VACCINI e MORTI IN ECCESSO

 

  By: hobi50 on Mercoledì 04 Febbraio 2015 16:03

"Finland has sold €1bn of five-year bonds at a negative yield for the first time on record, as investors continue to gobble of eurozone government debt ahead of the European Central Bank's quantitative easing programme starting in March." La Finlandia non può emettere carta a 5 anni a tasso zero o giù di li. Due casi. 1) la situazione del mercato finanziario in Europa è in uno stato precomatoso. 2) le banche si stanno preparando alla grande abbuffata e la BCE ,per portare a termine il QE ,sarà costretta a comprare a caro prezzo gli assets schiacciando ancora i rendimenti ed operando nel frattempo un ulteriore trasferimento di ricchezza. Di quanto questa situazione sia assurda basta pensare agli Usa che ,nonostante 3 round di QE ,hanno tassi ampiamente positivi, mentre l'Europa ,prima di un poderoso QE ,ha già tassi negativi. Forse perché in Europa ci sono mine vaganti come Grecia ,Italia,Spagna ,Portogallo (quindi caso 1)...e negli Usa no ? Hobi

 

  By: XTOL on Giovedì 29 Gennaio 2015 19:31

bel post di armstrong: ^The Paradox of Inflation/Deflation#http://armstrongeconomics.com/2015/01/29/the-paradox-of-inflationdeflation/^ #i#We are all victims of how we were taught to think in a linear fashion. It is a difficult thing to let go of this archaic thinking process and many people simply cannot make that step forward to see the dynamic world that exists around them. They will forever remain captive of their linear world trapped in a paradox they cannot escape. Those linear people tend to be people who gravitate toward government. ... The cornerstone is what the public believes. Lowering interest rates to NEGATIVE will not cause people to borrow and invest rekindling the economy while you simultaneously hunt down loose change raising every tax possible and piling on more regulations. This line of linear thinking that lowering interest rates will manipulate society is BRAIN-DEAD. It has NEVER worked a single solitary time in history and there is ZERO evidence anyone can point to without ignoring everything else.#/i#

 

