è giusto essere "razzisti" ?

 

  By: gianlini on Lunedì 15 Luglio 2013 13:02

talebana o non talebana (io credo che lo sia, ne conosco peraltro tantissime che la pensano come lei) ...se non è lei a decidere una cosa, potrebbe tutto sommato dire qualsiasi cosa a riguardo il problema nasce dal fatto di essere Pres. della Camera, se ho capito bene, nelle intenzioni del proponente, l'azione legale nasce dal fatto che rivestendo un ruolo istituzionale si sarebbe espressa "contro l'Italia" e non "per l'Italia", o per meglio dire "discrimando una certa frazione della popolazione italiana", ma non è relativa ad una qualche decisione presa o futura

 

  By: mauco on Lunedì 15 Luglio 2013 12:27

Hanno messo lì una talebana il cui interesse era e continua ad essere soltanto di far entrare in Italia quanti più gentaglia possibile e dargli in tutti i modi la possibilità di restarci a spese nostre.E' una squilibrata a cui è stato dato un potere enorme e questa,non paga,si prende anche poteri che non ha. Questa ha una missione chiara in testa,ce l'aveva prima e si capiva benissimo;chi l'ha messa dove sta ha una responsabilità altrettanto enorme

 

  By: gianlini on Lunedì 15 Luglio 2013 12:15

ma perché, è la Boldrini che decide a chi assegnare le case popolari? non è Presidente della Camera? cosa c'entra con le case popolari?

la casa della Boldrini ai ROM - Moderatore  

  By: Moderatore on Domenica 14 Luglio 2013 22:59

La Boldrini dichiara oggi: "le case popolari vanno ai rom e extracomunitari". Un bravo cittadino italiano la denuncia (la stampa di regime parla solo del leghista che ha offeso la Kyenge) ------ ^LAURA BOLDRINI VIENE DENUNCIATA AI CARABINIERI#http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-laura-boldrini-viene-denunciata-ai-carabinieri-119068415.html^ Davide Fabbri Rappresentante del “Movimento Lavoro e Rispetto” il 30 giugno scorso si è presentato al Comando di Milano Marittima della Legione dei Carabinieri dell’Emilia Romagna per formalizzare una ratifica di denuncia, con testimoni, nei confronti del presidente della camera Laura Boldrini, in quanto, costei l’8 aprile 2013 a domanda di un giornalista che le chiedeva testualmente: ^“Con quale criterio saranno assegnate le case popolari” ella rispondeva: “Saranno date prima ai rom e agli extracomunitari con figli a carico”#http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-laura-boldrini-viene-denunciata-ai-carabinieri-119068415.html^. Davide Fabbri in quanto cittadino Italiano, si è sentito, come tutti noi del resto,profondamente discriminato da queste parole poiché, come molti altri Italiani, è stato a suo tempo privato due volte del diritto di una casa popolare nel Comune residente di propria appartenenza. Difatti, con queste decisioni, Laura Boldrini, decide di appropriarsi arbitrariamente mediante un abuso d’ufficio di un bene nato dal risparmio dei cittadini Italiani tutelato dall’art. 47 della Costituzione Italiana. Da parte nostra riceve tutto l’appoggio e la massima stima. -----

non prendete badanti georgiane - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 11 Luglio 2013 02:06

