Clima, Riscaldamento Globale

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: antitrader on Sabato 22 Giugno 2019 22:05

E daglie, della serie "logica saltami addosso".

Io non ho mai citato nessuno "scienziato", sei te che, tutto tronfante, hai riportato il pensiero

dei 100 cazzari. Ti ho solo fatto notare che ogni 100 cazzari che ne sono 10.000 che la pensano

in modo opposto.

Le mie considerazioni sono semplici ed efficaci, se bruci 16 miliardi di litri di m..da ogni giorno

prima i poi finisci arrosto (o annegato), ergo, prima si inizia a metterci mano e meglio e', ma

questo i tamarri non lo vogliono.

 

 

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: XTOL on Sabato 22 Giugno 2019 21:51

gli studi de che? Quelli di qualche cazzaro che deve alimentare (di cazzate) il suo blog.

 

chi era il presuntuoso cretino che ha scritto questo? fammi pensare... p.c.anti?

 

ne stanno saltando fuori di blogger, eh???

 

idiota

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: antitrader on Sabato 22 Giugno 2019 21:00

Figliolo (un po' cosi'),

te hai l'hobby ti tirarti poderose zappate sui piedi. Se riporti il pensiero degli "scienziati" allora vuol

dire che credi a quelli (gli scienziati).

Peccato che per ogni 100 che ti "soddisfano" ce ne siano 10.000 che affermano l'opposto.

La logica (e l'aritmetica), queste sconosciute.

P.S stavo leggendo, ma, quando ho visto che c'erano battaglia a zichichi (i pasdaran dell'atomo).

ho smesso subito.

 

 

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: XTOL on Sabato 22 Giugno 2019 20:21

gretini del forum, adesso come la mettiamo?

 

Centinaia di scienziati esprimono scetticismo sulle cause antropiche del cambiamento climatico

Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Consiglio

PETIZIONE SUL RISCALDAMENTO GLOBALE ANTROPICO

I sottoscritti, cittadini e uomini di scienza, rivolgono un caloroso invito ai responsabili politici affinché siano adottate politiche di protezione dell’ambiente coerenti con le conoscenze scientifiche. In particolare, è
urgente combattere l’inquinamento ove esso si presenti, secondo le indicazioni della scienza migliore. A tale proposito è deplorevole il ritardo con cui viene utilizzato il patrimonio di conoscenze messe a disposizione
dal mondo della ricerca e destinate alla riduzione delle emissioni antropiche inquinanti diffusamente presenti nei sistemi ambientali sia continentali che marini.
Bisogna però essere consapevoli che l’anidride carbonica di per sé non è un agente inquinante. Al contrario essa è indispensabile per la vita sul nostro pianeta.
Negli ultimi decenni si è diffusa una tesi secondo la quale il riscaldamento della superficie terrestre di circa 0.9°C osservato a partire dal 1850 sarebbe anomalo e causato esclusivamente dalle attività antropiche, in particolare dalle immissioni in atmosfera di CO2 proveniente dall’utilizzo dei combustibili fossili. Questa è la tesi del riscaldamento globale antropico promossa dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazione Unite, le cui conseguenze sarebbero modificazioni ambientali così gravi da paventare enormi danni in un imminente futuro, a meno che drastiche e costose misure di mitigazione non vengano immediatamente adottate. A tale proposito, numerose nazioni del mondo hanno aderito a programmi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e sono pressate, anche da una martellante propaganda, ad adottare programmi sempre più esigenti dalla cui attuazione, che comporta pesanti oneri sulle economie dei singoli Stati aderenti, dipenderebbe il controllo del clima e, quindi, la “salvezza” del pianeta.
L’origine antropica del riscaldamento globale è però una congettura non dimostrata, dedotta solo da alcuni modelli climatici, cioè complessi programmi al computer, chiamati General Circulation Models.
Al contrario, la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza l’esistenza di una variabilità climatica naturale che i modelli non sono in grado di riprodurre. Tale variabilità naturale spiega una parte consistente
del riscaldamento globale osservato dal 1850. La responsabilità antropica del cambiamento climatico osservato nell’ultimo secolo è quindi ingiustificatamente esagerata e le previsioni catastrofiche non
sono realistiche.
Il clima è il sistema più complesso presente sul nostro pianeta, per cui occorre affrontarlo con metodi adeguati e coerenti al suo livello di complessità. I modelli di simulazione climatica non riproducono la
variabilità naturale osservata del clima e, in modo particolare, non ricostruiscono i periodi caldi degli ultimi 10.000 anni. Questi si sono ripetuti ogni mille anni circa e includono il ben noto Periodo Caldo Medioevale, il Periodo Caldo Romano, ed in genere ampi periodi caldi durante l’Ottimo dell’Olocene.
Questi periodi del passato sono stati anche più caldi del periodo presente, nonostante la concentrazione di CO2 fosse più bassa dell’attuale, mentre sono correlati ai cicli millenari dell’ 
" class="glossaryLink " style="box-sizing: inherit; background-color: transparent; color: rgb(221, 0, 0); text-decoration: none !important; outline: 0px; border-bottom: 1px dotted;">attività solare. Questi effetti non
sono riprodotti dai modelli. Va ricordato che il riscaldamento osservato dal 1900 ad oggi è in realtà iniziato nel 1700, cioè al minimo della Piccola Era Glaciale, il periodo più freddo degli ultimi 10.000 anni (corrispondente a
quel minimo millenario di 
" class="glossaryLink " style="box-sizing: inherit; background-color: transparent; color: rgb(221, 0, 0); text-decoration: none !important; outline: 0px; border-bottom: 1px dotted;">attività solare che gli astrofisici chiamano Minimo Solare di Maunder). Da allora a oggi l’ 
" class="glossaryLink " style="box-sizing: inherit; background-color: transparent; color: rgb(221, 0, 0); text-decoration: none !important; outline: 0px; border-bottom: 1px dotted;">attività solare, seguendo il suo ciclo millenario, è aumentata riscaldando la superficie terrestre.
Inoltre, i modelli falliscono nel riprodurre le note oscillazioni climatiche di circa 60 anni. Queste sono state responsabili, ad esempio, di un periodo di riscaldamento (1850-1880) seguito da un periodo di raffreddamento (1880-1910), da un riscaldamento (1910-40), ancora da un raffreddamento (1940-70) e da un nuovo periodo di riscaldamento (1970-2000) simile a quello osservato 60 anni prima. Gli anni successivi (2000-2019) hanno visto non l’aumento previsto dai modelli di circa 0.2°C per decennio, ma una sostanziale stabilità climatica che è stata sporadicamente interrotta dalle rapide oscillazioni naturali dell’oceano Pacifico equatoriale, conosciute come l’El Nino Southern Oscillations, come quella che ha indotto il riscaldamento momentaneo tra il 2015 e il 2016.
Gli organi d’informazione affermano anche che gli eventi estremi, come ad esempio uragani e cicloni, sono aumentati in modo preoccupante. Viceversa, questi eventi, come molti sistemi climatici, sono modulati dal
suddetto ciclo di 60 anni. Se ad esempio si considerano i dati ufficiali dal 1880 riguardo i cicloni atlantici tropicali abbattutisi sul Nord America, in essi appare una forte oscillazione di 60 anni, correlata con l’oscillazione termica dell’Oceano Atlantico chiamata Atlantic Multidecadal Oscillation. I picchi osservati per decade sono tra loro compatibili negli anni 1880-90, 1940-50 e 1995-2005. Dal 2005 al 2015 il numero dei cicloni è diminuito seguendo appunto il suddetto ciclo. Quindi, nel periodo 1880-2015, tra numero di cicloni (che oscilla) e CO2 (che aumenta monotonicamente) non vi è alcuna correlazione.
Il sistema climatico non è ancora sufficientemente compreso. Anche se è vero che la CO2 è un gas s serra, secondo lo stesso IPCC la sensibilità climatica ad un suo aumento nell’atmosfera è ancora estremamente
incerta. Si stima che un raddoppio della concentrazione di CO2 atmosferica, dai circa 300 ppm preindustriali a 600 ppm, possa innalzare la temperatura media del pianeta da un minimo di 1°C fino a un massimo di 5°C.
Questa incertezza è enorme. In ogni caso, molti studi recenti basati su dati sperimentali stimano che la sensibilità climatica alla CO2 sia notevolmente più bassa di quella stimata dai modelli IPCC.
Allora, è scientificamente non realistico attribuire all’uomo la responsabilità del riscaldamento osservato dal secolo passato ad oggi. Le previsioni allarmistiche avanzate, pertanto, non sono credibili, essendo esse fondate su modelli i cui risultati sono in contraddizione coi dati sperimentali. Tutte le evidenze suggeriscono che questi modelli sovrastimano il contributo antropico e sottostimano la variabilità climatica
naturale, soprattutto quella indotta dal sole, dalla luna, e dalle oscillazioni oceaniche.
Infine, gli organi d’informazione diffondono il messaggio secondo cui, in ordine alla causa antropica dell’attuale cambiamento climatico, vi sarebbe un quasi unanime consenso tra gli scienziati e che quindi il dibattito scientifico sarebbe chiuso. Tuttavia, innanzitutto bisogna essere consapevoli che il metodo scientifico impone che siano i fatti, e non il numero di aderenti, che fanno di una congettura una teoria scientifica consolidata.
In ogni caso, lo stesso preteso consenso non sussiste. Infatti, c’è una notevole variabilità di opinioni tra gli specialisti – climatologi, meteorologi, geologi, geofisici, astrofisici – molti dei quali riconoscono un contributo naturale importante al riscaldamento globale osservato dal periodo preindustriale ed anche dal dopoguerra ad oggi. Ci sono state anche petizioni sottoscritte da migliaia di scienziati che hanno espresso dissenso con la congettura del riscaldamento globale antropico. Tra queste si ricordano quella promossa nel 2007 dal fisico F. Seitz, già presidente della National Academy of Sciences americana, e quella promossa dal
Non-governmental International Panel on Climate Change (NIPCC) il cui rapporto del 2009 conclude che «La natura, non l’attività dell’Uomo governa il clima».

