By: Moderatore on Sabato 27 Dicembre 2003 20:04
.....Bill Gross - il guru dei bond che gestisce il fondo obbligazionario più grande del mondo, il Pimco Total Return Fund (73,5 miliardi di dollari, 9,2% di rendimento annuo dal lancio nell'87) - non abbandona la sua visione pessimista della salute dei mercati finanziari americani. (dal ^corriere economia#www.corriere.it/edicola/economia.jsp?path=TUTTI_GLI_ARTICOLI&doc=GROSS22^)
Crede ancora che il Dow Jones crollerà a 5.000 punti, la metà di oggi?
«Devo ammettere che i mercati azionari hanno avuto 12 mesi eccezionali, ma questo non significa che non siano sopravvalutati e che su un orizzonte di lungo termine non debbano raggiungere un livello di prezzi più appropriato, ovvero che il Dow Jones non debba diminuire almeno di qualche migliaio di punti. Quando ho dichiarato che il Dow dovrebbe essere a quota 5.000, volevo semplicemente dire che la Borsa americana a un certo punto dovrà offrire dei dividendi del 2,5-3% rispetto alle quotazioni. Il Dow a 5.000 è solo il risultato dei prezzi che devono aggiustarsi per garantire rendimenti più alti. Questo aggiustamento può avvenire in un periodo di tempo molto lungo e di sicuro non avverrà nei prossimi 12 mesi, perché i profitti delle società quotate sono forti».
Non sono proprio la crescita così sostenuta dei profitti e la ripresa economica a giustificare il rialzo di Borsa? Ritiene che questa ripresa sia sostenibile?
«Nel breve termine credo che vedremo una continuazione della ripresa economica negli Stati Uniti, ma ci sono dubbi sulla sua sostenibilità. Il desiderio dei privati e delle aziende di risparmiare di più, combinato con un deficit commerciale americano quasi al 6% del Pil, frenerà i consumi e indurrà una modesta crescita economica. Un fattore chiave nel determinare la sostenibilità della ripresa sarà se il business inizierà o no a spendere su nuovi progetti e ad assumere lavoratori. L'effetto dei recenti stimoli dei consumi, dei bassi tassi e dei tagli delle tasse alla fine svanirà, lasciando alle aziende il ruolo di guidare la crescita americana».
A proposito di tassi, pensa che la Federal Reserve li rialzerà l'anno prossimo?
«Non credo che siamo vicini a quel momento. I tassi dovrebbero rimanere ai minimi storici per gran parte del 2004, ma c'è spazio perché vengano rialzati leggermente nella seconda metà dell'anno».
Lei teme che prima o poi l'inflazione si riaccenda. Sarebbe peggio per le azioni o per le obbligazioni?
«In generale l'inflazione è peggio per le obbligazioni che per le azioni, perché i bond distribuiscono le cedole, che aumentano quando i tassi vengono alzati per combattere il caro-vita. Questo non significa che gli investitori in bond non possano aggiungere valore in un clima inflazionistico. Pimco è focalizzata sui Tips, titoli di stato indicizzati all'inflazione, che proteggono l'investitore contro i tassi in rialzo, sui titoli municipali e sui bond dei Paesi emergenti».
Per un investitore europeo si pone anche il problema del dollaro: quanto in basso può scendere?
«Penso che vedremo un ulteriore declino del dollaro, perché la crescita economica e l'inflazione saranno più moderate di quello che la maggioranza degli osservatori prevede. Un'inflazione bassa significa che la Fed terrà gli interessi bassi più a lungo di quanto non ci si aspetti e i rendimenti bassi dei bond non riusciranno ad attrarre investimenti dall'estero».
Su quali investimenti dunque consiglia di puntare, oltre ai Tips?
«Materie prime e beni tangibili, valute diverse dal dollaro, immobili, obbligazioni e azioni globali non denominate in dollari. In particolare i bond europei, canadesi e australiani garantiscono interessi reali superiori ai T-bond americani. E le Borse internazionali - in particolare quelle dei Paesi emergenti - sono molto meno care di Wall Street e offrono dividendi migliori. Per esempio le azioni quotate a Londra hanno un rendimento del 3,7% sul loro prezzo, rispetto all'1,6% delle azioni americane».