GRECIA (Bond e Default)

 

  By: hobi50 on Martedì 10 Febbraio 2015 01:34

A Piazza Pulita c'era una deliziosa ragazza spagnola di "Podemos". A parte questo ,mi sono scoperto un supporter del loro programma. 1)Ristrutturazione del debito 2)Stop alle privatizzazioni (almeno fintanto che non sia chiaro come finisce il punto 1) 3)Aumento salari ( bisogna cominciare a tagliare i profitti per i salari ) Hobi

 

  By: lmwillys on Lunedì 09 Febbraio 2015 10:30

mio buon Shabib, mi capita spesso di concordare con le opinioni di Mazzalai, oggi vedo usa anche lui il termine 'inebetiti' ... d'altronde quale altro termine utilizzare riferito a noi italiani dinanzi al nostro ebetino mr. Bean ? http://icebergfinanza.finanza.com/2015/02/09/italia-una-visco-sa-bad-bank/

 

  By: shabib on Lunedì 09 Febbraio 2015 09:39

... e Varoufakis cerca di svegliare noi italici sonnolenti che assistiamo allo spolpamento italico inebetiti rivelandoci che abbiamo un debito insostenibile e che siamo mantenuti in vita fino a quando arriveremo felici e beati ad avere un emerito kazzo ... nessuno di noi ne era al corrente ... appunto , caro LMWILLIS .... ma gli italiani sono molto addormentati e quei pochi svegli non li mandano a votare ... non hanno neppure capito che per essere eletti e innovare non possono passare dalle liste di partito perche' sono ... manovrate e che quindi ci vogliono nuover leggi e nuove persone , e qui GRILLO e' l'unico ....

 

  By: lmwillys on Lunedì 09 Febbraio 2015 09:10

ieri Tsipras nel suo discorso programmatico nel Parlamento greco ha mostrato i primi segni di cedimento dinanzi alle pressioni in primis della kulona ... oltre a ribadire l'impegno assoluto nel rispettare alla lettera il proprio programma elettorale ha anticipato che chiederà pure i danni di guerra ai crucchi ... e Varoufakis cerca di svegliare noi italici sonnolenti che assistiamo allo spolpamento italico inebetiti rivelandoci che abbiamo un debito insostenibile e che siamo mantenuti in vita fino a quando arriveremo felici e beati ad avere un emerito kazzo ... nessuno di noi ne era al corrente ... il nostro ministro dell'economia dalemiano ex consigliere economico pure di quello stronzo del prelievo notturno nonché esemplare rappresentante degli strozzini fmi e del denaro ebreo deputato al nostro spolpamento si inkazza ahahahah adoro il duo vivailChe greco

 

  By: hobi50 on Giovedì 05 Febbraio 2015 12:48

Ho letto qualche parere sul FT in base al quale la mossa della BCE (togliere la bancabilità dei titoli dello stato greci nelle operazioni di rifinanziamento PRIMA della scadenza del waiver) potrebbe essere "ultra vires". Questo potrebbe spingere i greci ad una mossa disperata. Pompare sull'Ela ( ancora in essere ) e CONVERTIRE immediatamente in $. Nel caso di uscita dall'Euro avrebbero riserve in valuta che la UE non potrebbe bloccare come se fossero Euro. L'Europa aggiungerebbe ai suoi crediti un Target 2 ....il che, per chi ne è controparte e pare debba incamminarsi sulla strada del ripudio del debito non è dannoso (anzi !). Hobi

 

  By: Giovanni-bg on Giovedì 05 Febbraio 2015 11:19

Al di là dei dettagli tecnici del piano greco, di questa trattativa mi sfugge quale sia il piano B Quando tratti con qualcuno devi avere sempre il piano B che magari può essere anche un bluff.. ma devi avere qualcosa. Invece i greci non hanno alcun piano B Hanno già detto che dall'euro non escono. Punto. E quindi? Cos'è il piano B se dicono di no alle loro proposte? fare default INCONTROLLATO? cioé amputarsi le parti basse? Far fallire le loro banche? (come sopra) Se non hai un piano B non puoi ad andare a chiedere delle CONCESSIONI alla controparte, specie se questa è contrattualmente più forte di te. Se non minacci nulla quelli semplicemente fanno una risatina e ti dicono di tornare a casa. Cosa che è già successa ieri con Draghi. Sul piano comunicativo - simpatia hanno lavorato bene i Greci, ma non possono sperare di convincere i tedeschi con la simpatia. Se lo pensano sono fuori di testa.

