By: Noir on Giovedì 12 Dicembre 2002 11:24
Non esiste alcuna risoluzione dell'Onu che imponga o autorizzi le no fly zone istituite dagli Usa nel 1991 a Nord e Sud del confine iracheno. Usa e Gb hanno tentato più volte di legittimarne il fondamento facendo leva sulla risoluzione che imponeva a Saddam Hussein di terminare la repressione sulla popolazione civile consentendo l'accesso di missioni umanitarie.
La no fly zone settentrionale è posta all'altezza del 36° parallelo in prossimità degli insediamenti dell'etnia kurda e che comprende i tre governatorati di Douhuk, Erbil e Sulaimaniya. La no fly zone meridionale fu predisposta nell'agosto del 1992 a sud del 32° parallelo per proteggere la maggioranza sciita.
Insieme a Gb e Usa c'era anche la Francia ma dopo quattro anni Parigi decise di ritirarsi per protesta contro l'ampliamento arbitrario fino al 33° parallelo.
Parigi guida un gruppo di paesi europei, incluse Germania e Italia, favorevoli alla ripresa delle ispezioni Onu ai siti militari di Saddam ma pronti a offrire all'Iraq l'abrogazione dell'embargo, che garantirebbe la ripresa in grande stile dei lucrosi affari con Baghdad nel settore delle costruzioni, delle grandi opere e della tecnologia per l'estrazione del greggio.
Russia e Cina hanno ripetutamente sottolineato nel consiglio di sicurezza la violazione del controllo aereo fino a spingere, nell'agosto 2000, la commissione difesa della Camera dei Comuni britannica ad affermare che la "base legale delle no fly zone appare controversa.
Questa zona off limits ai voli, aperta solo recentemente al transito dei voli civili, consente a inglesi e americani di operare bombardamenti definiti "preventivi".La guerra dimenticata ingaggiata dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna contro Saddam Hussein è ancora la routine letale di pastori e contadini iracheni.
Civili morti e feriti sono parte regolare e quotidiana delle operazioni aeree anglo-americane, di cui si parla poco nei media e si discute ancor meno nelle ovattate stanze delle Nazioni Unite.
Secondo la difesa aerea irachena, i morti sono più di 300, i feriti 800, negli attacchi degli ultimi 18 mesi, da quando Saddam ha ordinato alle sue batterie anti-aeree di colpire gli aerei che sorvegliavano le zone no-flight nel nord e nel sud dell'Iraq.
Dei morti, più di 200 sono civili, colpevoli di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Queste cifre sono state confermate da un'inchiesta delle Nazioni Unite che ha esaminato indipendentemente alcuni incidenti e ha accolto la versione irachena su altri.
Gli osservatori Onu hanno confermato che la morte dei civili è cosa di tutti i giorni in molte regioni del paese. I caccia anglo-americani di guardia attraversano quotidianamente il cielo intensamente azzurro del paese, anche se sono invisibili volando a 6 mila metri di altezza.
La difesa aerea irachena dice di aver monitorato più di 21600 incursioni nello spazio aereo nazionale dal dicembre 1998, cioè da quando gli iracheni hanno cominciato a reagire al pattugliamento con le batterie anti-aeree. La routine della guerra aerea prevede un attacco missilistico o un bombardamento ogni tre giorni.
Il Pentagono informa che sono state effettuate più di 280 mila missioni negli ultimi 10 anni, da quando cioè sono state istituite le zone no flight, senza nemmeno una perdita da parte dei "nostri". Giornalisti che hanno visitato le zone colpite hanno segnalato che le attrezzature anti-aeree irachene si trovano quasi tutte vicino a città e villaggi.
Giovanni Giovanni .. ma per favore