Tanto di cappello a GZ al quale quando ha postato qua sotto non credevo.
Oggi ho smontato le posizioni che avevo sul dollaro da poco più di due anni (non strumenti sofisticati ma banale capitale preso di peso e investito in USD).
In verità il segnale di uscita dal COT, quello che aspetto di norma con disciplina, non è arrivato neanche adesso, men che mai a metà gennaio. I large sono ancora pesantemente lunghi sul dollato e le inversioni SEGUONO, mai anticipano il loro riposizionamento.
Dall'altra parte c'erano il mio nervosismo legato all'esposizione un po pesante, (grosso gain che mi spiaceva veder erodere), Trump che fin dalla campagna elettorale aveva promesso guerra alla svalutazione competitiva contro dollaro, il fatto che il segnale del COT è strutturalmente ritardato quindi quando arriva magari si è già girato di troppi punti. Per tutto gennaio il dollaro si è comportato male scendendo sulla forza dell'oro, ma non risalendo sulla sua debolezza, e questa considerazione è stata la goccia finale.
Ho switchato sulla sterlina. Considerazioni alla base della decisione: molti mesi passati dal referendum e prezzi che hanno avuto tutto il tempo di digerire l'evento. Convinzione che l'euro resta debole strutturalmente, e che perfino le buone notizie dalla Germania sono in realtà cattive notizie perché il divario nord-sud si allarga, e con esso le tensioni interne e ciò che ne consegue; large traders che hanno dimezzato l'esposizione short su GBP mentre questa ha smesso di scendere (il segnale COT su GBP è più sporco di quello che entra di solito sul USD. Qui diciamo che al doppio minimo della valuta corrispondono minimi crescenti sui large).
Obiettivo: almeno 15% (max 20%) di rialzo della sterlina in 12-18 mesi contro EUR.