In conclusione, posta la cruciale importanza che hanno i combustibili fossili per l’approvvigionamento energetico dell’umanità, suggeriamo che non si aderisca a politiche di riduzione acritica della immissione di anidride carbonica in atmosfera con l’illusoria pretesa di governare il clima.

Roma, 17 Giugno 2019
COMITATO PROMOTORE
1. Uberto Crescenti, Professore Emerito di Geologia Applicata, Università G. D’Annunzio, ChietiPescara, già Magnifico Rettore e Presidente della Società Geologica Italiana.
2. Giuliano Panza, Professore di Sismologia, Università di Trieste, Accademico dei Lincei e
dell’Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL, Premio Internazionale 2018 dell’American
Geophysical Union.
3. Alberto Prestininzi, Professore di Geologia Applicata, Università La Sapienza, Roma, già Scientific
Editor in Chief della rivista internazionale IJEGE e Direttore del Centro di Ricerca Previsione e
Controllo Rischi Geologici.
4. Franco Prodi, Professore di Fisica dell’Atmosfera, Università di Ferrara.
5. Franco Battaglia, Professore di Chimica Fisica, Università di Modena; Movimento Galileo 2001.
6. Mario Giaccio, Professore di Tecnologia ed Economia delle Fonti di Energia, Università G.
D’Annunzio, Chieti-Pescara, già Preside della Facoltà di Economia.
7. Enrico Miccadei, Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università G. D’Annunzio,
Chieti-Pescara.
8. Nicola Scafetta, Professore di Fisica dell’Atmosfera e Oceanografia, Università Federico II, Napoli.

