By: Lelik on Sabato 11 Luglio 2015 17:37
Caro Morphy, ritengo quello che hai scritto assolutamente ingiusto in ogni senso.
Lo SME prima e l'Euro poi, sono stati due crimini enormi commessi contro l'Italia, e in buona parte perpretati proprio da disonesti o incompetenti governanti italiani, e ho usato due termini fin troppo gentili, molto lontani da quello che penso più in concreto.
La difesa della parità nello SME ci ha costretto a spese folli di interessi (connessi anche al famoso divorzio) fino al momento della libertà nel '92 quando, con il termine del vincolo (tra l'altro in parte dovuto ad un trader grosso, che aveva capito cosa era inevitabile), crollarono i tassi e l'economia si rimise a volare. Ma non contenti del risultato, abbiamo ripetuto l'esperimento in modo ancora più stretto con l'Euro, con effetti devastanti per l'economia.
Ma c'è un aspetto fondamentale che mi sembra che ti stia sfuggendo.
Ed è quello che oltretutto l'Euro sta distruggendo la pace.
Guarda solo qui: sono costretto a dire che Mors tua vita mea, a te come trader.
E sì, perchè qui è ancora - a mio parere - una semplice storia di conflitto di interessi.
Comprendo bene che per un trader il mercato semplificato di una sola valuta, con la massima libertà (e a costo irrisorio) di spostamento capitali sia una manna da difendere a qualunque costo. Dall'altra parte, abbi però pazienza. Dei traders non me ne può fregare niente se il resto dell'economia (che costituisce il 99% del giro) crolla!
Se non avessimo avuto questo simbolo dell'Euro, e con in più la gestione della Unione Europea vincitrice del Nobel per la "pace", io e te a quest'ora non avremmo nulla da discutere su fronti diversi. Tu continueresti ad occuparti di trading, magari più su piazza che all'estero, oppure no, semplicemente sostenendo il costo e il rischio (che poi sarebbe solo un parametro in più oltre a quelli che devi già considerare ogni volta) delle valute differenti, magari rendendo pure più efficiente il mercato dei capitali a cui attingere anche a favore aziende. E io mi occuperei ancora del mio lavoro (come faccio comunque adesso), ma con un minore assillo di competività, di tassazione, di stress e fucile da tenere sui dipendenti (perchè qualche minuto in più di tempo impiegato mi porta in perdita). Ritengo che la valuta nazionale mi difenderebbe meglio dalla competizione di est-europei o della stessa Germania dove una azienda concorrente (sussidiata di fatto dagli aiuti statali) con 2 part-time assunti secondo la riforma Hartz ha un costo di molto inferiore ad un dipendente italiano full time. Non sarei nemmeno costretto a ricorrere ad acquistare da paesi dell'est o a ricollocarci l'azienda, come stanno facendo e hanno fatto molti miei concorrenti, lasciando il deserto localmente, oltre a indennità di mobilità a carico dello stato, senza menzionare la devastazione causata da lunghe inoperosità di giovani preparati, e di ex-dipendenti meno giovani a spasso.
Hai ragione a dire che molti imprenditori (grossi soprattutto) vedono bene l'Euro. E certo che ci credo e comprendo. Loro in buona parte hanno capitali ovunque e hanno interesse che tutto rimanga libero, e che rimanga una popolazione di pecorai (termine usato in senso figurato, perchè molti di quelli veri sono sicuramente più fini) che non ragioni e lavori accontentandosi di stipendi da fame, come schiavi, magari allietati dal reddito di cittadinanza come contentino.
E' piuttosto chiaro che ci andremo a scontrare e in maniera grave, perchè si stanno polarizzando gli interessi contrapposti che sono generati dalla valuta unica.
E questo risultato è inaccettabile per me.
Ci sono altri imprenditori (meritevoli di un monumento per le proprie capacità lavorative, per la genialità, e per la caparbia messa in campo) che invece qualcosa hanno intuito del problema, ma che sono per "gli italiani devono riavvicinarsi alla durezza del vivere" (del compianto Padoa Schioppa; possa il demonio avere la giusta cura della sua anima!). E quindi sono pure loro per l'Euro, perchè anche se non hanno i capitali (nascosti) di quelli citati prima, sono abituati a tirare la cinghia sul serio (essendo per lo più non giovani, vissuti in periodi con modi di vita diversi). E poi però questi spingono i figli ad andare a vivere e lavorare all'estero perchè qui in Italia non c'è nulla da fare e sperare. Mi sembra anche questa un'assurdità assoluta. Della serie: tagliarsi il pene per punire la moglie adultera.
E ancora di più sembra che tutti ignoriate il mercato interno. Alcuni potenziali clienti in Italia sono spariti perchè non avevano più mercato, e tanti altri annaspano finanziariamente, e in tutta onestà preferisco non avvicinarmi per evitare rischi gravi.
Aver rivalutato la propria moneta (perchè questo è di fatto ciò che è accaduto mantenendo l'Euro) ha consentito a tante aziende straniere di entrare sul mercato nazionale a prezzi troppo competitivi.
Non è valido per niente il discorso "devono diventare più competitive le aziende nazionali". Perchè l'unico modo per diventarlo è ridurre il costo del lavoro (e ammazzare il lavoratore), altrimenti non c'è una via funzionale a quello scopo! Di conseguenza ridurremmo (come già accade) ancora di più il mercato nazionale facendo sparire altre aziende, anche perchè - guarda caso - è abbastanza tipico ovunque nel mondo commerciare prima all'interno dei tuoi confini, poi appena oltre e solo per ultimo (e quindi in percentuale inferiore) in territori più lontani.
Tra l'altro trattati economici, mai messi in dubbio, dimostrano come a forza di fare leva sul costo del lavoro più basso (Germania in primis) porti a non investire sull'efficienza, e quindi a distruggere a lungo termine la competitività.
Il discorso sarebbe infinito ed è già stato ripetuto tante volte meglio di me da economisti nazionali, internazionali, e da semplici frequentatori di questo forum.
E ormai chiaro che ognuno rimarrà sulle sue sponde, con qualche anima che cambierà fronte man mano che sarà colpita dalla durezza del vivere e si sveglierà di colpo (leggi: licenziamento o chiusura delle propria attività), fino a quando ci scontreremo.
E non è nemmeno tutto, dato che l'Euro e l'Unione Europea (Dio le abbia entrambe in gloria, e prepari loro il meritato compenso eterno), ben sostenute fin dal principio dagli americani, sembrano solo essere il cavallo di troia per l'ulteriore liberalizzazione degli interessi delle mega-multinazionali che coi trattati Ttip e Tisa ci preparano ad un futuro da schiavi.
Dato che come trader legittimamente pretendi che non venga discusso il tuo lavoro da chi ne è a digiuno, mi sembra un pochino presuntuoso liquidare con la tua leggerezza il super-lavoro volto finora da Alberto Bagnai (macroeconomista).
Basterebbe leggere i suoi due libri recenti (Il tramonto dell'Euro; L'Italia può farcela) per capire invece come abbia piena conoscenza e coscienza di quello che accade e di come riesca anche a divulgare il tutto, oltre a mostrare passione e patriottismo (nel senso più positivo del termine) anche al fine di migliorare la nostra terra per noi e soprattutto - se ancora in tempo - per i nostri figli.
Con affetto, Emanuele