VACCINI e MORTI IN ECCESSO

 

  By: gianlini on Venerdì 16 Agosto 2013 14:21

anche il Lesotho è piccolissimo, e pure il Bhutan e il Belize non son poi così grandi..... l'Armenia ha meno abitanti della DAnimarca, di Singapore e di HK ma non è messa poi così bene.... non mi avete invece ancora citato un solo paese in cui ci sia rispetto delle regole, pulizia, obbedienza civile ma economicamente vada male (l'esempio della Corea del Nord non vale)

 

  By: VincenzoS on Venerdì 16 Agosto 2013 14:15

x Gano E le realtà geografiche piccole sono quelle che spesso danno economicamente il meglio di sé: Lussemburgo, Liechtenstein. Danimarca, Singapore, Hong Kong... --------------- Esclusa la Danimarca hai citato casi di bassa, bassissima spesa pubblica e di scarso impicciarsi dello stato nella vita dei cittadini. Poi, nelle realtà piccole dove la spesa pubblica è più alta c'è più controllo da parte dei cittadini, quindi la spesa viene indirizzata a cose utili e non totalmente inutili.

 

  By: Gano* on Venerdì 16 Agosto 2013 14:02

Che senso hanno i confini geografici? Perché bisogna essere monetariamente sovrani da Lampedusa alla Vetta d'Italia e non, che so, da Avellino a Benevento piuttosto che da Cremona a Piacenza? -------------------------------------------------------------------------------------- Se avessimo il Fiorino e la Toscana sovrana degli Asburgo-Lorena, (noi qui) staremmo ancora meglio che in un' Italia sovrana con la lira. Ma non si può avere tutto e tutto in una volta sola. E le realtà geografiche piccole sono quelle che spesso danno economicamente il meglio di sé: Lussemburgo, Liechtenstein. Danimarca, Singapore, Hong Kong...

 

  By: Bullfin on Venerdì 16 Agosto 2013 13:45

E spero proprio che ti levi anche dalla testa quella scempiaggine della sovranità monetaria. La sovranità monetaria servirebbe per evitare quello che sta succedendo ora e che per te naturalmente non frega na cippa perchè hai ben il culetto sulla sedia della tua scrivania della tua multinazionale (bene per te sarai sicuramente un bravo lavoratore). Per la gente che in questi anni ha perso il posto di lavoro con figli a carico, oppure che non arriva a fine mese etc. la sovranità monetaria conta eccome. La sovranità monetaria andrebbe attribuita a tutte quelle zone economicamente omogenee. Sicche' la Germania ha la sua, la Francia la sua, l'Italia la sua. Ora poichè dell'Italia so che vi sono almeno due zone economicamente differenti, andrebbe attribuita una moneta al nord e una al sud. Come in un sistema in equilibrio T che viene squilibrato t+1 la moneta serve per creare di nuovo l'equilibrio t+2 perchè rispecchia con il suo valore lo squilibrio rispetto allo stato T+1 e va aggiustato assieme ad altre variabili (aggiustamento a livello di mercato e non forzato perchè ben si sa che è inducendo un valore che si crea squilibrio e si forma un mercato nero). VORREI FARE NOTARE ai gentili utenti di Cobraf, che tolto due tre eccezioni la lira-euro si è rafforzata contro tutte le altre valute mondiali negli ultimi 10-20 anni. il cambio è invariato rispetto al 2000 con lo yuan, ha pure guadagnato sebbene millimetricamente contro lo jpy, è leggermente (ma proprio leggermente) svalutato rispetto l' aud, nok. Moneta che si è rafforzata rispetto alla lira euro è il NZD....con cio' ho detto TUTTO.

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente

 

  By: VincenzoS on Venerdì 16 Agosto 2013 13:30

x Trucco Stanotte Keynes mi è apparso in sogno.. -------------- Spero proprio che non ti appaia più, anzi non appaia proprio a nessuno a raccontare le sue scempiaggini sul deficit pubblico. E spero proprio che ti levi anche dalla testa quella scempiaggine della sovranità monetaria. Che piffero significa la sovranità monetaria? Che senso hanno i confini geografici? Perché bisogna essere monetariamente sovrani da Lampedusa alla Vetta d'Italia e non, che so, da Avellino a Benevento piuttosto che da Cremona a Piacenza? E allora che accidenti di differenza vuoi che faccia che l'entità monetaria sovrana vada da Cipro e Malta alla Lapponia? Lo vuoi capire che per me tu sei un perfetto estraneo al pari del signor Jorge Dos Santos, del signor Demetrios Christopoulos o del signor Pekka Koskinen? Del tuo passaporto non me ne frega una emerita cippa come non me ne frega niente di quello dei vari Rossi o Bianchi. Gli affari li faccio con te come con Koskinen; chi offre il meglio trova la mia approvazione, altrimenti no.

