Salvini è neo-liberista e la LePen è socialista (in economia) - Moderatore
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By: Moderatore on Giovedì 06 Novembre 2014 18:43
Matteo Salvini è su nei sondaggi, quasi al 9% nonostante prenda voti solo al nord, sembra ^il leader del centro-destra più popolare e a livello nazionale è secondo solo a Renzi#http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11716398/Matteo-Salvini---Mi-prendo.html^.. incredibile ma vero negli ultimi sondaggi supera anche Grillo oltre che stracciare Berlusconi.
Che cosa propone allora in materia economica il potenziale leader del centrodestra ? Sull'Euro ripete parola per parola quello che scrive Bagnai, il quale non si rende conto di come funziona il sistema finanziario e parla solo ossessivamente della svalutazione per esportare... (ma questo lo si è ^discusso qui#http://www.monetazione.it/blog/defaultEconomia.php?topicGroupID=1&idr=123564931#123564931^ in abbondanza ed è il problema minore).
Sulla macroeconomia ?
#F_START# size=3 color=darkgreen #F_MID#"...un drastico taglio delle tasse per ridare fiato alle imprese. Non a caso il 13 dicembre abbiamo in programma un evento con l’inventore della Flat Tax, l’economista Alvin Rabushka (sostenitore dell’aliquota unica al 15%, ndr)...."#F_END#
Ora che Borghi è il responsabile economico della Lega sembra gli suggerisca #F_START# size=3 color=blue #F_MID# la ricetta "alla Reagan", "alla Hayek" alla "Boldrin", neo-liberista, pro-globalizzazione#F_END#, che si risolve nel tassare di meno la rendita e i miliardari. Quella predicata da questo Alvin Rabushka
Ridurre le tasse suona bene, ma in realtà questo Alvin Rabushka, che Salvini ingenuamente invita a Milano, dal 1985 sostiene questi schemi "flat tax", per il quale ^una famiglia che guadagni un milione in capital gain, interessi e speculazioni immobiliari paga di tasse quanto o di meno di una famiglia che guadagni 40 mila con due stipendi#http://books.google.it/books?id=KZ-VCFhjGrgC&pg=PT240&lpg=PT240&dq=Alvin+Rabushka+lega&source=bl&ots=oH5BWZ-vxD&sig=gNeO4yZB5YwCYEOKSBXln6Ew6i4&hl=en&sa=X&ei=laVbVIPYDcjKaKmGgPgP&ved=0CFoQ6AEwCQ#v=onepage&q=Alvin%20Rabushka%20lega&f=false^ (come spiega bene nel suo classico testo sulle tasse in America David Cay Johnson, in ^"Perfectly Legal"#http://www.amazon.com/Perfectly-Legal-Campaign-Rich-Everybody/dp/1591840694^)
Sia Reagan che la Thatcher non capivano molto di economia e si circondarono di consiglieri astuti che usarono il loro sincero impeto populista con cui prendevano voti a valanga per ridisegnare l'economia a favore della finanza globale, della globalizzazione, della rendita immobiliare e dell'arricchmento oscendo dei miliardari.
Questo perchè i loro astuti consiglieri li avevano convinto che erano ricette "liberali".
#i# (Ma gli askenazy non hanno un quoziente medio di intelligenza di 130 per niente (vedi Renzi che tra ^Davide Serra#http://www.monetazione.it/forum/coolpost.php?topicGroupID=1&topic_id=2168&reply_id=123568799^ e ^Yoram Gutgeld#http://www.monetazione.it/forum/coolpost.php?topicGroupID=1&topic_id=3011&reply_id=123569579^ segue la stessa strada. E così Clinton, Blair, tutti hanno consiglieri economici askenazy. perchè questi costituiscono il 70% degli economisti noti e tutti finiscono per spingere la globalizzazione, il mercato finanziario... )#/i#
Il bello è che Salvini è alleato della Le Pen che invece è meno ingenua ed è veramente populista-socialista-nazional-popolare come ricetta economica. Marine LePen si ispira a Maurice Allais, il premio Nobel francese che era abbastanza socialista, Salvini si sente populista come la LePen, ma si lascia intortare sull'economia dai neoliberisti
----- ^Matteo Salvini: "Mi prendo il centrodestra, pronto un nuovo soggetto politico"#http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11716398/Matteo-Salvini---Mi-prendo.html^
Un sondaggio di Nando Pagnoncelli appena pubblicato dal Corriere della Sera spiega che il secondo leader politico di cui gli italiani si fidano di più, dopo Renzi, è Matteo Salvini. Il dato è notevole: 28% di consensi. E in effetti il momento è più che propizio, per il segretario della Lega Nord. Anche il suo partito cresce. Un altro sondaggio, realizzato da Demoskopea per Otto e mezzo, quota il Carroccio al 9%. Una cifra incredibile, se si pensa che nel febbraio scorso lo stesso istituto lo dava al 3,8%.
