BONDS

 

  By: ditropan on Giovedì 17 Gennaio 2013 13:37

[QUOTE=Laltro;35212534]Credi plausibile un ritorno a chiudere il gap lasciato sopra attorno a 145 (se vedo bene dal grafico)?[/QUOTE] ***************************************** buondì ... con un poco di ritardo ... ma arrivo! D'altronde ho un'operatività multiday e moooolto lenta!!!! :D:);) Se gli indici si spatasciano in quello che tutti si attendono come ritracciamento della salita partita a dicembre .... allora diciamo che è possibile vedere un bund ritoccare i 145. Al momento però x come la vedo io il rimbalzo sul bund è finito questa mattina ed oggi siamo partiti per un'altra onda di ribasso che dovrebbe portarci a nuovi minimi su bund e t-bond. Leggendo per forum c'è troppa gente corta ed inquaz.zata che si aspetta ritracciamenti importanti sull'azionario ... quand'è così per solito gli indici (azionari) continuano a salire lentamente strizzando le p.@.l.l.e di chi va corto. :censored::yes::cool: Man mano che salgono sull'azionario viene drenata liquidità dall'obbligazionario che quindi in queste fasi non può che continuare a scendere ... ovviamente imho. ;) Se poi con marzo/aprile ci si accorgerà che dopo tutto non va così malaccio e pian pianino ci si stà riprendendo ... allora prepariamoci ad un mega "travaso" di liquidità da obbligazioni ad azioni ... allora lì vedremo delle giornate da -2% al giorno su bund e t-bond ... rendiamoci conto che i bonds in questo momento sono poco distanti dai massimi in condizioni di mercato che stanno cambiando, incorporano quindi molto premium risk ... come il mercato se ne renderà conto questi si faranno un giro a sud molto repentinamente ... e chi è dentro è dentro ... chi è fuori e fuori! :censored::yes:

 

  By: temistocle2 on Mercoledì 16 Gennaio 2013 19:25

Questo è emesso in Dollari e scade nel 2015, US$2,500,000,000 Republic of Italy 3.125% Notes due 2015 sempre da ^ftalphaville#http://ftalphaville.ft.com/files/2012/12/Italy2015bond.pdf^

 

  By: shera on Mercoledì 16 Gennaio 2013 17:14

è una questione legale, risparmiano tempo in cartaccie. se uno stato non può pagare non paga...cambia solo che il default-parziale sarà più ordinato. In ogni caso senza un veto tedesco sarà la bce che compra quando le banche non riescono a sottoscrivere, per questo presumo che sarà la germania a uscire dall'euro o a stringere le chiappe dopo che la *** na sarà rieletta.
Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

 

  By: Lelik on Mercoledì 16 Gennaio 2013 16:58

Sulle Clausole di Azione Collettiva c'è un breve ma buon articolo (vedere anche i commenti) qui: http://alturl.com/s3sq8 Qualche estratto: - Dal 01/01/2013 questa tipologia di clausola è stata inserita nelle nuove emissioni di titoli di stato italiani con durata superiore ai 12 mesi - La CAC è una clausola per cui se la ristrutturazione raggiunge una certa soglia percentuale di aderenti anche chi non ha aderito alla ristrutturazione è costretto a parteciparvi (mia nota: di fatto una specie di concordato preventivo applicato però sul debito pubblico) - La CAC è stata attivata nel caso della ristrutturazione del debito greco; il campo d'applicazione dipende dal titolo nel cui regolamento tale clausola è contemplata. In deroga a tutto questo, nel caso della Grecia, la CAC fu applicata a tutti i titoli di stato greco tranne a quelli con diritto inglese, questo anche se nei titoli a cui è stata applicata non vi era traccia di tale normativa nel regolamento. l'applicazione della CAC nel caso greco ha portato gli investitori che non hanno aderito volontariamente alla ristrutturazione del debito ad una perdita di circa il 75% del capitale investito - Il Tesoro ha già annunciato che continuerà ad emettere, con la consueta regolarità, titoli privi delle suddette clausole, cioè i titoli in corso di emissione al 01/01/2013 e gli off-the-run, al fine di garantirne la necessaria liquidità. Questo in piena coerenza con gli accordi europei, che prevedono la possibilità di ricorrere a questi titoli per un volume totale massimo pari al 45% delle emissioni complessive lorde del 2013 - A nostro giudizio non cambierà nulla a livello quotazioni, chi non era informato di questa novità siamo noi retail, gli investitori istituzionali senza dubbio lo sapevano, per cui se non hanno alzato la voce vuol dire che non gli interessa più di tanto, alla fine chi si prende il rischio diretto siamo sempre noi, loro lavorano con il denaro di altri mia nota2: ha ragione Hobi, ora è più esplicito che ci sia un rischio anche sui debiti sovrani

