W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)

 

  By: Andrea on Giovedì 22 Febbraio 2007 09:55

In pratica ... il voto dei senatori a vita et al. va bene e deve essere conteggiato quando si tratta della fiducia, devono invece farsi da parte e non rompere se è contro ...

 

  By: gianlini on Giovedì 22 Febbraio 2007 00:19

Ma c'è ancora VALERIO ZANONE!?!??? ed è pure dell'ulivo!!?? che schifo!!!! ------------------------------------ Ma il vero colpo di teatro è stato l'ingresso in aula di Sergio Pininfarina che mancava da mesi (dal giorno del sì al governo Prodi) in aula. Appena arrivato, pochi minuti prima del voto, si è seduto tra i banchi di Forza Italia. A nulla è valso il tentativo di persuasione di Valerio Zanone, liberale come lui e suo vecchio amico, oggi nelle fila dell'Ulivo. Al momento del voto, quando ha visto la luce bianca sul suo scranno, è stato proprio Zanone ad avvicinarsi a Pininfarina. «Ma cosa fai!», gli ha urlato, «Cambia voto», suscitando le ire dei forzisti che lo proteggevano con il proprio corpo. Sono volati fogli di carta e parole grosse. Zanone ha perso il proverbiale aplomb, ma Pininfarina ha resistito.

 

  By: XTOL on Mercoledì 14 Febbraio 2007 20:11

In attesa delle indicazioni di voto che il Pontefice rivolgerà ai parlamentari della nostra repubblica in relazione al disegno di legge denominato “DICO”, mi permetto di ricordarne alcune altre. “La libertà di stampa è una pratica pessima mai abbastanza esecrata ed aborrita...”. Parole di Papa Gregorio XVI. “Il suffragio universale è una piaga orrenda che affligge l'umana società...” Parole di Papa Pio IX. “Il comportamento omosessuale è intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale...”. Parole del Cardinale Ratzinger, futuro Benedetto XVI. Senza dimenticare l'ordine di sterminare tutti i gatti neri (1233), il divieto di utilizzare i vaccini (1800) o quello di partecipare alle consultazioni elettorali della nostra Repubblica (1895). Marco Bertinatti - Ateo Impertinente -

 

