VACCINI e MORTI IN ECCESSO

 

  By: Kurtinaitis on Giovedì 05 Febbraio 2015 19:20

>Le banche italiane hanno smesso di remunerare chi gli porta soldi anche se glieli vincola per tre anni, ti offrono solo di metterli ora in polizze che promettono rendimento (ma non garantito). E nessuno capisce come facciano ad avere un rendimento l'anno prossimo visto che appunto tutti i bonds sono arrivati al tetto come prezzo e al fondo come rendimento. Ma dato che l'anno scorso c'è stato ancora un apprezzamento per ora le vendono...< La circostanza che i rendimenti delle polizze siano tuttora ampiamente positivi dipende dal fatto che le gestioni separate valorizzano i titoli che hanno in portafoglio al costo storico. Questo meccanismo è utilizzato per togliere volatilità alla serie storica dei rendimenti ed evitare di premiare eccessivamente alcuni sottoscrittori a danno di altri che investono nel momento sbagliato. Quindi banalmente la polizze in questo momento rendono benino perché anche chi ci investe oggi beneficia del fatto che le gestioni separate hanno acquistato i btp trentennali a condizioni di estremo favore negli anni scorsi, diciamo almeno fino al 2012. Ovviamente la grande raccolta corrente è preludio inevitabile di un calo di rendimenti futuri, infatti con i soldi versati oggi le gestioni vanno a comprare titoli che rendono molto meno che in precedenza e questi nuovi acquisti entrano a fare media (al ribasso) nella determinazione del risultato di gestione.

 

  By: Moderatore on Giovedì 05 Febbraio 2015 16:11

la Danimarca ora ha diverse banche che fanno pagare qualcosa se bi depositi e ha tassi negativi sui titoli di stato, così come Finlandia, Svezia, Germania, Austria (credo)... in Europa su circa 6,900 miliardi di titoli di stato sul mercato ^ce ne sono ora qualcosa come 1,700 mld con tassi negativi#http://www.marketwatch.com/story/more-than-25-of-euro-bond-yields-are-negative-but-that-could-change-2015-02-02^ e ^nel mondo ci sono 4,600 mld di dollari#http://www.wallstreetdaily.com/2015/01/28/negative-yielding-bonds/^ (molti giapponesi) che costano invece di rendere qualcosa. (vedi anche ^"ESPLOSIONE DEFLATTIVA OVUNQUE"#http://icebergfinanza.finanza.com/2015/02/05/machiavelli-2015-esplosione-deflattiva-ovunque/^, Iceberg finanza) Come si sarà letto ora ci sono dozzine di multinazionali tipo Nestlè, Roche e simili che pagano ZERO, emettono bonds a cinque anni che pagano 0,1% ad esempio. Dato che il debito costa sempre meno ovviamente se ne produce sempre di più, vedi Apple che pur avendo quasi 180 mld di cassa si indebitava ieri per 5,6 mld visto che non paga praticamente niente. Io ho un mutuo di liquidità fatto nel 2006 a tasso variabile con spread del 1,1% sull'Euribor e dato che questo è zero pago appunto 1,1% l'anno. Le banche italiane hanno smesso di remunerare chi gli porta soldi anche se glieli vincola per tre anni, ti offrono solo di metterli ora in polizze che promettono rendimento (ma non garantito). E nessuno capisce come facciano ad avere un rendimento l'anno prossimo visto che appunto tutti i bonds sono arrivati al tetto come prezzo e al fondo come rendimento. Ma dato che l'anno scorso c'è stato ancora un apprezzamento per ora le vendono... In pratica fuori dai bonds greci e russi il resto del mondo è vicino a zero come rendimenti del reddito fisso. Perchè ? Di solito diresti che è la domanda e offerta, se molti vogliono comprare debito e pochi lo offrono...il prezzo (i tassi) scendono. Il fatto che le Banche Centrali abbiano comprato 11mila mld di bonds nel mondo sicuramente ha avuto un grosso impatto, questa è domanda sul mercato. Poi però c'è l'eccesso di capacità produttiva in Asia che deprime i prezzi delle materie prime e in generale dei prodotti industriali per cui il mondo ha ora il tasso di inflazione globale più basso della storia (o perlomeno del dopoguerra) Persino Repubblica oggi si accorge dell'esplosione del debito che ha accompagnato l'"austerità" cioè il fatto che il debito totale, pubblico e privato, è salito di 50mila miliardi e rotti dal 2008 e raggiunge ora i 200mila miliardi. Certo che ne è passato di tempo da quando nel medioevo l'usura era vietata e la gente essendo autosufficiente con l'agricoltura e non dovendo pagare rate di ogni genere si dedicava a costruire cattedrali e duomi ---- ...dall'esplosione della crisi finanziaria globale, nel 2007, ad oggi IL DEBITO TOTALE NEL MONDO è cresciuto di circa 57mila miliardi di dollari, raggiungendo quasi la soglia di 200mila miliardi e superando di gran lunga l'andamento dell'espansione economica. Tanto che - in rapporto al Pil - si è passati a un incidenza del 286 per cento, rispetto al 270 per cento del passato. Sono i numeri snocciolati in un report di McKinsey di cui dà conto il Financial Times, nel quale si passano in rassegna i conti di 47 Paesi. Per l'Italia, il cambio di passo negli anni della crisi è evidente ma non così devastante come altrove: l'incremento del rapporto tra debito (famiglie, aziende e governo) e Prodotto interno lordo è di 55 punti percentuali tra il 2007 e il 2014. Il boom maggiore è dell'Irlanda, con 172 punti, poi Grecia, Portogallo e Cina (83 punti) seguita dalla Spagna (72 punti). Davanti al Belpaese anche Svezia, Francia, Giappone, Olanda e Belgio. La Germania ha 8 punti in più, l'India gli stessi e l'Argentina 11 in meno, ma la sua storia di haircut è unica. "Nel complesso, il peso del debito sul Pil è più grande oggi - nella maggior parte delle nazioni - di quanto non lo fosse prima della crisi", dice il report citato dal quotidiano della City. E questi livelli mettono a rischio la stabilità finanziaria. Anche perché "ci sono poche indicazioni circa il fatto che l'attuale curva di crescita dell'indebitamento possa invertirsi". Il rapporto cita alcuni casi in cui a preoccupare è il debito delle famiglie: Olanda, Corea del Sud, Canada, Svezia, Australia, Malesia e Thailandia. Mentre le banche hanno tagliato molto le loro esposizioni, resta il caso limite della Cina. Il suo indebitamento totale, incluso quello del settore finanziario, è quadruplicato dal 2007 in poi fino all'equivalente del 282% del Pil. Un livello superiore a quello degli Usa, che getta ombre nel settore dell'immobiliare, sulla finanza locale e sulla rapida espansione dello shadow banking, il sistema finanziario che si sviluppa al di fuori dei normali canali regolamentati.

