By: crashh on Giovedì 31 Ottobre 2013 16:41
Anche i ricchi... piangono......
La drammatica bancarotta dell'uomo più ricco del Brasile
Soltanto diciotto mesi fa, questo signore, Eike Batista, era l’uomo più ricco del Brasile, il settimo al mondo nella classifica dei miliardari di Forbes. Era l’astro nascente delle economie emergenti, il nuovo Carlos Slim (il magnate messicano delle telecomunicazioni), andava a braccetto con la presidente Dilma Rousseff, di cui era il principale sponsor, e inaugurava un porto immenso (grande quanto due isole di Manhattan) a Rio de Janeiro. Batista era il simbolo della potenza economica del Brasile. Meno di due anni dopo, è in rovina. Nelle sue aziende si è aperta una voragine finanziaria e industriale, ha bruciato oltre 34 miliardi di dollari. Raramente, nella storia dell’economia mondiale, si era vista una caduta tanto rapida e repentinea.
Come ha fatto Batista a salire così in alto, per poi precipitare così in fretta? Il suo impero era un gigante con i piedi d’argilla, aveva investito in tutti i settori più cari al governo brasiliano e alla sua fame di crescita economica: risorse naturali, logistica, trasporti. Ma il suo sogno si è infranto sul progetto più grande, costoso e fallimentare: la trivellazione petrolifera al largo delle coste brasiliane, con la promessa di trovare milioni di barili di greggio. La prospettiva era troppo allettante per ascoltare gli scettici, avrebbe dato al Brasile l’indipendenza energetica, e il volano per diventare una superpotenza economica. Le azioni della sua OGX erano volate alle stelle, era il 2010 quando il progetto era al suo culmine. La crisi infuriava, ma il Brasile era tra le tigri emergenti, e guardava al futuro con fiducia.
Anche il futuro di Eike Batista era senza nuvole. La stampa brasiliana racconta che Batista credeva nel fato, e che il suo glielo avevano predetto una notte le stelle di Machu Picchu. Fiducia totale nelle sue intuizioni, è per questo che Batista ha investito tanto nella trivellazione, anche quando le evidenze cominciavano a sostenere il contrario. La sua vita sembrava uscita da un film. Sposato con una playmate, aveva chiamato i suoi figli Thor e Odino, si sentiva un Dio, aveva una casa di marmo e parcheggiava la Mercedes in salotto, aveva uno yatch di 50 metri. Mai avrebbe immaginato che le stelle gli avevano mentito, che i geologi avevano toppato, e che nelle acque di Rio non c’era nessun tesoro energetico, e che tutti lo avrebbero abbandonato.
Batista ha chiesto ingenti iniezioni di liquidità anche quando era chiaro che la trivellazione era stata un fiasco, e ora i debiti sono troppo grandi per tornare indietro. La Petrobras, la compagnia petrolifera di Stato, che tanto aveva creduto e investito in lui, non intende mettere più un real nelle aziende di Batista, il valore delle azioni si è polverizzato, e anche la sua vita privata si sta sfaldando. Odin, suo figlio minore, è accusato di omicidio colposo: ha investito un ciclista. Lo yatch è stato venduto, e – forse cosa più grave per il suo orgoglio – Batista è stato escluso dalla classifica dei miliardari di Forbes che tanto sognava di scalare.