  By: Roberto964 on Giovedì 29 Gennaio 2015 17:22

I telescopi di Confindustria Ieri è stata diffusa una nota proveniente dal Centro Studi di Confindustria sull’economia italiana, essa dice testualmente che: «Minore prezzo del petrolio, euro più debole e calo dei tassi a lunga scadenza legato alle misure di Quantitative Easing della Bce, assieme al più vivace commercio mondiale, tendono a dare una spinta del 2,1% del Pil quest’anno e di un altro 2,5% il prossimo». Negli ultimi anni abbiamo già visto in quali macroscopici errori di valutazione sia incorsa CONFINDUSTRIA, rendendo sempre previsioni completamente sballate e questa rischia di essere l’ennesima volta: vedere un PIL in crescita del +2.1% nel 2015 significa crescere ad un ritmo maggiore del + 0.5% a trimestre di media, cosa che non accade da parecchi anni. Anche laddove il PIL italiano dovesse crescere (cosa non del tutto scontata) lo farà per meno della metà di quanto indicato dal centro studi di via dell’Astronomia: vedere una crescita sarebbe già di per se quasi un miracolo. L’errore maggiore è relativo alla visione distorta che Confindustria ha dello sviluppo dell’economia mondiale: è di pochi giorni fa l’ennesima revisione al ribasso delle stime di crescita globale da parte del FMI. Il vantaggio di avere un €uro più debole avrà ricadute positive quasi esclusivamente dal commercio verso gli USA: è l’unico Paese (già nostro importante partner commerciale) con un certo peso di popolazione ad aver avuto una crescita marcata e faccio altresì notare che è stato soprattutto il Dollaro USA a rivalutare verso tutti. Esclusivamente verso la moneta statunitense l’€uro si è svalutato del -18%, mentre contro sterlina UK -8% e contro Yen giapponese -5%. Se da un lato il calo del prezzo delle materie prime (quasi tutte denominate in USD) viene visto in modo positivo (minor costo per produrre energia e manufatti), dall’altro bisogna considerare che la forte diminuzione è dovuta ad una domanda globale relativamente scarsa (relativa saturazione del mercato). Se il Petrolio, il rame e i metalli ferrosi sono a meno della metà rispetto al prezzo di 5 anni fa un motivo dovrà pur esserci. Per giunta, i tassi di interesse in quasi tutti i Paesi avanzati schiacciati verso lo ZERO mi raccontano di un’aspettativa deflazionistica globale appena cominciata e i segnali provenienti da Cina, Brasile, Turchia, Russia ecc ne sono la cartina di tornasole. Ci sarebbero mille altri motivi diversi perchè quanto affermato da Confindustria resti una chimera ma prenderò solo in esame il caso che vi sottopongo. Il PIL italiano che sale del 2.1% nel 2014 porterebbe 32 mld ca di ricchezza nominale aggiuntiva. Considerando da che punto partiamo e di come siamo messi oggi, per far si che il PIL italiano possa salire del 2,1%, ad essere ottimisti, almeno i 2/3 della crescita dovrebbero provenire dall’export, ovvero l’1,4%. Partiamo dai numeri: nel 2014 la Bilancia commerciale italiana (differenza tra esportazioni – importazioni) è stata grosso modo pari a + 45 miliardi di €uro ca. Un punto % di PIL italiano è pari a circa €16 miliardi, ergo 1.4 punti % di PIL sono pari ad €22,4 mld. Per arrivare a tale somma vorrà dire che le esportazioni italiane dovranno complessivamente aumentare del +50%. Sarà possibile un tale exploit, considerando che i nostri maggiori partner abituali (Germania e Francia) sono europei e lì la svalutazione non darà alcun risultato? E faccio anche notare che abbiamo perso rilevanti quote di export a causa delle sanzioni alla Russia, da sempre nostro partner commerciale d’eccellenza. Di conseguenza, per ambire a quei risultati, significa che la crescita extra UE dovrà essere almeno pari al +100%!!! Questi sono degli INGUARIBILI OTTIMISTI e come sempre verranno smentiti puntualmente dalla matematica. Consiglierei loro due cose: 1) cambiare di corsa i telescopi di “via dell’Astronomia”; 2) consultare il divino Otelma. Roberto Nardella http://scenarieconomici.it/i-telescopi-confindustria/

 

  By: temistocle2 on Giovedì 29 Gennaio 2015 11:43

Quel Rogoff famoso insieme a Reinhart per aver giustificato l'austerità come ricetta per l'Italia utilizzando un modello pieno di errori (casuali o voluti?): "Un famoso paper di Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, tra i più citati negli ultimi anni, nel quale si evidenziava l’esistenza di una correlazione tra un alto rapporto debito/PIL (maggiore del 90%) e la bassa crescita, è inficiato da gravi problemi metodologici e addirittura da un banale errore nel foglio di calcolo, tanto che su twitter si parla di #excelgate. Eppure, anche sulla base di questo studio, è stata giustificata l’austerità, il pareggio di bilancio e il “rimettere a posto i conti”, al di qua e al di là dell’Atlantico."

 

  By: foibar on Martedì 27 Gennaio 2015 22:24

Roberto, riprova sarai più fortunato.

 

  By: Roberto964 on Martedì 27 Gennaio 2015 17:55

caro Foibar, se ti riferisci al fallimento multiplo del settore bancario pienamente d'accordo con te. Ma la vedo dura.

 

  By: foibar on Martedì 27 Gennaio 2015 14:21

Come se ne esce? Sostanzialmente in DUE modi: 1) riducendo (via fallimento reale) del 50% tutte le attività; 2) permettendo alle famiglie di riprendere i consumi. c'è una "terza" via che guarda un po potrebbe coincidere con l'unico settore che è in costante crescita e che, riguarda un po, tutti gli stati stanno finanziando.