 

  By: hobi50 on Giovedì 05 Febbraio 2015 14:50

Anche la Svezia ha emesso oggi a tassi negativi ... Hobi

 

  By: hobi50 on Mercoledì 04 Febbraio 2015 16:03

"Finland has sold €1bn of five-year bonds at a negative yield for the first time on record, as investors continue to gobble of eurozone government debt ahead of the European Central Bank's quantitative easing programme starting in March." La Finlandia non può emettere carta a 5 anni a tasso zero o giù di li. Due casi. 1) la situazione del mercato finanziario in Europa è in uno stato precomatoso. 2) le banche si stanno preparando alla grande abbuffata e la BCE ,per portare a termine il QE ,sarà costretta a comprare a caro prezzo gli assets schiacciando ancora i rendimenti ed operando nel frattempo un ulteriore trasferimento di ricchezza. Di quanto questa situazione sia assurda basta pensare agli Usa che ,nonostante 3 round di QE ,hanno tassi ampiamente positivi, mentre l'Europa ,prima di un poderoso QE ,ha già tassi negativi. Forse perché in Europa ci sono mine vaganti come Grecia ,Italia,Spagna ,Portogallo (quindi caso 1)...e negli Usa no ? Hobi

 

  By: XTOL on Giovedì 29 Gennaio 2015 19:31

bel post di armstrong: ^The Paradox of Inflation/Deflation#http://armstrongeconomics.com/2015/01/29/the-paradox-of-inflationdeflation/^ #i#We are all victims of how we were taught to think in a linear fashion. It is a difficult thing to let go of this archaic thinking process and many people simply cannot make that step forward to see the dynamic world that exists around them. They will forever remain captive of their linear world trapped in a paradox they cannot escape. Those linear people tend to be people who gravitate toward government. ... The cornerstone is what the public believes. Lowering interest rates to NEGATIVE will not cause people to borrow and invest rekindling the economy while you simultaneously hunt down loose change raising every tax possible and piling on more regulations. This line of linear thinking that lowering interest rates will manipulate society is BRAIN-DEAD. It has NEVER worked a single solitary time in history and there is ZERO evidence anyone can point to without ignoring everything else.#/i#

