By: Paolo Sentiment on Mercoledì 14 Febbraio 2007 21:09
Leggo Arcucci dal 2001 circa mese più mese meno, era catastrofista gia a quel tempo e per un anno ebbe ragione.
Ha insistito con le sue teorie sul dollaro, sull'indebitamento e sulla sopravalutazione del mercato azionario e bla...bla.....fino ad oggi. Alla lunga arriverà una crisi epocale nel 2007 nel 2008.... ma quanto ti sei perso nel frattempo in termini di rendimento sull'azionario leggendo quanto segue???
Almeno Zibordi a quel tempo diceva di cominciare a comprare....
Lettera Finanziaria del Novembre 2002
Quando rifletto su ciò che negli ultimi 5 o
6 anni ho previsto e su ciò che non ho
saputo prevedere in borsa, e soprattutto in
quella di New York, provo un sentimento
misto di gioia e di rimpianto. In realtà
poche gioie per quello che ho capito in
anticipo e molti rimpianti per quello che
sono andato vicino a capire, ma mi è
sfuggito nel suo complesso e, invece, avrei
dovuto comprendere perché era lì a portata
di mano.
Ho capito che lo straordinario rialzo dei
prezzi, in essere dal 1995, avrebbe subìto
una prima fermata verso la fine di luglio
1998. Andai in televisione a dirlo e ben
presto l’indice Standard & Poor’s (SP) che
valeva 1200 cominciò a flettere
sensibilmente.
Ma non capii che quella discesa era
soltanto la spalla sinistra di un movimento
assai lungo e complesso. Nell’ottobre
1998, quando si toccò il livello di 930
dell’indice, non compresi invece che a
partire da quel punto ci si stava di nuovo e
fortemente muovendo verso l’alto per
formare la testa di questa configurazione e
rimasi sorpreso dall’effervescenza del
nuovo rialzo dei prezzi. Così non intuii che
si sarebbe andati anche nettamente al di
sopra di 1200 come invece avvenne nel
corso dell’anno 1999 fino a giungere ad
una data, l’aprile 2000, che io determinai
(seconda previsione giusta) come il
massimo di un movimento pluriennale (a
1530 dello SP). Avendo di nuovo
interpretato correttamente il mercato a
partire da allora (ma quanto rimpianto per
non essermi raccapezzato nel movimento
rialzista 930-1530) percepii che il mercato
sarebbe crollato, ma non individuai la sua
prossima stazione di arrivo e cioè 930.
Pensai ad una flessione da 1530 a 1100
fino all’estate 2001 e poi un doppio
massimo verso 1400, per dicembre 2001.
Così in giugno, luglio e agosto 2001
anticipai che ci sarebbe stato un minimo
intorno a 1100 anche perché pensavo
appunto ad una seconda ondata di rialzo
(quella che chiamai “La seconda
inondazione del Nilo”, vedi Lettera
Finanziaria dicembre 2001).
In realtà il 21 settembre 2001 il mercato
scese di nuovo a 930 come nell’ottobre
1998 formando una bellissima testa e una
perfetta linea del collo. A quel punto
compresi che avremmo avuto una nuova
svolta e previdi una salita fino al 10
dicembre 2001. In questa parte del
movimento il mercato mi diede ragione,
anche se, chissà perché? io continuai a
pensare ad una sorta di doppio massimo, il
che contraddiceva la formazione di una
spalla destra. Quando il mercato, dopo una
fase di lateralità in dicembre, a partire da
gennaio imboccò la strada del ribasso,
pensai di avere ragione ad aspettarmi la
rottura di 930 e la susseguente
accentuazione della caduta. In realtà il
mercato azionario di New York rimase, fra
alti e bassi, vicino ai livelli massimi della
spalla destra per tre mesi e cioè fino al 21
di marzo e da lì iniziò una discesa molto
netta che ha portato il movimento a
confermare quello che fin dall’inizio si
poteva intuire (quanto rimpianto!) e cioè
che la borsa di New York stava
completando un enorme “Testa e Spalle
Top”. La conferma è avvenuta con la
rottura della linea del collo a 930 alla metà
di luglio. Da quel momento i giochi sono
fatti: si può prevedere con assoluta (?)
sicurezza che il mercato è diretto a circa
550/600 e cioè 930 meno l’altezza della
testa in percentuale.
Ciò che è avvenuto dopo la rottura della
linea del collo è di semplice interpretazione
e lo avevo previsto. Come spesso accade il
mercato ha dovuto ritornare a “testare” la
linea del collo e anche a romperla
leggermente e ciò è avvenuto in agosto
allorché il 22 di quel mese lo SP è salito
fino a 965. La nuova flessione dei corsi
conferma ancora una volta l’affidabilità
della previsione connessa con il “Testa e
Spalle Top”. Come ancora molto spesso
avviene, il mercato potrebbe ora ritentare
di nuovo di avvicinarsi o magari di
superare una seconda volta la linea del
collo (900-980), ma ormai, che faccia o no
questo secondo ritest, la mia previsione è
che esso è condannato a scendere fino nei
dintorni di 550/600 dell’indice SP.
In conclusione: le mie previsioni giuste
sono state:
1) il massimo di luglio 1998
2) il massimo di aprile 2000
3) il massimo di dicembre 2001
4) la forte caduta dalla primavera 2000 fino
a luglio 2001.
5) il rialzo 21 settembre 2001-dicembre
2001
6) la nuova caduta dopo marzo 2002
7) il fatto che, rotta la linea del collo a 930
(con caduta fino a 773 il 24 luglio 2002),
si sarebbe andati a ritestare tale linea e non
bisognava diventare ancora più ribassisti,
ma aspettare, un rimbalzo.
I miei errori sono stati:
1) non aver capito che dopo la caduta luglio
1998-ottobre 1998, si sarebbe avuto un
formidabile rialzo di prezzi per la
formazione della testa.
2) non aver capito che la caduta dopo
l’aprile 2000 avrebbe portato il mercato a
fare una linea del collo a 930.
3) avere atteso un minimo intorno a 1100
in luglio/agosto 2001 invece che 930 nel
settembre 2001.
4) avere atteso una sorta di doppio
massimo in dicembre 2001 invece che la
formazione della spalla destra intorno a
1200.
5) avere avuto alcune altre incertezze sul
fatto che nel momento di discesa (dopo
dicembre 2001 e soprattutto dopo marzo
2002) si andasse a rompere il livello di 930
(queste esitazioni sono state
imperdonabili).
A questo punto la situazione è chiara su
tutta l’area. Per quanto il mercato possa
fare degli scotimenti nell’area 773-930
ancora rompendo i livelli in parola in su e
in giù, la configurazione “Testa e Spalle
Top” è perfetta, completa ed evidente. Non
c’è più margine di incertezza: non si
possono più prendere quegli abbagli che ho
riconosciuto di avere presi e che
ovviamente sono facili da riconoscere
seppure con il senno di poi.
Ora la previsione è univoca, non farla
sarebbe colpevole e se, come credo,
risulterà esatta genererebbe un altro e
ancora più grave motivo di rimpianto.
Quindi la facciamo: il mercato di New
York non è soltanto in un bear market
primario, è anche diretto, sia pure tra alti e
bassi, verso l’area di SP 550/600. Nel caso
fosse errata, il rimpianto di averla sbagliata
sarebbe grandissimo. Non dimentichiamo
che la previsione annunciata e verificata
per un analista è tutto. Se sbaglia vuol dire
che il suo metodo di analisi è errato.
Prof. Francesco Arcucci