FIRMATARI
1. Antonino Zichichi, Professore Emerito di Fisica, Università di Bologna, Fondatore e Presidente del
Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice.
2. Renato Angelo Ricci, Professore Emerito di Fisica, Università di Padova, già Presidente della
Società Italiana di Fisica e della Società Europea di Fisica; Movimento Galileo 2001.
3. Aurelio Misiti, Professore di Ingegneria Sanitaria-Ambientale, Univesità la Sapienza, Roma.
4. Antonio Brambati, Professore di Sedimentologia, Università di Trieste, Responsabile Progetto
Paleoclima-mare del PNRA, già Presidente Commissione Nazionale di Oceanografia.
5. Cesare Barbieri, Professore Emerito di Astronomia, Università di Padova.
6. Sergio Bartalucci, Fisico, Presidente Associazione Scienziati e Tecnolgi per la Ricerca Italiana.
7. Antonio Bianchini, Professore di Astronomia, Università di Padova.
8. Paolo Bonifazi, già Direttore Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario, Istituto Nazionale
Astrofisica.
9. Francesca Bozzano, Professore di Geologia Applicata, Università Sapienza di Roma, Direttore del
Centro di Ricerca CERI.
10. Marcello Buccolini, Professore di Geomorfologia, Università Università G. D’Annunzio, ChietiPescara.
11. Paolo Budetta, Professore di Geologia Applicata, UniPUBBLICITÀ

12. Monia Calista, Ricercatore di Geologia Applicata, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.
13. Giovanni Carboni, Professore di Fisica, Università Tor Vergata, Roma; Movimento Galileo 2001.
14. Franco Casali, Professore di Fisica, Università di Bologna e Accademia delle Scienze di Bologna.
15. Giuliano Ceradelli, Ingegnere e climatologo, ALDAI.
16. Domenico Corradini, Professore di Geologia Storica, Università di Modena.
17. Fulvio Crisciani, Professore di Fluidodinamica Geofisica, Università di Trieste e Istituto Scienze
Marine, Cnr, Trieste.
18. Carlo Esposito, Professore di Telerilevamento, Università La Sapienza, Roma

9. Mario Floris, Professore di Telerilevamento, Università di Padova.
20. Gianni Fochi, Chimico, Scuola Normale Superiore di Pisa; giornalista scientifico.
21. Mario Gaeta, Professore di Vulcanologia, Università La Sapienza, Roma.
22. Giuseppe Gambolati, Fellow della American Geophysica Union, Professore di Metodi Numerici,
Università di Padova.
23. Rinaldo Genevois, Professore di Geologia Applicata, Università di Padova.
24. Carlo Lombardi, Professore di Impianti nucleari, Politecnico di Milano.
25. Luigi Marino, Geologo, Centro Ricerca Previsione e Controllo Rischi Geologici, Università La
Sapienza, Roma.
26. Salvatore Martino, Professore di Microzonazione sismica, Università La Sapienza, Roma.
27. Paolo Mazzanti, Professore di Interferometria satellitare, Università La Sapienza, Roma.
28. Adriano Mazzarella, Professore di Meteorologia e Climatologia, Università di Napoli.
29. Carlo Merli, Professore di Tecnologie Ambientali, Università La Sapienza, Roma.
30. Alberto Mirandola, Professore di Energetica Applicata e Presidente Dottorato di Ricerca in
Energetica, Università di Padova.
31. Renzo Mosetti, Professore di Oceanografia, Università di Trieste, già Direttore del Dipartimento di
Oceanografia, Istituto OGS, Trieste.
32. Daniela Novembre, Ricercatore in Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogichepetrografiche, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.
33. Sergio Ortolani, Professore di Astronomia e Astrofisica, Università di Padova.
34. Antonio Pasculli, Ricercatore di Geologia Applicata, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.

