ma,..ma...come?? ma possibile?
cosa leggo? notizia fake messa li dalla merkel, oda bildemberg, aoda spen institute ?
errore di stampa?
IMacchinari fermi, la polvere che si accumula, gli ordini bloccati, gli investimenti per ampliare la produzione al palo.
Sembrerebbe un paradosso in un'Italia che ingrana di nuovo la marcia della ripresa, dopo dieci anni di crisi e che combatte ancora con una disoccupazione giovanile a livelli record.
Invece è la realtà di tanti distretti industriali, i motori della ripresa del nostro paese, che sono tornati ad assumere, ma faticano a trovare personale, perché non ci sono i profili professionali giusti o, ancora più incredibile, non ne trovano a sufficcenza
Secondo gli ultimi dati di Unioncamere e Anpal, che mensilmente monitorano le opportunità di lavoro, ad aprile su 143mila posizioni offerte agli under30, il 30 per cento è "di difficile reperimento", cioè le imprese fanno fatica a trovare il candidato giusto.
Un dato in crescita rispetto al mese precedente, che fotografa il ritardo accumulato nella formazione di figure lavorative adeguate alle richieste delle imprese.
Scendendo nel dettaglio, spiccano ai primi tre posti dei profili più difficili da collocare, i periti tecnico-informatici, gli ingegneri, gli artigiani e gli operai specializzati.
Solo nel comparto industriale, stima Confindustria, da qui al 2021 le imprese avranno bisogno di 272mila addetti in più da impiegare nei settori chiave della manifattura meccanica, chimica, tessile, alimentare e delle nuove tecnologie. Nel 60% dei casi si tratta di tecnici e laureati in materie scientifiche.
È il segno che c'è un vuoto da colmare tra i fabbisogni di capitale umano e il sistema della formazione, con il rischio che le aziende rallentino non per mancanza di lavoro, ma di lavoratori.