 

  By: lmwillys on Mercoledì 04 Febbraio 2015 18:42

do solo questa velocissima occhiata ... 'Con una credibile assicurazione dei depositi le banche possono funzionare nel normale corso degli affari senza capitale, per esempio. ' è quello che hanno sempre fatto, socializzare le perdite e privatizzare i profitti bravo mosler ... me cojoni :-)

 

  By: hobi50 on Mercoledì 04 Febbraio 2015 16:42

Non ho molto tempo per esaminare la diatriba tra il ministro greco e Warren Mosler (lo farò certamente ). Ma ho visto chiaramente dove sta il punto nodale . Il ministro greco : "Gli acquisti di titoli di stato da parte della BCE non possono ripristinare la capacità di erogare credito dei mercati falliti o la capacità di indebitarsi di governi falliti." Commento di Warren Mosler "[WM] Meglio intesa come fallimento della BCE nel garantire esplicitamente contro il default i bonds emessi dai governi nazionali. Fu solo quando Mario Draghi affermò che la BCE avrebbe fatto “quello che serve per evitare default sul debito dei governi nazionali” che gli spread si ridussero e la crisi nazionale di finanziamento si affievolì. Ed è solo il timore che sia permesso che la Grecia faccia default che sta causando l’attuale crisi di finanziamento greca. " Quando il "greco" parla di "mercati falliti" e "governi falliti " penso di saperne abbastanza. Il fallimento è la "falcidia ,cosiddetta fallimentare ,del passivo ". Se non c'è falcidia non c'è fallimento e c'è solo RISTRUTTURAZIONE. Ora Mosler SI ILLUDE di ristrutturare "i falliti " con NUOVA MONETA CREATA . Non funziona. Se la moneta la immetti AI PIANI ALTI provochi solo DEFLAZIONE. SE la metti nei PIANI BASSI provochi INFLAZIONE perché sei costretto a coinvolgere nella gestione del denaro i governi guidati dalle rispettive classi politiche in conflitto di interesse. Hobi

 