Non prendete ^badanti georgiane#http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_luglio_10/banda-georgiani-clan-leoni-colpi-appartamento-scassinatori-furti-2222082126157.shtml^, fanno da informatrici alle bande di ladri georgiani che si sono impiantate in Italia (a proposito il governo Letta sta per far uscire dal carcere tutti quelli con condanne sotto i sei anni stando a quello che si legge) (ricordate che Stalin e Beria non erano russi, erano georgiani che è un paese che confina con l'Iran e il Turkmenistan e questi due georgiani hanno sterminato i russi....non sono stati i russi... Non gliene fregava niente di sterminare, in tempo di pace e senza motivo, gli ukraini a milioni a Stalin e Beria perchè loro erano georgiani e odiavano i russi...) ^Il clan dei «leoni»: cento furti in città#http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_luglio_10/banda-georgiani-clan-leoni-colpi-appartamento-scassinatori-furti-2222082126157.shtml^ ---...I ladri georgiani sono organizzati in batterie, hanno un «coordinatore», e capi più in alto che pianificano le linee generali delle loro azioni. Rubano nelle case: portano via oro, gioielli e materiale elettronico. Vendono al più presto a ricettatori locali. E una parte dell’incasso la versano per ingrossare la obshak , la cassa comune dei clan. Durante le perquisizioni dell’altra notte i carabinieri di Novara, guidati dal colonnello Maurilio Liore (comandante del reparto operativo) e dal capitano Vittorio Balbo (a capo del nucleo investigativo), hanno trovato merce per un valore di circa 150 mila euro, più 25 mila euro in contanti. Ladri espertissimi, «tecnici» che passavano intere giornate a esercitarsi. Nelle case della banda gli investigatori hanno trovato una serie di serrature fissate sul ciglio dei tavoli per fare «allenamento» con ferri e grimaldelli. E in passato hanno ascoltato conversazioni come queste: «Quello non facciamolo più lavorare, è troppo lento», diceva uno dei capi. E ancora: «Il ragazzo è bravo, ma ha ancora poca esperienza, deve esercitarsi». Proprio i rumori di ferraglia provenienti dall’interno di un appartamento sono stati uno dei segnali che ha insospettito gli investigatori. Altri strumenti sequestrati nei covi: fiamme ossidriche utilizzate per aprire le casseforti; attrezzature per la valutazione di pietre e metalli preziosi; passaporti ucraini, lituani, russi e greci («opere» di falsari molto esperti). Gli arresti di ieri rientrano nella più vasta indagine che è stata battezzata «Operazione Odessa», che finora ha portato a 36 arresti, tra cui quelli di due badanti (sempre georgiane) che assicuravano appoggi ai ladri e informazioni sulle case in cui andare a rubare. I carabinieri di Novara sono arrivati alle basi degli scassinatori a Milano seguendo la catena di furti partita dal Piemonte. L’inchiesta va avanti in collaborazione con l’Europol perché i clan georgiani sono radicati in Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Paesi dell’Est. Il «capo» dell’ultima batteria arrestata si chiama Zviad Bokoveli, detto Zvio, e a giudicare dalle città di nascita il gruppo appartiene ai clan mafiosi della Svanezia (regione della Georgia). Negli ultimi due anni si sono fronteggiati anche in Italia i due più grandi clan della mafia ex-sovietica, quello legato alla città di Kutaisi e quello di origine tra Rustavi e Tbilisi. Un uomo del clan Kutaisi è stato ucciso dal gruppo rivale il 6 gennaio 2012 a Bari. Il suo presunto killer era un ladro georgiano, partito da Pioltello. Nelle intercettazioni si lamentava perché in Italia c’erano troppi svanezi.I ladri georgiani sono organizzati in batterie, hanno un «coordinatore», e capi più in alto che pianificano le linee generali delle loro azioni. Rubano nelle case: portano via oro, gioielli e materiale elettronico. Vendono al più presto a ricettatori locali. E una parte dell'incasso la versano per ingrossare la obshak , la cassa comune dei clan. Durante le perquisizioni dell'altra notte i carabinieri di Novara, guidati dal colonnello Maurilio Liore (comandante del reparto operativo) e dal capitano Vittorio Balbo (a capo del nucleo investigativo), hanno trovato merce per un valore di circa 150 mila euro, più 25 mila euro in contanti. Ladri espertissimi, «tecnici» che passavano intere giornate a esercitarsi. Nelle case della banda gli investigatori hanno trovato una serie di serrature fissate sul ciglio dei tavoli per fare «allenamento» con ferri e grimaldelli. E in passato hanno ascoltato conversazioni come queste: «Quello non facciamolo più lavorare, è troppo lento», diceva uno dei capi. E ancora: «Il ragazzo è bravo, ma ha ancora poca esperienza, deve esercitarsi». Proprio i rumori di ferraglia provenienti dall'interno di un appartamento sono stati uno dei segnali che ha insospettito gli investigatori. Altri strumenti sequestrati nei covi: fiamme ossidriche utilizzate per aprire le casseforti; attrezzature per la valutazione di pietre e metalli preziosi; passaporti ucraini, lituani, russi e greci («opere» di falsari molto esperti). Gli arresti di ieri rientrano nella più vasta indagine che è stata battezzata «Operazione Odessa», che finora ha portato a 36 arresti, tra cui quelli di due badanti (sempre georgiane) che assicuravano appoggi ai ladri e informazioni sulle case in cui andare a rubare. I carabinieri di Novara sono arrivati alle basi degli scassinatori a Milano seguendo la catena di furti partita dal Piemonte. L'inchiesta va avanti in collaborazione con l'Europol perché i clan georgiani sono radicati in Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Paesi dell'Est. Il «capo» dell'ultima batteria arrestata si chiama Zviad Bokoveli, detto Zvio, e a giudicare dalle città di nascita il gruppo appartiene ai clan mafiosi della Svanezia (regione della Georgia). Negli ultimi due anni si sono fronteggiati anche in Italia i due più grandi clan della mafia ex-sovietica, quello legato alla città di Kutaisi e quello di origine tra Rustavi e Tbilisi. Un uomo del clan Kutaisi è stato ucciso dal gruppo rivale il 6 gennaio 2012 a Bari. Il suo presunto killer era un ladro georgiano, partito da Pioltello. Nelle intercettazioni si lamentava perché in Italia c'erano troppi svanezi.

