W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)

 

  By: GZ on Domenica 10 Giugno 2007 13:44

^Gli studi di settore, stangata per 650mila#http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=119&id_art=3590&aa=2007^ A pochi giorni dalla scadenza della presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno di imposta 2006, quasi 650.000 lavoratori autonomi (pari al 17 per cento del totale dei contribuenti) che hanno subito la revisione degli studi di settore, si troveranno un aumento medio di 3.000 euro di tasse da versare all’erario. Lo denuncia l’ufficio studi della Cgia di Mestre, l’associazione guidata da Giuseppe Bortolussi (nella foto). Le principali categorie economiche interessate da questa novità fiscale sono gli edili, i dipintori, i calzolai, i macellai, gli agenti immobiliari, i produttori di gomma e cosmetici, le autodemolizioni. Di questi, ricordano dalla Cgia, oltre il 70 per cento lavora da solo. Il motivo? Semplice. Secondo gli artigiani mestrini l’amministrazione finanziaria ha reso molto più stringenti gli effetti degli studi su queste categorie, chiedendo a loro ricavi più elevati e conseguentemente imposte più alte da versare allo Stato. Edili, dipintori, calzolai, macellai, agenti immobiliari, produttori di gomma e cosmetici, autodemolitori. Una folla neanche tanto piccola di lavoratori autonomi che hanno subito la revisione degli studi di settore, quasi 650mila, pari al 17% del totale dei contribuenti, scopre improvvisamente di dover versare all'erario 3000 euro di tasse in più a pochi giorni dalla scadenza della presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno di imposta 2006. La Cgia di Mestre segnala questa allarmante novità sottolinenando il fatto che di questi contribuenti oltre il 70% lavora da solo e spiegandone compiutamente i motivi. Secondo gli artigiani mestrini, infatti, l’Amministrazione finanziaria ha reso molto più stringenti gli effetti degli studi su queste categorie, chiedendo a loro ricavi più elevati e conseguentemente imposte più alte da versare allo Stato. Ma le cose non andranno di certo meglio anche per gli altri contribuenti soggetti agli studi di settore. “Grazie” all’introduzione degli indici di normalità, gli degli studi di settore sono diventati molto più pretenziosi e, secondo la Cgia, si stima che la percentuale di soggetti congrui, ovvero rispondenti in prima istanza alle esigenze economiche avanzate dal fisco, scenderà dal 70% (valore riferito all’anno di imposta 2005) al 50%. “Appare evidente – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – che è in atto una grande operazione di cassa. Si chiede agli autonomi di pagare di più anche se non hanno guadagnato, partendo dal principio che in queste categorie dilaga l’evasione fiscale. Non capiscono, invece, che stanno mettendo a repentaglio centinaia e centinaia di migliaia di micro aziende che rischiano di dover chiudere e tuffarsi nell’illegalità”. Lo stesso Bortolussi, peraltro, aveva evidenziato soltanto pochi giorni fa l'evidente incostituzionalità degli studi di settore, annunciando mobilitazioni e iniziative per denunciare l'anomalia. “Gli studi di settore sono in palese violazione dell’articolo 53 della Costituzione italiana, per questo ricorreremo in molte Commissioni Tributarie provinciali sollevando l’eccezione di incostituzionalità”. La questione sta diventando sempre più pesante economicamente per milioni di partite iva italiane, perché con la Finanziaria 2007 il Governo Prodi ha deciso di rendere ancor più stringenti gli studi di settore prevedendo un aumento di gettito pari a 3 miliardi di euro. “Tutto questo – prosegue Bortolussi – indipendentemente dal fatto che il lavoratore autonomo abbia registrato o meno i maggiori ricavi richiesti dal fisco”. L’articolo 53 della Costituzione italiana, ricordano nella nota dalla Cgia di Mestre, stabilisce che: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.” “Ebbene – conclude Bortolussi - con questi studi di settore indipendentemente dalla tua capacità di reddito l’Amministrazione finanziaria stabilisce statisticamente a tavolino i tuoi ricavi e conseguentemente quante tasse devi pagare. Questo in palese violazione dell’articolo 53 della Costituzione. Per questo riteniamo che questa situazione non è più accettabile visto che gli aumenti che vengono pretesi con la Finanziaria 2007 trovano una giustificazione solo attraverso il pregiudizio ideologico che li ispira. Ovvero, che gli autonomi sono un popolo di evasori fiscali”.