  By: GZ on Mercoledì 04 Febbraio 2015 16:17

Ecco qui in sintesi quello che Varoufakis ha proposta da tre anni a questa parte come piano per il debito e in generale per risolvere la crisi della Grecia (tradotto ^dal suo sito#http://yanisvaroufakis.eu/2011/10/29/1223/^). Oggi con l'aiuto di Lazard propone qualcosa di leggermente diverso, ma la sostanza è: "Ingegneria Finanziaria" ! #i# Qual è la nostra alternativa? Per più di un anno, Stuart Holland abbiamo proposto (vedi la nostra "modesta proposta per risolvere la crisi Euro") un piano di riconversione del debito semplice con la quale la BCE: (A) prende in prestito, a proprio nome, dal settore privato per la quota (60% del PIL) di debito pubblico conforme a Maastricht di tutti i paesi della zona euro, (B) apre dei "conti di debito" per ogni stato membro il cui debito la BCE si è assunta, in cui gli stati membri in questione rimborseranno, nel lungo periodo, il debito che la BCE si è assunta a loro nome (ma ad un costo basso, ad il tasso di interesse più basso che sui mercati monetari ottiene la BCE). Gli investitori privati contrattano direttamente con la BCE, i cui bonds acquistano. Nessuna assicurazione è necessaria, nessuna ipotesi sul fatto che il debito italiano sarà ripagato o no, niente di complicato sui "ratings". Gli investitori privati ottengono una garanzia di ferro dalla seconda Banca Centrale più importante al mondo che in N anni riceveranno i loro soldi indietro con gli interessi. Punto. Sanno che la BCE ha poi il modo e i mezzi per fare in modo che l'Italia, la Spagna, anche la Grecia ripaghino quel denaro che la BCE ha preso in prestito per loro conto. Ma anche un piccolo dubbio su questo (ad esempio dubbio che la Grecia potrebbe non essere in grado di rimborsare alla BCE per intero) non importa ai cinesi e altri investitori in quanto sanno che la BCE può, se necessario, monetizzare, cioè stampare euro per la somma eventualmente mancante. La bellezza di questo è che, poiché la BCE ha il potere di monetizzare, non dovrà poi nella realtà veramente farlo (dato che la crisi del debito scomparirà, a seguito dell'attuazione di questo programma).#/i# ----- Leggere bene con attenzione. Questo schema è una furbata in sostanza, un modo di ingannare i tedeschi da una parte e il mercato finanziario dall'altra simultaneamente e far funzionare l'euro senza far perdere una lira al mercato finanziario. Cioè i tedeschi ci mettono la garanzia su gran parte del debito (quello in eccesso del 60% del PIL) e il mercato crede alla garanzia e accetta tassi di interesse bassissimi su tutti i 7mila miliardi di bonds europei anche se il 70% di questi bonds non viene da Olanda, Finlandia, Austria e Germania. E anche se la garanzia delle BCE riguarda solo circa un terzo (la quota in eccesso del 60% del PIL...) cioè circa 2,500 mld di bonds Morale: il titoli di stato di tutta l'Europa costano come quelli tedeschi e quindi il debito pubblico non è un problema e però gli investitori sono contenti lo stesso Vedete un errore in questo ? Prima di entrare nei dettagli, qui si suppone in sostanza che il mercato finanziario, gli investitori, fondi, fondi hedge e pensioni ecc... non perderanno mai soldi coi bonds europei...e lo stesso si farà di nuovo espandere l'economia della Grecia o dell'Italia. Questo non è possibile, leggere per capire il meccanismo ^questo importante saggio#http://www.cobraf.com/DocumentiScaricabiliCobraf/63_PDF.pdf^

Warren Mosler commenta la "Modesta proposta" di Varoufakis - Moderator  

  By: Moderator on Mercoledì 04 Febbraio 2015 16:01

^ReteMMT#www.retemmt.it^ pubblica oggi la traduzione della "Modesta proposta" di Yanis Varoufakis riguardo l'Eurozona, e il commento passo per passo di Warren Mosler: ^EUROZONA: COMMENTO DI WARREN MOSLER ALLA "MODESTA PROPOSTA" DI YANIS VAROUFAKIS (PRIMA PARTE)#http://www.retemmt.it/component/k2/item/414-eurozona-commento-di-warren-mosler-alla-modesta-proposta-di-yanis-varoufakis-prima-parte^ ^EUROZONA: COMMENTO DI WARREN MOSLER ALLA "MODESTA PROPOSTA" DI YANIS VAROUFAKIS (SECONDA PARTE)#http://www.retemmt.it/component/k2/item/415-eurozona-commento-di-warren-mosler-alla-modesta-proposta-di-yanis-varoufakis-seconda-parte^ #ALLEGATO_1#

 

  By: lmwillys on Mercoledì 04 Febbraio 2015 13:51

https://varoufakis.files.wordpress.com/2013/07/a-modest-proposal-for-resolving-the-eurozone-crisis-version-4-0-final1.pdf

Warren Mosler versus Yanis Varoufakis - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 04 Febbraio 2015 13:35