 

  By: hobi50 on Mercoledì 16 Gennaio 2013 16:34

Ci metto anche Lei tra i somari,ovviamente. Sembra che non Le sia chiaro che il problema della "ridenominazione " del debito ( passaggio dall'euro ad un'altra valuta )non ha nulla a che fare con la CAC. Hobi

 

  By: difra007 on Mercoledì 16 Gennaio 2013 16:27

Prima di dare dei somari a Tizio e Caio ( e pure Sempronio), sarebbe il caso di leggere l'articoletto postato che, sebbene in inglese è ben comprensibile, invece di far chiacchiere da bar.

 

  By: hobi50 on Mercoledì 16 Gennaio 2013 16:18

Dott. Zibordi ...solita confusione per spostare il problema ... Qui si tratta della Cac sui titoli italiani. Adesso per quelli emessi in Italia c'è la Cac.Prima non c'era. Che poi uno stato nella sua sovranità e nell'ambito della Legge possa introdurre "ex abrupto" clausole nuove che danneggiano una parte e trovare pure l'avallo della Corte Costituzionale "nulla quaestio". Certo che poi ..l'aereo presidenziale potrà venire pignorato da un tribunale estero per l'arbitrio commesso. Se c'è una CAC invece NESSUNO puo dire nulla. Ma queste sono considerazioni legali anche poco importanti. Il problema è che questo forum è popolato da un branco di somari. Ma possibile che nessuno capisca l'importanza politica di una decisione del genere ? Siamo passati dall'affermare che nessuno Stato farà default a prevederlo esplicitamente ! Hobi

 