  By: lutrom on Lunedì 12 Febbraio 2007 12:17

Vincono ancora i figli di papà 12/02/07 - Bruno Ugolini (Unità) Sembra tanto lontana quella «Lettera ad una professoressa» scritta da don Milani, un sacerdote fiorentino. Il quale spiegava l’esistenza di una scuola classista, dove i figli degli operai non riuscivano ad emergere rispetto ai figli dei più abbienti. Imparavano meno “parole” e questo era un marchio di debolezza che li accompagnava per tutta la vita. Oggi è ancora così? Non sembra. È facile conoscere figli di metalmeccanici o di edili che hanno potuto studiare, conquistare una posizione. Il dato nuovo, riguardante le ultimissime generazioni, dice, però, che per molti di loro oggi la ricerca di un lavoro, magari corrispondente agli studi fatti, è come una corsa ad ostacoli. E i primi ad arrivare al traguardo sono i rampolli delle famiglie più benestanti. Questi ultimi partono con una specie di “bonus” che li facilita. È un aspetto del mercato del lavoro indagato in un’interessante inchiesta pubblicata su «Il Messaggero» a firma di Corrado Giustiniani. Nella prima puntata il giornalista si rifà ad una fonte non accusabile di partigianeria classista: la Confindustria. Scopro così che i figli delle classi dirigenti sono avvantaggiati ben 17 volte rispetto agli altri. Un bel vantaggio. È un primato riservato all’Italia. Perché se si guarda in giro ci si avvede che in Francia i figli di industriali, manager o professionisti, hanno la possibilità di seguire le orme dei padri. Con un vantaggio dieci volte superiore (e non diciassette come in Italia) rispetto a chi è figlio di soggetti sociali comuni, né industriali, né manager, né professionisti. Le opportunità di migliore ascesa per i benestanti scendono poi a sette in Germania e a sei mezzo negli Usa. Paesi con un tasso di maggiore egualitarismo. Tutto questo in una società dove, come si sa, si vive molto più a lungo. L’età della vecchiaia sembra infinita e così l’età della giovinezza. Corrado Giustiniani, nella sua inchiesta, fa notare come negli anni settanta gli istituti di ricerca considerassero “giovani” coloro che erano tra i 15 e i 25 anni. Ora considerano giovani coloro che stanno tra 15 e i 34 anni. Lorenzo De Medici, se rinascesse, dovrebbe dare un altro senso ai suoi versi: «Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia!». Anche se resta l’incertezza del domani. Perché questa prolungata giovinezza comporta la lunghissima corsa ad ostacoli cui abbiamo accennato. Secondo l’inchiesta de «Il Messaggero» il presunto giovane arriva alle soglie dei 30 anni e si trasforma adulto dopo aver completato cinque fasi: il completamento degli studi, la conquista di un lavoro continuativo, l’abbandono della casa dei genitori, il matrimonio, la maternità o la paternità. Il problema è che secondo un istituto di ricerca, lo Iard (e qui riemergono le disparità) nel 2004 solo il 22 per cento dei giovani tra i 30 e i 34 anni avevano completato il percorso. Uno su cinque. Mentre tra i 25 e i 29 anni solo il 6 per cento, ovverosia uno ogni 16 tagliano il traguardo. Ed ecco divampare il fenomeno degli eterni Peter Pan, rintanati in casa, aggrappati al vecchio nido familiare. Giustiniani cita altri dati forniti dalla «European Foundation for the Improvement of living». E salta all’occhio con evidenza la differenza tra l’Italia e il resto del mondo. In Svezia solo il 10 per cento dei ragazzi fra I 18 e 34 anni vive ancora in famiglia. Sono il 15 per cento nel Regno Unito, meno del 20 per cento in Germania, 25 per cento in Francia. E in Italia? Anche qui un vero primato. Ben il 60 per cento di ragazze e ragazzi tra i 18 e 34 anni vive ancora con i genitori. Siamo al primo posto, prima di Paesi come la Spagna e il Portogallo. Tutto questo a scapito delle professionalità delle competenze, delle “intelligenze” di un Paese. Perché spesso la meritocrazia dei giovani da promuovere è tradotta in termini di “raccomandazione”, clientelismo, servilismo e non in termini di capacità. Ha la precedenza “il figlio di papà” o il raccomandato da questo o quel partito. Scrive Giustiniani: «La Repubblica italiana pare sempre più ancorata al verbo dell’appartenenza e sempre meno a quello delle capacità individuali, del merito, in una parola della competenza. C’è una famiglia mammona che ti avvolge con la sua tutela, pronta a dare torto al mondo intero, piuttosto che a te. Una formazione scolastica e universitaria che non è interessata alla meritocrazia». http://www.ugolini.blogspot.com/

 

  By: Mr.Fog on Martedì 06 Febbraio 2007 20:44

Bel pezzo su l'italia che lavora: ^Liberalizzazioni alle vongole: estinzione anticipata dei mutui#http://phastidio.net/2007/02/05/liberalizzazioni-alle-vongole-estinzione-anticipata-dei-mutui/^

 

  By: defilstrok on Martedì 06 Febbraio 2007 17:01

Questo sì che è ganzo!! BENZINA: RAPINA A ROMA, BOTTINO 50.000 EURO (ANSA) - ROMA, 6 feb - Un uomo, armato di pistola, ha rapinato stamani il gestore della stazione di servizio di Selva Candida, sul Raccordo Anulare di Roma. Il bottino, probabilmente grazie allo sciopero dei benzinai, è stato di ben 50 mila euro. L'uomo, ha riferito la Polstrada che svolge le indagini, poco prima delle 12 è entrato nella stazione dall'ingresso del personale di servizio, e, minacciandolo con la pistola, si è fatto consegnare dal gestore il denaro che era in cassa (50.000 euro), per poi allontanarsi a piedi per la stessa strada. La stazione di servizio è una di quelle che in questi giorni sono state prese d'assalto dagli automobilisti, che stanno facendo rifornimento in previsione della serrata che comincerà questa sera. Lunghe file di autovetture da ieri sono in attesa di fare il pieno, con conseguenti incassi maggiori rispetto agli altri giorni, cosa che probabilmente ha indotto il rapinatore solitario ad effettuare la rapina.(ANSA).

