Lettura in inglese un po lunga

 

  By: Bardamu on Mercoledì 17 Marzo 2004 15:42

è normale ma non è normale che si facciano guerre x questi profitti. e che oltrtutto si nascondano questi interessi dietro la parola democrazia!che schifo. noi speculiamo e guadagnamo con la borsa? è come se io fossi corto di s&p e per "fare profitti" mettessi una bomba sotto la sede del NYSE, dicendo oltretutto che era per il loro bene!!!!!x liberarli, chessò, di un immobile fatiscente. spero che così il concetto sia chiaro.

gli interessi dell'ENI che ora guidano la politica estera italiana, mamma mia - gz  

  By: GZ on Mercoledì 17 Marzo 2004 15:31

uh... non ci sono parole davvero, gli interessi dell'ENI che ora guidano la politica estera italiana, mamma mia, bel colpo con questa intervista, ha svelato quello "che ci sta dietro" finalmente Ma è ancora più inquietante: è di ieri una notizia che nella ricostruzione dell'Iraq concorre anche la Lega delle Cooperative ! Ecco perchè i DS sono un poco restii a impegnarsi "per la pace" e D'Alema dice che non vuole ritirare i soldati ora ? Ahhhh... solo Pannella e Bertinotti sono "puri" tutti gli altri in qualche modo se scavi hanno qualche indiretto interesse ECONOMICO (che brutta parola) e possono in qualche modo essere collegati alla ricerca di un qualche PROFITTO Non passa per la mente il dubbio che possa essere NORMALE che le aziende in grado di estrarre petrolio lo estraggano e quelle in grado di costruire un ponte o un acquedotto o degli edifici concorrano agli appalti e ai contratti e che sia NORMALE che ci guadagnino, proprio come qui cerchiamo di guadagnare a giocare in borsa e anzi è una bella cosa ? ed è grazie appunto all'ENI o alla Coop o Halliburton che invece di alzarsi alle quattro a mungere le vacche come i nonni ora si possa giocare in borsa con il mouse e i monitor a colori stando al caldo in poltrona ?

 

  By: panarea on Mercoledì 17 Marzo 2004 10:27

sul sole di ieri, intervista a Bernabè, ex ad Eni, sul petrolio, cito "non mi sono convertito al catastrofismo ... ma non mi sento nemmeno di liquidare con un'alzata di spalle i segnali che vengano dal mercato... e gli allarmi che lanciano alcuni studiosi sul cosidetto production peak... (oltre al terrorismo il petrolio risente di) 1 crescita costante dei consumi americani che supera la disponibilità deli usa e aumenta la loro dipendenza. 2 inversione della posizione della Cina che da esportator è diventata importatore netto di petrolio e rischia di esserlo sempre di più ..... senza considerare l'india che ha raddopiato i suoi consumi... Domanda: questo vuol dire che x l'Europa e l'Italia torna in gioco la sicurezza degli approvvigionamenti petroliferi? R: a breve certamente no. I problemi riguardano le disponibilità e le riserve nel medio lungo periodo, tenendo conto che i consumi galoppano e che negli ultimi 30 anni è stato scoperto in tutto il mondo un solo giacimento gigante Kashagan (che è nel Kazakhstan NB). Domanda: ma secondo lei è proprio inevitabile che prevalgono gli scenari più pessimistici? R: Naturalmente no, ma ignorare le incognite... non aiuta a risolvere problemi... D: quali sono le condizioni x evitare il peggio? R: Sono essenziali la stabilità dell'Arabia Saudita e la pacificazione in IraQ.... D: l'italia è tra i paesi ... meno autosufficienti sul piano energetico: che cosa si può fare x ridurre la propria dipendenza dai rischi dei nuovi scenari? R: NON MOLTO....UNA POLITICA ENERGETICA OCULATA E UNA ESTERA CHE .. FACCIA DEL NS. PAESE UN INTERLOCUTORE LEALE MA ANCHE INTELLIGENTE E ATTIVO NEI CONFRONTI DEGLI USA" no comment