Tsipras non finge, non sta bluffando sull'Euro. L'attuale ministro delle Finanze greco Varoufakis ora è diventato di colpo una star internazionale grazie al fisico, ai modi non convenzionali e anche alle sue prolifiche idee. Tra cui non c'è assolutamente però l'Uscita dall'Euro. Tsipras e Syriza non fingono, sono proprio convinti che la Grecia debba stare nell'Euro e la loro "star", il economista/ministro delle Finanze lo dimostra qui sotto. Il Blog di Grillo ad esempio ha un altro articolo oggi sulla Grecia che deve uscire dall'Euro dal quale sembra che Tsipras sia avviata in quella direzione (^"Cosa farà adesso Tsipras? Per far fede agli impegni elettorali deve uscire dall'Euro...#http://www.beppegrillo.it/2015/02/la_grecia_deve_uscire_fuoridalleuro.html^), quando non è vero e ogni sondaggio in Grecia mostra un 70% e rotti pro-Euro, cioè il mandato elettorale NON è stato di uscire dall'Euro. Bagnai che ormai è il portavoce dell'euroexit ha ripetuto il suo disprezzo per ^i finti rivoluzionari di Tsipras manovrati dalla UE#http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2015/1/27/FINANZA-Bagnai-Tsipras-il-finto-rivoluzionario-manovrato-dall-Ue/576230/^ senza però come suo stile entrare in dettaglio nei problemi concreti della conversione in lire o dracme. #ALLEGATO_1# Tre anni fa Varoufakis era un economista all'università di Atene con un bel blog e aveva discusso in dettaglio anche la proposta di Mosler di uscire dall'Euro senza convertire i conti in banca che sono in euro. Quella di uscire dall'Euro in modo graduale, introducendo la lira o la dracma come moneta parallela è la proposta più realistica e riduce i pericoli di crash del sistema finanziario come qui si prova a discutere da tempo. Ma lo stesso Varoufakis spiegava che lui è comunque per salvare l'euro e stare nell'Euro e che uscirne sarebbe un disastro, anche con uno schema come quello di Mosler. (Notare che quando hanno discusso perlomeno, neanche Mosler era per l'uscita dall'Euro come opzione numero uno, leggere sotto). Bisogna rendersi conto che è un ottima cosa che in Italia il M5S, la Lega e altri siano per l'uscita dall'Euro, ma devono scontrarsi con l'85% degli esperti che gli dicono di no e devono battere i loro argomenti seri, quelli sui crediti, debiti e banche. Non basta dire che esporterai di più e importerai di meno e avrai la "sovranità monetaria" che di per sè è una bella frase, se non spieghi in dettaglio come funzionerà quando la gente ti porta i soldi via dalle banche perchè teme di ritrovarsi lire o dracme.... Ad ogni modo leggi Varoufakis qui... ^"Abandoning a sinking ship? A plan for leaving the euro" November 27, 2011 by yanis Varoufakis#http://yanisvaroufakis.eu/2011/11/27/abandoning-a-sinking-ship-a-plan-for-leaving-the-euro/^ #i# As regulars of this blog know, I am of the view that the eurozone’s collapse will be a harbinger of a postmodern 1930s. While virulently opposed to the eurozone’s creation, in its time of crisis I have been campaigning for saving the euro. Of course, as Alain Parguez wrote aptly here, it is impossible to save someone, or something, that does not want to be saved. In this post, while not going back on my personal commitment to keep trying to save a monetary union bent on self-destruction, I shall relate to you an idea on how a peripheral member-state could try to minimise the (huge) socio-economic costs of an exit from the eurozone forced upon it by the latter’s steady disintegration. The said plan was put together with Ireland in mind. Its authors are Warren Mosler (an investment manager and creator of the mortgage swap and the current Eurofutures swap contract) and Philip Pilkington, a journalist and writer based in Dublin, Ireland. Their starting point is a (perfectly spot on) diagnosis: “austerity programs” are “an abject failure and yet European officials continue to consider them the only game in town. So, we can only conclude at this stage that, given that European officials know that austerity programs do not work, they are pursuing them for political rather than economic reasons.” For reasons that I have also put forward repeatedly, unless overturned, this political project will, perhaps unintentionally, lead to the eurozone’s collapse. Should a country like Ireland wait until the bitter end or should it prepare for an exit before the final nail has been hammered into the euro’s coffin? #b# Mosler and Pilkington#/b# argue for an exit. But how can Ireland, or for that matter Portugal or Greece or Italy, exit without the sky falling on our heads? Here is what they propose. For the complete text click here: 1. Upon announcing that the country is leaving the Eurozone, the government of that country would announce that it would be making payments – to government employees etc. – exclusively in the new currency. Thus the government would stop using the euro as a means of payment. 