 

  By: Mr.Fog on Sabato 09 Giugno 2007 15:16

diciamo che la scocciatura dell'italia è che non puoi fare le cose in ordine ---------------------------- Per un commerciante che non voglia saltare in aria c'e' un'unica strada: aumentare i prezzi. Solo che cio' ha un "leggero" effetto collaterale: i volumi diminuiscono. Oh si fa presto a dire: migliora la tua produttivita', usa la professionalita' e le tue doti, crea valore aggiunto al prodotto, usa un servizio piu' tempestivo, abbassa e allunga il magazzino, sfrutta le nuove tecnologie....ect,ect... Quando i margini si riducono, le tasse aumentano, i costi in generale lievitano del 5% all'anno che accidenti devi fare? metterti a 90 gradi?

 

  By: gianlini on Sabato 09 Giugno 2007 12:12

l'imprenditore in questione, al primo anno, ha già un bell'utile direi che non muore di fame... un trucco per non morire di fame è ad esempio quello di non pagare l'iva ma aspettare l'anno dopo, paghi un po' di interessi, ma piuttosto che scendere sotto i 50 kg di peso corporeo..... però più di metà delle srl è in perdita e so che tutte le aziende mie "concorrenti" in forma di srl hanno bilanci ridicoli con utili ridotti a 3 cifre (prima della virgola) diciamo che la scocciatura dell'italia è che non puoi fare le cose in ordine ma ti tocca per forza evadere il fisco, sarebbe più rilassante potersi dedicare alla produzione e pagare le tasse eque e senza trucchi

 

  By: GZ on Sabato 09 Giugno 2007 02:20

Dato che le borse europee sono salite del 200% dal minimo e piu' di quella americana si e' diffusa la tendenza a trovare delle cose buone nell'economia europea. Il wall street journal ad esempio ha scritto che le tasse sulle aziende sono piu' basse in europa che in america e ha messo l'Italia al 33% contro America al 39%. Ho scritto un email agli autori del reportage spiegando che e' ridicolo che sulla prima pagina del quotidiano finanziario che leggono ogni mattina 100 mila gestori, traders ed esperti nel mondo si diffondano queste leggende. Mi hanno risposto che l'OCSE pubblica dati in cui in Italia le imprese pagano il 33% e gli ho spiegato allora l'IRAP che incredibile ma vero non viene menzionata Questo per dire come si diffondano le leggende, basta che la borsa vada bene per 4 anni di fila e si cerca di credere che anche l'economia vada bene. Non si capisce che la borsa attuale ha a che fare con il CREDITO e non con l'economia reale _____________________________- IRAP Riprendo quanto detto da Imprenditore nel suo post "la mitica Irap". Tanto per far capire a grandissime linee come funziona prendete questo esempio. - Ricavi 1.000 - costi di produzione 400- - costi del personale 350- - costi per interessi 50- - perdite su crediti 50- (ci si è baccati un fallimento tanto per intendersi) = utile pre imposte 150 Ora arrivano le "tasse"..consideriamo ottimisticamente che non ci sono costi ritenuti indeducibili...quindi non c'è recupero di imponibile. IRES= utile pre imposte 150 X 33% = 49,50...fin qui è molto semplice. Ora arriva l'IRAP. utile pre imposte 150 + costi del personale 350 + costi per interessi 50 + perdite su credite 50 = imponibile IRAP 600 IRAP = 600 x 4,25% = 51,00 Totale IMPOSTE 100,50 su un utile pre imposte di 150 fa un tax rate del 67%. Se poi l'impresa è al primo anno di attività deve "sganciare" circa altri 100 per gli acconti. E' vero che valgono per l'anno successivo ma i soldini escono in tempo reale. Più "pesante" la situazione per le imprese individuali o (o società di persone) che devono anche pagarsi i contributi pensionistici (sul lordo) e acconti relativi. Il primo anno -come detto - è terribile: se vuoi anche mangiare vai in banca e fatti un finanziamento. Altrimenti....beh non c'è molto da indovinare....a meno che non sei super idealista e ritieni giusta questa tassazione......lo credo poco....se la si ritiene giusto si ha qualche serio disagio mentale.