 

  By: Roberto964 on Martedì 27 Gennaio 2015 11:05

Decennio deflattivo? Da quasi TRE anni continuo a dire che ci sarebbe stata una riduzione del PIL globale: da un anno, grosso modo ogni trimestre, viene continuamente rivista al ribasso tale stima. A distanza di 6 mesi c'è stato un taglio del -0,5% (-12.5%) < 25 Luglio 2014, Dopo i deludenti dati del PIL del primo trimestre di USA, Cina e altre economie dei Paesi Emergenti (tra cui la Russia), anche il Fondo Monetario Internazionale ha dovuto rivedere al ribasso le stime di crescita del PIL per l’anno in corso: nel 2014 la crescita mondiale si ridimensiona dal 3,7% a/a al 3,4% a/a mentre rimane invariata al 4,0% per il 2015.> <20 GENNAIO 2015 - Il Fondo monetario internazionale (Fmi) rivede al ribasso le stime di crescita dell'economia mondiale, che nel 2015 crescerà del 3,5% (-0,3 punti percentuali rispetto a ottobre) e nel 2016 del 3,7% (-0,3). "La crescita economica è più debole: c'è un urgente bisogno di riforme strutturali in diversi paesi".> Quanto vado affermando dall'epoca è da addurre alla dinamica innescata dalla drastica riduzione dei consumi (e conseguentemente del PIL) dell'€uro-Zone e ciò è anche essenzialmente responsabile della bassa inflazione globale (che in buona parte di U€ è già deflazione). Quella che ci ha investito è una crisi da superproduzione MAI VISTA in passato, che per un buon decennio è stata assecondata, mistificata e sostenuta da un super-indebitamento privato globale (che poi diventa pubblico). Ora che le varie bolle debitorie esplose (ma molte altre devono ancora deflagrare) hanno fortemente ridimensionato tale fenomeno si fa la conta dei danni. Sono convinto che il peggio debba ancora arrivare. L'offerta globale supera la richiesta almeno del doppio. Nonostante il dollaro sia costantemente risalito da Aprile 2014 in poi, non ho visto aumenti di prezzi sulle merci provenienti dall'estero, anzi! I prezzi a livello industriale stanno calando in tutto il globo con una media percentuale impressionante: dal petrolio al rame, dai ferrosi al gas, dai semilavorati ai prodotti finiti. Sino alla fine si spingerà abbassando i prezzi: ciò porterà solo altra deflazione aggregata. I tassi d'interesse nei Paesi industrializzati che tendono tutti pericolosamente verso lo ZERO (e in diversi casi sotto ad esso) mi fanno pensare al prossimo decennio come a quello della deflazione. Una grande deflazione da sovra capacità produttiva. Il finto Q€ di Draghi arriva male e tardi: l'operazione "svalutescion" sarà abbastanza inutile: i prezzi continueranno a scendere e asimmetricamente la deflazione a salire. Come se ne esce? Sostanzialmente in DUE modi: 1) riducendo (via fallimento reale) del 50% tutte le attività; 2) permettendo alle famiglie di riprendere i consumi. Il sistema attuale, per tutt'una serie di problematiche, propende fortemente, inconsciamente e incoscientemente, per la PRIMA ipotesi. Roberto Nardella.

 

  By: hobi50 on Martedì 27 Gennaio 2015 10:20

E' arcinoto che gli economisti si trovino spesso in difficoltà sulla finanza. Ed ovviamente non prendo ad esempio Borghi . Lo stesso Krugman ,alcuni anni fa ebbe un batti e ribatti con S.Fulwiller (MMT)nel web sulle "riserve bancarie " e ne uscì distrutto . Hobi

 

  By: Moderatore on Martedì 27 Gennaio 2015 02:38

E' sempre bello quando si ascoltano i pareri degli economisti ricordare questo spezzone del film in cui uno dei più importanti prof. di economia in America, ^Ken Rogoff risponde alla domanda su cosa sono i credit default swap#http://vimeo.com/67007133^

 

