W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)

 

  By: polipolio on Domenica 28 Gennaio 2007 09:48

I dirigenti industriali sono, se male non ricordo, circa 80k in Italia, poi ci sono i commercio, i bancari, gli assicurativi e qualche categoria minore. Sospetto che lo stipendio MEDIO di un dirigente industria sia più basso di 119k, se male non ricordo il minimo contrattuale è verso i 60k

 

  By: GZ on Sabato 27 Gennaio 2007 19:34

Come mai occorre fare sempre queste finanziarie ? Ad esempio perchè la presidenza della repubblica costa ora 225 milioni di euro (450 miliardi di lire) Se leggi i giornali di regime tipo la Stampa degli Agnelli si tratta di una buona notizia : ".. Il Quirinale svela i suoi conti ...Per la prima volta nella storia della Repubblica, sul sito del Quirinale viene pubblicata la nota illustrativa del bilancio della Presidenza della Repubblica... «sulla base delle indicazioni del Presidente della Repubblica a ^favore della trasparenza e della riduzione dei costi della politica"#http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200701articoli/17200girata.asp^ e, più in generale, delle spese della pubblica amministrazione». Solo che è un aumento del +90% in dieci anni (e al netto dell'inflazione del +60%) perchè nel 1997 costava 135 milioni. Costa così perchè occorrono 1.100 poliziotti, corazzieri, agenti e militari vari come protezione e in totale circa 150 milioni di stipendi per il personale di servizio e rappresentanza, quasi il triplo che per la Regina d'Inghilterra, che però almeno attira i turisti E dal 2001 (sotto la destra che viene eletta in genere da pirla che pensano che tagli la spesa pubblica) il ^costo dei politici (parlamento, senato e organi costituzionali vari), è salito del 36%#http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/10_Ottobre/19/politici.shtml^ (Solo di noleggio di automezzi spendono 140 milioni l'anno e i dipendenti della Camera sono saliti a 1.900 persone con 112 mila euro di stipendio medio, cioè in pratica costano come 1.900 dirigenti industriali)

 

  By: gianlini on Lunedì 15 Gennaio 2007 14:48

AUTO:DAIMLERCHRYSLER;NO A STRAORDINARI, SLITTANO CONTI 2006 (ANSA) - ROMA, 15 gen - I contabili della DaimlerChrysler si sono rifiutati di lavorare in straordinario per completare la stesura dei conti relativi al quarto trimestre e al 2006, con la conseguenza che la loro diffusione dovrebbe slittare rispetto alla programmata data del 14 febbraio. Si prevede altresì uno slittamento dell'assemblea generale degli azionisti in programma il 4 aprile. Ne dà notizia il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung riferendo quanto comunicato da un portavoce del gruppo. Gli addetti alla contabilità si sono rifiutati di lavorare nel weekend, come avveniva negli anni passati per riuscire a completare i bilanci, per protestare contro i tagli di 6.000 posizioni avvenuti nell'ambito degli impiegati amministrativi e la decisione di spostare alcuni uffici del settore da Francoforte a Praga a motivo di risparmi sui costo del lavoro. (ANSA).

 

  By: AB58 on Lunedì 15 Gennaio 2007 14:48

Beccatevi questa: http://canali.libero.it/affaritaliani/sacchettifinanziaria.html Finanziaria/ A pensar male.... Lunedí 15.01.2007 11:35 In Finanziaria, a sorpresa, visto che non è una misura economica c'è la norma che vieta i sacchetti di plastica. Ai più è sfuggita una cosa: pochi sanno qual è l'unica azienda che fa sacchetti biodegradabili e che avranno il monopolio del mercato. La Novamont di Novara che è del fondo Investitori associati gestito dal figlio del rifondarolo Armando Cossutta.

