Gianlini non sto parlando di cultura classica (che io proprio non ho) ma di cultura scientifica che è poi alla fine quella più conta sotto ogni aspetto. E in particolare conta la matematica perché questo poi significa essere ingegneri, chimici, informatici, fisici, etc. Capita la matematica, studiare poi fisica, per esempio, diventa una sorta di esercizio notarile. Ed è proprio sull'insegnamento della matematica che io critico la scuola, non per il resto. Adesso che ho un figlio che va alle medie vedo i programmi e capisco che sono non corretti. Sono troppe le materie, si cerca di fare tutto, per cui si fa tutto male. Anzi malissimo.
Io ogni giorno andavo a scuola fino alle superiori con non più di 3 chili di libri (mi ricordo avevamo una cinghia per tenerli). Mio figlio ci va con 12 chili (in media) messi in uno zaino da sherpa che deve essere molto resistente. Il MIUR, tra le tante, indica due regole particolari, una è che devi andare a scuola con 12 kg di libri e l'altra è che lo zaino di mio figlio non deve superare i 5 kg lordi. E questa la dice già lunga sugli effetti della "cultura" nella società. Scherzi a parte, ci si concentra troppo sulla quantità delle cose per cui si trascura la qualità.
Alla fine cosa succede? Che fino ai 18 anni la scuola genera studenti con una cultura media cioè dei mediocri. Poi vanno all'università con la testa intontita nel tempo e cercano di specializzarsi in qualcosa. Ma per il mondo del lavoro mediocre eri e mediocre rimarrai (salvo alcune eccezioni). Non lo dico io lo dice il mercato. Per esempio il problema principale delle software house è proprio quello di non trovare abbastanza cultura informatica in giro. Lo diceva Zuckerberg in un intervista "il problema non è quanti ingegneri ci servono il problema è riuscire a trovare ingegneri capaci". Ho un amico che ha un'azienda informatica e in un'intervista gli chiedevano se gli studenti delle nostre scuole sono per lui preparati. Lui ridendo disse "vuole la risposta secca?". Ma basta guardare i dati, nel primo anno dopo la laurea c'è un tasso di disoccupazione intorno al 35% e c'è da dire che il 65% che lavora lo fa perchè prende una paga media di 1.100 euro e magari fanno lavori che nulla hanno a che vedere con gli studi fatti.
Allora, secondo me un uomo di buona cultura oggi deve sapere come si fa un impianto elettrico, come si smonta e ripara una lavatrice o un frigorifero, come si installa un impianto fotovoltaico, come si costruisce un pannello solare, come si toglie un virus dal pc, come si installa un sistema operativo, come si intalla un sistema di videosorveglianza. Se uno sa tutte queste cose un posto di lavoro lo trova e magari anche ben pagato. Insomma mancano gli occupabili e la scuola non aiuta. E se la scuola non aiuta allora che cultura sta insegnando?
– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...