 

  By: Trucco on Venerdì 16 Agosto 2013 11:30

Stanotte Keynes mi è apparso in sogno e mi ha detto di dire questo a Zibordi (voleva apparire in sogno direttamente in sogno a lui, ma GZ non dorme mai, come prova l'orario dei suoi post): corretto che oggi la mia ricetta sarebbe di ridurre le tasse italiane, ma siccome la Merkel non ve lo permetterebbe nemmeno se regalaste il Colosseo alla Germania, il pre-requisito per tagliare massicciamente le tasse sarebbe il ripristino della sovranità monetaria. GZ giustamente dice che se uno vuole guarire deve farsi asportare un tumore, ma poi si dimentica di dire che occorre un bisturi, un chirurgo, una sala operatoria sterile. Mica c'è lo si può asportare con le dita il cancro.

 

  By: VincenzoS on Venerdì 16 Agosto 2013 11:19

x GZ Ma la logica dell'analisi di Keynes è che l'economia moderna essendo basata sulla moneta che viene accumulata come ricchezza dai privati e sul credito che espande la produzione oltre il reddito ha dei "buchi" di spesa. Cioè i benestanti non spendono tutto il loro reddito e le imprese, possono usando il credito, produrre di più di quello che consentirebbe il puro reddito prodotto (se venisse risparmiato e intermediato). ----------------------------------------------------------------- Non c'è proprio nulla da fare. Lo si rigiri "da sinistra", cioè aumento della spesa pubblica, o "da destra", semplice riduzione delle tasse senza toccare la spesa pubblica, Keynes è un autentico cancro che ormai da 80 anni ammorba il pensiero economico. Ma che accidente dice che i benestanti "non spendono" il reddito? Forse non spenderanno tutto il reddito in vestiti o bistecche, ma spendono eccome quando acquistano azioni o obbligazioni o un'azienda tout-court. Le crisi economiche hanno due sole origini 1) non si riesce a produrre ciò che serve/si desidera 2) si producono cose che non servono e quindi non si produce ciò che serve/si desidera Tertium non datur. Che accidenti significa che lo stato si metta a spendere visto che i privati "non spendono"? Altro non significa che siccome si produce troppa frutta lo stato compra l'eccedenza e poi la distrugge, cosa nei fatti successa. Invece io direi ai produttori in eccedenza "cambiate mestiere". Non importa che l'approccio sia keynesiano di destra o di sinistra, non cambia assolutamente nulla. Qualsiasi intervento dello stato porta a produrre cose che non servono. Oggi la più grande produzione inutile che si fa è quella burocratica, che sottrae risorse alla produzione vera. La responsabilità, ovvio, non è solo dello stato, ma anche di noi singoli. Abbiamo modelli di consumo troppo energivori (auto troppo grosse e usate anche per spostamenti brevi, case troppo grandi ecc. ecc.). Ma ricadiamo sempre nella logica keynesiana del consumo a tutti i costi anche dell'inutile