viaggiare in treno di notte - gz  

  By: GZ on Mercoledì 17 Marzo 2004 02:19

Parlavo oggi con un medico che va spesso a Roma e mi spiegava che ora prende sempre il treno della notte perchè non vuole essere alla stazione di mattina. D'altra parte diceva un gestore di hedge fund oggi su CNBC che ci sono mezzo miliardo di persone in occidente e per quanto sia orribile quello che succede a Madrid di cose questo genere ce ne sono state state dozzine in europa (a Bologna furono 83 vittime) e l'effetto economico è insignificante (dopo i 50 o 60 morti delle due stragi a Istanbul il turismo in Turchia è rallentato solo per un mese). Fino a quando non si tratti di un arma di distruzione di massa che porti la scala della distruzione alle migliaia o decine di migliaia in realtà l'impatto sulla vita di mezzo miliardo di occidentali è lo stesso di quello dei tanti episodi che negli ultimi 20 anni in europa sono costati circa 2 mila morti per terrorismo (baschi, IRA, BR e anarchici vari, corsi, ceceni..). Non sembra ma in Europa ci sono stati MIGLIAIA DI ATTENTATI da quando sono nato (ho letto circa 10 mila!) e migliaia di vittime (solo in Italia circa 500 morti e 6-7 mila feriti). "... il terrorismo non si sconfigge con la guerra, ma con azioni di intelligence e di politica. ..". Ovvero il lavaggio del cervello invece lo si fa ripetendo gli slogn senza capire cosa significano le parole. Ma l'"Intelligence" cos'è ? L "Intelligence Service" inglese, il SISMI italiano,la CIA americana, i servizi russi, il Mossad ecc... In Italia i servizi segreti sono stati accusati per venti anni di avere organizzato stragi simili a quelle di Bin Ladin. A Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, dell'Italicus, della stazione di Bologna abbiamo avuto stragi identiche a quella di Madrid (sui treni e in stazione con la bomba...) e per le quali la stessa gente che ora dice "contro il terrorismo basta l'intelligence" accusava i servizi "di intelligence" di esserne mandanti e complici. Buffo. E comodo. I servizi segreti collaborando tra loro dovrebbero sconfiggere il terrorismo senza che nessuno si debba disturbare o fare fatica, lo affidi "all'intelligence" e loro tramite i loro circuiti segreti di cui nessuno viene a sapere nulla di preciso se non a cose fatte ti sistemano il problema. Come mai allora dal 1993, quando Bin Ladin ha messo un camion sotto le Due Torri a NY (sbagliando allora la carica però) e ha dato il via alla serie l'intelligence ha lasciato a desiderare ? Ma niente, basta ora "Potenziare l'Intelligence", secondo bello slogan e voilà, stanzi dei soldi per l'intelligence e si ritorna tutti a fare le proprie cose come prima. E la politica ? E' fondanentale per trattare con gente che aveva come progetto iniziale quello di schiantare gli aerei a NY invece che sul Pentagono, la Casa Bianca e le Due Torri su una centrale nucleare a 30 miglia da NY e solo all'ultimo momento hanno cambiato idea secondo uno dei capi catturati in Afanistan. Oggi facevano in TV le armi nucleari che Gheddafi sta consegnando finalmente agli inglesi e che mostrano che era arrivato quasi all'atomica. Tutto il problema è che: a) c'è gente ora, per la prima volta nella storia, che è disposta a usare 5 aerei pieni di benzina come arma di distruzione di massa e preferirebbe magari un gas tossico o un atomica di piccola portata, mentre ad es l'IRA o i Baschi o le BR si limitavano. Questa è una piccola differenza che gli americani hanno notato perchè quando visitano NY vedono un specie di buco ora grande quanto il centro una città di provincia. b) ci sono dei ^regimi che hanno organizzato non solo guerre e repressioni ma anche terrorismo a ripetizione come Saddam#http://www.newsmax.com/archives/ic/2004/3/14/141831.shtml^, Iran, la Libia di una volta, la Corea che possono avere interesse a dar loro questi aggeggi di nascosto. Se questi tizi si incontrano e si passano l'ordigno purtroppo non te lo dicono subito per cui la "politica" (trattative ? negoziati ? dimostrazioni ? accordi al vertice ? campagne di sensibilizzazione ) la imposti dopo che hanno fatto il botto, quando il buco che c'è ora in centro a NY si è allargato e hanno evacuato tutta Manhattan. Comunque fino a quando sono "solo" sacche con il tritolo sui treni qui in Italia eravamo abituati in qualche modo, basta viaggiare di notte e poi al mattino leggi sul giornale che risolvi il problema aspettando che si organizzino e si attrezzino bene al riparo dei regimi che li ospitano e quando arrivano dalle nostre parti bloccandoli "con azioni di intelligence e di politica".