 

  By: gianlini on Venerdì 12 Gennaio 2007 11:10

chissà perchè se leggo che uno che faceva scarpe e uno che dirigeva una squadra corse e una griffe di moda si mettono nel trasporto ferroviario per di più passeggeri sento una gran puzza di inciucio politico e di ruberie..... ------------------------- ROMA (MF-DJ)--Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle imprenditori nel trasporto passeggeri sull'alta velocita' ferroviaria. Lo scrive Il Sole 24 Ore, spiegando che il presidente della Fiat e il patron di Tod's sono insieme nella Ntv, Nuovo trasporto viaggiatori, con Giovanni Punzo e Giuseppe Sciarrone. Quest'ultimo ricorda di essere stato il primo "liberalizzatore" nel comparto ferroviario italiano con Rail Traction Company, nata nel 2000 per sviluppare il traffico merci sul Brennero e che, con il motto "qualita' sulle rotaie", oggi conta 12 coppie di treni al giorno tra l'Italia e la Germania. red/vs (END) Dow Jones Newswires January 12, 2007 04:04 ET (09:04 GMT) Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl.

 

  By: GZ on Venerdì 05 Gennaio 2007 18:45

Questo Fabrizio Gatti dell'Espresso da solo fa più di tutto il resto dei giornalisti messi assieme, il bello è che si è messo una tuta e ha lavorato per un mese al Policlinico e nessuno mai gli ha chiesto chi fosse strano che non lo si sia visto invitato in TV in quelle belle trasmissioni con dibattito o che gli affidino un programma --------------------------------- ^Policlinico degli orrori#http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Policlinico-degli-orrori/1468187&ref=hpstr1^ di Fabrizio Gatti Incustoditi i laboratori contagiosi e radioattivi, sporcizia e sigarette ovunque. Il viaggio choc nell'ospedale più grande d'Italia dell'inviato de 'L'espresso'. Per un mese, travestito da uomo delle pulizie Quaggiù in pediatria una pausa sigaretta vale più di un bambino. Bisogna camminare fino in fondo al reparto per trovarne la prova. Si arriva davanti a una porta scorrevole con un citofono. Il cartello 'Terapia intensiva' rivela le sofferenze che il vetro smerigliato nasconde. Si sente il pianto dei piccoli pazienti. A volte piangono anche i genitori seduti su una panca di fronte. Ma il corridoio prosegue. Nove passi. Soltanto nove passi dalla porta scorrevole. E si finisce su un pavimento di mozziconi, cicche lasciate a metà, filtri consumati fino all'ultimo tiro di tabacco. Un corridoio è un corridoio. Non ha sbocchi all'aperto. Non ha finestre. Il fumo ristagna. Volteggia. Si affida alla corrente d'aria e lentamente torna indietro attirato dalla temperatura più calda nel reparto. L'odore di nicotina lo senti tra le stanze con i lettini a sbarre e i poster di Topolino, Biancaneve e la Carica dei 101. Lo annusi all'ingresso della grande camera sterile. Forse scivola fin là dentro ogni volta che la porta scorrevole si apre. Fumare in un ospedale con bimbi in pericolo di vita non solo è vietato: è da criminali. Ma in un mese, nessun trasgressore è mai stato rimproverato. Il perché lo si scopre fermandosi qualche ora ad osservare. Chi fuma sono quelli che dovrebbero far rispettare il divieto. Uomini o donne con il camice bianco. Oppure personale sanitario con il completo e la cuffia azzurri, o strumentisti con la mascherina e l'uniforme verde delle sale operatorie. Sanno che non si può e non si deve. Ma chissenefrega. Qualcuno l'ha dichiarato con un pennarello nero sul muro bianco: 'Stiamo in pausa... e si fuma'. E ha pure aggiunto quattro punti esclamativi. È sorprendente lavorare un mese in ospedale. Questo poi non è un ospedale qualunque. È il Policlinico Umberto I di Roma, il più grande d'Italia, uno dei più grandi al mondo. L'ospedale modello dell'Università La Sapienza che con i suoi professori, assistenti, ricercatori, medici, infermieri, allievi è, o dovrebbe essere, l'eccellenza dello Stato. Invece è l'esempio di come la sanità pubblica si stia suicidando. Non solo per la sporcizia e la carenza di manutenzione grazie ad appalti che nessuno controlla. Ma anche per l'abitudine al degrado che sta inesorabilmente contagiando le persone. A cominciare dagli studenti, il futuro della medicina, costretti a formarsi in una realtà nella quale o ci si rassegna o si scappa. Con la carenza cronica di personale, non occorre essere assunti per lavorare al Policlinico. Basta indossare una tuta blu e presentarsi vestito come un addetto alle manutenzioni. Oppure come un uomo delle pulizie. In tasca: un metro da falegname, una macchina fotografica digitale e una piccola telecamera nascosta per documentare l'inchiesta.Tutti i giorni, per un mese intero. Con turni dalle 8 alle 15 o dalle 14 alle 21. Nessuno si accorge di nulla, nessuno domanda nulla. Nel 2006 la giunta del governatore Piero Marrazzo chiede informazioni sull'organico a tutti gli ospedali del Lazio per il buco da 10 miliardi lasciato da Francesco Storace. E tra contratti a termine, precari usati oltre ogni limite, cooperative e imprese esterne, l'amministrazione dell'Umberto I deve confessare alla Regione di non conoscere il numero esatto dei dipendenti. Provette aperte a tutti L'elenco delle negligenze fotografate e filmate è impressionante. Dal 4 al 29 dicembre il laboratorio di Fisica sanitaria resta più volte incustodito con i frigo e gli armadi aperti nonostante la presenza di sostanze radioattive. Il deposito di colture batteriche e virali del Dipartimento di malattie infettive e tropicali non ha serratura: senza sorveglianza, il congelatore con le provette a rischio contagio è sempre accessibile a chiunque. Per tre giorni nessuno pulisce gli escrementi che la notte di Santo Stefano un cane randagio ha lasciato nel corridoio sfruttato per trasferire i pazienti da un reparto all'altro. Infermieri e portantini spesso fumano anche quando spingono gli infermi su lettighe e carrozzelle. Ogni volta che salgono o scendono dalla rianimazione o dal pronto soccorso o dalle sale operatorie, i ricoverati, anche quelli più gravi, nudi sotto le lenzuola, intubati o con l'ossigeno, seguono lo stesso percorso dell'immondizia. Finiscono così in mezzo ai sacchi neri e agli scatoloni gialli ammassati nel sotterraneo, o in coda ai carrelli della rimozione. E quando gli addetti lavano con getti d'acqua i depositi dei rifiuti, le ruote dei lettini si inzuppano di liquami e trascinano tutto lo sporco in reparto. Verrebbe da sorridere se si pensa che, per legge, perfino le mozzarelle di una pizzeria vanno tenute sempre lontane dalla spazzatura. Basterebbe forse cambiare orario. Almeno rimuovere i rifiuti la sera e non la mattina, quando l'ospedale è in piena attività. Ma questi corridoi sono terra di nessuno. E nessuno decide. La competenza di professori e direttori si ferma al proprio reparto. La maggior parte di loro non ha nemmeno il tempo di guardar fuori. Impegnati come sono a dividere le giornate tra Policlinico e cliniche private. Perché mai dovrebbero battersi per il datore di lavoro che dà loro sì prestigio, ma con il quale guadagnano meno? Dopo tutto, proprio queste condizioni favoriscono l'esodo dei pazienti verso la sanità privata, o no?

