Quando gira il mercato ?

 

  By: massimo on Giovedì 15 Febbraio 2007 01:15

Se pensiamo che nessuno tiene grosse somme ferme sul conto in nessuna parte del mondo e che quadri, gioielli e tanto altro ancora rappresenta una piccola fetta degli investimenti che per utilizzare tutti i soldi in giro ci sono solo tre posti:immobili, obbligazioni,azioni, allora per capire cosa sta per succedere basta fare un'analisi intermercato tra questi tre settori. Senza scendere nei dettagli, ma solo utilizzando il motivo più evidente: gli immobili per ora non attireranno soldi, perché i segni di rallentamento sono fin troppo evidenti, le obbligazioni coi tassi in calo stesso discorso, LE AZIONI americane costano un numero di volte gli utili di almeno il 30% inferiore alla media storica, quindi non è che oltre alle azioni rimanga dell'altro, e anche chi non vuole comprarle alla fine arriverà a farlo e magari entra per ultimo e paga per tutti, ma la salita delle azioni è un fatto certo. Poi se vogliamo parlare di tutti i problemi che ci sono in giro, petrolio che non basta più, dollaro che può crollare se gli asiatici lo vendono ( poi voglio vedere a chi la vendonbo la loro merce se fanno triplicare le loro valute) , debiti pubblici e delle famiglie fuori controllo, ecc... ma anche a succedere un terremoto, non può succedere prima che un rally delle azioni porti il loro valore molto più in alto di oggi, perché gli ingredienti per il raly ci sono tutti e la differenza della bora con il casinò è nella prevedibilità della borsa con i parametri a posto e visto che oggi lo sono l'effetto ci deve essere, ciao Massimo Peppe

 

  By: GZ on Giovedì 15 Febbraio 2007 01:01

c'è un bellissimo pezzo di Niederhoffer che riassume l'^effetto dei grandi cicli di speculazione immobiliare#http://www.dailyspeculations.com/wordpress/?p=896^, per questo trimestre a dire la verità ne trae una statistica positiva per le azioni è bello perchè sintetizza come in termini economici la terra e gli immobili hanno sempre avuto molto più effetto sull'economia della borsa o di qualunque altra cosa, per secoli il "ciclo economico" è sempre stato soprattutto un ciclo di credito/debito e speculazione sulla terra la sua stessa famiglia perse tutto negli anni '30 speculando sugli immobili e così quella di sua moglie "..Laurel’s father, a REIT executive, lost wealth and his livelihood in the 1972-1974 collapse. Vic’s parents were similarly brought to their knees during the Depression. After losing their stake in the stock market, the family tried to rebuild by buying depressed properties at foreclosure sales in the ‘30s. When that, too, proved impossible, speculation became a dirty word until the late ‘50s, when Vic gingerly made his first steps into buying mining properties on the American Stock Exchange. Almost four decades later, a financial collapse in Thailand brought about by massive overbuilding forced Vic to close his hedge fund — and mortgage his house. Real estate drives everything Real estate’s wide-ranging impact on life and investment stems from its immovable nature; it is fixed in quantity. Everything that happens takes place on real estate. It’s a major source of wealth for businesses and consumers. It absorbs a sizable portion of everything that people spend — some 10% to 20% of typical business operating expenses, and at least one-third of a typical family’s income. It's a factor in all production and spending decisions. Several theories attempt to pinpoint the cause of real estate cycles. David Ricardo and Henry George observed in the 19th century that rents and land prices rise when business is good, absorbing the extra profits generated. The price rise is exacerbated as speculators jump in near the top. Eventually, business staggers under the burden, rents and mortgage payments go unpaid and land prices crash. But hope springs eternal, and real estate eventually becomes cheap enough to let entrepreneurial business plans pencil out. Going back into history, the demise of great speculative land operations — the South Sea Company in England and the Mississippi Company in France — created wholesale financial panics. The memoirs of the great 18th-century speculator Giacomo Casanova, whom it is always proper to recall on Valentine’s Day, detail how he used such excesses for the mutual benefit of himself and his amours. In modern days, who can forget 1980s Japan, when the few acres around the imperial palace in Tokyo commanded a higher price than all the real estate in California? Or the 1990s tech boom that drove Silicon Valley rents and land prices up hundreds of percent? In both cases, as in so many others, disaster soon followed. Yoon Dekko of Korea’s Ajou University and colleagues at University of California Berkeley note that many explanations of real estate cycles feature “the greedy developer” and “the bumbling lender.” This is because bankers apparently like to lend so long as business conditions are good, while developers have a complementary tendency to borrow so long as credit flows. The resulting oversupply brings down prices. Nobel Prize winner Joseph Stiglitz, asked about the causes of Southeast Asia’s market collapse in a June 2000 interview with The Progressive, went to the heart of the problem: "The biggest problems were the misallocations of lending to speculative real estate, and risky financing, especially borrowing short-term debt on international markets." ..