 

  By: GZ on Sabato 09 Giugno 2007 02:20

Sui mercati finanziari dato che le borse europee sono salite del 200% dal minimo del 2002 e piu' di quella americana si e' diffusa la tendenza a trovare delle cose buone nelle economie e il wall street journal ha scritto che le tasse sulle aziende sono piu' basse in europa che in america (della serie la borsa abbaglia) ho scritto a chi ha fatto il pezzo dicendo che non e' vero per l-Italia e mi hanno detto che l'OCSE mostra che in Italia si paga il 37%. Gli ho spiegato allora l'IRAP che incredibilmente non viene nemmeno menzionata, questo per dire come si diffondando leggende, basta che la borsa vada bene per 4 anni di fila e si cerca di credere che sotto anche l'economia vada bene. Non si capisce che la borsa attuale ha a che fare con il CREDITO e non l'economia reale _____________________________- IRAP Riprendo quanto detto da Imprenditore nel suo post "la mitica Irap". Tanto per far capire a grandissime linee come funziona prendete questo esempio. - Ricavi 1.000 - costi di produzione 400- - costi del personale 350- - costi per interessi 50- - perdite su crediti 50- (ci si è baccati un fallimento tanto per intendersi) = utile pre imposte 150 Ora arrivano le "tasse"..consideriamo ottimisticamente che non ci sono costi ritenuti indeducibili...quindi non c'è recupero di imponibile. IRES= utile pre imposte 150 X 33% = 49,50...fin qui è molto semplice. Ora arriva l'IRAP. utile pre imposte 150 + costi del personale 350 + costi per interessi 50 + perdite su credite 50 = imponibile IRAP 600 IRAP = 600 x 4,25% = 51,00 Totale IMPOSTE 100,50 su un utile pre imposte di 150 fa un tax rate del 67%. Se poi l'impresa è al primo anno di attività deve "sganciare" circa altri 100 per gli acconti. E' vero che valgono per l'anno successivo ma i soldini escono in tempo reale. Più "pesante" la situazione per le imprese individuali o (o società di persone) che devono anche pagarsi i contributi pensionistici (sul lordo) e acconti relativi. Il primo anno -come detto - è terribile: se vuoi anche mangiare vai in banca e fatti un finanziamento. Altrimenti....beh non c'è molto da indovinare....a meno che non sei super idealista e ritieni giusta questa tassazione......lo credo poco....se la si ritiene giusto si ha qualche serio disagio mentale.

 

