By: lutrom on Domenica 13 Gennaio 2013 11:26
"inoltre dare del pedofilo ad una persona come Giorgio che, umanamente, è una delle più profonde qui, è profondamente sbagliato...."
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Lutrom,non voglio ergermi a difensore di Pigreco,ma non onori la tua intelligenza
e cultura con quella frase,non capire o fare finta di non capire la metafora,l'ironia,
il sarcasmo e la satira,non è buona cosa..........
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Oscar, secondo me stavolta ti sbagli proprio... Altre volte non ho capito delle ironie, è verissimo, ma in questo caso non c'è proprio ironia, almeno non c'è "metafora, ironia,
sarcasmo satira", per usare le tue parole, in senso alto, e questo è il grande problema di Pigresan, che spesso è greve, ripetitivo, incapace di vera ed intelligente ironia, in una parola è spesso INCONSISTENTE. Anti, che quando si mette a fare lo scemo è un pigresaniano, però abbastanza spesso è ben più acuto, satirico, "metaforico" di Pigresan; anti, almeno fa ridere, talora, invece Pigresan fa più che altro piangere; qui c'è poi anche il problema di gente che è capace di rimanere "sottile" intelligente, ironica, anche sotto un nick, mentre altre persone ne approfittano per sparare solo *** te su *** te perché sono persone VUOTE (e purtroppo il mondo è più pieno di ignavi e di persone vuote che di persone con altri difetti -Dante docet...-).
Il fatto è che comunque qui state rendendo troppo importante un personaggio inconsistente come Pigresan, io spesso non ho neanche risposto a sue accuse stupide e vigliacche, spesso neanche lo leggevo, invece qui si sta dando consistenza ad un personaggio che di consistenza non ne aveva assolutamente.
Qui terminano DEFINITIVAMENTE le mie riflessioni su Pigresan, riflessioni che sono già durate troppo, vista la "pochezza" dell' "argomento".
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[...]
[io] dissi: "Maestro, che è quel ch’i’ odo?
e che gent’è che par nel duol sì vinta?". 33
Ed elli a me: "Questo misero modo
tegnon l’anime triste di coloro
che visser sanza ’nfamia e sanza lodo. 36
Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. 39
Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli". 42
E io: "Maestro, che è tanto greve
a lor che lamentar li fa sì forte?".
Rispuose: "Dicerolti molto breve. 45
Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ’nvidïosi son d’ogne altra sorte. 48
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa". 51
E io, che riguardai, vidi una ’nsegna
che girando correva tanto ratta,
che d’ogne posa mi parea indegna; 54
e dietro le venìa sì lunga tratta
di gente, ch’i’ non averei creduto
che morte tanta n’avesse disfatta.