 

  By: gianlini on Martedì 06 Febbraio 2007 13:00

tra l'altro io sono d'accordo con matarrese che il calcio non deve fermarsi, perchè non c'entra niente. fino a che il bilancio di scontri è : un poliziotto morto, 70 poliziotti feriti e 15-20 teppisti contusi, allora vuol dire proprio che è la polizia a doversi fermare, mica il calcio il calcio vada pure avanti, senza polizia, ovviamente

 

  By: gianlini on Martedì 06 Febbraio 2007 11:46

Tratto oggi dal pezzo di Stella sul corriere a proposito dei matarrese: --------- Il padre Salvatore, il cui busto di bronzo troneggia, dicono i biografi, all’ingresso del palazzo ai confini del quartiere Japigia in cui ogni figliolo ha un piano e tutti insieme si ritrovanoda anni in leggendarie tavolate, faceva il muratore, «a undici anni prendeva la calce con le mani» e passò la vita a tirar su figli e condomini, figli e condomini. Ed ecco in ordine anagrafico e di ruolo via via assunto Michele (a capo dell’azienda e dell’associazione industriali baresi), Vincenzo (presidente del Bari calcio), Giuseppe (vescovo a Frascati e sponsor di Francesco Storace), Tonino (commercialista, presidentissimo e deputato Dc per cinque legislature), Amato (progettista) e Carmela, l’unica femmina, sposata con un magistrato. ---------------------- notiamo invece che fra i teppisti arrestati per i fatti di Catania, figurano due figli di medici, forse uno di poliziotto e altri cosiddetti ragazzi della "Catania bene". Prendiamo pure per favoletta quella del muratore ad undici anni e pensiamo che magari abbia fatto un paio di anni di istituto per geometri prima di iniziare a lavorare, ci pensate alla differenza di possibilità e humus di crescita fra 40 anni fa, ed oggi? allora uno con la terza media tirava su 6 figli che diventano tutti, bene o male, delle personalità e dei professionisti affermati (e non è un caso isolato, io conosco mobilieri affermati che, orfani a 10 anni, hanno iniziato piallando assi) ora ha dei medici che tirano su dei liceali che vanno a spaccare la faccia a dei poliziotti, sicuramente passano il loro tempo a mandare sms e magari si prenderanno una laurea (senza sapere pressochè nulla) in 6-7 anni di parcheggio all'università

 

