in America l'occupazione sale... solo per gli immigrati - GZ
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By: GZ on Venerdì 27 Giugno 2014 19:01
In America il numero di persone che lavora è oggi ritornato quello di prima della crisi del 2008, ma dato che la popolazione è aumentata, soprattutto grazie all'immigrazione, la % di popolazione che lavora è diminuita. Se guardi agli "americani" la % di gente che lavora + proprio crollata, perchè ^l'aumento netto di posti di lavoro c'è stato solo per gli immigrati#http://www.nationalreview.com/corner/381362/study-all-employment-growth-2000-went-immigrants-nro-staff^
Uno studio appena pubblicato ha confrontato quante persone avevano un lavoro nel 2000 e il risultato è stato che oggi ci sono 5.7 milioni di immigrati in più che oggi hanno un lavoro rispetto al 2000. Il numero di americani che lavorano oggi è invece rimasto lo stesso di 14 anni fa, cioè il saldo netto di posti di lavoro, dal 2000, è andato agli immigrati. (^"Study: All Employment Growth Since 2000 Went to Immigrants"#http://www.nationalreview.com/corner/381362/study-all-employment-growth-2000-went-immigrants-nro-staff^ June 26, 2014)
Le statistiche americane indicano che ci sono circa 20 milioni di persone che vorrebbero lavorare, se potessero. Alcuni continuano a fare domanda per un posto di lavoro attivamente e vengono contati nella statistica mensile (che indica ora disoccupazione sul 6,8%, ma altri hanno smesso di cercare attivamente e non vengono censiti ufficialmente anche se sarebbero un altro 6-7% della popolazione. Le stime sono che, in complesso, quelli che vorrebbero un lavoro e non lo trovano, in America oggi sono più di 20 milioni di persone....
A causa della crisi finanziaria, della mancanza di domanda... Sì anche, ma prendendo il 2000 come riferimento circa 8 milioni di posti di lavoro sono stati spostati in Messico, in Asia e nel terzo mondo dalle multinazionali #i# ("delocalizzazione")#/i# . In più altri 5,6 milioni di posti di lavoro, questi in America, sono andati agli immigrati. Diciamo che l'elite rimpiazza i lavoratori occidentali con lavoratori di altre razze (etnie scusate, chiamale come ti pare...)
Sarebbe interessante fare lo stesso calcolo in Italia. A occhio è successo lo stesso (dato che da noi la natalità degli "autoctoni" è di 1,1 figli per donna e in USA di 1,9-2,0 il confronto non sarebbe esatto, ma dato che in Italia la % di "popolazione attiva" cioè gente adulta che lavora è più bassa che in USA, in realtà il problema è anche più drammatico). In parole povere, se avessimo bloccato l'immigrazione prima del 2000 ci sarebbe poca disoccupazione per gli italiani... Ma cosa sto dicendo ? #F_START# size=3 color=red #F_MID# Come fai a dire oggi chi è "Italiano" ?#F_END#. E' un concetto obsoleto, chiunque può essere italiano, milioni di persone in Africa si preparano ad essere italiani...
A proposito: da gennaio, solo dalla Libia sono arrivati coi barconi 60mila immigrati... speriamo che qualcuno di loro giochi bene a calcio così si rimpiazza balotelli. Qui in Emilia i Comuni pagano 30 euro al giorno per alloggiarli... intanto quelli arrivati anni fa cominciano ad entrare nel pubblico impiego, sono andato all'anagrafe e i primi due impiegati che ho visto erano africani. Bisogna fare spazio, il mondo è pieno di gente....
Ehi... M5S, Tsipras... voi cosa dite che rimpiazzano i lavoratori occidentali, a milioni, con lavoratori di altre razze (etnie... chiamale come ti pare...) ? Fate finta di niente, parlate d'altro... va beh...
#i# -----
....According to a major new report from the Center for Immigration Studies (CIS), net employment growth in the United States since 2000 has gone entirely to immigrants, legal and illegal. Using data from the Bureau of Labor Statistics, CIS scholars Steven A. Camarota and Karen Zeigler found that there were 127,000 fewer working-age natives holding a job in the first quarter of 2014 than in 2000, while the number of immigrants with a job was 5.7 million above the 2000 level.
The rapidity with which immigrants recovered from the Great Recession, as well as the fact that they held a disproportionate share of jobs relative to their share of population growth before the recession, help to explain their findings, the authors report. In addition, native-born Americans and immigrants were affected differently by the recession....
Other significant findings include:
Because the native-born population grew significantly, but the number working actually fell, there were 17 million more working-age natives not working in the first quarter of 2014 than in 2000.
The share of natives working or looking for work, referred to as labor force participation, shows the same decline as the employment rate. In fact, labor force participation has continued to decline for working-age natives even after the jobs recovery began in 2010.
Immigrants have made gains across the labor market, including lower-skilled jobs such as maintenance, construction, and food service; middle-skilled jobs like office support and health care support; and higher-skilled jobs, including management, computers, and health care practitioners.
The supply of potential workers is enormous: 8.7 million native college graduates are not working, as are 17 million with some college, and 25.3 million with no more than a high school education.
According to the study, 58 million working-age natives are not employed.
Camarota and Zeigler report three conclusions:
First, the long-term decline in the employment for natives across age and education levels is a clear indication that there is no general labor shortage, which is a primary justification for the large increases in immigration (skilled and unskilled) in the Schumer-Rubio bill and similar House proposals.
Second, the decline in work among the native-born over the last 14 years of high immigration is consistent with research showing that immigration reduces employment for natives.
Third, the trends since 2000 challenge the argument that immigration on balance increases job opportunities for natives. Over 17 million immigrants arrived in the country in the last 14 years, yet native employment has deteriorated significantly.
The Center for Immigration Studies is a non-profit research institute. Founded in 1985, the organization is regularly consulted by policymakers, the academic community, and the media on matters of immigration policy.
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