 

  By: Roberto964 on Giovedì 29 Gennaio 2015 17:22

I telescopi di Confindustria Ieri è stata diffusa una nota proveniente dal Centro Studi di Confindustria sull’economia italiana, essa dice testualmente che: «Minore prezzo del petrolio, euro più debole e calo dei tassi a lunga scadenza legato alle misure di Quantitative Easing della Bce, assieme al più vivace commercio mondiale, tendono a dare una spinta del 2,1% del Pil quest’anno e di un altro 2,5% il prossimo». Negli ultimi anni abbiamo già visto in quali macroscopici errori di valutazione sia incorsa CONFINDUSTRIA, rendendo sempre previsioni completamente sballate e questa rischia di essere l’ennesima volta: vedere un PIL in crescita del +2.1% nel 2015 significa crescere ad un ritmo maggiore del + 0.5% a trimestre di media, cosa che non accade da parecchi anni. Anche laddove il PIL italiano dovesse crescere (cosa non del tutto scontata) lo farà per meno della metà di quanto indicato dal centro studi di via dell’Astronomia: vedere una crescita sarebbe già di per se quasi un miracolo. L’errore maggiore è relativo alla visione distorta che Confindustria ha dello sviluppo dell’economia mondiale: è di pochi giorni fa l’ennesima revisione al ribasso delle stime di crescita globale da parte del FMI. Il vantaggio di avere un €uro più debole avrà ricadute positive quasi esclusivamente dal commercio verso gli USA: è l’unico Paese (già nostro importante partner commerciale) con un certo peso di popolazione ad aver avuto una crescita marcata e faccio altresì notare che è stato soprattutto il Dollaro USA a rivalutare verso tutti. Esclusivamente verso la moneta statunitense l’€uro si è svalutato del -18%, mentre contro sterlina UK -8% e contro Yen giapponese -5%. Se da un lato il calo del prezzo delle materie prime (quasi tutte denominate in USD) viene visto in modo positivo (minor costo per produrre energia e manufatti), dall’altro bisogna considerare che la forte diminuzione è dovuta ad una domanda globale relativamente scarsa (relativa saturazione del mercato). Se il Petrolio, il rame e i metalli ferrosi sono a meno della metà rispetto al prezzo di 5 anni fa un motivo dovrà pur esserci. Per giunta, i tassi di interesse in quasi tutti i Paesi avanzati schiacciati verso lo ZERO mi raccontano di un’aspettativa deflazionistica globale appena cominciata e i segnali provenienti da Cina, Brasile, Turchia, Russia ecc ne sono la cartina di tornasole. Ci sarebbero mille altri motivi diversi perchè quanto affermato da Confindustria resti una chimera ma prenderò solo in esame il caso che vi sottopongo. Il PIL italiano che sale del 2.1% nel 2014 porterebbe 32 mld ca di ricchezza nominale aggiuntiva. Considerando da che punto partiamo e di come siamo messi oggi, per far si che il PIL italiano possa salire del 2,1%, ad essere ottimisti, almeno i 2/3 della crescita dovrebbero provenire dall’export, ovvero l’1,4%. Partiamo dai numeri: nel 2014 la Bilancia commerciale italiana (differenza tra esportazioni – importazioni) è stata grosso modo pari a + 45 miliardi di €uro ca. Un punto % di PIL italiano è pari a circa €16 miliardi, ergo 1.4 punti % di PIL sono pari ad €22,4 mld. Per arrivare a tale somma vorrà dire che le esportazioni italiane dovranno complessivamente aumentare del +50%. Sarà possibile un tale exploit, considerando che i nostri maggiori partner abituali (Germania e Francia) sono europei e lì la svalutazione non darà alcun risultato? E faccio anche notare che abbiamo perso rilevanti quote di export a causa delle sanzioni alla Russia, da sempre nostro partner commerciale d’eccellenza. Di conseguenza, per ambire a quei risultati, significa che la crescita extra UE dovrà essere almeno pari al +100%!!! Questi sono degli INGUARIBILI OTTIMISTI e come sempre verranno smentiti puntualmente dalla matematica. Consiglierei loro due cose: 1) cambiare di corsa i telescopi di “via dell’Astronomia”; 2) consultare il divino Otelma. Roberto Nardella http://scenarieconomici.it/i-telescopi-confindustria/