 

  By: gianlini on Martedì 27 Dicembre 2005 10:17

no comment (tipo Blob su berlusconi) MILANO — «Scudo fiscale» per il presidente di Unipol, Giovanni Consorte. Il manager a capo della compagnia assicurativa delle cooperative rosse ha usufruito della legge, varata nel settembre 2001 dal governo Berlusconi e poi prorogata nel 2003, che ha permesso alle persone fisiche di regolarizzare la posizione fiscale e riportare in Italia i capitali o in beni illegittimamente detenuti all'estero a una certa data, scongiurando futuri timori di sanzioni e possibili conseguenze penali in cambio del versamento all'Erario (tramite dichiarazione riservata alla banca intermediaria) del 2,5% del valore delle somme o delle attività rimpatriate o regolarizzate. Il ricorso (del tutto legittimo) a questa opportunità da parte di Consorte è circostanza certa, mentre l'entità delle somme regolarizzate dovrebbe attestarsi attorno ai 5 milioni di euro. Quel che invece non è nota è l'origine di questo patrimonio personale «rimpatriato» dal presidente di Unipol, che oggi pomeriggio sarà interrogato (anche sui flussi di denaro con il finanziere bresciano Emilio Gnutti a partire dall'uscita nel 2001 a peso d'oro da Olivetti di Gnutti e degli altri scalatori del 1999) dalla Procura di Milano, dove è indagato per concorso in aggiotaggio nella scalata occulta della Bpi di Fiorani all'Antonveneta. Unipol nei giorni scorsi ha più volte difeso le compravendite di Consorte e del suo vice Ivano Sacchetti, «tutte realizzate a condizioni di mercato, non solo assolutamente lecite ma anche del tutto normali per investitori finanziari qualificati».