  By: Mr.Fog on Venerdì 08 Giugno 2007 22:34

A volte mi domando perche' voglio farmi del male. Finito il bilancio, bestemmiato contro il mondo, i creditori, i debitori, gli operai,i consumatori ed il commercialista, vado a leggermi i post dell'amico (lo chiamo cosi' ma non ci conosciamo) ^imprenditore#http://limprenditore.blogspot.com/^ e le budella mi si torcono ancora di piu'. Ma che venisse una bella crisi, vera...così che gli italiani si sveglino da questo incubo...e mandino questi arroganti €$%£@?=)(/ a LAVORARE. "Visco è semplicemente un arrogante professore universitario comunista, che vede il mondo attraverso la sua mente deformata e non ha la benché minima idea di cosa voglia dire gestire un'azienda. D'altra parte è un professionista della politica. Uno che ha creato una tassa come l'IRAP, che colpisce il lavoro e pagano anche le aziende in perdita se mi permettete non colpisce gli evasori, colpisce tutti. Scordatevi che si stiano dando da fare per far pagare le tasse a chi non le paga, quello costa fatica. La verità è che si stanno adoperando per far pagare più tasse a chi le tasse già le paga. Non a caso le circolari agli uffici vanno in quel senso. Pensateci un'attimo, per far cassa è più facile andare da uno che paga tante tasse (quindi ha un business che gli rende e disponibilità) e cominciare a contestargli spese varie per fargli pagare ancora più tasse o andare da un evasore totale che risulta nullatenente e cercare di fargli tirar fuori qualcosa? Per far cassa è più facile portare via 100 euro (attraverso piccole tasse qua e là) a milioni di lavoratori o trovare gli evasori e fargli scucire qualcosa? A meno che (come purtroppo alcuni frequentatori anonimi di questo blog dei quali farei volentieri a meno) non abbiate anche voi le fette di mortadella sugli occhi la risposta nasce spontanea. Unito a questo l'avversione del "popolo delle partite IVA" per Draculisco nasce dal suo essere completamente slegato dalla realtà, per lui le tasse restano, come il salario un tempo "una variabile indipendente", ovvero per il solo fatto che hai un'attività le devi pagare. Non solo, per il fatto di avere un'attività sono fatti tuoi se oltretutto le norme fiscali sono così cervellotiche e complesse che diventano impossibili. Anzi, in fase di verifica il lavoro (ricordate quasi sempre formale e non sostanziale) sarà più facile. La Pubblica Amministrazione lavora sul timbro mancante non sul contenuto del documento. Il top poi è quando accusano gli imprenditori di non fare investimenti o pianificazione e poi gli cambiano le regole nel corso dell'anno, magari 4 volte. Credo che ciascuno di voi abbia un amico, un parente, un conoscente che ha un'attività. Chiedetegli cosa pensa degli studi di settore (così mal fatti che anche loro ammettono che andranno cambiati, ma intanto tutti stanno facendo le denunce dei redditi con quelli) che favoriscono chi ha acquisti e lavoratori in nero e non investe rispetto a chi pianifica e cerca di fare un'azienda con investimenti e dipendenti. Credetemi, Visco non è il terrore degli evasori, anzi in una situazione del genere aumentano a dismisura le aree di evasione e le occasioni. Se gli studi di settore tengono conto di acquisti consulenze investimenti non credete che per non sforare per molti la scelta (a volte per sopravvivenza, a volte per effettiva evasione) sia quella di comperare da chi il lavoro lo fa in nero? E quelli che chiudono l'attività regolare e continuano in evasione totale? Visco è semplicemente l'uomo delle tasse. Per tutti. Se avete guardato la vostra busta paga recentemente avreste dovuto accorgervene. Il cuneo fiscale è stato "riassorbito" e abbondantemente compensato dall'aumento delle comunali. E vedrete appena parte la riforma del catasto... fatevi una SIIQ"

 

  By: GZ on Mercoledì 06 Giugno 2007 14:51

Roberto Colannino fino al 1996 era un manager di Carlo DeBenedetti e guadagnava i suoi 300 mila euro l'anno, oggi è azionista di maggioranza di Piaggio e altre due società quotate per un totale di mezzo miliardo di capitalizzazione. Questa moltiplicazione dei pani e dei pesci non ha suscitato la curiosità di nessun giornale o magistrato Carlo DeBenedetti, che tramite Repubblica ed Espresso è da 20 anni lo sponsor del PCI-DS, lo ha fatto incontrare con D'Alema e assieme al figlio DeBenedetti junior (che è diventato capo di TIM) hanno fatto la famosa OPA Telecom assieme a Gnutti e.... voilà... i Diesse hanno risolto il problema dei mancati finanziamenti dall'ex-URSS ... e Colannino è stato premiato diventando miliardario