 

  By: epi on Martedì 16 Marzo 2004 18:45

Una proposta semplice semplice. Visto che non è facile decidere se e quanto restare a Nassiria, perchè non chiederlo con un voto circoscritto alla popolazione ------------------------------------------------------------------ Mi sembra un'ottima idea e quindi i nostri politici non la considereranno mai. Pero' vi pongo questa domanda: è giusto che in uno stato democratico si vada in guerra contro la volonta' della maggioranza dei cittadini? Certamente un governo deve assumersi le proprie responsabilita' di fronte al popolo, ma allora di che cosa ci si lagna se poi si perdono le elezioni? Rientra tutto nell'ambito delle scelte che si possono o non si possono fare su cui gli elettori sono poi chiamati a valutare.La Spagna era ed è il popolo europeo con la maggior percentuale di contrari alla guerra in Iraq,poi il governo di Aznar ha fatto il resto peggiorando la propria posizione, sottacendo la realta' per ragioni di parte. Cosa centri la vilta' o la paura in tutto questo non è dato capire: semmai è la dimostrazione che il terrorismo non si sconfigge con la guerra, ma con azioni di intelligence e di politica.

 

  By: GZ on Martedì 16 Marzo 2004 18:25

Diverse società specializzate di diversa estrazione hanno fatto sondaggi in Iraq ad es per conto di giornali internazionali o della CNN o BBC. In tutti i sondaggi che ho letto un 80% risponde che NON vogliono che gli anglo-americani se ne vadano (anche se adesso per la precisione ci sono oltre ai polacchi, spagnoli e italiani anche giapponesi, coreani e altri 20 paesi piccoli tipo slovacchi, bulgari, persino albanesi credo (!)) Il problema è che se quello fosse il criterio di decisione avresti una cinquantina di paesi in via di sviluppo in cui ci sono dittatori o guerre civili varie dove la maggioranza della popolazione richiederebbe truppe internazionali, in pratica dovresti occupare mezza Africa ad esempio

 

  By: XTOL on Martedì 16 Marzo 2004 14:08

Una proposta semplice semplice. Visto che non è facile decidere se e quanto restare a Nassiria, perchè non chiederlo con un voto circoscritto alla popolazione stessa, chiamandola così a esprimersi democraticamente? A prima vista dovrebbe essere un automatismo, per noi portatori di civiltà. Sono personalmente convinto che la maggioranza degli abitanti chiederebbe che il contingente italiano rimanga; ma perchè non chiederglielo? XTOL

 

  By: XTOL on Martedì 16 Marzo 2004 09:19

Proviamo a fare un esame pragmatico della situazione. l'intervento in iraq si proponeva di: 1- deporre un tiranno sanguinario (obiettivo centrato in pieno) 2- eliminare le armi di distruzione di massa (figuraccia) 3- dimostrare la volontà e la capacità americana di controllare il medio oriente, mandando un segnale ai regimi della zona (il messaggio è arrivato, ma ottenendo risultati contraddittori: libia ok - siria ? - iran ? - arabia ?) 4- riportare sul mercato il greggio irakeno calmierando il prezzo del petrolio (al momento il tentativo è fallito; con riferimento all'obiettivo 3, sembra anzi che il segnale alle leadership arabe abbia ottenuto un effetto boomerang. PS: non ci sarebbe uno degli ottimi elliottiani del forum che avesse voglia di esaminarne il grafico?) 5- portare la democrazia in irak (processo che avanza zoppicando), donandogli un sistema stabile (obiettivo mancato completamente, avendovi attirato invece ogni sorta di terroristi). 6- combattere il terrorismo internazionale e al qaeda in particolare (difficile definire i risultati, al momento nemmeno rumsfeld osa parlare di progressi - opinione espressa prima della strage di madrid...) Insomma, mi riesce impossibile dare la sufficienza all'operazione, anche presumendo che osama sia già nella disponibilità americana. XTOL