  By: Roberto964 on Lunedì 21 Luglio 2014 06:44

La nascita della banca come istituto di potere globalista Nel 1230, Luigi IX di Francia (che poi fu anche fatto Santo) diede il via alla VII crociata con l’intento di riconquistare Gerusalemme. Partì alla volta dell’Egitto con un buon numero di uomini, ma una volta arrivato a destinazione fu accerchiato e fatto prigioniero insieme a tutto il suo esercito. Per la sua liberazione accettò di pagare un riscatto pari al corrispondente di UN milione di Fiorini d’oro di Firenze. Per racimolare tale somma si indebitò pesantemente con i Templari e incaricò un ricco commerciante genovese che risiedeva a San Giovanni d’Atri di andare a Parigi per avere la disponibilità fisica dell’immane somma. Il commerciante non si mosse dalla sua residenza ma incaricò suo padre, residente in Genova, di portare a termine l’incarico. A sua volta, egli incaricò un fiduciario residente in Francia che dietro lauto compenso, finalmente, portò a termine la missione, recandosi personalmente in Egitto per consegnare il riscatto pattuito. Quello che vi ho appena narrato fu il primo bonifico ante-litteram di cui si abbia notizia, certificato da diversi atti notarili. Nella seconda metà dello stesso secolo il figlio di un calzolaio francese salì al soglio pontificio con il nome di Urbano IV: egli scalò tutta la gerarchia ecclesiastica sino ad arrivare ad essere primo fiduciario e consigliere particolare del suo predecessore, venendo poi eletto una volta morto quest'ultimo. L’immensa voglia di potere e di arrivismo, innata in chi fa tale scalata sociale e che ti porta a passare su qualsiasi cosa, facendoti compiere i compromessi più efferati, è stato il carburante che ha permesso ad un plebeo di arrivare al centro di potere MASSIMO conosciuto ed indiscusso dell’epoca. Quando divenne Papa Urbano IV, il centro-nord d’Italia era nel fulgore dell’epoca ghibellina, mentre al sud il regno del principe Manfredi era al suo massimo apice. Da grande tessitore qual’era, per portare la situazione a suo favore, sia politicamente che economicamente, si avvalse dell’arma più potente di cui Santa Romana Chiesa disponeva: la SCOMUNICA. Egli la usò a propria discrezione, scomunicando le massime città ghibelline, tra cui Firenze e Siena, ma facendo dei personalissimi ed interessati distinguo: non scomunicò molti banchieri toscani, tra cui le potentissime famiglie Peruzzi e Bardi. La scomunica era così pericolosa poiché “toglieva” il tempo alle città: erano le campane delle chiese a scandire le ore e, ricevere tale anatema, significava la condanna a morte per la vita economica e sociale della città stessa. Con questa manovra portò alla sua corte i banchieri più famosi e potenti del mondo conosciuto: Firenze divenne così potente poichè fu la prima che reintrodusse le monete d’oro: in tutta Europa da diversi secoli si coniavano solo pezzi in argento e così il Fiorino d’oro di Firenze fu adottato come valuta di riserva mondiale. Sistemata la parte economica, al neo papa restava quella politica, ovvero trovare il modo di sbriciolare il regno di Manfredi. All’uopo usò la sua personale amicizia con Luigi IX che lo mise in contatto con suo fratello (D’Angiò), avvisandolo che era uomo scaltro, abilissimo e coraggiosissimo combattente ma POVERO in canna: in pratica non disponeva di nessuna proprietà. Papa Urbano IV, con i potentissimi banchieri suoi alleati e protetti fornì i PRESTITI necessari a far si che il D’Angiò si dotasse dell’esercito necessario a "liberare" il sud Italia da Manfredi e suoi alleati. E così fu. In cambio, i famelici banchieri, chiesero ed ottennero dal papa, oltre al GIUSTO interesse sul prestito fatto, il MONOPOLIO