la kroll ha beccato il nero di d'alema e colaninno in brasile. - gz  

  By: quarterback on Mercoledì 06 Giugno 2007 14:33

Stock: Telecom Communications

dagospia di oggi : come volevasi dimostrare .( rileggere i vecchi post) . la kroll ha beccato il nero di d'alema e colaninno in brasile. perchè in brasile? perchè la torta più grossa la fecero li comprando il portale di globo.com che non valeva nulla per una cifra stratosferica . ma non ci voleva la kroll.. finiti i soldi dalla ex urss "i compagni che non sbagliano un colpo" si sono buttati in borsa. solo una magistratura omertosa e connivente ha potuto fare finta di non vedere una rete di finanziamento occulto enorme ,con imprenditori e banchieri prestanome a livello nazionale e internazionale. poi si svegliano un mattino perchè gli hanno fatto sparire il comandante generale della gdf. se leggi repubblica sembra che Speciale sia il puparo della nuova p2 .Si ma i 50 mln a montecarlo di Consorte c' erano .Come c' è il resto del malloppo in brasile . di questo bonini e davanzo non scrivono .Speciale ha fatto per la prima volta il suo mestiere in un paese dove la legge si applicava soltanto al nemico. se le perquisizioni che hanno fatto alla fininvest le avessero fatte alle centinaia di cooperative marce con i loro fallimenti pilotati la storia di questo paese sarebbe diversa. Interpellanza di taradash in parlamento Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, per sapere - premesso che: il 14 luglio 2000 si è conclusa la transazione per l'acquisizione da parte di Brazil Telecom, - di cui, attraverso la società Solpart, la Telecom Italia è azionista di minoranza insieme alla società Opportunity che ne detiene la maggioranza, - del controllo della Crt una società brasiliana del gruppo spagnolo Telefonica per 800 milioni di dollari; il 12 ottobre 2000, il presidente della Brazil Telecom, Henrique Neves, con una lettera al Presidente del consiglio di amministrazione della società brasiliana, Luìs Octàvio da Motta Verga, ha ufficialmente comunicato la decisione di avviare un'azione giudiziale contro la Telecom Italia per chiedere il risarcimento di 200 milioni di dollari in relazione alla vicenda che ha portato all'acquisizione da parte della Brazil Telecom del 32 per cento delle azioni della Crt; nella lettera del presidente di Brazil Telecom, si afferma che i soci hanno pagato un prezzo superiore al valore effettivo per il controllo della Crt pari a circa 150-200 milioni di dollari e si imputa la responsabilità di tale esborso eccessivo ad uno dei soci della compagnia telefonica, specificando che «durante le negoziazioni, l'amministrazione della società (Brazil Telecom) è stata limitata nella discussione sul prezzo di acquisto a causa di un previo accordo firmato da uno dei soci della Solpart che accettò di pagare 850 milioni di dollari, a fronte, inoltre, di una minore quantità di garanzie»; il 31 gennaio 2000, il consiglio di amministrazione della Brazil Telecom aveva deliberato di fissare come tetto massimo per l'acquisizione del controllo della -------------------------------------------------------------------------------- Pag. 35020 -------------------------------------------------------------------------------- Crt la cifra di 600-750 milioni di dollari e di formalizzare alla società spagnola un'offerta iniziale 730 milioni di dollari; a seguito del rifiuto di tale cifra da parte di Telefonica, nonostante fosse stata costituita una commissione incaricata di svolgere le trattative, composta dai rappresentanti delle due società, Brazil Telecom e Telefonica, appunto, al fine di raggiungere un accordo, nel mese di febbraio 2000, quando ancora le trattative erano in corso, la Telecom Italia informò la società Opportunity della conclusione del negoziato per la cifra di 850 milioni di dollari; la Telecom Italia non aveva mai informato né la Brazil Telecom, né il socio Opportunity dell'autonomo svolgimento di trattative separate e non era mai stata investita dal consiglio