 

  By: XTOL on Lunedì 15 Marzo 2004 21:52

Uno ti dice che il nostro "modello di sviluppo in occidente è sbagliato... ---------------- Se si riferisce al mio post, mi permetto di consigliarle una lettura un po' più attenta. Io non ho preso posizione al riguardo; ho solo affermato che fare le anime belle non è un approccio corretto al "problemino" XTOL

 

  By: GZ on Lunedì 15 Marzo 2004 21:22

ahhhh... "il modello di sviluppo dell'occidente ha bisogno di petrolio..." che poi inquina e sporca quando c'è gente persino sui forum di borsa che sa bene che ce ne sono altri di "modelli di sviluppo" in cui si andrebbe così bene senza nel mondo ci sono anzi diversi modelli di sviluppo più buoni, più puliti, più pacifici e qui non lo capiamo (in oriente o all'equatore ce ne sarebbero di migliori) Uno ti dice che il nostro "modello di sviluppo in occidente è sbagliato perchè usa il petrolio" e ti fa capire tante cose a cui altrimenti non avresti mai pensato

 

  By: XTOL on Lunedì 15 Marzo 2004 17:47

Nel caso di Berlusconi che ha un patrimonio di 10 miliardi... --------------------- Su, su, non è difficile: il modello di "sviluppo" dell'attuale occidente non può prescindere dal petrolio. Il berlusca (come tutti) ha una stella polare: guadagnare, guadagnare, guadagnare; per farlo deve seguire chi gli assicura la pagnotta (chiamiamola così...). Possiamo essere d'accordo o meno con bush, ma non facciamo finta di non capire... XTOL

 

  By: panarea on Lunedì 15 Marzo 2004 16:27

io non so ora che ci fa Aznar con la Repsol, so soltanto che, guarda caso, francia e belgio erano i più contrari alla guerra in iraq e che, sempre per caso, erano gli unici europei ad avere contratti con Saddam per il petrolio. Dove lavoro io quando hai un contratto vantaggioso con un cliente o un fornitore non cerchi di bombardarlo. Mi sembra logico. Comunque sia ENI in italia ora come ora è una discreta fetta del Pil% e forse la maggior entrata sicura x l'erario, insomma porta quattrini che x farsi rielleggere servono. x Repsol comunque il neo eletto in spagna ha chiarito che toglie le truppe in iraq se e soltanto se: 1- entro giungo 2- l'onu non da mandato sull'iraq ora la seconda condizione è una emerita c****ta: cavolo un soldato spagnolo tra arabi rimane tale anche se sul giubbottino ha un esiguo rettangolino blu con la scritta UNO. Confermo la mia impressione di un contratto scritto tra usa e spagna: i primi danno petrolio in iraq contro soldati in iraq. Il sinnalgma è talmente evidente. il contratto chiaramente rimane ancora in piedi dopo il cambio di governo. Scommettiamo che gli spagnoli rimarrano in iraq comunque?

 