 

  By: GZ on Giovedì 15 Febbraio 2007 00:48

sì è una svista, ^era il contrario#http://www.cobraf.com/forumf/cool_r_show.asp?topic_id=6102&reply_id=74278^

 

  By: Moderator on Giovedì 15 Febbraio 2007 00:13

leggermente ot , una domanda : per consumatori che usano abitualmente carta di credito , in fondo il rifinanziamento della casa è un modo per avere dei soldi a tasso più basso che con le carte di credito . Può incidere una cosa del genere , nel senso che il debito per mutui immobiliari non è così pericoloso se si hanno altri asset ?

 

  By: giuseppe cuneo on Giovedì 15 Febbraio 2007 00:04

Mi sembra che la borsa sia come l'astrologia: tra sei mesi vedremo se avrà avuto ragione Zibordi o Massimo ( che saluto con piacere....ci/mi mancano tanto le sue indicazioni sulle azioni usa ). Ambedue fanno dei ragionamenti molto sensati ma uno solo avrà ragione. Un altro esempio: il prezzo del petrolio: se scende dovrebbe favorire i consumi e quindi alzare la borsa, ma potrebbe anche drenre liquidità dagli sceicchi, che ridurrebbero gli investimenti e farebbe scendere la borsa. quale effetto prevarrà ? Al momento, sembra, il primo visto che da 75 a 50 e ora 58 ha favorito consumi e borsa.

 

  By: Mr.Fog on Mercoledì 14 Febbraio 2007 23:57

Tutto e' perfetto ma e' sostenibile? E' questa in fondo la domanda. E' sostenibile che le aziende riescano a crescere anni e anni a doppia cifra senza mai accusare un calo? (ma la concorrenza dov'e'?) E' sostenibile la crescita degli utili cosi' come viene prevista e scontata dal mercato? (cancelliamo 100 anni di studi sui cicli dell'economia) E' sostenibile a questi ritmi il deficit commerciale? (chi sene frega dell'equilibrio tra stati) E' sostenibile a questi ritmi la crescita della massa monetaria? (l'inflazione e' solo un ricordo) E' sostenibile a questi ritmi la svalutazione dello yen? (se sono contenti loro..) E' sostenibile l'aumento esponenziale dell'uso dei derivati e delle "zingarate" degli Hedge.(ma cosi' si guadagna tutti) E' possibile, ma e'... sostenibile? Ciao Massimo, ben tornato!

 

  By: gianlini on Mercoledì 14 Febbraio 2007 23:49

i p/e del 2000 saranno anche stati alti, ma in prospettiva quasi ragionevoli visto che 6 anni dopo il mercato è più alto di un 10-15 % e i p/e 4 mesi prima del massimo ancora di più quando la bolla del credito scoppierà, saremo ancora vivi?

 

  By: massimo on Mercoledì 14 Febbraio 2007 23:46

nel 2000 c'era bolla perché i p/e erano superiori alla media storica e le obbligazioni di stato rendevano il doppio degli utili azionari, oggi è il contrario. Se prendi a prestito soldi e compri azioni, devi anche considerare che il valore dei soldi si svaluta e solo per gli assett c'è vero aumento di valore azionario, inoltre come dimostranoi irecenti record di tutti i tempi negli utlimi due anni di acquito di azioni proprie delle compagnie quotate, oltre a dimostrare la sottovalutazione, fanno poi aumentare la quotazione perché gli utili vengono divisi per minor numero di azioni, quindi che i prezzi salgano è un fatto giusto, infatti c'è stata nche la corsa al leverage buy out a dimostre che oggi gli unici affari si fanno in borsa, ciao Massimo

 

