Azzerare ogni autonomia imprenditoriale, demolendo il tessuto economico della piccola e media impresa con leggi e restrizioni ad altro del tutto inutili, illogiche, antiscientifiche. Portando al fallimento e alla cessione dell’intero mercato ai gruppi più grandi, per accentrare in poche mani il controllo del mercato.
Trasformare i lavoratori in schiavi. Togliere loro ogni autonomia di scelta e decisione sul proprio lavoro, costringendoli a ubbidire a pianificazioni imposte dall'alto in cambio di una paghetta fissa della Banca Mondiale.
Cancellare ogni tipo di sovranità politica, distruggendo il concetto stesso di Stato Nazione e smantellando ogni cultura locale forzando migrazioni e inserimenti tra gruppi provenienti da culture disomogenee e incompatibili.
Abolire i legami umani, affettivi, sessuali e familiari, imponendo stili di vita e comportamenti che li rendono poco più che formalità prive di sostanza, leggi che ne demoliscano le fondamenta, colorandoli di sospetto con lo spauracchio ipocondriaco di contagi e infezioni.
Scardinare alla radice ogni libertà di espressione di parola e pensiero, censurando sistematicamente qualsiasi pensiero dissenziente tanto nei media tradizionali quanto e persino nei social, diventati la “piazza virtuale globale” eppure disciplinati arbitrariamente da regole decise da privati che non ne rispondono a nessuno.
Eliminare persino l’inviolabilità e la sovranità sul proprio corpo, su cui viene tolta all’individuo la decisione ultima in favore di un ipocrita e immaginario “bene collettivo”, deciso da pochi e imposto a tutti.
Quello cui stiamo assistendo, quello che stiamo subendo, è la demolizione controllata e sistematica di ogni tipo di autonomia e identità: economica, politica, culturale, sessuale, fisica, mentale. Ridurre intere popolazioni a naufraghi dispersi tra le onde, in cerca di una sponda.
Tu chiamalo, se vuoi, #GrandeReset
Stefano Re