Immigrazione: a conti fatti più vantaggi che svantaggi
Presentati a Roma il rapporto Ocse e quello del Centro studi e ricerche Idos. In crescita il numero dei migranti in tutti i Paesi dell'Organizzazione, in Italia l'incremento è contenuto, ma la presenza degli immigrati è destinata secondo l'Istat a raddoppiare da qui al 2065. Il bilancio economico per il nostro Paese segna un più 2,2 miliardi: gli stranieri versano più in tasse e previdenza di quanto lo Stato spenda per loro
Anche se i cittadini non comunitari sono diventati per lo più lungo soggiornanti (62,5), senza essere più costretti a lasciare l’Italia in caso di perdita del posto di lavoro non ci si trova davanti a una massa di assistiti, tenuto conto che è maggiore l’apporto che essi assicurano al sistema fiscale italiano rispetto alle spese pubbliche sostenute a loro favore: il bilancio è di 2,2 miliardi a favore dell’Italia. I dati sono della Fondazione Moressa che confrontando le spese pubbliche sostenute per gli immigrati (14,7 miliardi) e gli introiti da loro assicurati all’erario (16,9 miliardi), fa emergere come per l’Italia vi sia un beneficio di 2,2 miliardi di euro così articolato: 6 miliardi di gettito fiscale e 10,9 miliardi di contributi previdenziali (di cui sono fruitori solo marginali), contro 4 miliardi per sanità, 3,7 miliardi per scuola, 2 miliardi per giustizia e 3,1 miliardi per trasferimenti economici diretti.
Nell’incontro inoltre si è sottolineato come quella degli stranieri sia una presenza che non pone solo problemi, ma assicura dei vantaggi, una consistenza in aumento e destinata ancora a crescere, una realtà lavorativa (dipendente e autonoma) in grado di favorire i rapporti con i Paesi di origine, una dimensione multiculturale e multireligiosa che di per sé avvalora le ragioni della convivenza.