– Paolo Gentiloni Silverj (Presidente del Consiglio)
deputato dal 2001, in precedenza direttore di un mensile ambientalista, probabilmente a titolo gratuito in virtù della discendenza da una casata di nobile lignaggio;
– Maria Elena Boschi (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio)
praticante avvocato in un prestigioso studio legale dove lavorava il fidanzato dell’epoca;
– Anna Finocchiaro (Ministro per i Rapporti con il Parlamento)
solerte magistrato in aspettativa dall’età di 30 anni per incarichi politici;
– Marianna Madia (Ministro alla Semplificazione e della Pubblica Amministrazione)
segretaria facente funzione di Enrico Letta in una agenzia di studi fondata dal teorico dell’Ulivo e contigua agli interessi di partito;
– Enrico Costa (Ministro agli Affari Regionali)
comincia direttamente da consigliere regionale e prosegue da deputato;
– Claudio De Vincenti (Ministro alla Coesione Territoriale e del Mezzogiorno)
professore universitario di economia politica appartenente alla cerchia di Mario Monti;
– Luca Lotti (Ministro dello Sport)
portaborse di Matteo Renzi fin dai tempi della sindacatura;
– Angelino Alfano (Ministro degli Esteri)
avvocato di lungo corso, per i due anni intercorsi tra il conseguimento dell’abilitazione e l’elezione nell’Assemblea Regionale della Sicilia;
– Marco Minniti (Ministro degli Interni)
svolge integralmente la carriera lavorativa tra le fila del PCI-PDS-DS-PD;
– Andrea Orlando (Ministro di Grazie e Giustizia)
maturato scientifico, brillante segretario provinciale della Federazione Giovanile Comunista dall’età di vent’anni;
– Roberta Pinotti (Ministro della Guerra)
celebre per essere arrivata terza su tre candidati alle primarie come sindaco di Genova, docente liceale in aspettativa dall’età di 32 anni;
– Pier Carlo Padoan (Ministro dell’Economia)
esordisce come economista sulla rivista Critica marxista, membro italiano del Fondo Monetario Internazionale e dell’OCSE, istituzioni di coesione globale e prosperità comune;
– Carlo Calenda (Ministro allo Sviluppo Economico)
attore all’età di dieci anni in uno sceneggiato televisivo diretto dal nonno Luigi Comencini, spicca il volo giurando fedeltà a Luca Cordero, marchese di Montezemolo;
– Maurizio Martina (Ministro delle Politiche Agricole)
agli atti non risulta alcuna esperienza professionale, avendo svolto integralmente il cursus (dis)hononum dell’italica sinistra dalla più tenera adolescenza;
– Gian Luca Galletti (Ministro dell’Ambiente)
dottore commercialista per caso, consigliere comunale di Bologna a partire dall’età di 30 anni;
– Graziano Del Rio (Ministro dei Trasporti)
noto per i nove figli -chapeau-, medico endocrinologo fuori esercizio, con la passione totalizzante per la politica dai 39 anni in poi;
– Giuliano Poletti (Ministro del Lavoro)
diplomato agrotecnico, quindi assessore comunale a 25 anni, prima di entrare nel mondo delle cooperative quale burocrate capo specializzato in spartizione di commesse e appalti;
– Valeria Fedeli (Ministro dell’Istruzione)
sindacalista nel settore tessile priva di impiego, portavoce dell’ideologia dell’identità sessuale fluida (non stento a crederlo);
– Dario Franceschini (Ministro dei Beni Culturali)
avvocato cassazionista dal 1985, non fosse che dal 1980 siede, al minimo, come consigliere comunale;
– Beatrice Lorenzin (Ministro della Salute)
maturata classica, scribacchia sull’autorevole quotidiano Il giornale di Ostia, ma poi preferisce entrare in politica a 26 anni.