  By: GZ on Martedì 06 Febbraio 2007 00:18

Come mai il mondo negli ultimi anni sembra avere bisogno di più debito per funzionare ? (vedi gli ultimi 368 commenti qui sul forum) ? In parte è il progresso. Con dei soldi presi a prestito addizionali si vive tutti meglio e ora che non ci sono più tante guerre, pestilenze, rivoluzioni, colpi di stato come una volta ci si può fidare a prestare soldi che poi vengono restituiti e con la tecnologia e i mercati finanziari la cosa è gestita meglio In parte perchè ora si sprecano molti più soldi per fare esattamente le cose che si facevano in modo più semplice e con migliori risultati Ad esempio i teppisti nello sport e nelle scuole una volta venivano espulsi e puniti e se non bastava anche arrestati e persino incarcerati e la cosa non richiedeva soldi, faceva parte del lavoro di presidi, insegnanti e poliziotti Oggi i teppisti a scuola sono un occasione per creare un programma statale con campagna pubblicitaria di miliardi e assistenza a tutti i livelli con tanti enti e uffici nuovi ---------------------------------- ..Nella mattinata del 5 febbraio il Ministro della Pubblica Istruzione ha presentato ufficialmente la campagna nazionale "Smonta il bullo" che servirà a promuovere una vasta campagna di informazione e sensibilizzazione. "Bullismo, teppismo, violenza, guerriglia, atti di vera e propria barbarie giovanile: qualsiasi azione di contrasto rischia di rimanere incompiuta se non la affiancheremo con una vera e propria offensiva educativa per i nostri giovani": così si è espresso il Ministro nel corso della conferenza stampa per la presentazione del progetto che si avvarrà di strumenti diversificati. Per dare maggior rilievo all’iniziativa, Fioroni ha emanato anche una direttiva (la n. 16) indirizzata a tutte le scuole alle quali "spetta ricercare la strategia più idonea ed efficace nell'azione di educazione alla cittadinanza e di prevenzione del disagio, che potrà trovare espressione nel Piano dell'offerta formativa". In ogni Regione verranno istituiti specifici Osservatori che garantiranno la rilevazione e il monitoraggio costante del fenomeno, il collegamento con le diverse istituzioni che si occupano di educazione alla legalità e la verifica delle attività svolte dai vari soggetti. Essi cureranno e favoriranno anche la promozione e il monitoraggio di percorsi di informazione e aggiornamento destinati alle diverse componenti della comunità scolastica. Ci sarà anche un numero verde nazionale (800 66 96 96) dotato di 10 postazioni di ascolto seguite da una task force di esperti (psicologi, insegnanti, genitori e personale del ministero): sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19 e ci si potrà rivolgere ad esso per segnalare casi, chiedere informazioni generali sul fenomeno e su come comportarsi in situazioni critiche. Naturalmente non mancherà un sito Internet, che servirà da punto di raccordo, di raccolta e divulgazione delle informazioni utili provenienti dagli osservatori e dagli operatori del numero verde, nonché da "vetrina" per le azioni e le campagne promosse dalle scuole. Nella direttiva inviata alle scuole il Ministro non trascura gli aspetti amministrativi e ricorda che - in casi di particolare gravità - le scuole possono e devono ricorrere anche alle sanzioni disciplinari. E quando ci si trova di fronte a veri e propri reati è possibile superare il limite dei 15 giorni di sospensione previsto dallo Statuto degli studenti e delle

 

  By: polipolio on Venerdì 02 Febbraio 2007 10:23

segnalo un post divertente di l'imprenditore http://limprenditore.blogspot.com/index.html --------------- In Piazza Ormai non ci si stupisce più di nulla, e Veronica accusa via Repubblica (poteva usare l'argenteria di famiglia, Il Foglio) il vecchio tombeur de fammes. Mi stupisco che si stupisca, conosco il tipo, di quella generazione molti sono così, e lo sapeva anche quando l'ha sposato. A questo punto: O sta preparando le carte per il divorzio O la lotta tra i figli di primo e secondo letto sta diventando incandescente O vuol scendere in politica anche lei Le di lui intemperanze sessuali sono stranote. Un pò come le ragioni del coccolone di Bossi.

 