  By: GZ on Lunedì 15 Marzo 2004 16:11

..l'italia non è in Iraq e in Afghanistan per gioco o per portare la pace e la democrazia (se è così potevano iniziare dai peggiori stati antidemocratici tipo Korea del Nord) ma per il petrolio... ------------- Supponiamo, come è probabile in base ai sondaggi e ancora di più dopo il risultato in spagna (che mostra che mandare soldati in iraq attira terrorismo), che il governo attuale perda le prossime elezioni a questo punto hai mandato i soldati in iraq l'ENI ha acquistato un contratto che fa sì che invece di 3 miliardi di euro ne guadagni 3.2 e tu hai rischiato di perdere le elezioni e che ci sia un altro al tuo posto al Palazzo Chigi Perchè mai un gruppo di gente che ora fa il ministro o il presidente del consiglio o il presidente dei regione e gode dei privilegi connessi dovrebbe rischiarli per fare guadagnare altri 200 milioni all'ENI che è un azienda statale il cui controllo indiretto va a chi governa ? Forse anche Aznar ha mandato i soldati per via di Repsol (la società statale spagnola simile a ENI) e ora che ha perso cosa fa, va a lavorare a Repsol o si fa pagare una tangente per la sua pensione (aveva annunciato che si ritirava dalla politica prima delle elezioni) così il governo attuale che controlla ora Repsol lo fa mettere anche in galera? Nel caso di Berlusconi che ha un patrimonio di 10 miliardi e 69 anni suonati qual' il suo interesse ? Mettere in piedi un intervento in iraq per fvorire l'ENI che così gli paga la pensione o una tangente e in questo modo perdere le elezioni invece di godersi gli ultimi anni come presidente a stringere la mano a Putin ? Comunque è inutile predicare la logica, i concetti tipo sceneggiato Dallas o film di Oliver Stone sono quelli che restano e eccitano l'immaginazione

 

  By: panarea on Lunedì 15 Marzo 2004 14:20

negli ultimi 3 anni sono successe 2 cose importantissime a livello macro: 1- il debito americano è iniziato ad essere "pesante" perchè il flusso di denaro in arrivo negli usa sta diminuendo (o per lo meno non cresce al ritmo del debito usa - attenzione Dott. ZB non dico che negli ultimi 9 mesi il Russell o altro non abbiano fatto ottime % - dico soltanto che il flusso di risparmio privato estero negli usa sta diminuendo ed è parzialmente conpensato da acquisti di banche centrali). in pratica il dollaro sta perdendo valore. Tanto. Per uno sceicco arabo questo significa perdita reale del potere d'acquisto. Quindi cerca di recuperarlo aumentando i prezzi del greggio. E' un po' come il primo dopo Nixon, il petrolio funge da moneta di riserva e viene quindi detenuto anche da chi non ne ha bisogno. 2-negli ultimi anni i cinesi gli indiani e gli altri asiatici hanno aumentanto i loro consumi individuali in modo incrementale: intendiamoci ci sono sempre sacche di povertà , sfruttamento ect, ma a livello medio circa 1'000'000'000 di persone nwegli ultimi 36 mesi ha comprato il primo frigo, il primo cellulare, la prima lavatrice, la prima TV, il primo motorino ect. Questo porta un consumo enorme di mat, prime, una cosa mai vista perchè i russi+europei+americani non arrivano neanche a 800'000'000 e hanno già quasi tutto. Questo provoca un aumento di consumo/domanda di petrolio gigantesco, un qualcosa di epocale Quindi? siamo al più gigantesco e macroscopico LONG sul petrolio della storia: Due fatti (che giustifiacano l'inserimento in questo post): l'italia non è in Iraq e in Afghanistan per gioco o per portare la pace e la democrazia (se è così potevano iniziare dai peggiori stati antidemocratici tipo Korea del Nord) ma per il petrolio: infatti dopo 3 mesi dalla conclusione della missione in Afghanistan l'Eni, il cui azionist di maggioranza è il Governo, ha fatto un maxi contratto in Kastakistan, giacimento vicino a base militare usa. Simile discorso in Iraq dove sta concludendo buon affari. Prima dell'intevento l'Eni non aveva nessun contratto nè in iraq ne nelle repubbliche ex sovietiche dell'area. Sarà un caso? Anche la Spagna è andata in iraq per via della Repsol. E anche i poveri (stato giovane, ex sovietico, con problemi di bilancio) polacchi sono stati costretti ad andare in Iraq per un po' di petrolio. I francesi e i belgi non sono andati perchè avevano già i contratti con total-elf. Quindi se i governi fanno di tutto per avere contratti di petrolio, perchè il singolo invesistore dovrebbe mettere i suoi soldi in scemate come tiscali o AOl o altro? i governi fanno i debiti per accappararsi il petrolio perchè non farlo anche noi? Last but not least: se gli attentati di madrid fossero veramente colpa degli arabi, allora prima o poi verrà risolto il problema rompendo lo status quo dell'arabia saudita , da dove vengono i soldi x fare queste cose (basta frottole il problema non è la palestina o altro è riad, basta leggersi le cause civili intentate presso il tribunale di NY contro la monarchia saudita per il 11/9) allora avremmo sicuramente un po' di ulteriore tensione. Insomma di carne al fuoco per il petrolio ce ne è tanta...