 

  By: temistocle2 on Giovedì 29 Gennaio 2015 11:43

Quel Rogoff famoso insieme a Reinhart per aver giustificato l'austerità come ricetta per l'Italia utilizzando un modello pieno di errori (casuali o voluti?): "Un famoso paper di Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, tra i più citati negli ultimi anni, nel quale si evidenziava l’esistenza di una correlazione tra un alto rapporto debito/PIL (maggiore del 90%) e la bassa crescita, è inficiato da gravi problemi metodologici e addirittura da un banale errore nel foglio di calcolo, tanto che su twitter si parla di #excelgate. Eppure, anche sulla base di questo studio, è stata giustificata l’austerità, il pareggio di bilancio e il “rimettere a posto i conti”, al di qua e al di là dell’Atlantico."

 

  By: foibar on Martedì 27 Gennaio 2015 22:24

Roberto, riprova sarai più fortunato.

 

  By: Roberto964 on Martedì 27 Gennaio 2015 17:55

caro Foibar, se ti riferisci al fallimento multiplo del settore bancario pienamente d'accordo con te. Ma la vedo dura.

 

  By: foibar on Martedì 27 Gennaio 2015 14:21

Come se ne esce? Sostanzialmente in DUE modi: 1) riducendo (via fallimento reale) del 50% tutte le attività; 2) permettendo alle famiglie di riprendere i consumi. c'è una "terza" via che guarda un po potrebbe coincidere con l'unico settore che è in costante crescita e che, riguarda un po, tutti gli stati stanno finanziando.

 

  By: Roberto964 on Martedì 27 Gennaio 2015 11:05

Decennio deflattivo? Da quasi TRE anni continuo a dire che ci sarebbe stata una riduzione del PIL globale: da un anno, grosso modo ogni trimestre, viene continuamente rivista al ribasso tale stima. A distanza di 6 mesi c'è stato un taglio del -0,5% (-12.5%) < 25 Luglio 2014, Dopo i deludenti dati del PIL del primo trimestre di USA, Cina e altre economie dei Paesi Emergenti (tra cui la Russia), anche il Fondo Monetario Internazionale ha dovuto rivedere al ribasso le stime di crescita del PIL per l’anno in corso: nel 2014 la crescita mondiale si ridimensiona dal 3,7% a/a al 3,4% a/a mentre rimane invariata al 4,0% per il 2015.> <20 GENNAIO 2015 - Il Fondo monetario internazionale (Fmi) rivede al ribasso le stime di crescita dell'economia mondiale, che nel 2015 crescerà del 3,5% (-0,3 punti percentuali rispetto a ottobre) e nel 2016 del 3,7% (-0,3). "La crescita economica è più debole: c'è un urgente bisogno di riforme strutturali in diversi paesi".> Quanto vado affermando dall'epoca è da addurre alla dinamica innescata dalla drastica riduzione dei consumi (e conseguentemente del PIL) dell'€uro-Zone e ciò è anche essenzialmente responsabile della bassa inflazione globale (che in buona parte di U€ è già deflazione). Quella che ci ha investito è una crisi da superproduzione MAI VISTA in passato, che per un buon decennio è stata assecondata, mistificata e sostenuta da un super-indebitamento privato globale (che poi diventa pubblico). Ora che le varie bolle debitorie esplose (ma molte altre devono ancora deflagrare) hanno fortemente ridimensionato tale fenomeno si fa la conta dei danni. Sono convinto che il peggio debba ancora arrivare. L'offerta globale supera la richiesta almeno del doppio. Nonostante il dollaro sia costantemente risalito da Aprile 2014 in poi, non ho visto aumenti di prezzi sulle merci provenienti dall'estero, anzi! I prezzi a livello industriale stanno calando in tutto il globo con una media percentuale impressionante: dal petrolio al rame, dai ferrosi al gas, dai semilavorati ai prodotti finiti. Sino alla fine si spingerà abbassando i prezzi: ciò porterà solo altra deflazione aggregata. I tassi d'interesse nei Paesi industrializzati che tendono tutti pericolosamente verso lo ZERO (e in diversi casi sotto ad esso) mi fanno pensare al prossimo decennio come a quello della deflazione. Una grande deflazione da sovra capacità produttiva. Il finto Q€ di Draghi arriva male e tardi: l'operazione "svalutescion" sarà abbastanza inutile: i prezzi continueranno a scendere e asimmetricamente la deflazione a salire. Come se ne esce? Sostanzialmente in DUE modi: 1) riducendo (via fallimento reale) del 50% tutte le attività; 2) permettendo alle famiglie di riprendere i consumi. Il sistema attuale, per tutt'una serie di problematiche, propende fortemente, inconsciamente e incoscientemente, per la PRIMA ipotesi. Roberto Nardella.