  By: difra007 on Mercoledì 16 Gennaio 2013 16:10

Giovanni, forse questo è il pezzo cui fai riferimento sulla ridenominazione del debito dal punto di vista legale. ------------------------------------------------------------------------------------------ The legal aspects and abstractions of a euro redenomination Joseph Cotterill | Nov 21 2011 12:36 | 26 comments | Share And so it came to pass, that everyone who worried about whether the euros which people owed them would stay euros for much longer… …realised that this was not a drill. Case in point — a note by Nomura analysts published over the weekend, which has ruffled a few feathers. It’s one of the first investment cases drawing on the legal details of redenomination of euros into another currency. Nomura also treat this as quite an urgent practical matter: Redenomination risk: Which Euros will stay Euros?… Since the risk of some form of break-up is now material, investors should be thinking about “redenomination risk”: Which Euro denominated assets (and liabilities) will stay in Euro, and which will potentially be redenominated into new local currencies in a break-up scenario? Very simply: if one, or more, or all eurozone member states change currency out of the euro, what happens to financial contracts which perform in euros (i.e. pay euros or reference rates like Euribor that are linked to the euro)? The obvious example is sovereign debt but actually the big wall of money here is private debt, derivatives, etc. While Nomura are thinking about what assets to hold in these scenarios, we really liked their note because they grappled with the often very difficult legal concept of jurisdiction (the governing law of your contract) as a way to understand the problem. So, here is their conclusion: Investors should consider three main parameters when evaluating “redenomination risk”. The first parameter is the legal jurisdiction under which a given obligation belongs. The second is the likelihood that a break-up can happen in a multilaterally agreed fashion. The third parameter is the type of Eurozone break-up which is being considered, including whether the Euro would cease to exist in a given break-up scenario. In a scenario of a limited Eurozone break-up, where the Euro remains in existence for core Eurozone countries, the risk of redenomination is likely to be substantially higher for local law obligations in peripheral countries than for foreign law obligations. From this perspective, local law obligations should trade at a discount to similar foreign law obligations. In a scenario of a full-blown Eurozone break-up, evaluating the redenomination risk is more complex, as even foreign law obligations would have to be redenominated in some form. In this case, redenomination could happen either into new national currencies (using the Lex Monetae principle), or into a new European Currency Unit (ECU-2). This additional complexity in the full-blown break-up scenario leaves it harder to judge the appropriate relative risk premia on local versus foreign law instruments. “Lex Monetae” mentioned in the above being the the principle that a sovereign determines what its legal currency is, whether that’s euro, lira, drachma, or whatever else. More on this below. Here’s a chart via Nomura, summarising the above: You might recognise this “preference” for English (or NY) law assets over local ones from past debates about how investors could insulate themselves from restructuring of sovereign debt. There’s a passing resemblance of the risk of sovereigns passing new local laws to alter the terms of their debt (which English law would protect against) to the lex monetae issue. The ways in which English-law bonds differ from local ones were also brought out in the great Finnish collateral crisis of Greece’s bailout. This threatened negative pledge clauses in the bonds. At a very basic level, if you want to carry on being paid in euros: if governed under English or New York law your assets be, you (may) get home free. If under legislation Italian or Greek, you are up the creek. If Italy or Greece left the euro, they would pass a monetary law establishing the new lira or drachma as legal tender within their territory. Local-law contracts would be more likely to obey the ‘lex monetae’ created by this legislation. First problem here: there aren’t that many foreign-law eurozone sovereign bonds to go round, if you’re planning to pile into them. Relatively speaking anyway. Foreign-law bonds are a small part of Italian debt, but Nomura estimates that they still come to €198bn. Generally though, you probably aren’t going to buy up foreign-law bonds as sell local-law ones. Furthermore, this issue goes beyond sovereign debt — representative chart from Nomura, which sorts financial transactions across all asset classes into local and foreign law: (Click to enlarge.) Complicated, isn’t it? Going back to the lex monetae principle, there is a significant amount of case law behind it. “Serbian Loans” and “Brazilian Loans” are interesting interwar cases (relating to when France fell off the gold standard) which still matter today. Unfortunately, it is not actually as simple as that when you come to think about how courts would actually apply jurisdiction in practice, to contracts with very specific terms. ______________________ The wonders of jurisdiction Best to contemplate this using an example. Let’s say the Greek parliament passes legislation — call it the Drachma Conversion Law, whatever — on 31 March 2012, ruling that the New Drachma will become Greece’s sole domestic currency from midnight, 1 April 2012. (It’s a weekend! Much easier to go round the ATMs with technicians, train border guards to spot suitcases stuffed with cash, and so on.) Euro-denominated obligations in Greece will be converted to New Drachma at so-and-so a statutory conversion rate, the legislation further provides. The law and the statutory conversion rate are what lex monetae is in practice. However, Greece has passed its law, covering Greece, but no further. Herein lies the rub. In the case of a contract with a Greek counterparty that designates English law, will the courts in the UK acknowledge the principle of lex monetae as it pertains to Greece, as sovereign, or as it pertains to the remaining eurozone states that set up the currency (and that may still retain it among remaining members)? If the latter, then the contract should remain denominated in euro. The note by Nomura also draws our attention to the substantial difference between an unlawful, unilateral withdrawal from the euro and a consensual, lawful exit. In the case of the former, the UK courts are unlikely to recognise the redenomination anyway as such an exit is contrary to being part of the EU. What side a court in the UK ultimately lands on is also likely to hinge on what the intent of the parties to the contract was. Did they mean to follow the lex monetae principle of the eurozone members or of the individual sovereign? This is a point put rather elegantly in an article by Charles Proctor, over a year ago: It hardly needs to be stated that parties contracting in euro will not have given any thought to this issue which, to say the least, exists at a certain level of abstraction. The intention of the parties will therefore have to be inferred from the terms of the contract and the surrounding circumstances, and will inevitably depend on the weight of factors connecting the contract with Greece. This formulation may well be legally accurate but it is of rather limited practical value. We can see how proving intent may indeed be rather hard if the thing you are meant to have had intentions about never even occurred to you. And even if a case is won in the English courts, declaring that a euro-denominated Greek bond cannot be converted to drachma, that could just be the beginning of a long legal journey. Attempting to enforce the judgement and pursue a claim will itself come with a host of challenges. Related links: Quit euro – then instantly rejoin at weaker rate - FT Disorderly default, almost as bad as civil war – FT Alphaville Nomura “Goes There” With “The Legal Aspects Of A Eurozone Breakup” – Zero Hedge This entry was posted by Joseph Cotterill on Monday November 21st, 2011 12:36. Tagged with break up, Capital Markets, Drachma, Euro, Eurozone, governent bonds, Sovereign Debt Crisis.