Salvini, si è parlato molto nei giorni scorsi di «Lega dei popoli» e di apertura a Sud. Ci dice quali sono i suoi obiettivi?
«Vogliamo avere la maggioranza in Italia, non mi interessa crescere di due punti percentuali. Noi ci stiamo preparando al futuro. Dopo Renzi non ci sarà il diluvio, ma la ricostruzione. Per questo stiamo ripensando tutto. L’idea della Lega dei popoli è nata prima delle elezioni, quando la Lega era al 4%. Ora c’è una scommessa più grande. La Lega Nord rimane la Lega Nord, sta qui e continua a crescere. Domani, fra l’altro, farò una conferenza stampa con Zaia e Maroni per parlare di questo disastro che è la manovra di Renzi. Da Roma in giù lanceremo un nuovo punto di riferimento per tutto il centrodestra, che non è necessariamente la Lega dei popoli».
Che struttura avrà?
«La struttura più veloce e agile possibile. Io ogni giorno ricevo centinaia di richieste da tutta Italia. Non penso che ci si debba rinchiudere nella forma partito. Preferisco individuare una serie di punti fondamentali: no all’immigrazione; no alle moschee; sì a un drastico taglio delle tasse per ridare fiato alle imprese. Non a caso il 13 dicembre abbiamo in programma un evento con l’inventore della Flat Tax, l’economista Alvin Rabushka (sostenitore dell’aliquota unica al 15%, ndr). E poi un no deciso a questa Europa, che è quella della sinistra. Dobbiamo riappropriarci della sovranità nazionale e monetaria. E non dimentichiamo i valori, su cui oggi il centrodestra viaggia in ordine sparso: la famiglia, la cittadinanza, lo Stato sociale…Non mi interessa un centrodestra che sia una sommatoria di Lega, Forza Italia, Ncd... Mi interessano i contenuti».
La Lega cresce, ma il suo consenso personale di più.
«A me le personalizzazioni non piacciono, le lascio a Renzi. E infatti mi inorgoglisce che la Lega stia crescendo. È vero che il mio consenso personale va anche oltre, intorno al 28% (addirittura il 33%, secondo gli esperti russi incontrati nel viaggio a Mosca, ndr)».
Potrebbe quindi nascere un soggetto politico nuovo incentrato sulla sua persona?
«Sì, potrebbe. Dove non c’è la Lega, attorno al segretario della Lega - che non è un passante - e attorno a quella “carta dei valori” di cui ho parlato prima, potrebbe nascere un nuovo soggetto, un’alternativa a Renzi. Del resto lo abbiamo visto da che parte sta il premier: sta con Confindustria, ha scelto i grandi. Noi scegliamo i piccoli».
In sostanza, pensa a un cartello elettorale.
«Non è un cartello elettorale. Anche perché le elezioni non so quando si faranno, dipende da Renzi, non da me. Il mio è un progetto culturale. Al centrodestra, adesso, manca una prospettiva. Eppure ci sono tanti intellettuali che possono contribuire. E approfitto anche di Libero per chiamarli a raccolta. Da Pietrangelo Buttafuoco a Massimo Fini. Anche quelli politicamente scorretti. Anzi, più scorretti sono e più ci piacciono. Il nostro obiettivo è sfidare Renzi, siamo un’alternativa moderna a questo centrosinistra».
E l’idea di Salvini che fa il sindaco di Milano mentre Giorgia Meloni prova a prendersi Roma?