35. Ernesto Pedrocchi, Professore Emerito di Energetica, Politecnico di Milano.
36. Tommaso Piacentini, Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università G. D’Annunzio,
Chieti-Pescara.
37. Guido Possa, Ingegnere nucleare, già Vice Ministro Miur.
38. Mario Luigi Rainone, Professore di Geologia Applicata, Università di Chieti-Pescara.
39. Francesca Quercia, Geologo, Dirigente di ricerca, Ispra.
40. Giancarlo Ruocco, Professore di Struttura della Materia, Università La Sapienza, Roma.
41. Sergio Rusi, Professore di Idrogeologia, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.
42. Massimo Salleolini, Professore di Idrogeologia Applicata e Idrologia Ambientale, Università di
Siena.
43. Emanuele Scalcione, Responsabile Servizio Agrometeorologico Regionale Alsia, Basilicata.
44. Nicola Sciarra, Professore di Geologia Applicata, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.
45. Leonello Serva, Geologo, Direttore Servizi Geologici d’Italia; Movimento Galileo 2001.
46. Luigi Stedile, Geologo, Centro Ricerca Revisione e Controllo Rischi Geologici, Università La
Sapienza, Roma.
47. Giorgio Trenta, Fisico e Medico, Presidente Emerito dell’Associazione Italiana di Radioprotezione
Medica; Movimento Galileo 2001.
48. Gianluca Valenzise, Dirigente di Ricerca, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma.
49. Corrado Venturini, Professore di Geologia Strutturale, Università di Bologna.
50. Franco Zavatti, Ricercatore di Astronomia, Univesità di Bologna.
51. Achille Balduzzi, Geologo, Agip-Eni.
52. Claudio Borri, Professore di Scienze delle Costruzioni, Università di Firenze, Coordinatore del
Dottorato Internazionale in Ingegneria Civile.
53. Pino Cippitelli, Geologo Agip-Eni.
54. Franco Di Cesare, Dirigente, Agip-Eni.

55. Serena Doria, Ricercatore di Probabilità e Statistica Matematica, Università G. D’Annunzio, ChietiPescara.
56. Enzo Siviero, Professore di Ponti, Università di Venezia, Rettore dell’Università e- Campus.
57. Pietro Agostini, Ingegnere, Associazione Scienziati e Tecnolgi per la Ricerca Italiana.
58. Donato Barone, Ingegnere.
59. Roberto Bonucchi, Insegnante.
60. Gianfranco Brignoli, Geologo.
61. Alessandro Chiaudani, Ph.D. agronomo, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.
62. Antonio Clemente, Ricercatore di Urbanistica, Università G. D’Annunzio, Chieti-Pescara.
63. Luigi Fressoia, Architetto urbanista, Perugia.
64. Sabino Gallo, Ingegnere nucleare.
65. Daniela Giannessi, Primo Ricercatore, Ipcf-Cnr, Pisa.
66. Roberto Grassi, Ingegnere, Amministratore G&G, Roma.
67. Alberto Lagi, Ingegnere, Presidente di Società Ripristino Impianti Complessi Danneggiati.
68. Luciano Lepori, Ricercatore Ipcf-Cnr, Pisa.
69. Roberto Madrigali, Metereologo.
70. Ludovica Manusardi, Fisico nucleare e Giornalista scientifico, Ugis.
71. Maria Massullo, Tecnologa, Enea-Casaccia, Roma.
72. Enrico Matteoli, Primo Ricercatore, Ipcf-Cnr, Pisa.
73. Gabriella Mincione, Professore di Scienze e Tecniche di Medicina di Laboratorio, Università G.
D’Annunzio, Chieti-Pescara.
74. Massimo Pallotta, Primo Tecnologo, Istituto Nazionale Fisica Nucleare.
75. Enzo Pennetta, Professore di Scienze naturali e divulgatore scientifico.
76. Nunzia Radatti, Chimico, Sogin.
77. Vincenzo Romanello, Ingegnere nucleare, Centro Ricerca, Rez, Repubblica Ceca.
78. Alberto Rota, Ingegnere, Ricercatore presso Cise e Enel.
79. Massimo Sepielli, Direttore di Ricerca, Enea, Roma.
80. Ugo Spezia, Ingegnere, Responsabile Sicurezza Industriale, Sogin; Movimento Galileo 2001.
81. Emilio Stefani, Professore di Patologia vegetale, Università di Modena.
82. Umberto Tirelli, Visiting Senior Scientist, Istituto Tumori d’Aviano; Movimento Galileo 2001.
83. Roberto Vacca, Ingegnere e scrittore scientifico
Oltre a numerosi altri tra cui :
Arnaldo Radovix geologo, financial derivate risk manager e Maria Grazia Tenti, geologa.

