LA CIVILTA MODERNA DIVORA ENERGIA... MOLTA ENERGIA...
Solitamente mi leggo i report annuali di BP e la sensazione è che di anno in anno si tenda a rendere più difficile il reperimento online di questi report, infilandoli in cartelle web poco probabili, nominate poi con nomi ancor meno probabili. BP si è fatta tutta in green e ti fa faticare per i dati Excel (va beh, sì sa, la gente si offende… per cui un po' è giusto nascondere la realtà).
Sotto ci sono i consumi globali di energia: 2003 e 2013 in percentuale e 2018 espressi in TEP (tonnellate equivalenti di petrolio). Notare come nel 2018 si preferisce far sparire le percentuali. Comunque, più o meno, la distribuzione tra le varie fonti energetiche rimane invariata. Se si guardano le rinnovabili che cubano un 10% circa, la parte del leone la fa l’idroelettrico che si mangia un bel 7%. Rimane un 3% per le altre, che fanno (a spanne dal grafico 2018) 500 milioni di TEP sul totale di 14 miliardi. Di questo 3%, 1% il vento, 1% il geotermico e biomasse.
Il rimanente 1% se lo spartiscono solare e biocarburanti, dati che espressi in numeri interi danno un bello 0 (zero) tondo percento.
Nel file Excel al foglio Primary Energy Consumption, alla fine in basso abbiamo lo storico dei consumi di energia totale nei vari anni. Vediamo per esempio che nel 2000 erano (sempre a spanne) 9 miliardi di TEP e nel 2018 sono 14 miliardi. Direi che il mondo ha sempre più fame di energia, la civiltà moderna divora energia.
Ora credo che ci siano i presupposti (i dati minimi) per fare ragionamenti non troppo stupidi sulla materia dell’inquinamento. Possiamo porci domande del tipo: facciamo la rivoluzione con il solare che oggi cuba uno zero tondo percentuale? Magari si. Ma in quali tempi facciamo la conversione? Rottamare un miliardo di auto in acciaio per ricostruirne altre in acciaio (elettriche). Con che energie produco questo acciaio? Rottamo milioni di impianti per produrre acciaio fatti in acciaio, per farne altri in acciaio. Poi ci sono i mezzi di trasporto, camion, treni, navi, aerei. Dobbiamo dismettere intere centrali elettriche e nucleari.
Solamente a pensare di portare il solare al 10% credo possa considerarsi un’impresa titanica. Qui non voglio dire che sia impossibile (tutto è possibile), intendo dire che però si devono smorzare i toni delle discussioni (che a me paiono da stadio). Le questioni legate all’economia per cui all’energia, sono questioni di carattere tecnico, che si attengono a numeri freddi e a volte impietosi. Per cui si devono mettere da parte tutte le fantasie romanzate e fantascientifiche. Per questo ci sono già i politici che ne sparano a sufficienza di cose strampalate. Ma i politici sono giustificati in quanto sanno di rivolgersi ad una manica di idioti che non capisce una sega di nulla. Considerando poi che il capobranco pare essere una tal Gretina, un fenomeno che riesce a mobilitare immense folle pacifiste ma che sotto l’aspetto dei risultati conta come il solare: un bello zero tondo.
14 miliardi di TEP sono un cubo con lato di 2.5 km. Più o meno occuperebbe l’intera isola di Ustica. Una bella montagna di roba, se pensiamo di incendiare ogni anno una montagna di questa roba.
Poi sempre su GoogleMap facciamo lo zoo-out (provare per credere (sparisce quasi subito)), vediamo il pianeta intero e ci accorgiamo che Ustica non è pervenuta, non è più visibile. Un puntino invisibile nell’oceano è tutta l’energia che divoriamo, e questo puntino tutti gli anni brucia e inquina. Una pagliuca manzoniana? Boh… qui parlano gli scienziati.
Comunque la questione riguarda l’inquinamento e per fermare l’inquinamento è ovvio che bisogna guardare al concreto, alle cose che pesano di più. Puntare sul biofluel (qui ci sarebbe una bella parentesi da aprire), sul solare, sui bicchierini di plastica, sulle foche monache e Dio solo sa su quali altre cretinate? Sicuramente rimane imperativo ignorare le cose che contano e che spesso sono quelle che danno fastidio alle grandi industrie che di solito non sprecano soldi per l’ecologia (cioè se ne fottono dell’inquinamento globale). I grandi testimonial contro l’inquinamento globale (gli attori, i gretini…), per fare conferenze, girano il mondo con jet privati (sai quanto gliene fotte ai ricchi della salute del pianeta).
E per le multinazionali non è difficile ignorare queste cose dato che la quasi totalità degli esseri umani è stupida come una pietra. Meglio dire che si deve ridurre i consumi piuttosto che parlare, per esempio, di flaring, cioè quella tecnica che brucia il gas prodotto nell’estrazione di petrolio che economicamente non conviene liquefare e trasportare (quella cosa che però voleva fare l’America con l’Europa). Allora si preferisce bruciare tutto a cielo aperto, in mezzo ai deserti, lontano dagli occhi di Greta che si guarda bene dall’andare andare in questi deserti puzzolenti. Sempre che sappia che esistono i deserti.
“Qualche dettaglio tecnico è necessario per riuscire a capire quanto sto per descrivere. Insieme al petrolio greggio tipicamente si estrae un’enorme quantità di gas. Dai giacimenti da cui sono riportate le foto in questo articolo, si estraggono quasi 800 m3 di gas (a pressione atmosferica) per ogni m3 di petrolio estratto. Il rapporto tra il volume di gas estratto una volta portato a pressione atmosferica e quello del petrolio estratto è di 800 a 1! Ora, nel sud dell’Iraq ogni giorno si estraggono oltre 3 milioni di barili di greggio (in m3 circa 500 mila). Se ipotizziamo ora per un momento che tutti i pozzi estrattivi si comportino come quelli descritti in quest’articolo, arriviamo a 140 miliardi di metri cubi di gas (Smc) bruciati in un anno…”
Ecco, magari se qualcuno avvisasse le Greta che oltre alle bottigliette in plastica ci sono cose ben più interessanti. Come il flaring o altre mille cose stupide che gli umani fanno (che accettano per ignoranza) ma che vanno a indubbio vantaggio della grande industria… beh forse allora…
– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...