 

  By: hobi50 on Martedì 27 Gennaio 2015 10:20

E' arcinoto che gli economisti si trovino spesso in difficoltà sulla finanza. Ed ovviamente non prendo ad esempio Borghi . Lo stesso Krugman ,alcuni anni fa ebbe un batti e ribatti con S.Fulwiller (MMT)nel web sulle "riserve bancarie " e ne uscì distrutto . Hobi

 

  By: Moderatore on Martedì 27 Gennaio 2015 02:38

E' sempre bello quando si ascoltano i pareri degli economisti ricordare questo spezzone del film in cui uno dei più importanti prof. di economia in America, ^Ken Rogoff risponde alla domanda su cosa sono i credit default swap#http://vimeo.com/67007133^

 

  By: Roberto964 on Lunedì 21 Luglio 2014 06:44

La nascita della banca come istituto di potere globalista Nel 1230, Luigi IX di Francia (che poi fu anche fatto Santo) diede il via alla VII crociata con l’intento di riconquistare Gerusalemme. Partì alla volta dell’Egitto con un buon numero di uomini, ma una volta arrivato a destinazione fu accerchiato e fatto prigioniero insieme a tutto il suo esercito. Per la sua liberazione accettò di pagare un riscatto pari al corrispondente di UN milione di Fiorini d’oro di Firenze. Per racimolare tale somma si indebitò pesantemente con i Templari e incaricò un ricco commerciante genovese che risiedeva a San Giovanni d’Atri di andare a Parigi per avere la disponibilità fisica dell’immane somma. Il commerciante non si mosse dalla sua residenza ma incaricò suo padre, residente in Genova, di portare a termine l’incarico. A sua volta, egli incaricò un fiduciario residente in Francia che dietro lauto compenso, finalmente, portò a termine la missione, recandosi personalmente in Egitto per consegnare il riscatto pattuito. Quello che vi ho appena narrato fu il primo bonifico ante-litteram di cui si abbia notizia, certificato da diversi atti notarili. Nella seconda metà dello stesso secolo il figlio di un calzolaio francese salì al soglio pontificio con il nome di Urbano IV: egli scalò tutta la gerarchia ecclesiastica sino ad arrivare ad essere primo fiduciario e consigliere particolare del suo predecessore, venendo poi eletto una volta morto quest'ultimo. L’immensa voglia di potere e di arrivismo, innata in chi fa tale scalata sociale e che ti porta a passare su qualsiasi cosa, facendoti compiere i compromessi più efferati, è stato il carburante che ha permesso ad un plebeo di arrivare al centro di potere MASSIMO conosciuto ed indiscusso dell’epoca. Quando divenne Papa Urbano IV, il centro-nord d’Italia era nel fulgore dell’epoca ghibellina, mentre al sud il regno del principe Manfredi era al suo massimo apice. Da grande tessitore qual’era, per portare la situazione a suo favore, sia politicamente che economicamente, si avvalse dell’arma più potente di cui Santa Romana Chiesa disponeva: la SCOMUNICA. Egli la usò a propria discrezione, scomunicando le massime città ghibelline, tra cui Firenze e Siena, ma facendo dei personalissimi ed interessati distinguo: non scomunicò molti banchieri toscani, tra cui le potentissime famiglie Peruzzi e Bardi. La scomunica era così pericolosa poiché “toglieva” il tempo alle città: erano le campane delle chiese a scandire le ore e, ricevere tale anatema, significava la condanna a morte per la vita economica e sociale della città stessa. Con questa manovra portò alla sua corte i banchieri più famosi e potenti del mondo conosciuto: Firenze divenne così potente poichè fu la prima che reintrodusse le monete d’oro: in tutta Europa da diversi secoli si coniavano solo pezzi in argento e così il Fiorino d’oro di Firenze fu adottato come valuta di riserva mondiale. Sistemata la parte economica, al neo papa restava quella politica, ovvero trovare il modo di sbriciolare il regno di Manfredi. All’uopo usò la sua personale amicizia con Luigi IX che lo mise in contatto con suo fratello (D’Angiò), avvisandolo che era uomo scaltro, abilissimo e coraggiosissimo combattente ma POVERO in canna: in pratica non disponeva di nessuna proprietà. Papa Urbano IV, con i potentissimi