di amministrazione della prima del compito di negoziare alcun prezzo, né tantomeno di raggiungere accordi per una cifra ben al di sopra di quella massima fissata dal consiglio di amministrazione; in un memorandum trasmesso da Opportunity al Ministro per le comunicazioni brasiliano, si legge che «l'accordo concluso da Telecom Italia con Telefonica era completamente a favore del venditore, lasciando Brazil Telecom completamente priva di garanzie. Una situazione assolutamente unica in una transazione di questo genere». Nel memorandum si precisa altresì che «Opportunity non era contraria ad un innalzamento del prezzo ma voleva che tale prezzo finale riflettesse una transazione equa per Brazil Telecom, pertanto concordò di innalzare il tetto massimo fino alla cifra di 850 milioni di dollari al fine di garantire maggiore margini di flessibilità alla commissione incaricata di svolgere le trattative»; Opportunity denuncia in tale documento che «durante tutto il periodo delle trattative era chiaro che Telecom Italia non agisse per garantire al meglio gli interessi di Brazil Telecom e dei suoi azionisti; infatti, mantenne per tutto il tempo una posizione inflessibile, difendendo il prezzo di 850 milioni di dollari»; il maggior esborso di danaro determinato dal comportamento tenuto da Telecom Italia nel corso delle trattative, incidendo negativamente sugli interessi degli azionisti, tra i quali anche il Ministero del tesoro, non solo denuncia una condotta contraria ai principi che devono regolare le relazioni societarie, ma induce a ritenere la ricorrenza di un danno erariale che rischia di essere ulteriormente aggravato dall'avvio dell'azione giudiziale annunziata dal presidente di Brazil Telecom; alcuni organi di stampa italiani (cfr. Panorama, 7 dicembre 2000, pagina 64) hanno annunciato l'acquisto per 810 milioni di dollari, da parte di Telecom Italia, con un esborso ritenuto da molti operatori del settore eccessivo, del 30 per cento delle azioni di Globo.com, un portale brasiliano facente capo ad un grande gruppo editoriale e televisivo, nonostante che il socio di Telecom, Opportunity, avesse offerto al partner, con un investimento molto più contenuto, di partecipare all'acquisto di Ig.com, portale creato dalla stessa società brasiliana, e che nella classifica curata dalla Media Matrix sui siti più visitati risulta meglio piazzato Globo.com -: se il ministro interpellato sia a conoscenza della vicenda relativa all'acquisto della Crt ed in particolare del comportamento tenuto da Telecom Italia nella fase delle trattative svolte in maniera autonoma e senza alcuna autorizzazione da parte del consiglio di amministrazione della Brazil Telecom; se non ritenga opportuno verificare la regolarità del comportamento di Telecom Italia, considerando l'indubbio vantaggio accordato a Telefonica e considerando i rilievi del presidente della Brazil Telecom sul maggior esborso che il comportamento di Telecom Italia avrebbe comportato nella determinazione del prezzo finale per la conclusione della negoziazione; quali provvedimenti intenda adottare al fine di perseguire, nell'ambito di propria competenza, gli eventuali responsabili di un'operazione che ha leso gli interessi degli azionisti di Telecom Italia, tra i quali an -------------------------------------------------------------------------------- Pag. 35021 -------------------------------------------------------------------------------- che il ministero del tesoro, considerando altresì che l'azione giudiziale annunciata dal presidente della Brazil Telecom per il risarcimento dei danni potrebbe determinare ulteriori oneri che graverebbero sul bilancio della società italiana; se non ritenga opportuno assumere ogni iniziativa necessaria per garantire che la politica aziendale di Telecom Italia in Brasile risulti conforme sia alle norme del diritto societario sia ai principi di buona fede e di perseguimento degli scopi statutari nel rispetto degli interessi degli azionisti. (2-02768)«Taradash».