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: XTOL on Venerdì 21 Giugno 2019 09:06

:)   sorry, bersaglio mancato, as usual

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: antitrader on Giovedì 20 Giugno 2019 22:56

" Sintomo caratterizzante il disturbo dissociativo dell’identità è l’amnesia dissociativa "


Xtol,

non ho mai avuti dubbi che fossi un esperto di quelle boiate li'.

Praticamente razionalita' 0 (zero) e caproni di riferimento in abbondanza.

 

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: gianlini on Giovedì 20 Giugno 2019 19:37

Bello....provochiamo un bel fallout radioattivo a Napoli?

il Vesuvio è lì che dorme, bisognerebbe aiutare la natura a ricreare la Campania Felix....

 

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: shera on Giovedì 20 Giugno 2019 17:11

Chernobyl è un'oasi naturale ricca di vita, assomiglia ai film animati di Walt Disney, caprioli, daini, animali in via d'estinzione lì si riproducono e vivono felicemente.

 

Purtroppo considerato i 2 centesimi al KW a cui si sta avvicinando il fotovoltaico le centrali nucleari non servono a nulla.

 

 

Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: XTOL on Giovedì 20 Giugno 2019 15:24

vedete a cosa arriva un cervello in putrefazione?

a chiedere il ritorno del comunismo sovietico, proprio quello che ha prodotto chernobyl (e i peggiori inquinamenti della storia umana).

 

Disturbo Dissociativo dell’Identità

Sintomo caratterizzante il disturbo dissociativo dell’identità è l’amnesia dissociativa, che si riferisce all’incapacità di ricordare importanti informazioni personali, e/o eventi traumatici, non riconducibile per estensione ad una banale tendenza alla dimenticanza.

 

p.c.anti, fatte cura'

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: antitrader on Giovedì 20 Giugno 2019 14:04

Un'altra caratteristica irrinunciabile dei tamarri climapiattisti e quella di essere a favore delle centrali nucleari.

In questo caso il caprone che hanno eletto a loro riferimento e' quel tizio di Bologna, quello che "a Chernobyl morirono solo 15 persone".



Dagospia

20 giu 2019 09:50
SIETE SICURI DI SAPERE TUTTO CIÒ CHE È ACCADUTO A CHERNOBYL? VI RACCONTIAMO 21 SPAVENTOSI FATTI CHE SONO RIMASTI NELL’OMBRA DEL DISASTRO CHE HA SEGNATO LA STORIA - L’EVACUAZIONE DELL’AREA INIZIÒ SOLO IL GIORNO DOPO: PER 33 ORE I CITTADINI DI PRIPJAT RIMASERO ALL’OSCURO DEL PERICOLO CHE STAVANO CORRENDO – NESSUNO HA MAI FATTO UN GIRO SULLA FAMOSA RUOTA PANORAMICA E ANCORA OGGI LA…(VIDEO)


1. È difficile fare un bilancio definitivo delle persone morte a causa del disastro di Chernobyl, ma il numero varia dai 4mila alle 90mila persone. Tra queste ci sono le due persone morte nell’esplosione, i 29 deceduti poco dopo per sindrome da radiazione acuta e le migliaia di persone che si sono spente per cause correlate alle radiazioni.