assoluto sul vero ORO del sud: il mercato del grano di Napoli, il più importante del tempo. I D’Angiò decisero che Napoli doveva divenire capitale e avviarono enormi lavori edili: in pochi anni sconvolsero la Napoli conosciuta, donandole la caratteristica di capitale, essi fecero edificare anche 23 chiese, e pensate, per la sola chiesa di Santa Chiara si indebitarono – immaginate con CHI - per circa un milione di fiorini d’oro. Nel volgere di un ventennio le banche toscane si arricchirono a dismisura, mentre i commercianti di grano del sud (e tutta la filiera) – una volta ricchissimi e potenti – andarono in miseria. Quello stesso anno papa Urbano IV morì, si dice per il troppo lavoro (scrisse di suo pugno circa 4.000 atti, certificati da notai). A volte pensiamo che la miseria che ha contraddistinto il meridione d’Italia sia partita dalla riunificazione, dalla cassa del mezzogiorno o dalla …. Corruzione, ma, come vediamo, la dinamica parte da molto, ma molto più lontano: 700 anni di ricchezze sottratte presentano il conto per SEMPRE. Le banche toscane avevano diramazioni e filiali ovunque in Europa: da Cipro a Londra, dalla Spagna all’attuale Belgio. Enrico I d’Inghilterra aveva il grande problema dell’insurrezione in Scozia (ricordate Braveheart?) ma i debiti del suo regno non gli permettevano di armare l’esercito che serviva per sconfiggere gli insorti e così, ancora una volta, i banchieri toscani si trovarono nella posizione privilegiata di poter chiedere qualsiasi cosa ad un Re accecato dalla bramosia e dal suo ego e che voleva affermare ad ogni costo il proprio potere. I potenti banchieri, come fu per il grano di Napoli così PRETESERO ed ebbero da Enrico I la concessione del MONOPOLIO della più importante materia grezza dell’epoca: misero le mani sul mercato della lana di Londra. Il Re d’Inghilterra concesse il tutto senza battere ciglio e i fiorentini si assicurarono tutta la lana necessaria alla loro filiera produttiva in Italia, vendendo a caro prezzo l’eccesso di prodotto grezzo. Non c’è che dire: i banchieri toscani erano gli ebrei dell’epoca. Pochi anni dopo, il regnante d’Inghilterra decise che era arrivato il tempo di invadere la Francia e convinse i soliti banchieri a concedere gli enormi prestiti necessari per armare una flotta così potente da permettergli di vincere la guerra: la guerra dei 100 anni. Ma questa volta, come la Storia ci dice, le cose andarono diversamente: l’Inghilterra perse la guerra e i banchieri non videro MAI più il denaro prestato: fallimenti a catena decimarono la potente lobbie dei banchieri toscani, mandando in malora centinai di migliaia tra grossi e piccoli correntisti che avevano affidato i propri risparmi a detti istituti. In pratica, il denaro usato per i loro sporchi traffici lo metteva INCONSAPEVOLMENTE il risparmiatore. Vi è traccia di diverse cause intentate dai risparmiatori alle banche toscane, dove le stesse, per difendere l'indifendibile, cercarono (riuscendovi spesso) di corrompere giudici e potere costituito ma questo non bastò: alla metà del 1300 il potere bancario toscano finì miseramente, lasciando immense praterie ai nuovi arrembanti teutonici dallo scudo rosso e loro amici. Fallimento dei Peruzzi (1343) • Fallimento dei Bardi (1346) Come vedete la Storia replica sempre se stessa, sino alla fine dei giorni. Questa notte, il caldo opprimente del “mio” Sud mi ha svegliato, dandomi l’opportunità di seguire una lezione universitaria di Storia economica dall’aula magna della “Federico II” di Napoli, tenuta dell’esimio e napoletanissimo professor Amedeo Feniello, a cui vanno i mie personali ringraziamenti per aver dato spunto a questo mio articolo. Roberto Nardella.