 

  By: lutrom on Giovedì 31 Maggio 2007 00:48

La crisi della politica: il confronto col 1992 E' aria di delusione, non di rivoluzione di Ilvo Diamanti (maggio 2007) Non siamo nel 1992. Manca la rabbia. Manca anche lo spirito rivoluzionario. Per diverse ragioni già scritte da Gigi, da altri commentatori, dai lettori. Riassumendo: manca una rivoluzione esterna, come la caduta del Muro del 1989 , in Italia, l’attacco mafioso al cuore dello Stato; manca una “classe trainante”, come i ceti medi della piccola impresa del Nord; manca una crisi economica e finanziaria acuta, che metta a rischio la nostra economia e la nostra moneta; manca l’insoddisfazione privata, generata dalla recessione economica, dalla confusizione istituzionle e politica. Tutto ciò che, invece, dilagava agli inizi degli Anni Novanta. Da allora, anzi, la società italiana ha affinato la sua capacità di adattamento. Si è ulteriormente frammentata, in cerchie e corporazioni, localismi e particolarismi. La politica ha provato a cambiare, soprattutto nei primi anni dopo Tangentopoli, sotto la pressione degli avvenimenti e dei venti di rivoluzione. Poi, piano piano, si è adattata anch’essa. E oggi è frammentata e incerta quanto la società. Da ciò la differenza dal 1992. Oggi non c’è spinta al cambiamento. La reazione ai privilegi e agli sprechi della classe politica è, per così dire, senza sbocco. Non prefigura un cambiamento. Il futuro. Si ferma lì. Poi, di fronte alla “casta” dei politici c’è un Paese diviso in caste. Una società segmentata in minoranze dominanti. Ciascuna titolare di un diritto di veto. La classe politica è specchio del Paese, in questo, per questo. Non dovrebbe esere così, ovviamente: dovrebbe, invece, fornire al Paese uno specchio che offra un’immagine migliore. Però, come immaginare la rivoluzione, un nuovo ‘92, quando il ‘92 c’è già stato e ha prodotto questi risultati? Questa politica? Fino a che le cose della vita quotidiana marciano, fino a quando le mille reti locali e soggettive garantiscono sussistenza, la “casta” dei politici susciterà sdegno e disincanto. Ma non collasserà. Anzi, parlare dei mille piccoli privilegi e dei mille piccoli sprechi politici, alla fine rischia di diventare un “genere” di successo. Amplificando il successo dei telesalotti. E degli emuli televisivi di Zorro. Da Striscia alle Jene. D’altronde, basta respirare a pieni polmoni: è aria di delusione, non di rivoluzione.

 

  By: Esteban on Sabato 26 Maggio 2007 00:44

Giorni fa è uscito un analista di citigroup , un giovinetto capo analista , sembrava un robot ... E' stato l'unico che diceva che l'euro/$ scendeva (che io ho trovato ) tutti ancora pensavano potesse rompesse al rialzo ... Era l'unico e non ci ho fatto caso ... ma son rimasto di stucco quando ha spiacciccato con estrema sicurezza one thirty. Ho subito pensato ... il mio solito inglese del c..... Mi divertì il fatto che la stessa giornalista verso la fine fece una smorfia ... sebrava raccontasse storie ... l'ho rivisto 3/4 volte ... perchè da allora l'euro è sempre sceso ... Poi Ho trovato questo schemino delle banche ed allora mi son detto magari la prossima volta , fosse pure mio nonno ,guarda prima la banca e poi decidi ... ^mai sottovalutare i giovinetti 5/2/07#http://www.bloomberg.com/avp/avp.htm?clipSRC=mms://media2.bloomberg.com/cache/vUWdAlj2sAeI.asf^

 

  By: beppe on Sabato 26 Maggio 2007 00:00

Polipolio, scusa, ma lasciami perdere qui: è meglio. IO ODIO il credito italiano, l'unicredito e tutto quanto ruota intorno a loro da 20 anni. Sono i + ladri, i + mafiosi e massoni, i + drammatici personaggi del mondo finanziario italiano. Oggi verdere dinuovo il mib depresso perche per l'ennesima volta stà gente i soldi se li mette in tasca (fusione unicredito etc) anzichè investire sul serio mi fa saltare i nervi. beppe p.s. in italia al tg la propaganda dice che ora abbiamo il secondo gruppo in europa blabla bla....ma l'hai visti i fondi mondiali cos'hanno fatto? FUGGONO DA STà COCA DI MALAVITOSI!!!! ps.2 e si skiaffassero il loro schifosissimo TLX nel sedere: non lo usa + nessuno da anni e: 1) non lo chiudono perche' gli serve come lavanderia 2) non glielo chiude la consob perchè la consob è l'unicredito stessa vergogna.

 

  By: polipolio on Venerdì 25 Maggio 2007 18:39

Beppe, puoi contestualizzare? Non capisco lo sfogo ...

 

  By: beppe on Venerdì 25 Maggio 2007 16:43

Ringraziamo Alessandro Profumo per aver massacrato il mercato italiano.Sono 20 anni che col credito italiano si fa i cazzi suoi ai danni del popolo italiano: anzichè dargli l'ergastolo, lo lasciano fare.Roba da matti.Italia vergogna. beppe

 

  By: Esteban on Giovedì 24 Maggio 2007 17:34

Grandi ... E' lo stesso motivo per cui sostenevo tempo fa che sullo shuttle usano i 386 e non queste esagerazioni di processori per "riscaldamento". La potenza c'è ... è la qualità nel codice che manca ... Il problema è windows e l'avidità di Bill gates ... Voglio proprio vedere se riescono ad installarlo in Italia e far rinunciare allo stato le assurde licenze richieste alle compagnie per lo sfruttamento del WI FI. E' sempre la solita storia Interessi personali ... non l'innovazione gratuita per il bene comune.

 

  By: giveme5 on Giovedì 24 Maggio 2007 17:10

Questo è uno degli aspetti x cui amo tanto il mio disgraziato paese; la notizia: Record mondiale di trasmissione dati senza fili (WiFi): 300 Km con una velocità stabile di 20 megabit al secondo (!!!) " Merito del Laboratorio Ixem del Politecnico di Torino che, sotto la guida del professor Daniele Trinchero, ha creato un sistema di comunicazione wireless potentissimo UTILIZZANDO VECCHI COMPUTER 386 (ANTIQUARIATO INFORMATICO) E LINUX (!!!!). Le prestazioni sono eccezionali, in grado di far impallidire non solo i normali sistemi WiFi .....ma anche il nuovissimo WiMax che raggiunge i 40 Km. Il progetto, nonostante l'alto livello tecnico, è stato realizzato con POCHISSIMI FONDI. "Quello che ci interessava - spiega Trinchero - era DIMOSTRARE COSA ERA POSSIBILE FARE UTILIZZANDO TECNOLOGIA COSIDETTA POVERA". IL PROGETTO È TUTTO STATO AUTOFINANZIATO ALL'INTERNO DEL MIO LABORATORIO. SI DICE TANTO CHE LA RICERCA NON HA FONDI, E QUINDI NOI, PER UNA VOLTA, I FONDI CE LI SIAMO INVENTATI. Il risultato, quindi, è un sistema wireless su misura per i paesi del terzo mondo. "Siamo attivi da anni sul fronte della lotta contro il digital divide e lo sviluppo di tecnologia a basso costo per l'informatizzazione del territorio. ..... per la riduzione del divario digitale tra i paesi industrializzati e i paesi del terzo mondo. Nei paesi occidentali .......esistono delle reti di trasmissioni dati via cavo che svolgono ottimamente il lavoro. Ma in molti Stati dell'Africa e del Sud America, i 20mila euro a chilometro necessari per costruire reti del genere non sono una spesa sostenibile. La nostra soluzione, invece, ha un costo molto contenuto. Abbiamo attrezzato dei vecchi computer dismessi con schede di trasmissione e li abbiamo fatti girare con una versione "ad hoc" di Linux, scaricabile gratuitamente. Lavorano con potenza bassissima (-2 dBm), trascurabile rispetto a quella di un comune telefono cellulare, nel pieno rispetto della normativa nazionale ed internazionale. Li abbiamo collegati a delle antenne direzionali e siamo riusciti a spedire a 300 km di distanza non solo internet, ma anche servizi di telefonia Voip e di videoconferenze........." Cioè questi qui, un gruppetto di docenti-ingegneri, assistenti e probabilmente qualche studente, autofinanziandosi con 4 soldi ma molto ingegno, hanno fatto le scarpe a tutti su questa tecnologia. Chissa se riusciranno a crearci attorno un'azienda e a farci dei soldi ! ^WiFi, l'ateneo di Torino batte il WiMax...#http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/scienza_e_tecnologia/wifi/record-collegamento/record-collegamento.html^