 

  By: vetty on Martedì 09 Luglio 2013 11:54

e immaginiamo pure che non acquisteranno più nemmeno l'agroalimentare italiota quando si renderanno conto che stanno mangiando materie prime di provenienza estera...camuffate in italiane...ricordate al brennero quando gruppi sparuti di allevatori bloccarono numerosi tir di cosce di maiale polacche per i prosciutti crudi (parma) o le cagliate di latte per i formaggi....in barba a tracciabilità, filiere, controlli asl..... Altro problema poi che mi sono posto è: avete mai visto un cinese fare la spesa in un supermercato??? cosa mangiano??? non è forse vero che ogni prodotto introdotto in Italia deve avere autorizzazione??? soprattutto alimentare??? e chi ha distribuito tutte le autorizzazioni per i prodotti alimentari cinesi??????

 

  By: pana on Martedì 09 Luglio 2013 10:31

e in effetti il gianlini non ha tutti i torti, il dubbio viene specie se leggi che un prefetto si e pappato 10 milioni di euro.. Arrestato l'exvicecapo dei servizi «Ha sottratto 10 milioni al Viminale» http://www.corriere.it/cronache/13_giugno_14/arrestato-la-motta-viminale_92cf6e7c-d4bd-11e2-afc2-77c7bab72214.shtml

Hamas leader Khaled Meshaal exclusive interview - BBC News - YouTube

 

  By: gianlini on Martedì 09 Luglio 2013 10:23

io sono sicuro che i cinesi pagano mazzettoni belli grossi ai livelli alti delle autorità di controllo e di polizia* è impossibile altrimenti spiegare come possano agire così impunemente e alla luce del sole * in alternativa c'è forse addirittura un accordo a livello politico fra i Paesi

