Su ECW c'è un interessante intervento del "solito" AXIL che spiega con la consueta competenza e chiarezza dove sta il problema di Rossi.
All'interno del plasma si formano gli EVO, e sono questi che possiedono gli elettroni estraibili per formare la corrente in uscita.
All'inizio Rossi aveva scoperto questo fenomeno che lo aveva giustamente entusiasmato, facendogli dire che in pochi mesi il prototipo sarebbe stato pronto per il test e la dimostrazione pubblica..
Ma ad un certo punto si è accorto che il reattore si guastava in poco tempo a causa dell'azione disgregante degli EVO sulla struttura fisica degli elettrodi.
La soluzione poteva essere quella di confinare magneticamente gli EVO in modo da impedirne il contatto fisico con la struttura stessa.
Così facendo però si blocca la possibilità di estrarne gli elettroni.
È un problema di difficile o impossibile soluzione. Il reattore funzionerebbe solo per un breve tempo, quindi non avrebbe alcun valore commerciale.
AXIL pensava al possibile inserimento di un catodo liquido (gallio?) che potesse fungere da parete di separazione per gli EVO. Ciò risolverebbe il problema ma richiederebbe ancora un anno o più di ricerche ed esperimenti.
Perciò, tranne improvvisi colpi di genio da parte di Rossi con qualche trovata straordinaria, penso che dovrà passare ancora molto tempo per poter vedere l'SKL "sugli scaffali".
Per il precedente modello SK il problema non sussiste. Lì c'è il confinamento magnetico e viene estratto solo il calore senza alcun problema.