«Io ho Milano nel cuore, è la mia città. Però se l’emergenza è nazionale credo che Milano possa aspettare, anche perché dal governo dipendono pure i destini della città. E Renzi nel frattempo ci sta impiccando».
Quale nome avrà questo nuovo soggetto?
«Sul nome stiamo lavorando, ci interessava di più elaborare i contenuti. Il mio nome potrebbe anche esserci, vedremo».
Come sono i rapporti con Fratelli d’Italia?
«I rapporti sono buoni. Il mio problema è quello di non scadere nella nostalgia, nei rimpianti di quello che è stato prima. Io voglio guardare al futuro, non al passato. Chi ci sta è con noi».
Anche CasaPound?
«Guardi, chi è d’accordo con i quattro o cinque princìpi che ho espresso prima, è il benvenuto. Ieri ho incontrato degli elettori di Pisapia che la pensavano come me, dunque... Noi spaziamo».
Apriamo il capitolo Berlusconi.
«Berlusconi pensa a una nuova edizione di Forza Italia, però il mondo è cambiato. Il popolo che non è di sinistra ha bisogno di idee chiare, anche a livello internazionale. Faccio qualche esempio. La Turchia deve entrare in Europa? Assolutamente no. L’islam? È un problema. Bruxelles? L’Europa di oggi è l’Unione Sovietica. Anche su questi temi bisogna avere una posizione chiara. Io sabato sarò a Pescara per partecipare a un convegno col professor Alberto Bagnai sul dopo-Euro. O ci leviamo da questa gabbia o soffochiamo».
Forza Italia può stare dentro al suo progetto?
«Io credo che ci stiano gli uomini e le donne di Forza Italia. Quelli che l’hanno votata. Penso che il nostro progetto politico piaccia anche a loro, che ci siano tante cose in comune. Per quanto riguarda Berlusconi, glielo chiederemo, vedremo… Ma il soggetto che lanciamo va al di là delle forze politiche esistenti. Ecco, quello che mi rifiuto di fare è di mettermi seduto a un tavolo a trattare con i vari Cicchitto, Casini, Alfano… Io non patteggio niente».
Mi pare che così ci si allontani dal centro.
«Qualcuno del centro andrà con la sinistra, ma non è una novità: la realtà è che sono già con la sinistra. Io credo ce ne siano anche altri che si riconoscono in una destra moderna. Destra liberale ma anche destra sociale. Questi decideranno: non si può tenere il piede in due scarpe».
Che differenza c’è tra il soggetto che ha in mente e la Casa delle libertà?
«La differenza è che noi riusciremo a concretizzare. La Cdl aveva un progetto buono, ma per mille motivi non è riuscita a portarlo a termine. Io penso che invece, in questo momento storico, sia possibile farlo. La situazione è cambiata. Lo vedo per esempio sui temi dell’autonomia e del federalismo. Dieci anni fa il Sud probabilmente non era pronto ad affrontarli. Ora invece c’è fermento, questi argomenti vengono discussi e approfonditi, c’è una sensibilità diversa».
A proposito di Sud. Circolano tanti nomi in questi giorni, per esempio quello di Adriana Poli Bortone.
«Le richieste ci arrivano da sindaci, consiglieri regionali... Certo, non mi interessa chi sale sul carro e si accoda per avere un posticino o una poltroncina. Cercheremo di fare un mix di esperienza e novità. Anche l’esperienza può riverlarsi utile e importante per questo soggetto politico che presenteremo il 24 novembre».
Lei si sta impegnando per le elezioni in Emilia Romagna, andrà al Sud: si dà da fare. Ma anche Flavio Tosi sta girando parecchio... Che ne pensa delle sue posizioni?
«Penso che tutte le energie positive servano. Se il suo progetto è allargare i confini della Lega... beh, è anche il mio».
In realtà non sembrano così coincidenti, i vostri progetti... Lei pare un po’ meno moderato.
«Sì, l’aggettivo che meno mi si addice è “moderato”. Ma credo che anche la borghesia, diciamo così, sia stanca di essere “moderata”. Ecco, diciamo che a dialogare con Passera proprio non mi ci vedo...».