  By: GZ on Mercoledì 14 Febbraio 2007 23:41

A parte le complicazioni di dati mensili e annuali c'è una cosa semplice che ho impiegato del tempo a capire, ma che per me taglia la testa al toro Supponiamo che si decida una tassa pari a X miliardi e il ricavato venga usato per comprare azioni in borsa. Cosa succede ? che il consumatore è più povero, ma la borsa sale. Ma l'economia non peggiora perchè il consumatore non spende ? Ok, allora gli consentiamo di indebitarsi per X miliardi così non smette di spendere. Risultato: i mercati azionari salgono e il consumatore è contento. Questo è quello che è successo dal 2002 Da una parte i paesi produttori di petrolio dal 2002 al 2006 hanno accumulato 2.000-2.500 miliardi grazie al prezzo triplicato e questa è come una tassa Dall'altra in USA e poi nei paesi anglosassoni si sono presi a prestito circa 2.000-2.500 miliardi (non 20, non 200...) dal 2002 al 2006 USANDO LA PROPRIA CASA come "ipoteca", perchè il suo valore era salito del 50% o 60% Cioè il petrolio è triplicato, 2.500 miliardi sono usciti dalle tasche dei consumatori occidentali e però guarda la coincidenza la stessa cifra è stata presa a prestito dai medesimi grazie al fatto che il valore delle loro case è salito del 60 o 90% E' possibile che una situazione del genere abbia un lieto fine ?

 

  By: gianlini on Mercoledì 14 Febbraio 2007 23:40

allora nel 2000 non c'era stata nessuna bolla solo la corretta valutazione degli utili futuri? giusto?

 

  By: massimo on Mercoledì 14 Febbraio 2007 23:38

finora la borsa ha scontato solo il fatto che non doveva calare prima dell'estate 2006 perché non c'era recessione, riprendendo il suo valore prima del 10 maggio 2006, ora deve salire per la crescita degli utili degli ultimi tre anni, quindi anche se quest'anno abbiamo una crescita debole degli utili, la fermata sui tassi della FED fa salire le quotazioni che possono riprendersi il valore storico dei p/E CHE MANCA DA 4 ANNI, ciao Massimo Peppe

 

  By: gianlini on Mercoledì 14 Febbraio 2007 23:32

scusa beppe, ma cosa ha scontato finora allora la borsa, se arriva al minimo dell'economia con rialzi che durano da 3-4 anni, e l'ultimo ininterrotto da 8 mesi? e dove va l'immobiliare se davvero dovessero tagliare ancora i tassi?

 

  By: massimo on Mercoledì 14 Febbraio 2007 23:28

la mia tesi è che la crescita zero dei consumi sia il picco minimo e quindi da qui si può solo salire, quindi la borsa inizierà a scontarlo, perché la primavera è il momento migliore per i consumi ed è il momento anche dell'uscita dei prodotti nuovi, dai giocattoli per esterni, ai materiali per hobby, ecc... Per quanto rigiarda le scorte di magazzino, queste vengono aumentate proprio alla vigilia degli incrementi dei consumi, quindi mi sarei preoccupato se non fossero aumentate. Capisco che possa sembrare un ragionamento insolito, ma anche se solitamente viene preso per buono il dato sul calo delle scorte perchè producono ordini per riempire i magazzini, nei momenti di grossa ripresa in USA le scorte le ho viste sempre aumentare e fu così anche alla vigilia della ripresa del 2003, ciao Massimo PEPPE

