By: Giovanni-bg on Mercoledì 23 Novembre 2011 13:04
Ho letto l'articolo sulle microimprese e mi sono scompisciato dalle risate
Evidentemente è scritto da chi pensa alla microimpresa come fosse rimasta ferma agli anni 50 quando era costituita dal capofamiglia e dai tre figli che lavoravano nello scantinato di casa
Inoltre chi santifica la grande impresa odierna (multinazionale) non ha ben presente gli sfaceli delle multinazionali in questi ultimi anni causati proprio dalle lori dimensioni
Nel dettaglio
Non esiste una progettualità (niente business plan, piani di marketing, pianificazione finanziaria, ecc.). Vivono alla giornata, in continua emergenza. Spesso aderiscono a progetti di promozione e assistenza ma raramente li portano a termine, sopraffatti dalla quotidianità.
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Une della ragioni per cui le grandi imprese vanno male e spesso fanno anche bilanci falsi per tenere su il titolo sul mercato azionario sta proprio nel fatto che spendono risorse immani per fare dei budget totalmente campati in aria (detti anche libro dei sogni) e che regolarmente non rispettano.
Poi quando vengono messe alle strette dai mercati per rispettare i budget di vendita spesso fanno politiche suicide tipo vedere sotto costo.
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L’imprenditore concentra su di sé tutte le funzioni aziendali: niente ufficio export, responsabile marketing, area manager, ecc. E se ci sono, svolgono attività diverse da quelle previste per il loro ruolo. La delega è solo formale, non sostanziale.
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Questo esisteva nelle microimprese anni 50. Ora anche aziende di 20 dipendenti hanno ben chiare linee di comando con definizione di ruoli e compiti.
La differenza con le grandissime imprese è che le linee di comando sono snelle ed efficienti.
Spesso nella grande impresa le linee di comando sono così intricate che di fatto non si sa chi deve decidere cosa e l'impresa va per inerzia senza un comando ben definito.
Esempi sono le società tipo alitalia, enel, telecom ... la lista è lunga.
Imprese che vano di inerzia finché non impattano un iceberg.
Apple ha avuto successo perché pur essendo grande le linee di comando erano da microimpresa
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La ricerca di nuovi clienti, sia nazionali che esteri, è affidata al caso e alle circostanze che capitano di volta in volta (è una conseguenza del punto 1).
Le attività promozionali vengono scelte solo sulla base del costo più basso, non sulla base del potenziale risultato. Le adesioni a fiere o altre manifestazioni avvengono all’ultimo momento (dunque pagando a prezzo pieno stand, alberghi, voli, etc.).
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Le fiere nell'epoca internet e videoconferenze sono uno strumento commerciale morto che non ha senso se non soddisfare l’autocompiacimento dei dirigenti che si trovano a fare baldoria tra di loro con finale a donne.
A parte questo quella sopra dei biglietti aerei presi all'ultimo momento e roba simile mi sembrano cose messe lì tanto per far massa al fine di dimostrare una tesi che non sta in piedi.
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Tutto ruota intorno ai prodotti. Sono spesso di ottima qualità, artigianali nella stragrande maggioranza. Quasi non subiscono modifiche o sviluppi nell’arco di vita dell’azienda (niente ciclo di vita del prodotto). Si dà per scontato che il prodotto si venderà "da solo perché ottimo". Non si accetta l’idea che forse quel prodotto non soddisfa il bisogno dei consumatori, o che ci sono altri prodotti concorrenti.
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Un prodotto che è buono ha un prezzo ragionevole e risponde a ciò che vuole l'utente è ciò che sanno fare meglio le piccole imprese, proprio perchè piccole sono anche flessibili e sanno adattarsi alle esigenze particolari del cliente (prodotti custom).
Le aziende grandi invece puntano tutto sul convincere il cliente che il loro prodotto di sovente bassa qualità (massificato), costoso (a causa dei costi di struttura) e altamente standardizzato sia esattamente ciò che serve al cliente.
D'altronde se non facessero così non venderebbero un chiodo è l'unica strategia commerciale che possono attuare.
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Come conseguenza del punto precedente, i servizi che ruotano intorno al prodotto (marketing, promozione, comunicazione, etc.) sono ritenuti inutili o, nella migliore delle ipotesi, bisogna spendere il meno possibile visto che sono solo dei costi.
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Mi sbaglio o era Marchionne che ha detto appena arrivato: i problemi della fiat derivano dal fatto che deve concentrarsi di più sui prodotti, sul core business.
E poi lo stesso Marchionne fa un campagna faraonica di marketing per vendere la 500 in America che è il contrario di ciò che vogliono gli americani
Risultato fallimentare: Marchionne dovrebbe incominciare ad ascoltare di più se stesso.
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La Formazione è solo un costo anche nel caso in cui sia gratuita (se l’imprenditore va in aula l’azienda rimane chiusa).
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Dipende se per formazione si intende quella delle numerosissime quanto inutili "business school" che dovrebbero insegnare all'imprenditore come si fa l'imprenditore allora è meglio risparmiare.
Su altre cose ben più utili (formazione tecnica) le piccole imprese spendono eccome.
E non ho mai visto una piccola impresa che chiude perchè il "capo" è fuori ufficio.
Questo sopra mi sembra proprio un luogo comune anni 50.
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Se le aziende non hanno esperienze di export, ritengono che appena presenteranno i loro prodotti questi saranno acquistati immediatamente, che all’estero li aspettavano a braccia aperte, e che essendo prodotti “Made in Italy” i clienti saranno disposti a pagare qualunque prezzo per quanto stratosferico esso sia.
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Non hanno esprienza di export????
Ma chi ha scritto queste cose dove vive su marte?
L'export in Italia si regge sulle piccole imprese.
Ci sono piccole imprese che in italia esportano più dell'80% del fatturato OGNI SINGOLO anno anche durante i periodi di crisi.
Le grandi aziende tipo appunto fiat esportano quasi nulla di ciò che producono in Italia
Telecom esporta l'80%?
Enel esporta l'80%?
Il made in Italy non fa più vendere nemmeno la Ferrari.
Se una piccola impresa vende l’80% dei prodotti all’estero è perchè ci sa fare, perché ha prodotti competitivi per qualità e prezzo e perché da la cliente ciò che vuole, non perché è made in Italy.
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Il concetto di mercato, sia nazionale che estero, è molto generico. Le informazioni ed i dati non vengono monitorati e studiati. Le fonti sono spesso solo i mass-media e le decisioni vengono prese sulla base di notizie non controllate, oppure basandosi sul “fiuto ed istinto imprenditoriale”.
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A parte che nell'era di internet semmai il problema è dato dalle troppe informazioni e non dalla mancanza di informazione sulla faccenda fiuto imprenditoriale mi viene veramente da ridere.
Le più grandi storie di successo a partire da Ford fino a Steve Jobs passando per Bill Gate, Olivetti, Enrico Mattei, Giorgio Armani, Del Vecchio e molti altri è basata sul fiuto imprenditoriale.
Stiamo qui tutti a chiederci cosa sarà di Apple più grande azienda del pianeta senza Jobs e le sue intuizioni e ancora qualcuno crede che il successo si costruisce sui budget?