Se oggi Keynes fosse al mondo taglierebbe solo le tasse - GZ  

  By: GZ on Venerdì 16 Agosto 2013 05:51

Ci sono diversi economisti competenti in Italia che seguono l'approcio monetario corretto, come ad esempio Gennaro Zezza, Bruno Amoroso o Guglielmo Forges Davanzati, dell'università del Salento (^qui un intervista#http://www.youtube.com/watch?v=n0A9dPZ1lDY^ e sotto il suo pezzo sulla crisi). Questo suo pezzo sotto sul Keynes Blog di qualche giorno fa è perfetto, altro che Allesina, Giavazzi, Boldrin, Seminerio... deve essere per questo che ^Forges Davanzati#https://docs.google.com/viewer?url=http://www.emilianobrancaccio.it/wp-content/uploads/2011/06/chapter-listing.pdf^ non lo fanno mai scrivere sui giornali e lo invitano in TV. (Tra parentesi è incredibile che Mosler e quelli della MMT siano venuti in Italia quattro volte e Barnard abbia evitato che si incontrassero con gli economisti italiani che dicono le loro stesse cose...) Le cose, in genere ottime, che leggi ^su KeynesBlog#http://keynesblog.com/uscire-dalla-crisi-con-keynes/^ rimandano anche ad un problema. Oggi il motivo per cui il settore privato non spende abbastanza da comprare la produzione e siamo in depressione è che il settore privato è iper-tassato, che lo stato gli sottrae metà del reddito e non gli lascia abbastanza moneta da spendere. Oggi la ricetta di Keynes è quindi tagliare le tasse e in modo massiccio. Ma uno dei motivi per cui nessuno lo propone è ideologico. Si è creata una percezione che Keynes sia "de sinistra" chi accetta questa analisi pensa che essendo "keynesiana" deve implicare aumenti di spesa pubblica anche perchè le riduzioni di tasse suonano "de destra". E viceversa chi vuole ridurre il peso dello stato e le tasse, sa che Keynes è "de sinistra" e quindi non vuole sentire analisi come quella sopra perchè portano l'etichetta "keynesiano" e questo è sinonimo di spesa pubblica (e alla fine magari si fida della "scuola austriaca" perchè ha fama di liberale). In questo modo quelli che capiscono che le tasse sono il problema essenziale non capiscono il meccanismo del deficit e della moneta spiegato da Keynes e sostengono, in buona fede, politiche suicide tipo Oscar Giannino o si perdono in cose irrilevanti Qual'è l'unico leggero difetto di questa ottima analisi "post-keynesiana" di quello che non va nell'economia italiana ? (leggere please, così vediamo se si indovina) ----------- ^"Politiche monetarie espansive e restrizione del credito", Guglielmo Forges Davanzati,#http://keynesblog.com/2013/08/09/politiche-monetarie-espansive-e-restizione-del-credito/^, 9 agosto 2013 per Keynes blog Le principali banche centrali dei Paesi industrializzati – BCE inclusa – stanno, da tempo, inondando di liquidità il sistema economico, adottando politiche monetarie definite “non convenzionali”. Con quali risultati? Ci si aspetterebbe un aumento degli investimenti e dell’occupazione. Ci si aspetterebbe anche un aumento del tasso di inflazione. Su fonte ISTAT, si registra che, in Italia, gli investimenti fissi lordi hanno subìto una contrazione del 3.3%, il tasso di disoccupazione è aumentato, dal 2012 al 2013, di circa un punto percentuale e le (più ottimistiche) previsioni indicano un tasso di crescita nell’ordine del -1.4%. Il tasso di inflazione resta sostanzialmente fermo su valori di poco superiori all’1%. Le principali motivazioni che spiegano la sostanziale inefficacia delle politiche monetarie espansive ... 1) In una condizione di aspettative pessimistiche, la riduzione dei tassi di interesse non costituisce un incentivo rilevante per effettuare investimenti o, al limite, è una condizione totalmente irrilevante nelle decisioni di spesa delle imprese. Si osservi che le aspettative non sono un dato ma dipendono in modo cruciale dall’andamento della domanda. In fasi recessive, caratterizzate da bassa e declinante domanda di beni di investimento e beni di consumo, è del tutto ovvio che le imprese posticipino i loro investimenti, attivando un circolo vizioso che, in assenza di interventi esterni, è destinato ad autoalimentarsi. La riduzione degli investimenti, infatti, contribuisce a generare ulteriori riduzioni della domanda aggregata e ulteriori aumenti del tasso di disoccupazione. La riduzione della domanda, a sua volta, disincentiva gli investimenti. 2) Un basso tasso di inflazione – attuale e atteso – costituisce un ulteriore fattore di freno agli investimenti, dal momento che gli imprenditori assumono rischi se ritengono di poter vendere a prezzi tali da consentire loro di acquisire margini di profitto ‘normali’. In tal senso, la riduzione del tasso di inflazione definisce una condizione per la quale i costi inizialmente sostenuti per attuare un progetto di investimento eccedono i ricavi attesi. Se si ammette che gli investimenti crescono al crescere del tasso di inflazione, non si capisce per quale ragione la BCE continui a darsi un target del 2%, oltre il quale si ritiene obbligata a intervenire riducendo il tasso di inflazione. D’altra parte, il target del 2% non trova riscontro in un fondamento ‘scientifico’ inoppugnabile, e riflette una decisione esclusivamente politica. 