A quelli che vogliono distruggere, gli Dei fanno prima perdere il senno - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 10 Luglio 2014 16:36

#i# l'indice della produzione industriale e' calato in termini tendenziali dell'1,8%. Nella media dei primi cinque mesi dell'anno la produzione e' aumentata dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2013. #F_START# size=3 color=red #F_MID#"E' un dato molto negativo e del tutto inatteso"#F_END# commenta l'Ufficio Studi Confcommercio, mentre il centro studi Promotera prende spunto dalla 'doccia fredda' sulla produzione industriale per stimare una contrazione dello 0,1% nel Pil del secondo trimestre. Va anche segnalato che il raffreddamento della produzione industriale non e' un dato solo italiano. #b# Anche in Francia la produzione industriale scivola dell'1,7%#/b# mensile a maggio, dopo il +0,3% di aprile. E ieri in Germania la produzione industriale aveva registrato un preoccupante #b# arretramento dell'1,8% mensile#/b# a maggio, il passo indietro piu' grande da due anni a questa parte, dopo il -0,3% di aprile (dato rivisto dall'iniziale -0,2%). Sempre ieri la #b# produzione industriale britannica aveva registrato una flessione dello 0,7%#/b# rispetto ad aprile, quando era cresciuta dello 0,3%. Il rallentamento dell'industria e' dunque un dato europeo, che preoccupa anche la Bce... ...È stato raggiunto in conferenza unificata un accordo tra Governo, Regioni, Comuni e Province per il ^varo di un piano per la gestione dei profughi, con relative politiche di accoglienza#http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-07-10/immigrazione-accordo-piano-nazionale-accoglienza-370-milioni-2014-171836.shtml?uuid=ABGKuXZB^. Lo ha annunciato il presidente dell' Anci Piero Fassino che ha giudicato l'accordo «politicamente rilevante». Lo stanziamento è pari a ^370 milioni per il 2014#http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-07-10/immigrazione-accordo-piano-nazionale-accoglienza-370-milioni-2014-171836.shtml?uuid=ABGKuXZB^. Della cifra complessiva, ha spiegato Fassino, 70 milioni sono stati stanziati per i minori non accompagnati. Il piano sottoscritto oggi con il governo prevede: #F_START# size=3 color=red #F_MID#la raccolta in mare degli immigrati, da parte dello Stato#F_END#; lo smistamento entro 48 ore in centri regionali per l'identificazione; #F_START# size=3 color=red #F_MID#l'allocazione e l'integrazione nei comuni#F_END# con metodo Sprar (Sistema per i richiedenti asilo e rifugi... #/i# Dell'industria italiana se ne fregano, si preoccupano della "raccolta in mare" e "integrazione" degli africani, che arrivano ora a decine di migliaia. Ne sono arrivati quasi 100mila da quando in settembre Letta e poi Renzi hanno adottato questa politica (ovviamente con FI d'accordo perchè le interessa solo salvare il c ulo di Berlusconi). Arrivano a decine di migliaia da tutta l'Africa tutti in Italia, attratti dalla notizia che c'è uno stato europeo che se riescono a salire su un barcone li va a raccogliere in mare e poi li porta su a Roma o Bologna... La notizia di oggi che si stanziano centinaia di milioni di euro per raccoglierli e portarli in Europa ovviamente da domani farà aumentare l'afflusso Hai simultaneamente la distruzione dell'industria italiana e quella del tessuto sociale e umano dell'Italia (perchè se fai entrare milioni di persone dal terzo mondo inevitabilmente, superata una certa soglia numerica, trasformi il carattere della nazione). E i giornali e anche i "blog" o siti indipendenti si perdono in piccole chiacchere e diatribe #i# A quelli che vogliono distruggere, gli Dei fanno prima perdere il senno#/i#

 

  By: lmwillys on Giovedì 10 Luglio 2014 12:06

Buona vita a tutti ------- grazie Roberto, anche a te e famiglia tranquillo, staremo tutti bene, vivremo tutti meglio :-) redditometri ... tiè Bull, ti dedico Uriel http://www.keinpfusch.net/2014/07/human-divide.html senza contanti non esisterebbero le rapine ... già ...