Concorrenza sleale dei Cinesi in Italia - GZ  

  By: GZ on Martedì 09 Luglio 2013 01:20

Inchiesta della Milena ^Gabanelli sull concorrenza sleale dei cinesi IN ITALIA#http://www.corriere.it/inchieste/reportime/economia/made-italy-sotto-tacchi/38d22b3c-e4c9-11e2-8ffb-29023a5ee012.shtml^ verso gli italiani "...come fanno a produrre a 6,5 euro quello che a noi costa 15 euro ? non pagano tasse, non sono a norma, aprono un azienda diversa ogni anno, non rispettano le norme di sicurezza e non rispettano gli orari sindacali..." ----- .... ecco la seconda tappa del Made in Italy: la Riviera del Brenta, tra Venezia e Padova, capitale della scarpe griffate. Capitale ancora per poco se i nostri marchi continuano a cullarsi sulla convinzione che il mondo non si accorgerà mai del trucco sotto il tacco marchiato Made in Italy. Oggi l’export del prodotto di lusso regge bene alla crisi soprattutto grazie ai mercati emergenti. Basterebbe un po’ di lungimiranza per prevedere che i russi e i cinesi con i portafogli griffati non acquisteranno più il Made in Italy quando scopriranno che stanno pagando per una scritta esclusiva che mente sull’origine della produzione artigianale. La norma sull’etichettatura europea infatti consente di realizzare all’estero le parti più importanti di qualunque prodotto manifatturiero e le nostre marche prediligono l’Europa dell’est e l’Asia grazie ai bassi costi della manodopera. Anche molte delle griffes francesi si spingono in Serbia, Romania, Cina e Indonesia per poi assemblare nella Riviera del Brenta le parti realizzate all’estero. La legge truffa lo consente. Alle griffes francesi conviene. I loro marchi del lusso, dopo avere comprato gli italiani Gucci, Bottega Veneta, Sergio Rossi e via dicendo, producono soprattutto in quei distretti italiani dell’artigianato che ancora godono di prestigio. Il discredito che potrebbe colpire quei distretti può penalizzare soltanto il brand più prezioso: il nostro Made in Italy. I politici di casa nostra non hanno difeso l’esclusività della nostra manifattura artigianale quando hanno approvato regolamenti europei sull’etichettatura che consentono di marchiare Made in Italy prodotti realizzati in gran parte all’estero. Sono i responsabili della perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro della piccola e media impresa in favore di quella grande che ha ridotto i costi. «I dati parlano chiaro», sostiene Matteo Ribon della Cna Federmoda Veneto «il fatturato del settore è lo stesso da dieci anni e la produzione si aggira sempre intorno ai 20 milioni di scarpe l'anno quindi è evidente che a perderci sono gli Italiani, in particolare gli artigiani annientati dalla doppia concorrenza: quella straniera causata dalla delocalizzazione e quella dei Cinesi che lavorano qui nel distretto». Nel settore pelli calzature dal 2001 al 2012 le imprese individuali cinesi sono aumentate da 30 a 205 mentre hanno chiuso bottega 90 imprese artigiane italiane. I Cinesi hanno sostituito gli Italiani a colpi di concorrenza sleale. Illegalità, sfruttamento della manodopera (spesso in nero) sono alla base di un’inesorabile avanzata dei laboratori cinesi in tutti i distretti del Made in Italy. La statistica smentisce impietosamente l’ipocrisia dei committenti italiani che fingono di non sapere perché i terzisti cinesi ai quali affidano la propria merce sono così rapidi, flessibili e concorrenziali. Tutte (proprio tutte) le volte che le forze dell’ordine si ricordano di effettuare un controllo nelle aziende “artigianali” cinesi, riscontrano almeno una delle seguenti irregolarità: impiego della manodopera in nero, riduzione in schiavitù di clandestini, violazione delle norme sulla sicurezza dei lavoratori, evasione contributiva e ovviamente fiscale. Avere sempre una mazzetta di soldi in nero sotto il bancone è particolarmente utile. Le griffes delle scarpe sono state le prime in Italia ad arruolare direttamente terzisti cinesi. Ma non vedono, non sentono e non parlano. Però pagano a prezzo scontato le tomaie, che è poi la parte più artigianale della scarpa. Mentre i prezzi delle loro pregiate scarpe Made in Italy non sono affatto diminuiti. Sono invece drasticamente crollati i posti di lavoro per gli artigiani italiani. L’Associazione tomaifici terzisti veneti presieduta dall’artigiano Federico Barison riunisce una quarantina di terzisti stanchi di aspettare che i politici regionali, la magistratura e le forze dell’ordine si accorgano della nuova “mala” del Brenta. Un esposto arrivato un anno fa alla Procura della Repubblica di Venezia non ha modificato lo scenario. Un paio di controlli e tutto è rientrato. Stranamente i controlli sono invece aumentati nei confronti degli associati. Matteo Ribon della Cna denuncia: «Quest'anno ci sono 250 dipendenti di tomaifici e terzisti in cassa integrazione e venti aziende sono a rischio chiusura. Ovviamente solo italiane. Non mi risulta che quelle cinesi facciano richiesta di cassa integrazione». Nel video registrato con camera nascosta si vedono numerosi operai cinesi intenti a cucire tomaie in un laboratorio della Riviera. Da una verifica è poi risultato che il titolare cinese aveva registrato presso l’ufficio preposto soltanto due dipendenti. Gli altri lavoravano in nero e non è dato sapere se fossero anche clandestini. L’imprenditore cinese cuciva tomaie a metà prezzo per una nota marca italiana che qualche mese prima l’aveva preferito all’artigiano italiano, che in mancanza di lavoro è stato costretto a mettere in cassa integrazione le sue operaie. Un altro costo per la collettività. Finché non si applicheranno severe sanzioni anche contro i committenti e finché non si farà una norma che disponga la distruzione della merce pregiata trovata nei laboratori irregolari non cambierà niente. Il prestigio del Made in Italy resiste finché i panni sporchi continuano a essere lavati in famiglia. Denunciare è l’unica arma rimasta in mano agli artigiani. Alle griffes per ora sta andando di lusso perché i cinesi (ricchi) non si sono accorti che potrebbero fare già tutto in casa, arruolando quelli (poveri), soprattutto gli emigrati in Italia per lo più illegalmente. Hanno goduto di dieci anni di impunità per trasformarsi in abili esecutori dell’eccellenza artigianale. Le stesse griffes hanno delocalizzato parte della produzione in Cina esportando le nostre preziose competenze su materiali, macchinari e tecniche di manifattura. Proprio dei maestri. Guarda l'inchiesta "Disoccupati del lusso" andata in onda a Report il 18 maggio 2008