2. The government would also announce that it would only accept payments of tax in this new currency. This would ensure that the currency was valuable and, at least for a while, in very short supply. And that is pretty much it. The government spends to provision itself and thereby injects the new currency into the economy while their new taxation policy ensures that it is sought after by economic agents and, thus, valuable. Government spending is thus the spigot through which the government injects the new currency into the economy and taxation is the drain that ensures citizens seek out the new currency. The idea here is to take a ‘hands off’ approach. Should the government of a given country announce an exit from the Eurozone and then freeze bank accounts and force conversion there would be chaos. The citizens of the country would run on the banks and desperately try to hold as many euro cash notes as possible in anticipation that they would be more valuable than the new currency. Under the above plan, however, citizens’ bank accounts would be left alone. It would be up to them to convert their euros into the new currency at a floating exchange rate set by the market. They would, of course, have to seek out the currency any time they have to pay taxes and so would sell goods and services denominated in the new currency. This ‘monetises’ the economy in the new currency while at the same time helping to establish the market value of said currency. #b# My reaction to this plan is simple: It is a blueprint for anyone who thinks that the euro system is past the point of no return. Once that point has been and gone, it is perhaps essential to move into this direction swiftly. However, I do not believe that the eurozone is, presently, past the point of no return. It is still possible to salvage the common currency by means of something akin to our Modest Proposal#/b# . It may take more intervention by the ECB than the Modest Proposal envisions (courtesy of the awful delay in implementing a rational plan, continuing instead on the present unsustainable path) but it is still, I think, feasible. The reason why I am adamant that this is not, yet, the time to abandon ship, is #b# the huge human cost of the eurozone’s breakdown#/b# . Consider for example what will happen if we, indeed, adopt the exit plan proposed above. #F_START# size=2 color=darkred #F_MID# All contracts by the government to the private sector (abroad and domestically) will be renegotiated in the new currency after the initial depreciation of the latter. In other words, domestic suppliers will face a large haircut instantly. Many of them will declare bankruptcy, with another large lump sum loss of jobs. The banks will run dry and will not be kept open by the ECB. Which means that the only way Ireland or Greece or whoever adopts this plan can keep its banks open is if they are recapitalised in the new domestic currency by the Central Bank. But this means that bank account deposits will, de facto, be converted from euros to the new currency; thus annulling the beneficial measure of no compulsory conversions of bank holdings into the new currency (see above). The authors claim that the above ill effects will be lessened by the government’s new found monetary independence which will enable it to discontinue austerity programs immediately and adopt counter-cyclical fiscal policy, as Argentina did after its default and discontinuation of the pesos-dollar peg. This may be so but all comparisons with Argentina must be taken with a large pinch of salt. For Argentina’s recovery, and associated fiscal policies, was far less due to its renewed independence and much more related to a serendipitous rise in demand for soya beans by China. While it is true that the weaker currency will boost exports, it will also have a devastating effect: The creation of a two tier nation. One nation that has access to hoarded euros and another that does not. The former will acquire immense socio-economic power over the latter, thus forging a new form of inequality that is bound to operate as a break on development for a long while – just like the inequality that sprang up in the post 1970s period did enormous damage to our countries’ real development (as opposed to GDP growth numbers) in the second postwar phase. Last, but certainly not least, even if one country exits the eurozone in this manner, the eurozone will unwind within 24 hours. The European System of Central Banks will break instantly down, Italian spreads will hit Greek levels, France will turn instantly into a AA or AB rated country and, before we can wistle the 9th Symphony, germany will have declared the re-constitution of the DM. A massive recession will then hit the countries that will make up the new DM zone (Austria, the Netherlands. possibly Finland, Poland and Slovakia) while the rest of the former eurozone will labour under significant stagflation. The new intra-European currency wars will suppress, in unison with the ongoing recession/stagflation, international and European trade and, therefore, the US will dive into a new Great Recession. The postmodern 