3) Il fattore più rilevante che motiva l’inefficacia delle politiche monetarie espansive risiede negli effetti che queste producono sulla gestione del credito da parte delle banche commerciali. ^Come documentato dalla Banca d’Italia fin dal 2010#http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/quest_ecofin_2/QF_63/QEF_63.pdf^ (e nei principali Paesi OCSE) è in atto una rilevante restrizione del credito combinata con una altrettanto rilevante riduzione della domanda di finanziamenti da parte delle imprese. Da qui un apparente puzzle. Come è possibile tenere insieme una consistente immissione di liquidità da parte delle banche centrali con la riduzione del credito da parte delle banche commerciali? Si consideri che i profitti bancari sono in costante aumento. I principali istituti di credito su scala globale fanno registrare incrementi di utili eccezionali: si stima che, su base annua, JP Morgan, Citibank, Bank of America, Morgan Stanley e Goldman Sachs abbiano, in media, più che raddoppiato i loro profitti. In una condizione “fisiologica”, nella quale le banche raccolgono risparmi per erogare finanziamenti, i profitti bancari sono dati dalla differenza fra i ricavi ottenuti dal rimborso del debito maggiorato con interessi da parte delle imprese e gli interessi dovuti ai risparmiatori (più i costi di gestione). Nella condizione attuale, è da escludere che i profitti siano generati dagli interessi pagati dalle imprese, proprio a ragione della restrizione del credito in atto. La gran parte dell’incremento degli utili bancari va, dunque, imputato all’attività speculativa, ovvero all’acquisto e alla vendita di titoli sui mercati finanziari, e a operazioni di acquisizione e fusione (link). Si è, dunque, in presenza di un fenomeno – la “finanziarizzazione” bancaria – che, per le dimensioni assunte, è decisamente inedito. Tutto ciò è reso possibile, in ultima analisi, da due fattori: la piena libertà assegnata all’intero sistema bancario di operare senza vincoli sui mercati finanziari e, soprattutto, l’attuazione di politiche fiscali restrittive. La riduzione della spesa pubblica (e/o l’aumento dell’imposizione fiscale), riducendo i mercati di sbocco, riduce i profitti delle imprese – fino a determinarne il fallimento. Ciò si traduce, da un lato, in una riduzione delle garanzie che le imprese possono offrire alle banche per ottenere finanziamenti e, dall’altro, nel peggioramento delle aspettative imprenditoriali. Le imprese domandano meno credito e le banche – assegnando maggiore rischiosità ai progetti di investimento – riducono l’offerta di credito. Il conseguente calo della domanda aggregata accresce il tasso di disoccupazione e, a fronte della riduzione degli investimenti (e, dunque, della crescita dell’obsolescenza del capitale tecnico), si riduce la produttività del lavoro. Tassi di disoccupazione crescenti e bassa crescita della produttività non possono che generare continue riduzioni del tasso di crescita. In definitiva, una politica monetaria espansiva che non sia associata a una politica fiscale espansiva è del tutto inefficace . E l’assenza di una incisiva regolamentazione dell’attività bancaria, rischia di rendere l’aumento dell’offerta di moneta da parte della banca centrale controproducente per l’obiettivo dell’aumento dell’occupazione e della ripresa di un percorso di crescita economica, rivelandosi – intenzionalmente o meno – esclusivamente funzionale a ridistribuire reddito dal lavoro e dal capitale alla rendita finanziaria. ============================================== Qual'è l'unico leggero difetto ? Come soluzione sembra più che altro che difenda la spesa pubblica. In questo modo il tuo discorso stesso non funziona perchè la spesa pubblica non puoi aumentarla ancora, al massimo non ridurla (lasciando da parte il tema essenziale che sarebbe di ridurne sprechi che però richiede molta fede, cioè pellegrinaggi a Lourdes). E invece devi aumentare il deficit pubblico in Itali dal 3% al 10% del PIL immediatamente. Come fai ? Il povero Keynes a distanza di 70 dalla morte viene invocato ancora da quasi tutti ed è una bandiera e un sinonimo di espandere o difendere la spesa pubblica. Diciamo che Keynes è "uno de' sinistra" per questo motivo. Ma la "politica fiscale espansiva" raccomandata da Keynes molto giustamente per uscire dalla Depressione non poteva allora che consistere di maggiore spsa pubblica perchè quella privata era il 90% e quella pubblica il 10%. Oggi siamo, se prendi il PIL misurato (escludendo il sommerso su cui ovviamente la politica fiscale non incide per definizione) al 55% circa del PIL di spesa pubblica. E un impresa o lavoratore autonomo che non sia in grado come Amazon e Google di fare triangolazioni tra Irlanda, Olanda e Cayman per far sparire l'imponibile paga dal 60 al 70% in tasse. Al tempo di Keynes le tasse erano meno del 10% del PIL e le imprese non ne pagavano quasi. Oggi un impresa in Italia paga se conti tutto più del 60% dell'utile in tasse e come % del reddito nazionale le imposte pagate direttamente dalle imprese sono un 17% (poi dovresti calcolare quelle indirette come quelle sull'energia...). Il motivo banale per cui Keynes parlava sempre in termini di espandere le spesa pubblica è che all'epoca la spesa pubblica era minima e le tasse pure un quinto di quelle di oggi, cioè ridurre le tasse non si poteva per il semplice motivo che non c'erano quasi tasse. Ma la logica dell'analisi di Keynes è che l'economia moderna essendo basata sulla moneta che viene accumulata come ricchezza dai privati e sul credito che espande la produzione oltre il reddito ha dei "buchi" di spesa. Cioè i benestranti non spendono tutto il loro reddito e le imprese, possono usando il credito, produrre di più di quello che consentirebbe il puro reddito prodotto (se venisse risparmiato e intermediato). Di conseguenza capita che si producano beni e servizi che non vengono comprati dal settore privato, che ci sia un buco di domanda, che si chiama recessione e se persiste Depressione. E l'unico modo logico di riempirlo è che il settore pubblico, che non ha vincoli di bilancio come una singola impresa e famiglia, spenda, immetta moneta sufficiente. Questo è il succo di "Keynes" (vi ho risparmiato di leggere quel mattone della "Teoria Generale"). Keynes applicato all'Italia oggi dice che devi tagliare le tasse di 150 miliardi almeno. E' stupido citare il fatto che nel 1936 dicesse di aumentare la spesa pubblica, sono passati 80 anni ! (In realtà Keynes non collima con l'immagine che se ne da oggi, non ha mai mostrato particolare predilezione per la spesa pubblica, il welfare e simili, lavorava a metà tempo come speculatore su commodities, azioni e cambi, era presidente della sociatà di Eugenetica, scrisse che la sua teoria funzionava meglio in Germania, diceva che Marx era l'autore più assurdo che gli fosse mai capitato tra le mani... cioè lo puoi considerare "de sinistra" per alcune e "de destra" per altre)