banchieri suoi alleati e protetti fornì i PRESTITI necessari a far si che il D’Angiò si dotasse dell’esercito necessario a "liberare" il sud Italia da Manfredi e suoi alleati. E così fu. In cambio, i famelici banchieri, chiesero ed ottennero dal papa, oltre al GIUSTO interesse sul prestito fatto, il MONOPOLIO assoluto sul vero ORO del sud: il mercato del grano di Napoli, il più importante del tempo. I D’Angiò decisero che Napoli doveva divenire capitale e avviarono enormi lavori edili: in pochi anni sconvolsero la Napoli conosciuta, donandole la caratteristica di capitale, essi fecero edificare anche 23 chiese, e pensate, per la sola chiesa di Santa Chiara si indebitarono – immaginate con CHI - per circa un milione di fiorini d’oro. Nel volgere di un ventennio le banche toscane si arricchirono a dismisura, mentre i commercianti di grano del sud (e tutta la filiera) – una volta ricchissimi e potenti – andarono in miseria. Quello stesso anno papa Urbano IV morì, si dice per il troppo lavoro (scrisse di suo pugno circa 4.000 atti, certificati da notai). A volte pensiamo che la miseria che ha contraddistinto il meridione d’Italia sia partita dalla riunificazione, dalla cassa del mezzogiorno o dalla …. Corruzione, ma, come vediamo, la dinamica parte da molto, ma molto più lontano: 700 anni di ricchezze sottratte presentano il conto per SEMPRE. Le banche toscane avevano diramazioni e filiali ovunque in Europa: da Cipro a Londra, dalla Spagna all’attuale Belgio. Enrico I d’Inghilterra aveva il grande problema dell’insurrezione in Scozia (ricordate Braveheart?) ma i debiti del suo regno non gli permettevano di armare l’esercito che serviva per sconfiggere gli insorti e così, ancora una volta, i banchieri toscani si trovarono nella posizione privilegiata di poter chiedere qualsiasi cosa ad un Re accecato dalla bramosia e dal suo ego e che voleva affermare ad ogni costo il proprio potere. I potenti banchieri, come fu per il grano di Napoli così PRETESERO ed ebbero da Enrico I la concessione del MONOPOLIO della più importante materia grezza dell’epoca: misero le mani sul mercato della lana di Londra. Il Re d’Inghilterra concesse il tutto senza battere ciglio e i fiorentini si assicurarono tutta la lana necessaria alla loro filiera produttiva in Italia, vendendo a caro prezzo l’eccesso di prodotto grezzo. Non c’è che dire: i banchieri toscani erano gli ebrei dell’epoca. Pochi anni dopo, il regnante d’Inghilterra decise che era arrivato il tempo di invadere la Francia e convinse i soliti banchieri a concedere gli enormi prestiti necessari per armare una flotta così potente da permettergli di vincere la guerra: la guerra dei 100 anni. Ma questa volta, come la Storia ci dice, le cose andarono diversamente: l’Inghilterra perse la guerra e i banchieri non videro MAI più il denaro prestato: fallimenti a catena decimarono la potente lobbie dei banchieri toscani, mandando in malora centinai di migliaia tra grossi e piccoli correntisti che avevano affidato i propri risparmi a detti istituti. In pratica, il denaro usato per i loro sporchi traffici lo metteva INCONSAPEVOLMENTE il risparmiatore. Vi è traccia di diverse cause intentate dai risparmiatori alle banche toscane, dove le stesse, per difendere l'indifendibile, cercarono (riuscendovi spesso) di corrompere giudici e potere costituito ma questo non bastò: alla metà del 1300 il potere bancario toscano finì miseramente, lasciando immense praterie ai nuovi arrembanti teutonici dallo scudo rosso e loro amici. Fallimento dei Peruzzi (1343) • Fallimento dei Bardi (1346) Come vedete la Storia replica sempre se stessa, sino alla fine dei giorni. Questa notte, il caldo opprimente del “mio” Sud mi ha svegliato, dandomi l’opportunità di seguire una lezione universitaria di Storia economica dall’aula magna della “Federico II” di Napoli, tenuta dell’esimio e napoletanissimo professor Amedeo Feniello, a cui vanno i mie personali ringraziamenti per aver dato spunto a questo mio articolo. Roberto Nardella.