Per Debka era scritto: la Turchia, poi la Spagna, poi l'Italia - gz  

  By: GZ on Domenica 14 Marzo 2004 17:41

Secondo ^Debka#www.Debka.com^ di ieri se uno leggeva i proclami degli ultimi mesi di Al Qaeda o dei predicatori fondamentalisti sulla sua lunghezza d'onda (che appaiono per chi fosse curioso anche ^nelle versioni in inglese di siti come Al Jazeera#http://english.aljazeera.net/HomePage^) era detto chiaramente che gli obiettivi erano la Turchia, poi la Spagna e poi terza l'Italia. Uno dice: "ma perchè mai dovrebbero dire in anticipo cosa faranno ?" I loro ragionamenti sono piuttosto contorti (per noi) e infatti nessuno qui legge davvero quello che dicono. Ad esempio Bin Ladin quando parla della Spagna ricorda sempre che una volta era un paese musulmano, anche se era nel 1400 e sembra che faccia il professore di storia. Ma i loro proclami essendo indirizzati a milioni di musulmani nel mondo hanno invece una funziona propagandistica importante e quindi spiegano esattamente la loro strategia perchè poi sono riprodotti da tutti i siti, i giornali e i canali satellitari arabi per i quali sono il materiale giornalistico più ricercato. ^Come spiega sul corriere della sera il povero Magdi Allam (che sa l'arabo e frequenta i mass media arabi) #http://www.corriere.it/corrforum/corriere/Allam.html^ sono trattati sempre con grande deferenza (nessuna TV araba ad esempio usa mai termini come terrorismo o terroristi), una solidarietà di fondo e discussi sui principali giornali arabi nei termini stessi in cui Al Qaeda vede il mondo (... il complotto ebraico globale-l'America il male assoluto-l'Occidente marcio e sfruttatore del pianeta..). Di conseguenza ogni cassetta, video o testo che Al Qaeda produce avendo un pubblico di decine di milioni di musulmani potenzialmente simpatizzanti e un intera rete di mass media a disposizione è calibrato parola per parola per la propaganda e cerca di mantenere con il suo pubblico un discorso coerente (per così dire). Al momento ora di tradurre i discorsi in fatti in America però non hai venti milioni di musulmani emigrati di recente e dei gruppuscoli terroristi come l'Eta, le BR o i servizi di qualche paese dell'est che possano dare qualche sostegno logistico per cui è probabimente più facile operare in Europa. E schiantare aerei sulle città è più spettacolare ma non è così facile perchè devi passare un controllo e trovare un pilota d'aereo. Lasciare delle borse in un treno è invece semplice tanto è vero che in italia negli anni '70 e '80 ne abbiamo avuti diversi casi. Per cui purtroppo, in base a quello che è indicato nelle parole di questi tizi, all'esempio recente spagnolo e alla logica complessiva del terrorismo sembra ora una questione non di se ma di quando. ------------------------------------------------------------------------------ DEBKAfile’s counter-terror experts emphasize that Osama bin Laden’s terrorist movement makes no secret of its plans, priorities or motives. They are all laid out - in English too – in a plethora of print and internet publications. While difficult reading for Westerners, who find it hard to take the florid phrasing and outrageous aspirations seriously, such publications are the daily fare of tens of millions of Muslims around the world, almost in the same way a daily newspaper may be part of an ordinary Westerner’s routine. According to data gathered by our experts, from December 2002, three months before the US invasion of Iraq, al Qaeda began issuing a stream of fatwas designating its main operating theatres in Europe. Spain was on the list, but not the first. 1. Turkey was first. Islamic fundamentalists were constrained to recover the honor and glory of the Ottoman caliphates which were trampled by Christian forces in 1917 in the last days of World War I. 2. Spain followed. There, al Qaeda set Muslims the goal of recovering their lost kingdom in Andalusia. 