 

  By: Roberto964 on Giovedì 27 Giugno 2013 13:34

Lo SFACELO italiano è cominciato con il divorzio, quando si andò a finanziare il deb pubblico sul mercato dei capitali, foraggiando i rentiers tramite BOT che non erano nemmanco tassati. La Fiat nel 1986 fece il 55% dei suoi utili in quel modo, la olivetti addirittura il 67%...entrambe (ma NON solo) prendevano grossi prestiti (da cui deducevano ANCHE gli interessi) per acquistare BTP...secondo voi che convenienza avevano ad innovare nelle aziende? da wiki: <Dal periodo del boom economico fino agli anni ottanta si osserva che l’Italia si arricchisce nei confronti del resto d’Europa e degli U.S.A. colmando in parte o del tutto il divario che esisteva alla fine della seconda guerra mondiale. Si passa infatti da una situazione nel 1950 in cui il reddito medio pro capite italiano era il 75% di quello europeo ed il 35% di quello statunitense al 1980 in cui tali valori arrivano al 99,6% rispetto all’Europa ed al 70% rispetto agli U.S.A.> Tutte le altre cose NEGATIVE che sono capitate al nostro amato Paese sono solo PARTE del PROBLEMA. Vi assicuro che si si riuscisse a riportarsi al periodo ante divorzio (incluso SCALA MOBILE) l'OTTANTA% de i nostri problemi si risolverebbe in BREVE tempo. TUTTI i miei studi me lo lasciano pensare.

 