  By: GZ on Mercoledì 31 Gennaio 2007 20:06

Per i nostri giornalisti^ è un discorso folkoristico#http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Che-pizza-capricciosa/1491502&ref=hpsp^, ma è la ragione profonda per cui il mercato finanziario, che alla fine poi riflette magari con qualche anno di ritardo l'economia, non può continuare a salire Per le grandi banche, assicurazioni, società di leasing, credito al consumo e immobiliare e brokers, del risparmio gestito, private banking e private equity, LBO.... tutto va magnificamente (utili a +38% rispetto all'anno scorso a NY per il settore finanziario, mentre il resto delle società a +7%) Per le multinazionali pure, con il terzo mondo e la cina che offrono lavoro che costa niente e le opportunità di vendere aerei in Dubai e metropolitane in Cina Solo che resta l'altro 70% dell'economia che è fatto di piccola impresa, artigiani, commercianti, servizi e i lavoratori relativi. Contro di loro il peso delle tasse, burocrazia, iper-regolamentazioni ispirate al socialismo e politicamente corrette non sono mai state così pesanti e soffocanti. Questi due terzi dell'economia diventano meno efficienti e hanno costi sempre maggiori, ma la cosa è mascherata dalla globalizzazione finanziaria che consente di creare sempre più debito per cui BMW e Fiat l'utile lo fanno ora con il finanziamento e se tutti comprassero in contanti fallirebbero In Europa ogni giorno che passa lo stato si intromette sempre di più con nuove regole, agenzie, enti, sovvenzioni, tasse, multe, divieti...in ogni minuto aspetto della vita rendendola sempre più complicata e costosa. -------------------------------------------- ...Gigi affitta a Pavia un locale di 30 metri quadri a 1.200 euro al mese, e si mette al lavoro. S'iscrive alla Camera di commercio, acquista il forno, i macchinari e gli arredi, rinnova gli impianti perché siano a norma, si dota di tutto l'armamentario per la sicurezza, passa ore e ore fra commercialisti, avvocati, consulenti, Asl, uffici pubblici. Non vede l'ora di sfornare la prima pizza, ma quell'ora sembra non arrivare mai. Passano i giorni, e il piccolo imprenditore Gigi si trova risucchiato in un tunnel degli orrori senza fine, roba da far impallidire i più vieti luoghi comuni sulla burocrazia all'italiana. Il mondo di Gogol e Kafka è uno scherzo, al confronto. Obblighi, autorizzazioni, carte, bolli, spese, certificati, ispezioni, permessi, multe, leggi, regolamenti, cavilli, manuali, corsi di formazione e soprattutto sigle. Tante sigle, perlopiù incomprensibili. C'è per esempio il corso Haccp (Hazard Analysis and Critical Control Points), che ricorda vagamente il socialismo reale, invece insegna a distinguere le mozzarelle dai detersivi e a numerare le trappole per topi. Ed è solo il primo di una lunga serie, perché prim'ancora che Gigi apra il suo negozietto c'è già qualche decina di persone che vive alle sue spalle. Cioè campa su una serie di prescrizioni che "se non ottemperi, rischi di prendere la multa". Dunque, terrorizzato, ottemperi. Il medico che deve valutare i rischi per i futuri lavoratori si porta via mille euro per un sopralluogo di dieci minuti e una relazione prestampata. E altre migliaia di euro per tenere corsi su corsi, uno più tragicomico dell'altro. Le lezioni di Rssp (prevenzione e protezione) svelano agli attoniti studenti come si appoggia una scala al muro, come si spostano le sedie e soprattutto che cosa s'intende per "luoghi bagnati": la normativa considera tali "anche gli spazi aperti dopo le precipitazioni atmosferiche fino al ritorno dello stato asciutto". Al corso antincendio si sconsiglia di "usare materiale infiammabile per spegnere le fiamme" e si apprende che "il legno brucia più facilmente quando è secco"; quando è umido, invece, "con più difficoltà". Roba forte. Mai come le lezioni di primo soccorso, che insegnano un sistema tutto speciale per fronteggiare "gli eventi avversi". Quale? "Chiamare il 118 da qualunque telefono fisso o cellulare, senza comporre il prefisso", avendo cura di "specificare città, paese o frazione, via e numero civico del luogo della chiama", altrimenti l'ambulanza non sa dove andare e non arriva. La prima pizza non s'è ancora vista, e il piccolo imprenditore Gigi ha già speso centomila euro. Poi finalmente, superato l'ultimo scoglio dell'insegna luminosa (altra battaglia campale), la pizzeria Tango apre i battenti e fa subito ottimi affari. Se non fosse per i cosiddetti "lavoratori", si capisce. La prima commessa si ammala dopo dieci giorni: mai più vista. La sostituta, una studentessa, non vuol saperne di un contratto per motivi fiscali suoi. Poi c'è la Guardia di Finanza, che sulle quisquilie non perde un colpo. Un giorno la commessa regala una fetta di pizza a una bambina: multa di 516 euro per "mancata emissione del documento fiscale dell'importo di euro 1". La scena si ripete quando una cliente fugge lasciando lo scontrino sul bancone e viene pizzicata senza, all'uscita, dalle occhiutissime Fiamme gialle. La pizzaiola intanto resta incinta e si mette subito in malattia per "gravidanza a rischio". Poi però apre una pizzeria proprio davanti alla Tango e comincia beffardamente a lavorarci dall'alba a notte fonda, col suo bel pancione in primo piano. Prende due stipendi, uno dei quali rubato, ma l'Inps non fa una piega, l'Ispettorato del lavoro men che meno, il sindacato la protegge. E Gigi paga. Tenta di licenziarla, ma non c'è verso. Ormai va avanti a gocce di Gutron, sull'orlo dell'esaurimento nervoso. È a questo punto che la sua fede comunista comincia a vacillare. I "compagni" della Cgil lo trattano come un "padrone" e coprono la malata immaginaria che viola il contratto, fa concorrenza sleale al suo datore di lavoro e ha pure il coraggio di denunciarlo per averla licenziata. Gigi la rimpiazza col signor Giovanni, ma gliene andasse bene una: lavora un mese, per il resto è sempre in malattia, viene pagato per sette mesi, più tredicesima, quattordicesima, ferie non godute e liquidazione, ma non gli basta ancora: con l'ausilio dell'ennesimo "patronato dei lavoratori", denuncia Gigi per "inadempienze contrattuali". Le gocce di Gutron aumentano. La nuova pizzaiola è siciliana: al suo paese lavorava in una panetteria, ma risultava bracciante agricola, così il padrone pagava meno contributi. Controlli? In Sicilia, nemmeno l'ombra. C'è chi, per molto meno, correrebbe a iscriversi alla Lega Nord. Gigi, che è un buono, si limita a chiudere bottega, per disperazione. Così l'Italia ha una piccola impresa in meno e cinque lavoratori disoccupati in più. L'ultimo sfizio del piccolo imprenditore prima di alzare bandiera bianca è quello di capire: è stato solo s****to, o c'è dell'altro? È capitato solo a lui, oppure è così per tutti? Dall'Inps di Roma rispondono che nel 2003, su venti milioni di lavoratori assicurati, sono stati presentati dodici milioni di certificati medici per complessive sessanta milioni di giornate lavorative perdute. Non era s****, è il sistema. Gigi, anziché buttarsi a destra, è rimasto eroicamente comunista. Ma, questo sì, è capitato solo a lui. n

