Bloccare la speculazione al ribasso ? - gz
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By: GZ on Sabato 20 Luglio 2002 23:37
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Se Mr. Pinco Pallino, con il quadro che ha di fronte e chiarissimo si OSTINA a perdere soldi cercando minimi con l'80% del suo capitale mentre io guadagno standomene al ribasso con il 5% del mio beh non posso fare niente che rallegrarmi di questo e sicuramente sara' chi perde i risparmi di una vita per SUA SOLA responsabilita' a sentirsi frustato. Se poi Mr. Pinco Pallino al posto di preoccuparsi dei suoi investimenti tra un buy on dips e l'altro preferiva ipotizzare la cessione di Nesta o la nuova formazione della Juve beh allora non posso fare altro che dire che se lo e' meritato. Ma qui siamo in un paese dove nel telegiornale si parla al 50% della Franzoni ed al 50% di Nesta mentre solo pochi secondi vengono dedicati agli investimenti...
------------------------- FOS ---------------------------------------------------
Ci sono chiamate per bloccare lo scoperto sul Corriere di oggi, vedi qui in fondo ricopiato. E' un ultima spiaggia e un segno di disperazione.
E a lungo termine è un palliativo. In Giappone e Hong Kong anni fa l'hanno messa praticamente fuori legge per un poco e non è servito. E negli anni "30 i ribassisti erano odiati quanto i gangster.
Ma non è mai accaduto nella storia della finanza che la vendita allo scoperto fosse accessibile a tutti a costi irrisori e soprattutto che ci fossero (come è adesso)
SEIMILA HEDGE FUND con circa 600 miliardi di dollari in gestione
i quali hanno come obbligo staturario vendere allo scoperto.
Nel mercato orso degli anni "70 gli hedge fund erano un centinaio, solo in america e con fondi minimi, probabilmente 10 miliardi di dollari in valori correnti. Ora hanno 600 miliardi di dollari su cui poi usano anche la leva.
E' legale e corretto farlo, ma la dimensione del fenomeno e l'utilizzo della leva finanziaria sono senza precedenti. E ci sono giornalisti come ad es Herb Greenberg, di cui sappiamo in questo sito per la vicenda di Pacific Healthcare, che lavorano sulla base delle informazioni che gli passano gli hedge fund ribassisti. Greenberg lo dice esplicitamente e così altri. Spesso l'editoriale di "Barron's" (la maggiore rivista di borsa del mondo) cita dei commenti negativi di hedge fund ribassisti.
Alcuni dei migliori siti sono scritti da fondi ribassisti come www.prudentbear.com
.
Poi ci sono altri magari che scrivono pezzi in cui forse non lo dicono ma la cui fonte di notizie sono mega fondi ribassisti.
Per un anno massimo peppe qui ha insistito che PHSY (grafico - notizie) era da comprare e era depresso solo perchè gli hedge fund ribassisti lo avevano venduto in massa e Greenberg ne parlava male dal sito di borsa più noto americano. In quel caso alla fine hanno avuto torto e hanno dovuto ricomprare.
In molti altri ovviamente come Enron invece hanno avuto molto merito (e al momento il mercato da loro ragione su quasi tutto).
Ma quando si guadagnano miliardi per mesi nel fare una cosa piano piano si crea un interesse a farla sempre più spinta e pesante, come per l'uso delle stock options nel 1997-2000 per arricchire scandalosamente i top manager.
Al momento i miliardi si fanno vendendo short i titoli su cui ci sono rumor di irregolarità contabili o utili mancati per qualche ragione e in questo giro è entrata sempre più gente
------------- corriere economia -------------------
I fondi possono bloccare la speculazione al ribasso»
MILANO - Nel settembre dello scorso anno, in piena crisi delle Borse dopo l’attentato alle torri gemelle di New York, il Corriere auspicava un «ombrello» per i risparmiatori, cioè «un meccanismo che, senza forzare le regole del mercato, possa in qualche modo limitare le vendite allo scoperto». Ebbene, c’è chi quel meccanismo lo ha trovato. Oltre tutto senza alcun bisogno di complicate normative. Basterebbe impedire ai fondi comuni d’investimento di «prestare» temporaneamente agli operatori al ribasso le azioni che hanno in portafoglio (e che, oltretutto, sono di proprietà degli investitori). La proposta è di Pietro Giuliani, presidente di Azimut Sgr e di Azimut Consulenza. Ma così si limiterebbe fortemente la speculazione al ribasso, alterando il mercato...
«In situazioni normali, le vendite allo scoperto sono uno stabilizzatore del mercato. Non nell’attuale contesto, caratterizzato dalla rarefazione degli scambi e dal nervosismo degli investitori, elementi che innescano un’accelerazione innaturale al ribasso delle Borse. In qualche caso, l’attacco sui titoli oggetto di rumors giornalistici sembra troppo violento rispetto alla realtà destinata poi a emergere».
Resta il fatto che non si possono mettere briglie all’operatività degli investitori...
«Noi riteniamo che oggi la vendita allo scoperto è troppo facile ed economica. I margini di garanzia da versare per la speculazione al ribasso sono insufficienti rispetto al rischio implicito che esiste in questo genere di operazioni. Secondo me i fondi d’investimento dovrebbero assumere un atteggiamento più restrittivo».
Perché proprio i fondi?
«Perché sono uno dei bacini maggiori ai quali può attingere chi specula al ribasso per farsi prestare i titoli».
Ma i fondi per questo servizio guadagnano e di questo guadagno ne beneficiano i sottoscrittori...
«Sarà anche vero. Si può però obiettare che, dall’altro lato, gli stessi sottoscrittori ci perdono a livello di valore della quota, che scende se le Borse scendono oltre livelli logici».
E oggi il livello delle Borse è congruo?
«No di certo. Secondo me, la sottovalutazione è misurabile fra il 15 e il 25%. Questo, dunque, è il margine per un eventuale rimbalzo».
Impedire ai fondi di prestare i titoli è davvero la soluzione? Azimut, che è uno dei principali gestori, che cosa fa?
«E’ una strada percorribile. Per quanto ci riguarda, abbiamo deciso che, con questo mercato e con queste condizioni, non presteremo più titoli».
Pensa davvero di risolvere così il problema?
«Le vendite allo scoperto non sono l’unico responsabile dei ribassi eccessivi. Esistono anche degli automatismi che amplificano le tendenze...».
A cosa si riferisce in particolare?
«Da qualche anno a questa parte, i risparmiatori, spaventati dalla flessione delle Borse e dalle tensioni internazionali, vengono indirizzati verso i prodotti a cosiddetto capitale garantito, il cui funzionamento è caratterizzato dall’obbligo di vendere la componente azionaria dei portafogli al verificarsi di determinati livelli di prezzo. Ebbene, una fase di ribasso molto accentuata vene seguita inevitabilmente dallo smobilizzo di posizioni azionarie che compongono i portafogli di questi prodotti».
Insomma, ribasso chiama ribasso...
«Il fenomeno è ormai qualitativamente rilevante. E il peso di questi automatismi rischia di determinare situazioni di ipervenduto che non hanno alcuna relazione con la reale situazione delle aziende quotate e dei settori in cui operano».
Edited by - gz on 7/20/2002 21:56:22