Tutto gira intorno a questa cosa: i consumi in America - gz  

  By: GZ on Mercoledì 14 Febbraio 2007 23:16

La "tesi Orso" è che l'economia americana sta frenando bruscamente e probabilmente andando in recessione entro 6-8 mesi per cui si stanno illudendo e quando usciranno dei numeri che costringono ad ammetterlo sarà il panico Bernanke ha detto oggi che i consumi reali nell'ultimo trimestre sono saliti del 4.5% e che "...some indications that inflation pressures are beginning to diminish” e quindi hai buona crescita e inflazione in calo ==> scenario perfetto anche nel 2007. Sono alcuni mesi che ogni volta che Bernanke parla o la FED fa un comunicato la borsa schizza in su, oggi appena è apparso il testo del discorso di Bernanke e l'S&P ha sparato 8 punti in cinque minuti Un ora prima erano usciti dati di consumi USA di gennaio con un bell' ^incremento pari a ZERO#http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601087&sid=aEEPcmY05FgA&refer=home^ Tutto, l'Oro, il Dollaro, i Bonds e le Borse gira intorno a questa cosa: se ha ragione Bernanke e i gestori che la crescita USA continua per il quinto anno al 3.5% circa oppure no I numeri sono questi: l'80% della variazione del PIL l'anno scorso è stata data dai consumi ("retail sales") e il dato di oggi dice che la crescita anno su anno è +2.2% (quella mese su mese zero), ma con inflazione al 2.2% anche la crescita anno su anno dei consumi sarebbe zero! Questo in base all'ultimo numero, di gennaio In dicembre però il dato era stato migliore, +1.2% mese su mese, lo so, grazie all'ondata di caldo e agli sconti mai visti (prezzi al consumo in calo, ma volumi in forte aumento...), ma prendi i dati da agosto (quando il mercato immobiliare ha iniziato la frana) fai la media e sei sul 3% nominale. Dato che l'inflazione è calata dal 3% e rotti al 2% addizioni un punto e qualcosa di calo dei prezzi e hai i numeri di Bernanke del 4% di crescita dei consumi. Ma nel primo trimestre la crescita nominale (quello che fatturano i negozi) era sull'8% con inflazione sul 3.5%. Ora hai una crescita nominale sul 3% (ultimi 4-5 mesi) o sul 2.2% (dato di gennaio). Se guardi cioè alle vendite misurate nei negozi, le fatture, gli scontrini c'è una diminuzione in soli 6 mesi molto pesante. Ma il governo sottrae a questi numeri l'inflazione e dato che l'inflazione è calata di colpo (grazie al petrolio da 75 a 55 dollari e altro) riesce a mostrare un aumento REALE (al netto della stima di inflazione) ancora buono. Il fatto è che l'America importa 700-800 miliardi l'anno più di quello che esporta e una crescita zero dei consumi americani significa 500 miliardi circa in meno di export per il resto del mondo, per dare un idea il surplus di Giappone, Cina e Germania tutti assieme è sui 600 miliardi l'anno Ma quando compri compri con soldi, cioè contano i valori nominali, la stima del valore "reale" che fanno gli statistici non serve per pagare una fattura. Se anche il prossimo mese le spese degli americani non aumentano non è che i tedeschi dicono: "ho venduto di meno, ma in termini reali, tenendo conto dell'inflazione USA in calo, sono contento..." Ora: una CRESCITA ZERO DEI CONSUMI IN AMERICA NON ACCADE DAL 1994. Nemmeno nel 2001 con l'11 settembre ed Enron e il crac del Nasdaq è successo che I CONSUMI AMERICANI non cressero per un anno, rallentarono all'1% e ci fu una mezza recessione mondiale (Non andarono a zero perchè la FED tagliò i tassi in modo drammatico dal 6% all'1% e fece esplodere i valori degli immobili....) e Visto che il deficit mensile ieri è uscito a 61 miliardi per dicembre (in aumento da 58 di novembre e quindi SOTTRAE dal PIL), visto che gli investimenti come ammette oggi Bernanke sono in calo (sottraggono dal PIL), visto che le scorte di magazzino erano invece in aumento in dicembre (immagazzinano, ma non vendono) se viene a mancare il consumo l'economia si ferma Il numero di questo mese di crescita zero avrebbe dovuto far vendere non comprare, ma Bernanke ha detto che stima la crescita dei consumi sul 4.5% reale e visto che sono 4 anni e 1/2 che le borse salgono e l'economa cresce credono a lui e non ai numeri

 

  By: massimo on Mercoledì 14 Febbraio 2007 23:12

Gianlini tutto è sempre possibile nella vita, ma al 99,9% ii rialzi dei tassi in USA non sono possibili, perché innanzitutto non servono, in quanto la crescita economica è moderata e l'inflazione debole, ma se li facessero sarebbero addirittura dannosi perché la vendita di case nuove nel 2006 ha avuto il più pesante calo da ben 16 anni, quindi un rialzo non necessario renderebbe più cari i mutui, farebbe continuare a calare la vendita di case nuove estavolta potrebbero collassare i prezzi causando una pesante recessione. Visto che la recessione è ormai uno scampato pericolo e sono riusciti a frenare gli immobili sgonfiando la bolla senza farla esplodere e l'economia sta ripartendo, visto che anche la vendita di case nuove sta riprendendo a crescere, come è solo lontanamente pensabile creare problemi rialzando i tassi ???