Gianlini: "Una volta bastava che un Zaccagnini qualsiasi si dimettesse per far crollare del 3 % la borsa.
Adesso nemmeno un bell'attentato a Teheran smuove gli indici (anzi il FIB sale del 1 %!)"
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Premetto che anch'io - per una volta - sono d'accordo con Pana.
La sua osservazione fa tutt'uno con quel che sta succedendo sui mercati. Sebbene su un diverso piano, allargherei i "Che schifo!" anche a questo campo. Il tonfo dei conservatori in UK; il temuto impeachment di Trump; e la bagarre di ieri nel Parlamento italiano hanno avuto il medesimo esito, diametralmente opposto al comune buon senso (quello riportato da Gian): anziché scendere le borse hanno puntato a Nord.
Di più: in due sedute due, il Btp ha recuperato tutto lo spread faticosamente perduto in un mese con un guadagno di 2 figure e mezzo sul decennale in poco più di 24 ore!!
La chiave di lettura evidentemente - e i mercati ne sono la prova - è il desiderio massimo di riportare tutto allo status ante: America, Inghilterra e Italia (diversamente recalcitranti) pronte ad essere (ri)messe sotto lo stesso giogo.
La "dittatura invisibile" avanza, in maniera sempre meno strisciante e invisibile. Osservi i listini cash e futures e sono letteralmente moribondi. E poi scopri che:
Ma che bisogno c'era di questi acquisti? L'economia "vola", borse e titoli di stato pure... che accidenti di bisogno c'era di concentrare così tanti acquisti da parte delle banche centrali?