 

  By: GZ on Venerdì 23 Dicembre 2005 10:30

Forse è perchè il Natale richiama gesù cristo che tutti parlano di "Crocefissione" dolorosa di D'Alema ? una volta la crocefissione era quando ti fustigavano, ti inchiodavano sulla croce e se avevi sete ti davano il fiele oggi è quando parti senza una lira, senza esserti laureato e senza aver mai lavorato eccetto che in parlamento ti ritrovi in grado di pagare ottomila mila euro al mese solo per la barca Parlano tanto della profonda crisi economica dell'Italia, ma questo di D'Alema è un esempio concreto di come le cose siano migliorate per chi ha saputo darsi da fare

 

  By: fabrizio maiocco on Venerdì 23 Dicembre 2005 09:37

BPI: D'ALEMA, MIA CROCIFISSIONE DOLOROSA MA UTILE (ANSA) - ROMA, 23 dic - ''Questa vicenda che mi ha visto crocefisso mi ha portato a pagare un prezzo personale, grande amarezza, ma e' stata anche utile, e' servita a fare chiarezza, in molti hanno aperto gli occhi: non c' era nessuna volonta' moralizzatrice, ma una vera lotta di potere senza esclusione di colpi''. Il presidente dei Ds, Massimo D' Alema, intervistato da 'Omnibus', paradossalmente riscontra che le accuse che molti giornali gli hanno mosso per il suo leasing alla Banca Popolare Italiana abbiano fatto perfino chiarezza sul reale scontro in atto. ''Si tratta di una battaglia - ha detto - che ha visto protagonista soprattutto la destra economica che ci sta sguazzando in questa storia, la politica e' un fatto secondario''. (ANSA). CAP/IAT 23-DIC-05 08:15 ----------------------------------------------- ma questo capisce quello che afferma???

 