  By: Roberto964 on Martedì 25 Giugno 2013 13:34

La PANDEMIA della DEFLAZIONE Visti i dati negativi che quotidianamente stanno uscendo negli ultimi mesi NON possiamo che prendere atto che il VIRUS del debito si è modificato: è diventato aerobico e si sta trasmettendo VELOCEMENTE in tutto il globo divenendo una vera e propria pandemia deflattiva. Non so CHI ancora possa pensare che la crisi che da 6 lunghi anni attanaglia l'Euro-pa, facendone contrarre i consumi e portando in deflazione il continente con maggior ricchezza diffusa (26% del PIL mondiale) NON provochi, con l'effetto della ridondanza o dei vasi comunicanti, sconvolgimenti in altre parti del globo. Stiamo altresì notando dai dati sull'inflazione che anche i consumi delle altre economie occidentali (USA, Japan, Australia ecc) stanno rallentando. Un mancato consumo dei 1060 milioni di persone che detengono il 62% del PIL mondiale si ripercuote PESANTEMENTE su chi ha fatto di quei consumi l'UNICA ragione di SVILUPPO e di crescita. Questo fenomeno lo stiamo già vedendo anche in Germania, dove il 50% dei PIL è fatto di export. La crescita degli ultimi 20 anni è stata sostenuta ESCLUSIVAMENTE dal debito, concesso molto allegramente e a chiunque, alterando pesantemente la domanda. Quando quest’ultima viene a mancare si cerca di ri-stimolarla con l’offerta ma, si sa, quando il cavallo NON vuole più bere, hai voglia a stimolarlo. Il credit-crunch, sopravvenuto per l'impossibilità di restituire il debito contratto da parte di TROPPI attori, ha MINATO alla base lo strumento INDISPENSABILE a qualsiasi sistema economico: la FIDUCIA. Rileggendo Galbraith ho notato come la Storia NON abbia insegnato NULLA. Dei 5 punti fondamentali relativi alla crisi del 29 c’è il V che è COMPLETAMENTE identico rispetto ai dikdat della trojka verso i Paesi in crisi della UE: “…il principio dell’equilibrio del bilancio era considerato ALLORA un DOGMA, e, del resto, lo si trova ancora formulato nel programma democratico del 1932. Senonchè il mantenimento di tale equilibrio significava un aumento delle imposte e una riduzione delle spese dello Stato, il che, in un periodo di crisi, non aveva altra conseguenza di aggravare la catastrofe. Risultato: <il rifiuto -dice Galbraith- in pari tempo, di una politica fiscale(imposte e spese) e di una politica monetaria significativa che da parte del governo vi era il rifiuto di qualsiasi politica costruttiva>. Ancora secondo Galbraith: “Gli atteggiamenti dell’epoca impedivano che si facesse alcunché per rimediare: Ed era questo, forse, l’aspetto più di ogni altro sconcertante……Tutti soffivano di un sentimento d’impotenza. Sembrava che non si potesse far nulla e, date le idee che dominavano la politica, nulla, infatti, si poteva fare” Questo è quanto scriveva Galbraith nel 1961 in riferimento alla crisi del 1929: cosa è cambiato rispetto alla gestione della crisi iniziata nel 2008 da parte della UE a guida teutonica? Quando ci si sarà reso conto che la pandemia diverrà INARRESTABILE probabilmente si cercherà un altro tipo di sviluppo che NON potrà prescindere da un RESET totale dei paradigmi ora in voga. Si dovrà partire dalla REDISTRIBUZIONE e dal RIPUDIO di uno sviluppo costruito interamente sul DEBITO. Rendiamoci conto che oggi, più è grande un’economia e più è grande il suo debito. Vi pare una cosa concepibile? Anche quest’anno l’Italia pagherà circa 80 miliardi di interessi che, ripartiti su 60 milioni di abitanti, danno un debito pro-capite di SOLI INTERESSI pari a 1.333 €, ovvero, ognuno di noi cittadini deve produrre un reddito aggiuntivo pari a detto importo, ergo, uno come me che ha tre figli e una moglie deve produrre 6666 € solo per tamponare gli interessi sul debito….cari amici, in questo modo NON si va da NESSUNA parte, salterà il BANCO, in Italia come dappertutto. Dobbiamo pensare ad un mondo dove si lavorerà di meno e si lavorerà TUTTI. Dobbiamo pensare a come isolare la rendita finanziaria parassitaria, il VERO CANCRO del mondo sin dalla notte dei tempi. Stiamo assistendo INERMI al più COLOSSALE trasferimento di ricchezza dalle classi lavoratrici di TUTTO il mondo verso il grande parassita, poichè il denaro, il SANGUE dell'economia moderna, nasce ESCLUSIVAMENTE sotto forma di DEBITO. Per far TUTTO ciò ci vuole la volontà POLITICA di effettuare un cambiamento così radicale. Questo cambiamento avverrà quanto la pandemia di deflazione globale NON sarà più recuperabile, la formidabile spinta verso il cambiamento sarà dettata dall’impossibilità di nascondere ancora il re nudo. "Il debito ti rende schiavo per tutto il tempo che ce l'hai: per sempre"

Ma cosa hanno mai detto alla FED oggi ? - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 20 Giugno 2013 00:12

Oggicrollo dei bonds americani e Dollaro USa che esplode. Cosa sarà mai successo, cosa avrà mai fatto la Federal Reserve che si riuniva oggi ? Non ha fatto niente di niente, hanno solo messo fuori il solito comunicato e come si può vedere dal confronto con l'ultimo comunicato di due mesi fa....è quasi uguale. Ma se lo leggi proprio bene in controluce e lo confronti con il testo di due mesi fa noti che c'è qualche parola che può essere interpretata come un accenno leggermente più positivo sull'economia. Ad esempio in marzo dicevano: "... qualche ulteriore miglioramento..." e oggi hanno detto "un miglioramento ulteriore..." (!) E il mercato vedendo che ora mancava la parola "QUALCHE" ha comprato dollaro e venduto bonds a mani basse. Una volta la Banca Centrale semplicemente si riuniva e decideva qualcosa. In Giappone fanno ancora più o meno così. Questa cosa invece di far interpretare ogni virgola e ogni sfumatura del testo dei comunicati della Banca Centrale (per cercare di anticipare cosa faranno) è stata inventata da Greenspan 25 anni fa e perfezionata da Bernanke. Forse perchè da giovane studiava il talmud e vengono tutti e due da famiglie di rabbini che appunto passavano la vita a interpretare ogni parola di testi oscuri.

"abbiamo gonfiato apposta la più grande bolla del debito della storia" - GZ  

  By: GZ on Giovedì 13 Giugno 2013 04:51

Oggi, di fronte al parlamento inglese, uno dei direttori della Banca di Inghilterra, Andrew Haldane, dichiara: "... siamo chiari, abbiamo [noi delle Banche Centrali] ^INTENZIONALMENTE GONFIATO LA PIU' GRANDE BOLLA DEL DEBITO DELLA STORIA..."#http://www.guardian.co.uk/business/2013/jun/12/bond-bubble-threatens-financial-system^ Come si può (ri)leggere qui, da alcuni mesi si martella che il top del reddito fisso è stato fatto e i bonds possono solo scendere, parliamo di un ciclo di rialzo dei bonds che dura da 25 anni circa. E si raccomandava ad esempio in aprile: "...nell'area dollaro mantieni o compra fondi o ETF di bonds cartolarizzati di mutui ipotecari americani e ^vendi invece tutti i fondi o ETF con dentro bonds governativi o corporate#http://cobraf.com/forum/postEdit.php?reply_id=123510407&topic_id=4750^ (e idem per quelli inglesi, tedeschi ed europei in genere) ---- ^"Bond bubble threatens financial system, Bank of England director warns"#http://www.guardian.co.uk/business/2013/jun/12/bond-bubble-threatens-financial-system^ ..."Let's be clear. We've intentionally blown the biggest government bond bubble in history," Haldane said. "We need to be vigilant to the consequences of that bubble deflating more quickly than [we] might otherwise have wanted."

 

  By: muschio on Domenica 26 Maggio 2013 03:02

Zibo, mi stavi facendo preoccupare!