3. Italy and its capital were third. Muslim fundamentalists view Rome as a world center of heresy because of the Vatican and the Pope. 4. Vienna came next because the advancing Muslim armies were defeated there in 1683 before they could engulf the heart of Europe. These aspirations are far from being restricted to a lunatic fringe of radical Islam. The Arab world’s most popular television preacher, Yusouf Kardawi, whom DEBKAfile has mentioned before, subscribes to the same agenda in his sermons over al Jazeera - with one difference. Whereas al Qaeda aims to “liberate” Turkey, Spain, Italy and Israel by force of arms, Kardawi who addresses the masses from a studio in Qatar just a few hundred yards from American Central Command HQ, advocates persuasion. However strangely these decrees and teachings may fall on the ears of their targets, there is no option but to try and make sense of them in order to understand the force driving an inhumanly ruthless enemy. The logic behind this philosophy is capable of attaining a perfect match between its injunctions and the actions of its faithful in practice. November 2003 saw two terrorist outbreaks in Istanbul that claimed 63 lives and injured more than 600. Tuesday, March 10, the day of the attacks in Madrid, al Qaeda continued its deadly cycle in Istanbul by sending two suicide killers to a building on the Asian side of the city housing a Masonic lodge. Armed with a bomb belt and gas canisters they planned to go up to the conference chamber and set it alight during a meeting. The members would have burned to death. It so happened that the lodge meeting was postponed at the last minute. The bombers blew themselves up at the door of an empty restaurant, killing a waiter. Since last year, Al Qaeda has been able to spread its operational wings through many countries by linking up with local affiliates or sympathizers - either as accomplices or surrogates. In Turkey, they rely on the Muslim radical IBDA/C. A similar pattern of operation repeated itself on March 2 in the massacre of 271 Shiites in the Iraqi cities of Karbala and Baghdad. Another thousand or more were injured. A dozen suicide bombers whose identity eludes investigation to this day were used, but the logistical structure that made an offensive on this scale possible must have numbered hundreds of locals. The offensive against Shiite Muslims is set to a timetable that is separate from al Qaeda’s European planning. It belongs to the history of Muslim internecine warfare and is governed by a different set of fatwas. In Madrid, as in Istanbul, al Qaeda most probably operated through or with the help of local terrorist organizations, possibly even young radical members of ETA, members of the half million Muslim population of Spain or terrorists from its former North African colonies. This expanded infrastructure, straddling many target countries, also enables al Qaeda to multiply the number of deaths it is capable of inflicting in each individual attack. In the last four months, bin Laden’s organization has managed to take 533 lives and maimed more than 3,000. The organization has pushed out the limits of the scale and diversity of its operations substantially since the 9/11 catastrophe in America. On the same day as the Madrid trains were blown up, the Americans launched Operation Mountain Storm against “high value” al Qaeda and Taliban targets in the mountains between Afghanistan and Pakistan. It does not escape observers that while al Qaeda is capable of assaults on five fronts at least – Iraq, Turkey, Spain Kashmir and Saudi Arabia, the US global offensive against terror is limited to a single front, which too is far from the fundamentalists’ most active current arena. Where do the United States and Britain stand on al Qaeda’s time table? Its religious edicts dictate the “liberation” (by terrorism) of lands once under Muslim rule. Turkey and Spain were therefore placed ahead of London, Paris and Berlin. Israel is doubly anathemized as a Jewish state established in a country once governed by Muslims. Rome ought to come next, although the fatwas allow some flexibility to meet changing circumstances and enable al Qaeda to strike where least expected. Bin Laden and the leadership group of his organization have been arguing over their next directions. Their debate is conceptual between those who advocate building up Islamic fundamentalist gains in Europe before turning to America and those who see Europe as a springboard to the United States. Bin Laden has issued a fatwa deciding the issue: the organization is instructed to strike simultaneously on both continents.