By: GZ on Venerdì 28 Settembre 2007 13:33
oggi incriminano uno degli italiani che era con Quattrocchi in Iraq e che ha rischiato di farsi tagliare la gola se non lo liberavano le forze speciali (per lui il governo non spendeva i soliti 10 milioni che vanno solo ai giornalisti che si fanno catturare)
questo concittadino ha rischiato la pelle per lavorare, fare un lavoro che nessuno di noi si sognerebbe di fare perchè comporta il rischio dello sgozzamento in diretta video e un lavoro molto utile, proteggere i tecnici che rimettono in sesto l'iraq, mica scaldare una sedia in un ente pubblico
e c'è il solito giudice che essendo a Bari dove di problemi urgenti di criminalità non ne esistono lo incrimina perchè lavorava per gli americani, giustamente valuta che la priorità va data a perseguitare un disgraziato che è scampato a Al Qaeda 4 anni fa in iraq, perchè se invece si immischiasse con gli affari della Sacra Corona poi rischierebbe e invece lui legge il Manifesto che parla di "mercenari in iraq" e si sente un piccolo eroe e combatterli dal suo ufficietto a Bari
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«Mercenari al soldo dello straniero»: questa in soldoni l’accusa della procura di Bari sul reclutamento delle guardie private italiane, che nel 2004 partirono per l’Irak e anziché trovare un ingaggio furono rapiti dai tagliagole iracheni. Tra questi Fabrizio Quattrocchi, freddato con un colpo alla nuca dai terroristi, e che prima del colpo di grazia pronunciò la famosa frase: «Vi faccio vedere come muore un italiano».
Dopo due anni di indagini le conclusioni della procura di Bari, come rivela L’Espresso, contestano il reato dell’ingaggio di mercenari. Sotto accusa Salvatore Stefio, uno degli ostaggi, che dal 12 aprile 2004 rimase per 56 giorni nelle mani dei sequestratori, e Giampiero Spinelli. L’ipotesi di reato è che «avevano proceduto all’arruolamento nel territorio dello Stato italiano e senza l’approvazione del governo (di quattro guardie private, ndr), affinché militassero in territorio iracheno in favore di forze armate straniere (anglo-americane, per la precisione), in concerto e in cooperazione con le medesime, in contrapposizione a gruppi armati stranieri». I due sono accusati per l’arruolamento di Maurizio Agliana, Umberto Cupertino, Fabrizio Quattrocchi, poi catturati assieme a Stefio, e di Dridi Forese, un ex alpino che non prese parte alla spedizione.
La procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio di Stefio e Spinelli per «arruolamenti o armamenti non autorizzati a servizio di uno Stato estero» , secondo l’articolo 288 del codice penale. Il procuratore aggiunto, Giovanni Colangelo, contesta ai due di avere utilizzato la Presidium Corporation, una società con sede nelle Seychelles, ma che sarebbe riconducibile a Stefio, per mandare in Irak i tre italiani cadute in un’imboscata.
Dare addosso agli ex ostaggi e fare aleggiare di nuovo su Quattrocchi la nomea di mercenario è in voga al tribunale di Bari