By: Fleursdumal on Mercoledì 11 Agosto 2004 22:05
Se nessun giornale serio americano ne aveva trattato evidentemente c'era una ragione :
Gli strumenti del terrore
Quattro ore e mezza di panico collettivo, sul volo
Detroit-Los Angeles, per la presenza di 14 "loschi"
individui, di aspetto mediorientale, con grosse
sacche di forme sospette. Ma erano musicisti folk...
di Vittorio Zucconi
Volo Detroit - Los Angeles, Boeing 7676, Northwest
Airlines, 10 luglio 2004. Una giornalista americana
con il marito e il figlio vede salire a bordo
quattordici "giovani uomini dall'aspetto
mediorientale". Portano borse di strana foggia, tubi
neri, oggetti con curiose protuberanze avvolti in
panni morbidi, preoccupanti sacchetti panciuti con
il logo della McDonald's. Si sparpagliano nella
cabina del 767. Uno, chiaramente il leader, siede in
prima fila, guarda caso proprio nel sedile più
vicino alla cabina di pilotaggio.
Appena l'aereo raggiunge la quota di volo, tutti, a
turno, si alzano. Si scambiano occhiatine d'intesa,
vanno e vengono dalle toilettes. Quello con il
(presunto) hamburger entra con il sacchetto gonfio e
ne esce con il sacchetto semivuoto. Ahi, ahi.
I passeggeri di aspetto "non mediorientale" notano i
loro movimenti, s'interrogano, tremano. La
giornalista del Wall Street Journal passa un
bigliettino a un'assistente di volo che le risponde,
sempre per iscritto, che il comandante ha sbarrato
la porta blindata della cabina e ha avvertito l'Fbi.
Una signora anziana piange silenziosamente,
sprofondando il volto nella spalla del marito per
non farsi notare. Uno dei quattordici, un tipaccio
col pizzetto, apre la cappelliera, ne estrae un
fagotto e si avvia verso il bagno. Si sente un grido
soffocato di donna. Oh my God. Passandole accanto,
il giovane si ferma e le scocca uno "sguardo gelido,
carico d'odio".
Il volo dura quattro ore e mezza. Ogni secondo è un
tortura. Quando il Boeing comincia la scivolata
verso LAX, l'aereoporto di Los Angeles, due di loro
si alzano e vanno alla toilette, contro ogni norma
di sicurezza, ma le assistenti non osano
affrontarli. La giornalista stringe forte la mano
del figlio. Un uomo prega il suo Dio. La signora
anziana si asciuga gli occhi, vuole morire con
dignità. È la fine. Arriva il "crack", lo schianto
secco del carrello sull'asfalto.
Autopompe, furgoni blindati, ambulanze, auto della
polizia, agenti e soldati in tenuta da guerra
circondano il Boeing della Northwest e arrestano i
quattordici islamici. Gli scampati all'attentato
respirano, ma la giornalista è furiosa. Come hanno
potuto far salire a bordo ben quattordici giovanotti
"di aspetto mediorientale"? Che razza di colabrodo è
l'aeroporto di Detroit? Tempesta la compagnia, la
direzione dell'aeroporto, l'Fbi, il dipartimento per
la sicurezza nazionale e finalmente ottiene una
risposta: i 14 erano effettivamente islamici. Erano
tutti cittadini siriani. E tutti musicisti.
Era un gruppo folk "mediorientale". Volavano a Los
Angeles per una serie di concerti e di esibizioni e
avevano scritture a Detroit, Las Vegas, Reno,
Phoenix, con regolare visto. Vabbè, insiste adesso
la giornalista, che non molla, forse che un
violinista non può essere anche un terrorista? E il
"gelido sguardo" di quello con il pizzetto, dove lo
mettiamo? E non potevano essere terroristi che
nascondevano a bordo parti di bombe e armi per
futuri complici, approfittando della pulizia degli
aerei, notoriamente approssimativa?
Ecco il nuovo mondo della "elevata attenzione" e
della "mobilitazione civile" nel quale devo vivere
qui, dal fronte della paranoia, tra i semafori, gli
allarmi, le grida che gli strateghi della guerra al
terrorismo agitano senza mai dire, senza mai
specificare, non per proteggere noi, che possiamo
soltanto aver paura, ma per proteggere loro stessi,
per coprire il sedere dei governi quando qualcosa o
qualcuno salterà in in aria.
È questa la "vittoria" che ci era stata promessa?
Stiamo vincendo davvero, se bastano un delirio
scarabocchiato in arabo su qualche sito spazzatura
di Internet o un'orchestrina siriana per paralizzare
nazioni, per cacciarci il cuore in gola, per
condannare ben duecento persone a quattro ore e
mezza di tortura autoinflitta soltanto perché un
giovanotto arabo porta a bordo un piffero? A che
serve, la nostra paura, altro che a procurare voti,
a fare audience tv e far vendere pessimi libri?
Questa, da noi negli Usa, è la stagione dei
congressi politici, delle inutili e coreografiche
"Conventions" dei principali partiti, che hanno
ormai il solo scopo di arricchire gli albergatori e
le prostitute che (notizia ufficiale di agenzia)
stanno volando a Boston e New York a sciami per
gettare coraggiosamente anche il loro corpo nei
letti della democrazia occidentale minacciata.
Il governo ha chiesto a noi che ci andremo, di
essere attenti, vigili, sospettosi, prudenti, di
essere spaventati.
Lo saremo. Faremo il nostro dovere di cittadini
dell'Occidente minacciato. Soltanto prostitute,
bionde naturali e con gli occhi azzurri, per i
delegati ai congressi. Signorine "di aspetto
mediorientale", astenersi.