2. Vasily Ignatenko, uno dei vigili del fuoco accorso per primo sul luogo del disastro (uno dei personaggi della serie di HBO su Chernobyl), è morto dopo atroci sofferenze a due settimane dall'esposizione alle radiazioni. Ha sputato sangue e muco più di 25 volte al giorno. Alla fine, ogni volta che tossiva, sputava pezzi dei suoi organi interni.

3. Al funerale il corpo di Ignatenko era così gonfio e deformato che le sue scarpe e i suoi vestiti non gli andavano più bene. La vedova Lyudmila ha raccontato nel libro “Voices From Chernobyl”: «Non potevano mettergli le scarpe perché i suoi piedi si erano gonfiati. Hanno anche dovuto tagliare i vestiti perché non sapevano come infilarglieli, non c’era un corpo intero su cui indossare quegli abiti».

4. Da altre testimonianze è emerso come alcune persone «siano diventate grasse come barili» e altre «abbiano assunto un colore nero come il carbone e si siano come rimpicciolite». Molte delle storie di “Voices From Chernobyl” provengono da persone che abitavano nelle vicinanze del disastro e sono dovute fuggite dalle loro case.

5. Ci sono stati circa 100.000-200.000 aborti in Europa dopo Chernobyl a causa della "radiofobia". Secondo Live Science, «molti medici in tutta l'Europa dell'Est e nell'Unione Sovietica consigliavano alle donne incinte di sottoporsi a un aborto per evitare di dare alla luce bambini con malformazioni o altri disturbi, sebbene il livello effettivo di esposizione alle radiazioni di queste donne fosse troppo basso per causare problemi».

6. L'area boschiva intorno a Chernobyl divenne nota come la Foresta Rossa a causa di tutti gli alberi che morirono, assumendo un coloro rosso vivo. Tuttora è l’area più radiottiva.

7. Pripyat, la città che era stata costruita nel 1970 per accogliere i lavoratori della centrale nucleare, era abitata da circa 47mila persone che vennero portate via solo 33 ore dopo il disastro. All’epoca era una città moderna e possedeva due ospedali, di cui uno pediatrico, un centro commerciale, due hotel, numerosi bar e ristoranti, un cinema, un teatro, un centro polifunzionale. La piscina coperta fu lasciata attiva fino al 2000 al servizio del personale che continuava a lavorare presso la centrale. Oggi è una città fantasma ed è illegale viverci.

8. Eppure nelle zone limitrofe, dopo l’evacuazione diverse persone sono tornate nelle loro case: si stima siano 130-150 persone, molte delle quali sono donne anziane che coltivano la terra contaminata, nutrendosi dei suoi frutti.

9. La vita nella zona di esclusione è triste. Non ci sono scuole o assistenza sanitaria e sicuramente non è sicuro viverci perché è considerata un’area ancora radioattiva.

10. Al momento dell’evacuazione i residenti non furono autorizzati a portare i loro animali domestici. Per mesi si sentirono i cani ululare e correre dietro agli autobus nella speranza di essere ripresi dai loro padroni. Come si vede nella serie, furono costituite delle squadre per abbattere gli animali.

11. Ancora oggi ci sono centinaia di cani randagi che sopravvivono nei boschi di Chernobyl e nella zona di esclusione. Sono i discendenti di quelli che sono stati improvvisamente lasciati dalle famiglie.

12. Purtroppo, però, questi cani hanno un'aspettativa di vita ridotta a causa dell’esposizione alle radiazioni. Secondo il Guardian «in pochi vivono oltre i sei anni».

13. Si può visitare la zona di esclusione grazie a dei tour organizzati: da quando è andata in onda la serie tv di HBO le prenotazioni sono aumentate del 40%.
 