 

  By: Roberto964 on Giovedì 10 Luglio 2014 09:43

Un mondo di “bolle” (o di balle?) Obama, nel 2012, allo scopo di essere rieletto, dichiara che i suoi sforzi nel prossimo mandato sarebbero stati tutti incentrati alla lotta alla disoccupazione che aveva un tasso elevatissimo, prossimo al 8,5%. Il suo intendo era di portare quella percentuale entro il 6,5%. In accordo con la FED (la banca centrale USA) da il via al Quantitative Easing IV (riacquisto di titoli statali in scadenza che vengono monetizzati, immettendo nuova moneta nel sistema), con l’immissione di $ 85 miliardi al mese che sarebbe durato, appunto, sino a che la disoccupazione rientrasse entro il 6,5/6,8%. Obama ha rivinto e il piano da $ 85 mld è proseguito per quasi 2 anni ininterrotti, mentre la disoccupazione pian piano rientrava, tanto che, sul finire del 2013 la FED ha deciso di dare vita al cosiddetto “tapering” (taglio progressivo del QE) che ha visto diminuire gli stimoli monetari sino ai $ 35 mld attuali. La Yellen (presidente FED succeduta a Ben Bernanke da pochi mesi) ad ogni riunione del board della FED ha ridotto la quantità del QE e nell’ultima riunione di ieri l’altro ha annunciato che sarà chiuso del tutto entro ottobre 2014. Intanto la disoccupazione USA è scesa più velocemente di quanto lo stesso Obama sperasse, portandosi a ridosso del 6%, ovvero ben al di sotto di quanto si era sperato. Come già pronosticavo da diversi mesi ribadisco che entro fine 2014 o al massimo entro il primo trimestre 2015 la FED sarà costretta ad alzare i tassi di sconto per evitare, a loro detta, che l’inflazione rialzi la testa: una evenienza che a me, alla luce di quanto posso vedere oggi, sembra molto lontana. Le conseguenze di un aumento dei tassi USA, in un periodo di contrazione globale, potrebbero causare una serie di effetti a catena ad oggi inimmaginabili, tra cui, l’incancrenimento dei debiti esteri in valuta pregiata di molti Paesi emergenti ed in via di sviluppo, la frettolosa uscita di capitali esteri che disinvestirebbero massicciamente (molto di più di quanto sta già avvenendo da anni), mettendo in crisi interi comparti produttivi che fallendo potrebbero trascinarsi dietro gli Stati stessi, anche se grossi. Nonostante una ripresa in USA ci sia innegabilmente stata, negli ultimi anni il costo orario del lavoro in è sceso di diversi punti percentuali e ancora oggi il governo federale elargisce 45 milioni di buoni-pasto al giorno, mentre una grossa fetta di statunitensi vive stabilmente in campeggi più o meno improvvisati. La cartina di tornasole di quanto affermo è il dato del PIL trimestrale USA a -2,9%, dopo che anche lo scorso trimestre aveva realizzato un segno ampiamente negativo. La causa di ciò è stata addotta all’ondata di gelo di quest’ultimo inverno particolarmente rigido che ha tenuto le famiglie lontane dai centri commerciali. Della serie ogni scusa è buona. A questo punto una domanda sorge spontanea: dove sono finiti i circa $ 2000 miliardi di QE? Di questo ho già parlato abbondantemente ma lo rifaccio sempre volentieri. Da sempre, i maggiori detentori di debito pubblico sono le banche, i fondi pensione e gli istituti finanziari in genere. Costoro, dell’enorme liquidità di cui sono venuti in possesso cosa ne hanno fatto? Semplicissimo: hanno alimentato il notissimo “american dream”, quel sogno fatto di facili guadagni ma soprattutto di poca fatica. Essi hanno prestato denaro ad interesse che i babbani americani hanno preso a piene mani investendoli in borsa, allettati dai facili guadagni a doppia cifra che un mercato azionario può “garantire” quanto l’economia tira forte. Ma vi assicuro che l’economia reale USA è messa