la pena comunque riassumerlo brevemente.
In un mondo in apparenza messo a dura prova dall’AGW, gli eventi atmosferici estremi, le fasi di forte maltempo, rappresentano l’anello di congiunzione tra le impalpabili tendenze del clima e la vita di tutti i giorni. O, se preferite, tra qualcosa di cui potremmo a malapena renderci conto e qualcosa con impatto tangibile. Tra questi, nonostante abbiano poco o nulla a che fare con l’area del Mediterraneo, i Cicloni Tropicali sono senza dubbio i più significativi, per il potenziale distruttivo che hanno per definizione. Non a caso, infatti, il clima che cambia viene chiamato in causa ogni volta che un uragano o un tifone si abbatte sulla terraferma, soprattutto se questo avviene negli Stati Uniti.
La narrativa di media, pubblica percezione, politici e attivisti, è sempre uniforme al riguardo: in qualsiasi area colpisca, il ciclone tropicale è un inequivocabile segnale dell’aumento degli eventi estremi, naturalmente a causa di un clima sempre più disfatto a causa delle attività antropiche.
Nel paper in questione gli autori, avvalendosi dei migliori dati che sia possibile ottenere sull’argomento, leggi serie storiche del National Hurricane Centre della NOAA, rianalisi dell’ECMWF, International Disaster Database e dati econometrici di una delle più grandi compagnie assicurative del pianeta, giungono ad una inequivocabile conclusione:
A livello globale [dal 1990 al 2021] i cicloni tropicali sono in diminuzione e i tropici stanno producendo meno Accumulated Cyclone Energy, una metrica che tiene conto della loro frequenza, intensità e durata.
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Ora, chi vuol capire capisca, magari informandosi. Tutti gli altri, continuino pure a dire che sono aumentati e che ogni volta che ne arriva uno rappresenta quello che ci aspetta in futuro.