 

  By: Moderatore on Mercoledì 16 Gennaio 2013 16:02

ad esempio l'Argentina o l'Ecuador hanno avuto problemi coi bonds in dollari che ricadono sotto i tribunali americani, gli anno sequestrato due mesi fa una nave argentina in Africa i creditori con un ingiunzione di un tribunale di NY, la Grecia pure ha problemi per una porzione di bonds che ricade sotto NY, ma l'Italia emette debito quasi tutto o tutto in euro credo... tuttavvia ho letto però in dicembre e credo di averlo anche postato un articolo del Financial Times che riportava la % di debito pubblico emesso italiano che ricade sotto il diritto inglese e si trattava di 190 miliardi di BTP credo anche di aver chiesto se qualcuno sapeva come distinguere questi dagli altri BTP, ma ora non trovo il link

 

  By: hobi50 on Mercoledì 16 Gennaio 2013 15:58

Che esperto d'egitto ! Non c'entra un fico secco la residenza del compratore ,c'entra il luogo d'emissione. Hobi

 

  By: Lelik on Mercoledì 16 Gennaio 2013 15:46

>Non è una notizia rilevante, nella misura in cui sono di diritto >italiano e non inglese ad esempio lo stato italiano >può fare quello che vuole... Qui urge un esperto: ma qual è il tribunale competente se uno straniero compra un titolo italiano? Quello di casa nostra come stato emittente, o quello del compratore? Perchè se fosse quello del compratore, siamo nell'Unione Europea e le sentenze (definitive ed eventualmente anche appellate) di un altro paese sono applicabili anche in Italia senza possibilità di appello ulteriore in Italia. E quindi il tribunale che ne so tedesco o francese o spagnolo in una diatriba su un default difficilmente darebbe ragione allo stato italiano. A meno che usciamo anche dall'unione europea, ma di quello non si è mai nemmeno discusso; solo di uscita dell'Euro su parla (tra di noi) che è un'altra roba. Sempre sulla competenza, non è poi di fatto un problema simile a quello dei titoli argentini andati in default, per cui ora c'è il timore di pignoramenti anche dell'aereo presidenziale argentino se mette la fusoliera fuori dallo spazio aereo nazionale?

 

  By: hobi50 on Mercoledì 16 Gennaio 2013 15:27

X Kurtinaikis "Quindi diciamo che le implicazioni della CAC in teoria sono più importanti per gli operatori del mercato in cui si trattano i credit default swap che non per la nonnetta col Bot." Diciamo che tutti i detentori di Bonds ,dalla nonnetta a Pimco,sono interessati alle CAC se hanno Bonds. Pimco,eventualmente,se ha dei CDS attenderà l'event of Default con CAC che ,Lei sa benissimo,è sempre un evento con un certo margine di incertezza . Hobi

 

  By: hobi50 on Mercoledì 16 Gennaio 2013 15:21

Il Dott. Zibordi ,come spesso gli accade ,non era sul pezzo perchè parlava di Legge Inglese .... mentre qui si tratta di giurisdizione italiana . Però lo scuso perchè io non parlo mai chiaro e lui,poverino,non capisce. Ricorrere alle leggi retroattive ( come del resto ha fatto la Grecia nell' ultima ristrutturazione ) e trovare una corte Costituzionale che dice OK ...è sempre possibile ma non giova a chi lo fa. Fatta questa premessa c'è un fatto politico economico importantissimo. L' Europa ,nei suoi vertici politici, ha deciso che ,d'ora innanzi,si possono fare ristrutturazioni del debito statale senza che nessuno si stupisca e senza che si facciano leggi retroattive. E siccome la cosa puo disturbare l'investitore si è posto addirittura un limite alla quantità massima di queste emissioni. Hobi

 

  By: Kurtinaitis on Mercoledì 16 Gennaio 2013 14:56

La novità è che la CAC, sotto determinate condizioni, permette allo stato di ristrutturare il proprio debito senza passare per la dichiarazione di un evento di default. Quindi diciamo che le implicazioni della CAC in teoria sono più importanti per gli operatori del mercato in cui si trattano i credit default swap che non per la nonnetta col Bot. Certo a parità di condizioni per un privato sarà sempre meglio acquistare titoli di stato di vecchia emissione (e di italiani, siccome esiste un Btpi 2041, se ne troveranno in giro almeno per altri 28 anni). Il discorso di Zibo però è che a un certo punto lo stato può fare quello che vuole, estendere la CAC retroattivamente, comunque se non vuole pagare non paga e nessun tribunale italiano gli darà mai torto.

 

  By: hobi50 on Mercoledì 16 Gennaio 2013 14:32

Mi sa che questa volta,Dott. Zibordi ,deluderà anche i suoi amici " zibordini un po somari ". Basta leggere gli articoli postati. Hobi