A quelli che vogliono distruggere, gli Dei fanno prima perdere il senno - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 10 Luglio 2014 16:36

#i# l'indice della produzione industriale e' calato in termini tendenziali dell'1,8%. Nella media dei primi cinque mesi dell'anno la produzione e' aumentata dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2013. #F_START# size=3 color=red #F_MID#"E' un dato molto negativo e del tutto inatteso"#F_END# commenta l'Ufficio Studi Confcommercio, mentre il centro studi Promotera prende spunto dalla 'doccia fredda' sulla produzione industriale per stimare una contrazione dello 0,1% nel Pil del secondo trimestre. Va anche segnalato che il raffreddamento della produzione industriale non e' un dato solo italiano. #b# Anche in Francia la produzione industriale scivola dell'1,7%#/b# mensile a maggio, dopo il +0,3% di aprile. E ieri in Germania la produzione industriale aveva registrato un preoccupante #b# arretramento dell'1,8% mensile#/b# a maggio, il passo indietro piu' grande da due anni a questa parte, dopo il -0,3% di aprile (dato rivisto dall'iniziale -0,2%). Sempre ieri la #b# produzione industriale britannica aveva registrato una flessione dello 0,7%#/b# rispetto ad aprile, quando era cresciuta dello 0,3%. Il rallentamento dell'industria e' dunque un dato europeo, che preoccupa anche la Bce... ...È stato raggiunto in conferenza unificata un accordo tra Governo, Regioni, Comuni e Province per il ^varo di un piano per la gestione dei profughi, con relative politiche di accoglienza#http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-07-10/immigrazione-accordo-piano-nazionale-accoglienza-370-milioni-2014-171836.shtml?uuid=ABGKuXZB^. Lo ha annunciato il presidente dell' Anci Piero Fassino che ha giudicato l'accordo «politicamente rilevante». Lo stanziamento è pari a ^370 milioni per il 2014#http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-07-10/immigrazione-accordo-piano-nazionale-accoglienza-370-milioni-2014-171836.shtml?uuid=ABGKuXZB^. Della cifra complessiva, ha spiegato Fassino, 70 milioni sono stati stanziati per i minori non accompagnati. Il piano sottoscritto oggi con il governo prevede: #F_START# size=3 color=red #F_MID#la raccolta in mare degli immigrati, da parte dello Stato#F_END#; lo smistamento entro 48 ore in centri regionali per l'identificazione; #F_START# size=3 color=red #F_MID#l'allocazione e l'integrazione nei comuni#F_END# con metodo Sprar (Sistema per i richiedenti asilo e rifugi... #/i# Dell'industria italiana se ne fregano, si preoccupano della "raccolta in mare" e "integrazione" degli africani, che arrivano ora a decine di migliaia. Ne sono arrivati quasi 100mila da quando in settembre Letta e poi Renzi hanno adottato questa politica (ovviamente con FI d'accordo perchè le interessa solo salvare il c ulo di Berlusconi). Arrivano a decine di migliaia da tutta l'Africa tutti in Italia, attratti dalla notizia che c'è uno stato europeo che se riescono a salire su un barcone li va a raccogliere in mare e poi li porta su a Roma o Bologna... La notizia di oggi che si stanziano centinaia di milioni di euro per raccoglierli e portarli in Europa ovviamente da domani farà aumentare l'afflusso Hai simultaneamente la distruzione dell'industria italiana e quella del tessuto sociale e umano dell'Italia (perchè se fai entrare milioni di persone dal terzo mondo inevitabilmente, superata una certa soglia numerica, trasformi il carattere della nazione). E i giornali e anche i "blog" o siti indipendenti si perdono in piccole chiacchere e diatribe #i# A quelli che vogliono distruggere, gli Dei fanno prima perdere il senno#/i#