14. Tra le cose che si possono vedere ci sono le centinaia di maschere antigas gettate a terra in una mensa scolastica.

15. Oppure le misteriose bambole che sono ordinate sui letti di un ospedale di Chernobyl. Non è chiaro chi l'abbia sistemate, ma è possibile che siano un omaggio ai bambini che una volta erano lì.

16. Ci sono persino pittoreschi dipinti che sono apparsi su vari edifici.

17. Nessuno ha mai fatto un giro sulla ruota panoramica di Pripjat: il parco divertimenti doveva essere inaugurato il 1 maggio del 1986, ma subito dopo l’esplosione del 26 aprile, la cittadina venne abbandonata il giorno successivo.

18. In Ucraina, nei primi cinque anni dopo il disastro, i casi di cancro tra i bambini aumentarono del 90%. E durante i primi 20 anni dopo l'incidente, circa 5.000 casi di cancro alla tiroide sono stati registrati in Russia, Ucraina e Bielorussia nei minori di 18 anni.

19. Ci sono voluti più di 25 anni per costruire una nuova copertura del reattore danneggiato di Chernobyl. Anche se c'è ancora qualche discussione sull'efficacia di questo container.

20. L'impianto nucleare di Chernobyl ha effettivamente continuato a funzionare fino a dicembre 2000.
 
21. Infine, l'area intorno a Chernobyl non sarà sicura per gli esseri umani per almeno 20.000 anni.

 


 Last edited by: antitrader on Giovedì 20 Giugno 2019 14:05, edited 1 time in total.

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: XTOL on Giovedì 20 Giugno 2019 13:35

eccoli

 

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: antitrader on Giovedì 20 Giugno 2019 11:19

Will,

vedi perche' non c'e' speranza per noi M5S?

gli "imbecilli assoluti" non sono solo nella scienza (e son milioni di milioni).

 

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: antitrader on Giovedì 20 Giugno 2019 11:17

Davvero bizzarri i climapiattisti, quelli che "puoi buttar nell'atmosfera ( e negli oceani) tutta la m..da che vuoi che non succede niente".

Il loro motto e': il clima e' piatto!

Il bello e' che citano pure "gli studi", gli studi de che? Quelli di qualche cazzaro che deve alimentare (di cazzate) il suo blog.

E l'altro 95% di studi? Ah, quelli son tutti finanziati da Soros, dalla cia, dai rettiliani, dai massoni, dagli illuminati, dalle elites

etc.. etc... etc...

 

 

 

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: lmwillys1 on Giovedì 20 Giugno 2019 10:23

ammazza quanti imbecilli assoluti nella scienza ... :-)))

Re: Clima, Riscaldamento Globale  

  By: XTOL on Giovedì 20 Giugno 2019 09:57

l'inquinamento è ininfluente sul clima

 

che cazzo di domanda è? ma l'hai finita la terza elementare?

anche quando mi taglio le unghie ho un'influenza sul clima, e allora?

 

qui tutti per te 200 studi scientifici pubblicati in questi ultimi sei mesi:

 

More specifically, the papers in this compilation support these four main skeptical positions

N(1) Natural mechanisms play well more than a negligible role (as claimed by the IPCC) in the net changes in the climate system, which includes temperature variations, precipitation patterns, weather events, etc., and the influence of increased CO2 concentrations on climatic changes are less pronounced than currently imagined.

N(2) The warming/sea levels/glacier and sea ice retreat/hurricane and drought intensities…experienced during the modern era are neither unprecedented or remarkable nor do they fall outside the range of natural variability.

N(3) The computer climate models are neither reliable or consistently accurate, and projections of future climate states are little more than speculation as the uncertainty and error ranges are enormous in a non-linear climate system.

N(4) Current emissions-mitigation policies, especially related to the advocacy for renewables, are often ineffective and even harmful to the environment, whereas elevated CO2 and a warmer climate provide unheralded benefits to the biosphere (i.e., a greener planet and enhanced crop yields).

 

Skeptic Papers 2019 (1)

Skeptic Papers 2019 (2)

Skeptic Papers 2019 (3)