Perchè Pappalardo è un fallimento annunciato, nemmeno fosse il capo delle guardie forestali
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I “margini culturali” di manovra di un politico riguardano sempre delle questioni secondarie e poco rilevanti, mai le questioni fondamentali, come ad esempio le questioni relative alle chiavi del potere economico. Ad esempio i media punteranno a polarizzare l’opinione pubblica nel discutere la questione dei migranti o dei matrimoni gay, ma censurando sistematicamente la questione della sovranità monetaria o della formazione del debito pubblico.
Tutto questo viene ottenuto nominando e stipendiando adeguatamente delle persone poste nei ruoli chiave del sistema dell’informazione.
Oltre a questo i “poteri forti”, quelli che hanno interesse ad imporre alla politica le proprie decisioni, operano continuamente per piazzare dei loro “fedelissimi” anche all’interno di tutte le istituzioni che contano: funzionari e consulenti presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, presso tv e giornali privati, all’interno delle istituzioni internazionali, all’interno dei tribunali… In sostanza nei luoghi in cui le decisioni prese hanno una forte influenza sulle scelte dei politici eletti dai cittadini. Pensiamo, per fare un esempio, all’Organizzazione Mondiale della Sanità o al presidente dell’Eurogruppo, organismo in cui vengono prese le decisioni “europee” che poi vengono ratificate dalla Commissione Europea e dall’Europarlamento.
Queste persone devono naturalmente essere persone capaci ed affidabili. Soprattutto affidabili. In alcuni casi vengono quindi selezionate persone dotate di grandi capacità, ma in molti casi vengono preferite delle persone “mediocri”, soprattutto quando occorrono persone a cui è richiesto di mentire ripetutamente ed in modo credibile alla popolazione. In questi casi vengono scelti degli “utili idioti”, persone totalmente soggiogate dal pensiero unico dominante (vedi primo meccanismo del pilota automatico), in buona fede e, quindi, sincere quando dicono certe cose.
Queste persone vengono anch’esse piazzate nei luoghi di potere che contano, vengono pagate profumatamente, continuamente lodate, invitate a convegni, in tv, al punto che si autoconvincono sempre di più della veridicità di quanto dichiarano alla gente. La realtà, invece, è che mentono a loro insaputa e che si tratta di persone “teleguidate”.
Questo è il secondo meccanismo del “pilota automatico”.
Se anche eleggiamo dei politici bravi e competenti, questi dovranno trovarsi a fare i conti con molti personaggi del genere ,che curano convintamente gli interessi dei poteri forti all’interno delle istituzioni internazionali, all’interno dei ministeri, del mondo dell’informazione.
Se qualcuno volesse porsi di traverso, se li troverebbe tutti contro, con oggettive difficoltà a lavorare per cambiare il sistema.
Oltre a questi meccanismi innovativi esistono, naturalmente, anche i meccanismi “classici”, fatti di corruzione, ma anche di ricatti personali o di minacce nei casi in cui il politico non si lasciasse corrompere.
Questo meccanismo ha successo facile nei casi in cui i “partiti del cambiamento” siano costruiti intorno ad una forte leadership personale. I mezzi di informazione cercano sempre di identificare i partiti intorno ad un leader, facendo in modo che il loro successo dipenda da una sola persona sovraesposta mediaticamente. La gente voterà quel leader e a quel punto il gioco dei poteri forti sarà fatto: troveranno il modo di corrompere il leader o di ricattarlo tirando fuori qualche scheletro dall’armadio o minacceranno la sua vita e quella dei suoi familiari.
Una volta che avranno convinto il leader a diventare inoffensivo, avranno reso inoffensivo tutto il “partito del cambiamento”. E’ per questo che chi aspetta il “salvatore della patria”, che si chiami Berlusconi, Renzi o Salvini, resterà sempre deluso.
Ed il pilota automatico proseguirà la sua corsa sulla strada già tracciata dai poteri forti, secondo i loro interessi.
Per salvare l’Italia, quindi, non sarà sufficiente “fare un partito”, perché i poteri forti hanno già previsto tutto e sanno benissimo come disinnescare i rischi di un “partito del cambiamento”.
Se davvero vogliamo salvare l’Italia dobbiamo prima di tutto sabotare le armi del “nemico”:
1) Sviluppare une pensiero critico nei confronti del pensiero unico dominante, producendo una propria visione di società originale, legata a valori forti e condivisi dalla gente.
2) Mettere in piedi un sistema d’informazione diffuso e indipendente, capace di aiutare la gente a vedere la realtà al di là dei paraocchi ideologi
3) Creare un partito composto da molte persone con le idee chiare, non legato ad un leader forte, in modo che i poteri forti non possano vincere colpendo una sola persona.
4) Appena il nuovo partito arriva al potere, deve avere le idee molto chiare su come mettere nelle condizioni di non nuocere lo stuolo di funzionari corrotti e di infiltrati dei poteri forti nelle istituzioni politiche e nel mondo dell’informazione.
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