 

  By: Nostradamus on Venerdì 21 Settembre 2001 15:34

Non credo che sia il razzismo il problema ma la stupidita' del genere umano di comprendere l'altro. Non riusciendolo a fare si trovano motivi per attaccare quello che non si capisce, visto che si ha sempre paura di quello che non si comprende. Un bel mea culpa alla societa' occidentale. Ricordiamoci che la matematica e l'algebra sono innovazioni arabe: senza queste discipline non saremmo qui a discutere.

 

  By: gianlini on Venerdì 21 Settembre 2001 15:26

in fondo, a ben vedere, è giusto essere razzisti: con la nostra benevolenza guardate cosa hanno combinato gli arabi...una loro piccola minoranza, direte?? può darsi, anche se una cosa così non si organizza in quattro amici al bar ma in ogni caso risaliamo al perchè l'animo umano prova il sentimento di razzismo: perchè l'altro è sempre stato un antagonista un potenziale concorrente per il piatto di minestra che la sera forse c'è e forse non c'è...nei confronti del razzismo rischiamodi fare come nei confronti della borsa: è alta, il P&E è alto, ma forse ci andrà comunque bene, e abbiamo abbassato la guardia...per me è meglio essere razzisti un po'che rovinati molto! So che mi odierete per quello che ho scritto, e che penserete solo che lo faccio perchè ormai totalmente impazzito. forse un po' è vero, ma è il nostro problema quello di non anticipare gli eventi negativi, vittime di eccesso di ottimismo