 

  By: lutrom on Mercoledì 31 Gennaio 2007 18:39

In 'Volevo solo vendere la pizza' (Garzanti) Luigi Furini, 53 anni, giornalista di giudiziaria e di economia, racconta la sua esperienza di piccolo imprenditore e la storia tragicomica del negozio di pizza al taglio cui per due anni ha dedicato tutto il suo tempo libero. Questo libro potrebbe intitolarsi, parafrasando Totò, "Poi dice che uno si butta a destra". È la storia di un ex giovane maoista, ex sindacalista della Cgil, che fa il giornalista e a un certo punto decide di investire un gruzzolo di risparmi mettendo su una micro-pizzeria da asporto nella sua città, Pavia. E scopre suo malgrado l'altra faccia dello stato sociale e del sindacato: quella che premia chi cerca il posto, non il lavoro. E punisce inflessibilmente chi ha voglia di fare. ^cliccaqui...#espresso.repubblica.it/dettaglio/Che-pizza-capricciosa/1491502&ref=hpsp^

 

  By: polipolio on Mercoledì 31 Gennaio 2007 18:05

Fino a qualche anno fa so per certo che dormiva un paio d'ore al giorno

 

  By: gianlini on Mercoledì 31 Gennaio 2007 15:20

ma dove trova berlusconi il tempo e le energie per essere pure fedifrago?

 

  By: polipolio on Mercoledì 31 Gennaio 2007 14:02

Ma non ha di che rammaricarsi. Semplicemente si tiene sempre in allenamento. Piuttosto non capisco la lettera. E' fenomeno noto che l'uomo non sia stato il più fedele dei mariti e posizione e quattrini e industria in cui svolge(va) attività imprenditoriale gli da(va)no molte occasioni. Ora, o Veronica sa per certo che una delle corteggiate colà è già assurta al ruolo di favorita, oppure quella lettera fa una minzione esterna...