1930s that I keep speaking of will be a tragic reality. #F_END# In summary, this plan may end up being the only way out of a vessel heading for the rocks. We must keep it in mind given that our European leaders’ bloodymindedness has put, and keeps, a whole Continent on the rock-bound path. But it is not time yet to adopt it. For it will come at an incredible human cost; a cost that can still be averted (assuming that I am right in saying that the point of no return has not been reached – yet). We still have a chance to storm the bridge and change course. Failing that, a plan like that by Mosler and Pilkington may be the equivalent of our lifeboats. We should, however, always keep in mind that our lifeboats will be launched in icy seas and, while stranded on them, many will perish. #/i# Qui Mosler e Pilkington avevano risposto a Varoufakis dopo qualche giorno, dicendo che NON erano per l'uscita dall'Euro come opzione favorita (nel 2011), ma che se dovevi uscirne il piano per farlo era questo, cioè creare una moneta parallela all'Euro e non convertire tutti i conti bancari e imporre che tutti i contratti e pagamenti siano di colpo in Euro. Notare che Mosler e Pilkington insistono sul fatto che in questo modo la nuova lira o dracma non divergerà molto dall'euro, perchè appunto non ci sarà una fuga di capitali e panico, il pubblico manterrà i suoi euro e li convertirà gradualmente in lire. Inoltre niente impedisce agli italiani o greci che devono fare pagament all'estero di usare gli euro che hanno per cui la quantità di lire che vanno sul mercato dei cambi estero è limitata ^Mosler/Pilkington: Response to Yanis Varoufakis Regarding Our Eurozone Exit Plan#http://www.nakedcapitalism.com/2011/12/moslerpilkington-response-to-yanis-varoufakis-regarding-our-eurozone-exit-plan.html^ 1 dicembre 2011, Naked Capitalism Recently the Greek economist Yanis Varoufakis responded to the euro exit plan that we published on Naked Capitalism a few days ago. While Varoufakis was broadly supportive of the plan if an exit was absolutely necessary, he criticised some of the details therein. Before we deal with some of the issues he raised – some of which are very important – we should first note as clearly as possible that neither one of us is advocating exit from the Eurozone for any countries therein. We both agree with Varoufakis that this would probably be a more painful option than simply staying in the currency union even with the current austerity programs in place. In addition to this, both of us have published pieces arguing that the Eurozone will likely weather this crisis and the ECB, in some shape or form, will probably step in to backstop the debt of the peripheral governments in the coming months. We merely published our sketch of an exit plan because both of us believe that it is always good to have a Plan B at the ready should any contingencies arise. We also think that having a viable plan in hand strengthens peripheral governments bargaining power vis-à-vis their neighbours. But more on this in a moment. First, let us deal with some of the issues that Varoufakis raised. (All numbered points in italics are Varoufakis’, below is our response): 1. All contracts by the government to the private sector (abroad and domestically) will be renegotiated in the new currency after the initial depreciation of the latter. In other words, domestic suppliers will face a large haircut instantly. Many of them will declare bankruptcy, with another large lump sum loss of jobs. First of all, there may not be any initial depreciation of the new currency if the government initiating the exit gets the exchange rate right. Since the new currency is required to pay taxes we anticipate that there should be a fairly consistent demand for it especially when it is first introduced. Take the example of a domestic industry – say, a cement manufacturer that sells its goods to the government. It would be paid in the new currency and provided that the currency’s value remains somewhat constant the new currency can then be used to pay workers. In addition to this they will, as they do now, price their output relative to their costs so there would be no threat of bankruptcy. Perhaps the key point here is that we do not anticipate a severe shortfall of demand for the new currency. Since it is released into the system slowly, and since it is required to extinguish tax liabilities, and finally since there will be an immediate need for cash in circulation, it should be widely sought after by economic actors. If, on the other hand, a company has loans outstanding in euros they may need to convert some of their profits from the new currency into euros to service these obligations. Again, this has as much to do with how large the profits they accumulate are, as it does with the exchange rate between the two currencies. If their real income falls they might take a hit. But such is business. Then there is the question of where these businesses get their inputs. If these inputs come from the domestic economy they will be able to pay for these in the new currency. If they come from abroad they will cost more money, if indeed the new currency does depreciate when introduced and even then the costs would be passed on to the consumer. 