By: gianlini on Giovedì 22 Dicembre 2005 11:21
come si fa ad andare in televisione a parlare delle famiglie che non ce la fanno per colpa di berlusconi (che deve essere un tipo alla Harry Potter, nessuno spiega quale sia la relazione fra le due cose) e contemporaneamente a dover pagare 8000 euro di rate mensili per andare forse 60 giorni all'anno in mare??
Badate bene, non dico che faccia male. Dico che piuttosto che fare il consulente di politica economica per il popolo italiano, una persona così dovrebbe fare il consulente privato e giustamente compensato di imprese private.
Ma non per ipocrisia. E' perchè non capisco come ci si possa immergere nella situazione reale delle famiglie quando il proprio tenore di vita è ormai così lontano da essa. Un amministratore deve sguazzare nell'orticello che amministra, affondare i piedi nel suo terreno, viverne i sussulti e le disgrazie.
Certo se Fazio, come prima attività pubblica post-dimissioni non trova di meglio che andare all'audizione in Vaticano sorridente e con figlie al seguito.....
--------------------------------------------------------
Per pagare la rata mensile del leasing, che ammonta a 8.068 euro, Massimo D'Alema si appoggia a un conto corrente bancario aperto, a suo nome, presso la filiale 098 di Roma della Banca Popolare Italiana.
La somma viene bonificata alla Bpi attraverso un altro conto che lo stesso D'Alema ha aperto in una filiale della Unipol Banca, l'istituto delle cooperative impegnato nella scalata a Bnl.
Martedì sera, con un comunicato, l'istituto di Lodi aveva spiegato che «il conto corrente intestato a Massimo D'Alema è funzionale esclusivamente al pagamento delle rate di leasing stipulato con la Società Bipitalia Leasing» e che tale conto corrente «non presenta altra movimentazione dallo scopo sopra descritto. Il contratto di leasing e il relativo conto corrente bancario posto al suo servizio sono stati accesi nel mese di dicembre 2003, il tasso applicato al leasing è allineato agli standard di mercato e i pagamenti delle rate risultano regolarmente onorati alle scadenze previste».
Al momento dell'acquisto, Massimo D'Alema ebbe la possibilità di scegliere tra due diversi ipotesi di finanziamento: quello offerto dall'allora Banca Popolare di Lodi e quello proposto dalla Banca Popolare della Costa Azzurra. «Ci servivamo, e continuiamo a servirci di quelle due banche», ricorda ora Giacomo Claudio Di Veroli. «Ci facemmo preparare i piani per il leasing e li sottoponemmo al presidente D'Alema. Insieme valutammo che quello con le condizioni più vantaggiose era, appunto, offerto dalla Banca di Lodi».
Aggiunge il figlio David: «E non casualmente, all'epoca, ricordo che anche la nostra società aveva un conto corrente aperto proprio con quell'istituto bancario. D'altra parte, essendo noi degli imprenditori, preferiamo lavorare con le banche che, a nostro parere, si dimostrano maggiormente efficienti».
Alla domanda se gli 8.068 euro siano pagati per intero da Massimo D'Alema, o piuttosto siano suddivisi con gli altri soci, risponde il portavoce del presidente dei Ds, Matteo Orfini. Che dice: «Il presidente D'Alema ritiene che questa vicenda abbia raggiunto toni inaccettabili. Così come inaccettabili paiono ormai alcune forme di curiosità».
Intanto, Ikarus — un 60 piedi (18,32 metri) dalle linee tradizionali, progettato dal triestino Roberto Starkel — è in riparazione nei cantieri Stella Polare. «La scorsa estate un fulmine colpì l'albero e mandò fuori uso praticamente tutto il sistema elettrico di bordo — spiega il maestro d'ascia Antonio Balistrieri —. Ci stiamo cominciando a lavorare e anche solo a lavorarci, si prova soddisfazione. È una barca strepitosa. D'Alema, acquistandola, fece proprio un affare».