  By: GZ on Giovedì 22 Dicembre 2005 22:34

Il Corriere della Sera sugli 8mila euro al mese che D'Alema paga per la barca. Eh... questi giornali di partito ----------------------- In difesa di D'Alema ^Il pericolo è che da una rata mensile si tragga alimento per una campagna di crocifissione politica#http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/12_Dicembre/22/battista.shtml^ Pierluigi Battista 22 dicembre 2005 www.corriere.it/ Il rischio è che la semplice intestazione di un conto presso la filiale romana della Banca Popolare Italiana possa diventare il pretesto per una gogna mediatica ai danni di Massimo D'Alema. Il pericolo è che da una rata mensile di 8.068 euro per il leasing di una barca si tragga alimento per una campagna di crocifissione politica del presidente dei Ds. Certo, in omaggio alla trasparenza e per diradare preventivamente ogni nebbia malevola sul suo nome, D'Alema avrebbe potuto seguire l'esempio di Luciano Violante il quale, prima che la vicenda finisse sui giornali, ha voluto dar pubblicità a un suo abboccamento con Gianpiero Fiorani. Ma si tratta solo di sensibilità istituzionale dell'ex presidente della Camera, di uno scrupolo forse eccessivo, e però lodevole. Ciò che non è concepibile è che, ricavando conclusioni affrettate dall'esistenza di un conto bancario (in cui, come ha scoperto Repubblica, approdavano le somme per il bonifico attinte da un altro conto aperto presso la Unipol), venga strumentalmente messa sul banco degli accusati nientemeno che un'umanissima (sia pur elitaria) passione nautica di Massimo D'Alema per imbastire un'offensiva dalle tinte sgradevolmente moralisti- co-pauperistiche e addirittura per insinuare implicazioni giudiziarie a carico di un esponente di punta dei Democratici di sinistra. Il polverone mediatico sul «leasing di D'Alema», del resto, è destinato a produrre l'effetto opposto, impedendo una disamina serena del vero (dal nostro punto di vista) «errore» concettuale e politico che ha impedito al presidente dei Ds di cogliere i contorni autentici del terremoto bancario e finanziario di questi mesi. Nell'agosto scorso D'Alema, in una oramai celebre intervista al Sole 24 Ore, per sostenere le gesta di una nuova e spregiudicata leva di «capitani coraggiosi», decise di ergersi a difesa non solo di Giovanni Consorte (accreditando i pregiudizi più triti sulle finalità della cosiddetta «finanza rossa»), ma di tutti indiscriminatamente i protagonisti (compreso chi, come Emilio Gnutti, era stato già condannato per insider trading) di scalate turbolente e assalti avventurosi. Però, nella foga di quell'arringa difensiva tanto appassionata quanto generosa nei confronti di chi, sempre a nostro parere, non meritava un simile autorevole scudo, forse non ebbe il tempo di capire che in questo modo non si faceva altro che esulcerare il già acuto disagio del suo stesso partito. Parve ai più che D'Alema cercasse di trascinare i Democratici di sinistra in un'azione di sostegno acritico nei confronti dell'Opa Unipol sulla Banca Nazionale del Lavoro, anche se l'affiorare di una vasta e qualificata area di recalcitranti, di critici e di aperti oppositori sotto e nei dintorni della Quercia ha messo in luce in quel partito una vena di robusta dialettica democratica. Sembrò che in questa maniera D'Alema offuscasse le modalità spericolate con cui si stava inerpicando un gruppo variegato ma sostanzialmente concorde e convergente di raider senza scrupoli. E l'insieme di queste incomprensioni finì, agli occhi di molti, per alimentare la sensazione che proprio il presidente dei Ds esponesse il suo partito all'ingiusto sospetto di un'eccessiva indulgenza nei confronti del Governatore di Bankitalia come manifestazione pubblica di un inconfessabile scambio di interessi. Questa è la sostanza della critica politica all'atteggiamento tenuto da D'Alema nella vicenda. Da qui alla pratica dei processi sommari e senza fondamento ce ne corre. Per non parlare delle inquisizioni predisposte per condannare senza appello lo stile di vita di un personaggio politico e persino le sue predilezioni che si esprimono nell'insindacabile gestione del tempo libero. Uno spirito inquisitorio che appare il sintomo di uno scadimento della lotta politica di cui non si sentiva il bisogno. Il polverone impedisce l'esame sereno del vero «errore» Nella condanna dello stile di vita sta lo scadimento della lotta politica

 

  By: Moderator on Giovedì 22 Dicembre 2005 21:58

OK

 

  By: pastrocchio on Giovedì 22 Dicembre 2005 21:53

io volevo dire che in america i senatori per farsi eleggere devono essere ricchi non che i loro stipendi da senatori gli facciano diventare

 

  By: Moderator on Giovedì 22 Dicembre 2005 16:48

può essere ,comunque la frase più in esteso di Pastrocchio -la cosa scandalosa non è che i politici siano ricchi è che da noi continuano ad aumentare la loro ricchezza mentre all'estero sono un po' + morigerati (basta vedere lo stipendio di parlamentare europeo italiano contro quello danese)- mi aveva fatto pensare , con la frase fra parentesi, che vedesse due piani di ricchezza , quella familiare e quella di emolumenti che si auto-attribuiscono. Comunque nei forum si fraintende spesso e un grafico fa sempre bene anche se fuori tema ciao

 

  By: Andrea on Giovedì 22 Dicembre 2005 16:38

Norton, temo che per ricchezza non si pensasse agli emolumenti che percepiscono ma ai patrimoni che hanno accumulato ...

 

  By: Moderator on Giovedì 22 Dicembre 2005 16:10

la cosa scandalosa non è che i politici siano ricchi è che da noi continuano ad aumentare la loro ricchezza mentre all'estero sono un po' + morigerati ------------Pastrocchio---------------------- ecco gli stipendi dei membri del congresso rispetto alla famiglia media in Usa. Abbastanza costanti nel tempo, anzi ,calati nel tempo