2. The banks will run dry and will not be kept open by the ECB. Which means that the only way Ireland or Greece or whoever adopts this plan can keep its banks open is if they are recapitalised in the new domestic currency by the Central Bank. But this means that bank account deposits will, de facto, be converted from euros to the new currency; thus annulling the beneficial measure of no compulsory conversions of bank holdings into the new currency. This seems to us the most important point that Varoufakis raises. European banks do indeed have problems with both euro and dollar denominated liquidity and these problems will only worsen should there be a default and exit. Hence, we are back to the prospect of bank runs and other financial nasties. In this case the government in question would, of course, only be able to provide liquidity in the new currency. The problems caused by this will only be as substantial as the amount by which the exchange rate between the new currency and the euro diverges. In the meantime, depositors will be exchanging euros for the new currency in order to meet ongoing payments (payrolls, taxes etc.). #b# Once again, we underline the fact that we believe that the demand for the new currency would be quite strong and devaluation limited.#/b# However, if a bank’s net worth (equity capital) falls below required minimums for any reason, the government will have to take it over and reorganise it. Options will then include: selling the bank as an ongoing business or selling the assets to other institutions. Both of these could lead to large losses for equity holders and, if the losses are severe enough, losses for depositors. It is not unheard of for depositors to suffer losses of the order of 25% during liquidation. We do advocate full deposit insurance be put in place to protect deposits denominated in the new currency, but deposits in euros will still be at risk and in this sense Varoufakis’ concerns have merit. 3. The authors claim that the above ill effects will be lessened by the government’s new found monetary independence which will enable it to discontinue austerity programs immediately and adopt counter-cyclical fiscal policy, as Argentina did after its default and discontinuation of the pesos-dollar peg. This may be so but all comparisons with Argentina must be taken with a large pinch of salt. For Argentina’s recovery, and associated fiscal policies, was far less due to its renewed independence and much more related to a serendipitous rise in demand for soya beans by China. The extent to which soya bean price rises led to the Argentine recovery is subject to much debate. Certainly, it allowed Argentineans access to foreign reserves which they could use to extinguish foreign loans, but to what extent it was the cause of the recovery is a definite grey area. We hold that the fiscal policies initiated by the Kirchner government that removed substantial fiscal drag played a significant role in the recovery. Varoufakis, by saying: “Argentina’s recovery, and associated fiscal policies, was far less due to its renewed independence and much more related to a serendipitous rise in demand for soya beans by China”, seems to imply that the fiscal policy expansion was somehow ‘allowed’ by the rising soya bean demand and the influx of foreign currency reserves. This is not the case. When Argentina ended the dollar peg they became able to extend government spending in as large quantities as they saw fit – that is, practically speaking: reducing fiscal drag by as much as the inflationary pressures created thereby were tolerated. After depegging, Argentina’s fiscal position could be run into deficit without risking insolvency or causing interest rates to skyrocket, both of which were the key constraints on government spending throughout the dollar peg era. In this way, the Argentinean example is perfectly viable as a comparison to a Eurozone country undertaking an exit. If the exit is undertaken and a floating exchange rate adopted, fiscal policy can be run into deficit until political limits, devaluation or inflation allows it to run into deficit no more. 4. While it is true that the weaker currency will boost exports, it will also have a devastating effect: The creation of a two tier nation. One nation that has access to hoarded euros and another that does not. The former will acquire immense socio-economic power over the latter, thus forging a new form of inequality that is bound to operate as a break on development for a long while – just like the inequality that sprang up in the post 1970s period did enormous damage to our countries’ real development (as opposed to GDP growth numbers) in the second post-war phase. Once again, the currency may not depreciate very significantly but even if it does, as the economy is brought back to full employment and output through reduced fiscal drag and increased exports, the government is then free to address distributional issues as it sees fit. The key point here would be to highlight these issues clearly prior to the exit taking place. 