I quattro livelli del potere - Moderatore  

  By: Moderatore on Domenica 26 Maggio 2013 01:38

^Il governo Letta nel quadro globale - da Marco Della Luna#http://marcodellaluna.info/sito/2013/05/22/il-governo-letta-nel-quadro-globale^, 22 maggio 2013 Il regime in questi giorni alza l’allarme sulla disoccupazione che si impenna, sulla produzione che si affossa, sulle piccole aziende che muoiono in massa, il Quirinale grida alla crisi angosciante. Evidentemente il regime sta creando panico sociale per far passare qualche giro di vite fiscale, giustificato con l’esigenza di salvare posti di lavoro, e che invece produrrà effetti contrari, perché recessivi – come tutti i precedenti. Farà una nuova tassa patrimoniale, o una nuova razzia sui conti correnti, magari convertendo i depositi in azioni della banca depositaria, per risanarla a spese dei clienti, e consentirle così di creare nuove bolle, nuove voragini e nuove emergenze coi giochi speculativi in cui le banche oggi impiegano prevalentemente i propri fondi? In ogni caso, sarà un altro, importante passo avanti nella ristrutturazione sociale in senso oligarchico, tecnocratico e autoritario in atto in Italia e vigorosamente portata avanti, negli ultimi tempi, da esecutori quali Mario Monti, con l’appoggio di quasi tutti i partiti e del Colle; mentre i grossi capitali e i grossi redditi si sono rifugiati off-shore, fuori dal raggio d’azione del fisco, il quale perciò si può rivolgere solo ai patrimoni e ai redditi medi e medio-piccoli, che non si sono delocalizzati. Berlusconi darà il suo endorsement a ulteriori manovre di quel tipo, e così forse guadagnerà un’assoluzione e il mantenimento della eleggibilità e quindi della libertà (?)... Lo Stato italiano non può fare altro che interventi fiscali, dato che gli altri strumenti macroeconomici li ha ceduti alla BCE e alla UE, cioè de facto alla Germania, la quale non li vuole usare, se non a proprio vantaggio. Il governo Letta è impotente di fatto e chiaramente si regge su due labili colonne: sulla difficoltà di tornare al voto adesso, e sui rinvii di promesse contrapposte (Imu, Iva, detassazione dei redditi da lavoro). Tira a campare in attesa di uno sblocco a livello superiore – BCE, UE, Berlino (elezioni politiche di settembre) – che gli dica che cosa fare, per via gerarchica. E dato che palesemente siamo in un ordinamento internazionale gerarchico multilevel, la nostra situazione ormai strutturale di crisi economico-finanziaria va inquadrata nel sistema di potere globale, forgiato in esito alla II Guerra Mondiale a Teheran, Yalta e Bretton Woods, nonché Montevideo per il WTO. Ma da BCE, UE e Berlino al più verrà un’espansione delle base monetaria di tipo USA, che andrà – come le ultime creazioni di moneta addizionale – al sistema bancario (non alla produzione e al consumo), quindi produrrà un momentaneo sollievo per l’economia reale e la società, anestetizzandola nel mentre che il sistema bancario gonfierà una nuova, grande bolla speculativa, come già ripetutamente avvenuto. Al livello apicale abbiamo il cartello monetario-finanziario, monopolista della moneta e del credito, nonché del rating, delle teorie economiche e delle prescrizioni (neoliberismo, rigorismo fiscale), che ha posto due terzi o più del mondo in una posizione di dipendenza e sudditanza, che porta da decenni avanti un progetto elitista di accentramento del potere e della ricchezza, e che dispone della piattaforma politico-militare degli USA – secondo livello – per distruggere chi si oppone, dove necessario. Domani forse sostituiranno gli USA con la Cina. Per ora, non so se e quanto Cina, Russia e Brasile sianmo indipendendenti da esso. Al terzo livello, in Europa, abbiamo la potenza continentale vassalla, la Germania (con la para-vassalla francese). La Germania, in cambio della collaborazione esecutiva a questo disegno, cioè in cambio del fatto che lo impone ai partners europei più deboli, riceve alcuni vantaggi, ossia la possibilità di sottrarsi in parte alle ricette recessive, e di approfittare del disastro che queste ricette causano ai partners più deboli per sottrarre loro capitali e quote di mercato, e per comperare le loro aziende a prezzi di necessità. Prima di intervenire in aiuto dei partners deboli, o di uscire dall’Euro, o di porgli fine, il capitalismo tedesco aspetta di aver tolto loro, in questi modi, tutto ciò che si può togliere, compresi i migliori tecnici. Ciò vale soprattutto per l’Italia, che, per facilitare quel processo, viene deprivata della liquidità necessaria per investire, lavorare, produrre e pagare i propri debiti, in modo che, per tirare avanti, debba svendere le proprie risorse e cedere sovranità. Al quarto livello abbiamo la partitocrazia, la burocrazia e i potentati economici specificamente italiani (comprese le mafie); la prima, composta perlopiù di incompetenti, di ladri e di cialtroni professionali, che si vendono molto facilmente. Questi soggetti si occupano di prelevare dalla spesa pubblica e dalle altre riscorse pubbliche, distribuiscono benefici clientelari per sostenersi, si vendono anche allo straniero, non possono rinunciare alla corruzione, agli sprechi, alle creste, perché non sanno fare altro e sono stati selezionati per fare proprio quello – quindi impediranno per sempre al Paese di riprendersi, mentre, controllando i meccanismi elettorali, rendono impossibile sostituirli attraverso il voto. Essi non possono rinunciare, soprattutto, al flusso di circa 100 miliardi che, annualmente, trasferiscono a Roma e al Sud – dedotte le loro intermediazioni – prelevandolo dai lavoratori autonomi e dipendenti di alcune regioni del Nord, i quali costituiscono il quinto livello, il livello più basso della catena alimentare. Tutti gli altri livelli gli mangiano addosso. Per migliorare la nostra posizione possiamo trasferirci in Germania, passando al terzo livello, o in USA, passando al secondo. O in Brasile, e porci forse fuori da questa catena alimentare. Almeno per qualche tempo. Il governo Letta dichiara di voler risolvere una situazione, la quale però può essere trattata solo con quegli strumenti monetari macroeconomici, che – giova ripeterlo – il governo non ha, perché sono stati ceduti alla BCE e alla UE, che, sotto l’egemonia della Germania, non li vogliono usare. Non può nemmeno tagliare sulla parte di spesa pubblica costituita da creste e sprechi (che io stimo in 100 – 150 miliardi l’anno, considerate anche le decine di migliaia di poltrone nelle società partecipate da enti pubblici, che servono solo per rubare), perché è quella di cui vive la politica. Quindi il governo Letta fallirà. Per inconcludenza e per erosione dei gruppi parlamentari da parte del palazzo, per divisioni interne e per scarsa competenza tecnica, sta anche fallendo l’attacco di Grillo-Casaleggio al sistema, il suo populismo pacifico. Al prossimo, sensibile peggioramento della situazione sociale, che è inevitabile dato il trend, probabilmente vedremo in azione il populismo non pacifico, le sommosse popolari, che pure falliranno, perché non hanno i mezzi né l’organizzazione per combattere gli interessi istituzionalizzati del sistema come sopra delineato, e perché non esiste nemmeno un nemico fisico che si possa colpire con la violenza. Falliranno, ma con il loro tentativo creeranno le condizioni per una svolta autoritaria e poliziesca, per la criminalizzazione e la repressione del dissenso, e il loro fallimento diffonderà frustrazione, rassegnazione e passività. Quella sarà la vittoria del vero potere sui popoli ridotti a bestiame. Sarà una vittoria stabile? Questo è il quesito più importante e affascinante, sul piano teoretico. Intanto, però, portate i vostri figli in salvo all’estero. ^da Marco Della Luna#http://marcodellaluna.info#http://marcodellaluna.info/sito/2013/05/22/il-governo-letta-nel-quadro-globale^ 22 maggio 2013^

 

  By: lutrom on Lunedì 29 Aprile 2013 18:45

Bravissimo, Muschio, in questi ultimi 2 interventi ti sei fatta la domanda e ti sei dato la GIUSTA, purtroppo, risposta (non condivisa però da molti somari)!!