Qui si sta perdendo il focus e ci si dimentica che il problema è l'assessore, e non sarà certo lui a soffrire se dovessimo tentare questo salto nel buio. E questa non è una semplice ipotesi ma una certezza matematica. Si può discutere di patrimoniali, di aumento iva, di accise sui carburanti o sulle sigarette, di imu, mimu e piciu, cioè raccogliere a mani basse, ma sarebbe come seminare un orto in un campo infestato dalle ortiche.
In un'Italia dove le imprese pubbliche servono solo per arricchire i loro fornitori. Una chiave inglese alle ferrovie dello stato costa anche 300 euro, o un set di lenzuola da 20 euro arriva a costarne anche 500. Smantellamento degli uffici di collocamento a favore delle coop dell'intinerale, cioè quelli che campano rapinando gli stipendi della povera gente. Stato , parastato, partecipate, minicipalizzate, incroci strani tra cavalli e coccodrilli, tutto fa brodo basta che si mangi a sbaffo. 850 miliardi di soldi buttati nel cesso a fronte di infrastrutture oramai fatiscenti. Dalle fogne, agli acquedotti, alle strade, ponti, fiumi e torrenti. Se ci badate in Italia non esiste un cartello stradale dritto, e questo è significativo di quanto l'assessore sia attento al territorio (o forse preferisce rimanere, con il suo culone grasso, seduto nel suo ufficio a cazzeggiare).
I mercati, a differenza di quanto si pensi, non si aspettano una patrimoniale per riassettare i conti, si aspettano solo una mossa decisa per ristrutturare il debito, una mossa seria per gente seria. Basterebbe mandare a dormire sotto i ponti, dall'oggi al domani, un milione di statali che si avrebbe il giorno dopo un'apertura del MIB a +15%. E queste non sono cose strane, sono cose che fanno normalmente i paesi occidentali. Ce lo vedete Di Maio che licenzia anche solo uno dei suoi diecimila dipendenti e che l'unico taglio che è riuscito a fare è l'aereo del Bomba.
– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...