5. Last, but certainly not least, even if one country exits the eurozone in this manner, the eurozone will unwind within 24 hours. The European System of Central Banks will break instantly down, Italian spreads will hit Greek levels, France will turn instantly into a AA or AB rated country and, before we can whistle the 9th Symphony, Germany will have declared the re-constitution of the DM. A massive recession will then hit the countries that will make up the new DM zone (Austria, the Netherlands. possibly Finland, Poland and Slovakia) while the rest of the former eurozone will labour under significant stagflation. The new intra-European currency wars will suppress, in unison with the ongoing recession/stagflation, international and European trade and, therefore, the US will dive into a new Great Recession. The postmodern 1930s that I keep speaking of will be a tragic reality. We should again reiterate that we are not actually calling for an exit. We simply believe that the governments should have a contingency plan and, most importantly, that this contingency plan would steer them away from the very real desire to peg their new currency to either the euro or to some other foreign currency in the case of default. As we wrote in the original plan, should this happen we expect another Argentinean/Russian style financial collapse within a few years of the new currency peg being adopted. We should also point out that having a viable exit plan and having this exit plan and its possible results openly talked about gives the peripheral countries more bargaining power vis-à-vis their austerity loving neighbours. At the moment we should be focused on drafting any sort of national strategy that can give power back to sovereigns vis-à-vis the Eurozone. (In this, we know that Varoufakis sympathises as he has recently shown interest in our jobs program funded by tax-backed bonds which one of the authors [Pilkington] is currently trying to flog in Ireland). We also think that it is unlikely that an exit will actually occur. We both think that the ECB will almost undoubtedly step in to backstop the unruly debt burdens of the periphery. However, this will probably mean that the periphery will be kept on ‘life support’ while austerity continues to be imposed upon it. Once again, it is imperative that countries within the periphery have as many bargaining chips as possible in their negotiations with their fellow Europeans. Lastly, we should note that, should a nation exit the Eurozone in the manner we have outlined, a worldwide deflationary collapse might actually work to their advantage. Why? Because with their new currency they could undertake an Argentinean-style jobs guarantee program which would maintain full employment domestically while real terms of trade shifted dramatically in their favour as worldwide prices fell. Or, to put it another way: peripheral countries like Ireland would no longer have to rely on export-oriented growth in a world plagued by massive deflationary contraction. Instead they could run fiscal deficits to maintain full employment and high living standards while having little concern for the potential devaluation of the new currency caused thereby because worldwide prices would be falling at the same time. Qui hai anche il commento di Mosler dettagliato alla proposta alternativa di Varoufakis ^EUROZONA: COMMENTO DI WARREN MOSLER ALLA "MODESTA PROPOSTA" DI YANIS VAROUFAKIS (PRIMA PARTE)#http://www.retemmt.it/component/k2/item/414-eurozona-commento-di-warren-mosler-alla-modesta-proposta-di-yanis-varoufakis-prima-parte^

 

  By: foibar on Lunedì 02 Febbraio 2015 20:30

questa la sapevate? quando leggo cose simili solitamente mi astengo nel metterle in relazione ad altre info e cercare di approfondire il discorso. Essendo ignorante in merito, chiedo a voi consiglio. http://theeconomiccollapseblog.com/archives/shemitah-biblical-pattern-indicates-financial-collapse-may-coming-2015

 

  By: foibar on Lunedì 02 Febbraio 2015 20:05

l'uscita dalla nato per noi è tabù se appena dovessero avere il sentore che alcuni "politici" ne stanno parlando, un paio di attentati terroristici, come antipasto, scuoterebbe lo stivale! P.s.: per la sola comunanza di alcune parole in un testo breve................. siamo schedati...........................;-)

 

  By: lmwillys on Domenica 01 Febbraio 2015 10:53

domani arriva qui Tsipras http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2015/01/il-quadro-planetario-e-cambiato-il.html il suo programma ... più o meno esattamente l'opposto di quello dell'ebetino http://web.rifondazione.it/home/index.php/12-home-page/7794-programma-di-syriza l'uscita dalla nato è intrigante ....