Riguardo i patrimoni, lo Stato è andato avanti anni a sfiancarci l'anima dicendo che lui aveva il mitico patrimonio immobiliare (caserme dismese, case cantoniere e ciofegame vario). Salvo poi capire, dato che le aste andavano sistematicamente deserte, che i patrimoni li aveva solo sulla carta (nella crapa) e che più o meno quella carta aveva un valore prossimo ai rotoloni regina.
Ci sono artigiani e piccoli imprenditori che possiedono stabili industriali di 1000, 2000, 3000 o più metri quadri, che non possono andare in pensione e chiudere la partita iva perchè nel momento in cui lo fanno devono, in un modo o nell'altro, vendere questi "patrimoni". E siccome il mercato non riceve più una beata mazza (se vuoi vendere un capannone oggi lo devi fare a un decimo del prezzo che lo hai pagato) questi ex "imprenditori" si dovrebbero autofaturare i "patrimoni", generando tutta plusvalenza (dato che sono tutti ammortizzati) e lasciare così allo stato una cifra intorno alla metà del ricavato, più l'iva che è a perdere dato che sei un privato cittadino. Non ci sarebbe nulla di male perchè alla fine uno si mette il cuore in pace e dice, "ma si ho lavorato una vita per un cazz, cedo per intero il ricavato allo stato ma almeno son fuori da tutto". Ma non possono fare nemmeno questa mossa perchè non hanno i soldi per farlo. E allora tengono in piedi la partita iva, pagano l'imu, e contribuiscono all'immagine del paese che così figura (il paese) che le chiusure sono state limitate. Il tracollo non c'è stato, la disoccupazione è rientrata e le banche hanno i conti a posto. Tutto OK.
Non solo, fra un pò questi capitalisti, sui loro "patrimoni", pagheranno pure la patrimoniale di Oscar il cui ricavato finirà dritto dritto nelle tasche dell'apparato impiegatizio statale. Fino al giorno in cui però arriverà il Diluvio Universale...
– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...