molto peggio di quanto ci abbiano fatto intendere (leggi dati sul PIL) e che l’incremento delle borse è dovuto ESCLUSIVAMENTE al crearsi di una immensa bolla. Come già successe nei secoli scorsi, negli anni ’20 con la bolla immobiliare in Florida, con l’immensa bolla del ’29 (che per inciso fu una delle maggiori cause del secondo conflitto mondiale), con la bolla del 1991, con quella del 1997 e per finire con quella delle dot.com del 2000, anche questa esploderà, lasciando sul lastrico milioni di persone e di converso facendone arricchire ancor di più solo qualche centinaio che sta già preparando il terreno per la prossima ventura ed inevitabile altra bolla. I dati rilasciati nelle ultime settimane sono univoci: un po’ dappertutto nei paesi avanzati crolla (anche del 50%) la fiducia delle imprese e dei consumatori. I dati industriali rilasciati negli ultimi giorni sono tragici: Germania: superindice IFO giù di diversi punti; Corea del sud: export annuo -10.6%; import -8.8%; Giappone: -14,3% gli ordinativi di macchinari “core” (contro una previsione del +9,5%); Australia: tasso di disoccupazione in aumento (6%); indice delle materie prime in costante ribasso; Cina: export ed import sotto le attese; prezzi al consumo (inflazione) in ribasso; prezzi alla produzione annua -1,1%; Francia: prod industriale mensile -1,7%; Olanda: prod manifatturiera -1,9%; Italia: prod industriale mensile -1,2%; annua ben -1,8%; Grecia: disoccupazione a nuovi record (27.3%); Portogallo: Indice Prezzi Consumo (inflazione, o meglio, deflazione) Portoghese (Mensile)0,1%0,3%-0,1%; IPC portoghese (Annuale)-0,4%-0,2%-0,4% Intanto i #cialtroniseriali che governano questo pazzo mondo, usando scongiuri antichissimi, infondono speranze e buonumore, drogandoci con i loro potentissimi mezzi di disinformazione di massa e annunciando la solita lieta novella, fatta di “va tutto bene” e di “a breve sistemeremo ogni cosa”. Quello che oggi sta accadendo mi fa ripensare in continuazione al discorso dell’allora presidente USA tenuto sullo stato dell’unione nel 1928 che vedeva il miglior mondo possibile: un mondo perfetto fatto di benessere e prosperità. Così dannatamente perfetto da offuscare una realtà ben tangibile. Peccato nel 1929 accadde ciò che accadde e chi diceva il contrario fu definito “cassandra con i baffi”. La realtà è UNA sola: siamo di fronte ad un nuovo genere di crisi sino ad ora completamente sconosciuta e mai vista in passato: CRISI da sovraccapacità produttiva, ovvero il deteriorarsi dei consumi innescato dalla crisi di liquidità in €Uro-zone ha avviato una mostruosa spirale deflattiva che passa appunto dal mancato consumo di merce già prodotta e stoccata e in massima parte destinata al rinnovo degli abitanti più ricchi del globo: quel miliardo su sette del pianeta terra tra cui i 500 milioni di europei che non sono più in grado di spendere oltre il necessario. La semplicissima possibilità di indebitamento decisa dal pensiero unico economico globalista ha messo in moto un mostruoso ciclo di investimenti sovradimensionato e sovrastimato. Dopo il crack finanziario globale del 2007 era semplicissimo prevedere cosa sarebbe accaduto: STOP all’indebitamento tout-court con conseguente stop dei consumi su larghissima scala. Ne vedremo delle belle, e se sopravvivremo potremo persino raccontarle. Buona vita a tutti. Roberto Nardella.

 

  By: Bullfin on Giovedì 10 Luglio 2014 09:16

ESATTO Willis, e se non fossero corrotti ed eticamente riprovevoli dovrebbero indagare su dove arrivano, come gli hanno guadagnati, etc. giusto come quelli che inneggiano ai redditometri etc come te. :).

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente