W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)

 

  By: pescatore on Martedì 21 Agosto 2007 20:42

Per rubare in casa di Albanesi doveva essere alla canna del gas,io per simpatia e reciprocità lo metterei subito libero..

 

  By: gianlini on Martedì 21 Agosto 2007 18:10

Anche qui, è evidente la sottolineatura "cercata" delle "nazionalità" Genova: prima ruba in casa di albanesi poi fa incidente con i derubati GENOVA - Svegliati da alcuni rumori provenienti dalla finestra, due cittadini albanesi scoprono un ladro che cerca di entrare nella loro abitazione. L'uomo, un malvivente italiano, si da' alla fuga. I due si mettono allora in auto alla sua ricerca ma dopo una mezz'ora di indagini infruttuose decidono di tornare a casa. E durante il tragitto di ritorno si scontrano frontalmente con un'altra auto, alla guida della quale c'e' proprio il ladro. Il rocambolesco episodio e' accaduto a Genova: l'uomo e' stato preso in custodia dagli agenti di una volante, intervenuti per l'incidente, che lo hanno denunciato per furto aggravato. Per lui anche contusioni guaribili in una ventina di giorni

 

  By: gianlini on Martedì 21 Agosto 2007 18:07

ad occhio e croce nemmeno questo, pur ministro, è del tutto gallico di origine....e ha pure i suoi guai! PARIGI - Condannato ad un anno di carcere per spaccio di droga il fratello minore del ministro della Giustizia francese, Rachida Dati, tra i piu' influenti consiglieri di Nicolas Sarkozy. Per Jamal Dati, 34 anni, e' la seconda condanna per droga. Lo scorso aprile era stato condannato - in prima istanza - a sei mesi con la condizionale, ma la Procura fece appello perche' considerava la sentenza troppo lieve. Nel 2001, invece, Jamal aveva scontato 18 mesi di carcere, su una condanna complessiva a tre anni, per traffico di eroina. Un altro fratello del ministro, Omar, e' sotto inchiesta per spaccio di marijuana. (Agr)

 

  By: temistocle2 on Martedì 21 Agosto 2007 17:43

Cmq, se finiamo il capitale, c'è sempre questa possibilità per raggranellare un po' di ^contante... #http://www.humanforsale.com/^ Voi quanto valete?

 

  By: pescatore on Martedì 21 Agosto 2007 17:22

Da noi in Svizzera sono molto eleganti quando una persona commette un crimine particolarmente feroce sui giornali scrivono, Svizzero di origine Italiana...tempo al tempo scriveranno poi Italiano di origine..... visto che con le prossime leggi le naturalizzazioni saranno solo una formalità.

 

  By: GZ on Martedì 21 Agosto 2007 16:47

Nelle pagine di cronaca di milano di oggi del Corriere c'è un titolo : "Italiano armato di pistola rapina un bar" Sono vent'anni che leggo i giornali ed è la prima volta che vedo specificato nei titoli di un articolo di cronaca locale (fosse stato a Stoccarda o Marsiglia capisco) che un "italiano" ha commesso un crimine. Una volta si dava per scontato che in italia fosse un italiano (in francia un francese..), oggi fa notizia

 

  By: strichinina on Lunedì 20 Agosto 2007 16:29

attendiamo ansiosi la reazione del suo amico fidel.. magari cambia il calendario..

 

  By: Moderator on Lunedì 20 Agosto 2007 14:52

i grandi politici anticipano sempre i tempi Chavez ,da gennaio in Venezuela le lancette mezz'ora avanti. li anticipa di mezz'ora

 

  By: Moderator on Lunedì 20 Agosto 2007 12:21

i geni anticipano sempre i tempi : Shakespeare nuova tassa di Visco sulle partite iva : la Tassa sull Esistenza essere o non essere ? questo è il problema

 

  By: lutrom on Lunedì 20 Agosto 2007 10:35

Interessante, secondo me, questo articolo su Intellettuali e tiranni, anche se parte dA un concetto già noto (lo sappiamo tutti, infatti, che molti intellettuali mancano di pragmatismo). ---------------------------- Intelletuali e tiranni Scritto da Gianni Pardo lunedì 20 agosto 2007 Ruggero Guarini, con la consueta brillantezza, ha notato che gli intellettuali non hanno solo la vocazione di seguire e lodare le autocrazie, ma anche la vocazione di crearle. E scrive ironicamente: “Penso insomma che sia giunta l’ora di onorarli, gli intellettuali, ricordando finalmente che i moderni totalitarismi, di cui li si accusa sempre di essere stati soltanto i trombettieri e i valletti, è al contrario una loro specialissima trovata, anzi forse la più grande di tutte le loro creazioni. ^cliccaqui...#www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=18634^

 

  By: strichinina on Lunedì 20 Agosto 2007 00:46

buonasera a tutti e complimenti per il forum!! è da un pò che vi leggo.. stasera faccio il mio primo intervento, a proposito di "italia che lavora" ..leggetevi le intercettazioni qui sotto... e poi qualche porporato dichiara che le tasse devono essere pagate per provvedere ai poveri.... proprio loro... che le tasse non le hanno mai pagate.. ma ci faccia il piacere!! MILANO — Quella volta Saveria Strangio trasecolò. «Ma siete pazzi? » chiese irritata ai suoi figli. «Come sarebbe a dire che avete pagato le bollette... Io non vi ho educato per farvi spendere soldi per l’acqua e la luce». E i ragazzi a obiettare «guarda che qui è diverso, mamma. Non è come giù da noi. Le bollette si devono pagare...». La vedova Strangio (suo marito è morto di morte naturale) è cresciuta a San Luca, a pane e regole. Ma non quelle dello Stato. Il codice mai scritto della ’ndrangheta dice che le regole, le sole che contano, sono quelle della famiglia. E lei a questo si riferiva parlando delle bollette: a casa sua la famiglia non voleva luce e acqua da pagare. Perché qualcuno doveva mai pretenderle dai suoi figli, a più di mille chilometri di distanza? «Non vi ho allevato per questo», ripeteva lei, mentre le microspie (piazzate nella casa dell’hinterland milanese di uno dei figli) raccoglievano la sua delusione. Saveria è una donna del clan, una delle tante. L’ultimo arresto, in casa sua, è di due anni fa: la polizia catturò il figlio Sebastiano, latitante ad Amsterdam. Né lei né i suoi ragazzi hanno a che fare direttamente con la faida fra gli Strangio-Nirta e i Pelle- Vottari-Romeo. Ma nella geografia delle famiglie di San Luca, la sua sta con gli Strangio-Nirta perché tutti, in quell’angolo dell’Aspromonte, stanno con qualcuno contro qualcun altro. E le donne sono in prima fila negli schieramenti

 

  By: gianlini on Domenica 19 Agosto 2007 14:11

pare che nel frattempo almeno due siano anche morti, per fortuna nostra (due in meno) ma sicuramente è un problema di fondi che non ci sono e di risorse che mancano a livello locale --------------------------------------------------- Milano: sparatoria in tangenziale, 3 feriti MILANO - Sparatoria tra rom questa mattina intorno alle 10 nell'area di servizio di Muggiano, sulla tangenziale ovest di Milano, in direzione sud. Il bilancio e' di tre feriti gravi. Sul posto sono arrivate polizia, ambulanze e un elicottero del 118. Al momento del loro arrivo, pero', i soccorritori non hanno trovato nessuno. Ma tre persone, con gravi ferite da arma da fuoco, che la polizia riconduce alla sparatoria, si sono pero' presentate all'ospedale San Carlo di Milano con vetture private. (Agr)

 

  By: lutrom on Sabato 18 Agosto 2007 18:19

E ti meravigli, Esteban?? L'Italia è il paese delle corporazioni, di tanti che sono solo figlio di..., della mafia (che altro non è che "famiglione" allargate, tanti clan in competizione feroce), il paese dei mammoni cioè delle famiglie che mantengono i figli, "geni incompresi" ma con poca voglia di lavorare, fino a quaranta anni e oltre, l'Italia è il paese dei baroni universitari (con cattedre che si tramandano di padre in figlio e di padre in... amante), è il paese dove hai case - il luogo della famiglia - spesso bellissime, curate e pulitissime (vi assicuro più che in molti paesi esteri, anche se sono paesi molto più ricchi dell'Italia), ma, appena in Italia vai fuori delle case private, vedi luoghi pubblici (giardini, strade, scuole, ecc.) sporchi e poco curati perché non sono il luogo di nessuna famiglia ma il luogo di tutti (che in Italia significa di nessuno: e con questa mentalità, con questo scarso rispetto del bene pubblico, il il social-comunismo in Italia può produrre forse anche più sciagure che in altri paesi). Qui sotto ho incollato un vecchio articolo che, credo, riassuma abbastanza bene certi aspetti della realtà italiana. ---------------------------------- I figli sulla scia dei padri Così il lavoro è bloccato Ingegneri, medici, notai, architetti ad alto tasso di "eredità". "Scelta comoda e non rischiosa. Fuori con la crisi è tutto più difficile www.corriere.it (dicembre 2003) Sapreste indovinare che lavoro fanno i figli dei presidenti degli Ordini degli Ingegneri, dei Notai e degli Architetti? Risposta: rispettivamente l’ingegnere, il notaio e l’architetto. Guai però a classificare il fenomeno come mero nepotismo, stavolta è la testimonianza di qualcosa di più profondo, del fatto che in Italia i processi di mobilità sociale sono bloccati da diversi lustri. La scuola è poco selettiva e finisce per riprodurre le disuguaglianze di partenza, il mercato del lavoro è rigido e così la strada maestra diventa fare il lavoro di papà o mamma. E non vale solo per i big delle professioni ma anche per l’avvocato o il medico di provincia. «Ad occhio il 50% dei figli di ingegneri sceglie la strada del genitore - racconta il presidente dell’Ordine Sergio Polese -. Il nostro settore, a differenza di altri, attira occupazione e quindi per i giovani diventa una scelta di praticità». Aggiunge Antonio Mascheroni, presidente del Consiglio nazionale del Notariato (4.700 iscritti): «Abbiamo fatto un’indagine: circa il 21% dei figli di notai fa lo stesso lavoro del padre. Il dato è in aumento, dieci anni fa eravamo al 18%. Vale anche per due miei figli che lavorano nel mio studio a Monza, mia figlia invece ha provato il concorso due volte e poi ha rinunciato». Dati non ne ha raccolti il presidente dei 108 mila architetti iscritti all’Ordine, Raffaele Sirica, ma non si tira indietro: «Io stesso ho condizionato la scelta di mia figlia. Oggi al di fuori dell’ambito professionale che frequentiamo è tutto più difficile e viene naturale far percorrere ai figli la strada già aperta da noi. E li agevoliamo con consigli, libri, tavoli da disegno e conoscenze informatiche». E i medici? Il tasso di ereditarietà professionale è al 35-40% e lo sostiene il presidente della Federazione nazionale medici, chirurghi e odontoiatri Giuseppe Del Barone (350 mila iscritti). Non potevamo trascurare i figli dei giornalisti. Per Paolo Murialdi, storico della professione, anche tra le penne il passaggio di testimone padre-figlio è oggi in forte aumento, «è una scelta logica e naturale, comoda e tranquilla» salvo che poi il rampollo sappia tenere alta la firma di famiglia. Anche per effetto dei nuovi arrivati gli Ordini in Italia continuano a prosperare con 1,7 milioni di aderenti. Notevole il boom degli architetti che in soli 12 mesi sono aumentati dell’8,6% e dei notai (»6,2%). LA CORSIA PREFERENZIALE - Vista dalla parte dei figli l’idea di percorrere lo stesso sentiero di papà è una scelta sofferta. Qualcuno, per sfuggire all’ineluttabile destino, si è lanciato persino in tv. Alessandro Lukas, 29 anni, uno dei protagonisti del Grande Fratello 2, dopo l’ubriacatura mediatica è tornato nello studio di odontoiatria del padre a Napoli. «Il lavoro in tv sarebbe stato un part time, meglio non rischiare e fare una scelta più comoda. In tempi di crisi globale è quasi ovvio». Edoardo Badano, 35 anni, figlio di Tomaso, architetto il padre e architetto il figlio, aveva coltivato altre idee, magari fare il fisico o il biologo. Poi «inconsciamente» ha prevalso la possibilità di sfruttare «la corsia preferenziale», anche se a modo suo. Da Genova è andato a studiare a Parigi e ritornato sotto la Lanterna ha comunque aperto uno studio tutto suo. Federica Marconi è anche lei architetto a Genova nello studio di suo padre Vittorugo. «Lavorare con un genitore può essere molto difficile, la convenienza economica e la facilità con cui si trova un lavoro devono passare sotto le forche caudine dei rispettivi caratteri. Nelle libere professioni oggi puoi iniziare il mestiere solo se conosci qualcuno». L’ereditarietà in diversi casi non è spontanea, non si ripete solo per il vantaggio di poter usare il capitale sociale di relazioni e di clienti accumulato dalla generazione precedente, ma è addirittura contrattualizzata. Alla Sea di Milano come alla Fincantieri di Castellammare di Stabia è stata sancita la staffetta padri-figli: la possibilità di lasciare il posto alla prole ha la benedizione del sindacato come incentivo per prepensionare i lavoratori in esubero. Si tratta del retaggio di una vecchia tradizione italiana che in passato ha trovato applicazione alle Poste, in Rai, in Telecom e in diverse banche del Centro-Nord. Anche dove non è stata contrattualizzata la trasmissione della poltrona è in voga. Secondo un’indagine pubblicata sul quindicinale universitario Ateneapoli nella facoltà di Economia dell’università Federico II di Napoli a maggio del 2002, il 16,5% dei docenti era in rapporto di parentela con un collega. In altre facoltà la percentuale di familismo accademico sarebbe ancora doppia, ma non esistono rilevazioni puntuali. IL PRIMO LAUREATO - Quella italiana è dunque una società ingessata. Per ritrovare negli annali un vero ciclo di mobilità ascendente bisogna risalire agli anni ’60. L’ordinamento scolastico fu travolto dalla richiesta di nuova istruzione, molte famiglie ebbero il loro primo laureato, cambiarono le regole di funzionamento del mercato del lavoro e sorsero nuove professioni. Per avere un altro «mezzo ciclo» di mobilità bisogna arrivare agli anni ’80 con la prima terziarizzazione dell’industria e la nascita di nuove professionalità dell’informatica, della consulenza, del design e della comunicazione. Se la mobilità degli anni ’60 diede impulso al Sessantotto, quella di venti anni dopo permise il boom di Milano. Oggi una scuola tutt’altro che meritocratica impedisce i sorpassi e si limita a riperpetuare la condizione di base. In più le rappresentanze sociali e politiche riflettono più le ragioni degli adulti che quelle dei giovani. Spiega Antonio Schizzerotto, il sociologo italiano che con più continuità ha studiato le dinamiche della mobilità: «I soggetti che oggi hanno tra i 18 e i 40 anni rappresentano le uniche generazioni nate nel secolo trascorso a sperimentare un arretramento delle proprie chances di vita rispetto ai propri padri». La dimostrazione sta in un’elaborazione che il team di Schizzerotto presso le Università Bicocca di Milano, Trento e Bologna ha fatto per il Corriere estrapolando i dati dalla ricerca Ilfi, l’indagine che in tre ondate (’97, ’99 e 2001) ha coinvolto 4.700 famiglie. Su 100 figli di Cipputi ben 71 finiscono per restare nelle classi subalterne o indossare la tuta del padre. Solo il 10% diventa impiegato di concetto e il 13% mette su un’attività di lavoro autonomo (artigiano o commerciante). Sei figli di operai su cento riescono a sfondare: tre diventano liberi professionisti, due alti dirigenti e uno addirittura imprenditore. Passiamo agli impiegati di concetto: il 21% resta al posto del genitore, il 10% diventa libero professionista, il 6% alto dirigente e solo uno si scopre imprenditore. I figli degli industriali al 12% fanno il lavoro del padre, al 16% diventano liberi professionisti e sempre in quota analoga scendono di un gradino nella scala sociale e diventano artigiani, commercianti o comunque reggono un’impresa con meno di 15 dipendenti. NORD OVEST E NORD EST - A conclusioni non dissimili è giunto un recentissimo studio sui laureati residenti ad Alessandria. La prima strozzatura la si trova al momento della scelta della facoltà. I figli di liberi professionisti scelgono in automatico o quasi, le donne provenienti dalle classi più basse optano sovente per lauree umanistiche e al termine degli studi finiscono per trovare occupazioni non corrispondenti. Anche chi ha fatto lettere o psicologia va a fare la segretaria. «Il 45% dei laureati presi in esame - spiega Claudio Ceravolo, ricercatore dell’Università del Piemonte Orientale - ha trovato il primo lavoro facendo ricorso a canali informali, mentre i pochi casi di mobilità ascendente sono dovuti non al funzionamento dei meccanismi di mercato ma all’aiuto di un docente che ha creduto nelle capacità di un suo studente». L’ingessatura sociale coinvolge anche le zone del Paese che nel recente passato sono state più dinamiche e liberiste. Nel Nord Est tantissimi operai sono diventati piccoli imprenditori, sovente grazie a eventi particolari (uno studio sul distretto di Montebelluna dimostra che è stato il boom della scarpa dopo-sci a produrre il fenomeno). I loro figli spesso però sono tornati a fare gli operai e comunque se lo stock di tute blu diventate padroni è ancora consistente (il 58% degli imprenditori secondo la Fondazione Nord Est viene dal basso) non è così per i flussi. Oggi diventare industriale in un mercato dove la competizione sulle produzioni a basso valore aggiunto è diventata feroce, è un’avventura che fa tremare i polsi.

 

  By: Esteban on Sabato 18 Agosto 2007 13:29

Salve .... Scusate ... Vi risulta che Mastella ha imboscato il proprio figlio come consulente del ministro Bersani ? L'ho sentita ma non so se è vera ... Perchè mi sembra che siamo arrivati ad un livello veramente indecente. ^TENGO FAMIGLIA#http://scheggedivetro.blogosfere.it/2006/01/tengo-famiglia.html^ Ke Skifo !!!! Quali competenze potrà mai aver sviluppato il figlio dell'uomo di Ceppaloni .... per ricoprire un simile incarico ?

 

  By: lutrom on Sabato 18 Agosto 2007 02:50

Che ne pensate di Andreotti e di questa sua intervista?? Poi che ne dite della seguente affermazione riguardo alle qualità di Prodi come Presidente del Consiglio, quando Andreotti dice che ora siamo in una fase abbastanza tranquilla?? ("E come presidente del Consiglio? «Guardi, quel mestiere l’ho fatto più volte. È un mestiere difficile, e la difficoltà dipende dalle circostanze. Ci sono momenti in cui si riescono a sciogliere i nodi più intricati, e altri in cui una tensione o una crisi internazionale ti rendono la vita quasi impossibile indipendentemente dalla volontà e dalle capacità. Ma ora siamo in una fase abbastanza tranquilla. E poi Prodi di esperienza ne ha. I cinque anni a Bruxelles sono stati importanti».) P.S.: secondo me Andreotti ormai è anche un po' arteriosclerotico (è proprio vero: in Italia, oltre alla politica mafioso-buffonesca del tirare a campare, delle tasse, delle corporazioni e delle burocrazie di parassiti, abbiamo anche una politica dei pannoloni per incontinenti ultracentenari affetti da demenza senile...). ^cliccaqui...#www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/08_Agosto/15/cazzullo_intervista_andreotti.shtml^