Il trasferimento dei crediti - gz

 

  By: Luigi Luccarini on Martedì 19 Novembre 2002 13:06

Era quello che sommessamente avevo indicato io come probabile, prima che qualcuno mi rispondesse che le banche sono aziende e non opere di carità. Aggiungevo che la Banca d'Italia nulla fa per evitare pratiche così sconsiderate - visto che certamente non aumentano ROE, ROI o quant'altro degli istituti interessati (se i risparmiatori perdono denaro diminuisce anche la massa amministrata in deposito). L'ABI ha già preso ufficialmente posizione in argomento: "per carità! tutto legittimo", e va bene. Sconsiglierei però cause civili o quant'altro: non sia mai che qualche potente venisse condannato per gli abusi ai danni della clientela e dovesse ricevere una nuova telefonata di sostegno dal Quirinale...

Il trasferimento dei crediti - gz  

  By: GZ on Martedì 19 Novembre 2002 13:01

Con ritardo, ma perlomeno ora il Corriere si è svegliato e ha dedicato 3 o 4 pezzi molto pesanti alle banche che hanno rifilato i bonds Cirio e altri bonds italiani di società in difficoltà con cui avevano crediti a rischio ai risparmiatori privati. ("...È singolare che uno dei paesi più litigiosi della Terra assista ad una simile opera di grassazione come ad una catastrofe naturale, qualcosa che viene dal cielo e che bisogna accettare..."). La sostanza è che il boom di questi collocamenti è iniziato un anno fa, quando le banche si sono accorte che i crediti di Cirio e altri erano a rischio. Allora hanno prontamente girato il rischio al pubblico facendo emettere alle aziende clienti in fretta e furia dei bonds senza rating e senza prospetto, con rendimenti che non riflettevano il rischio, e che hanno piazzato alla clientela dello sportello o infilato nelle loro gestioni patrimoniali. In questo modo il rischio è stato trasferito al volo dalla banca alla sua clientela. Sul Corriere ieri Marco Vitale diceva che qui ci sarebbero responsabilità e cause civili da fare. Invece su tutti i canali TV inclusi Bloomberg e CFN si sta zitti zitti e ovviamente nemmeno mezzo politico che si distolga un attimo dai noglobal-andreotti-adrianosofri ----------- Le obbligazioni senza prospetto ------------------ (corriere economia) I titoli del gruppo Cragnotti erano destinati a investitori professionali, non ai privati Il gioco è quello antico, passare il fiammifero acceso agli altri; alcune banche creditrici di Cirio si sono liberate di crediti di assai dubbio realizzo nei confronti di questa società, favorendo l'emissione da parte sua di obbligazioni sottoscritte inizialmente da investitori professionali, e quindi senza prospetto. Poi queste obbligazioni sono «rifluite» nei portafogli di investitori privati, i quali ora si leccano le ferite e certamente domani rifiuteranno di acquistare qualsiasi obbligazione societaria, anche della miglior specie. I punti critici della vicenda sono l'emissione di obbligazioni senza prospetto, il successivo collocamento di queste presso i risparmiatori, e il fatto che nel fare ciò alcune banche siano scappate da un rischio evidente, rifilandolo ai clienti. È vero che già i latini invitavano il compratore a stare con gli occhi aperti, ma forse allora non esistevano mercati finanziari aperti a masse di persone prive di competenza! Se non vogliamo procedere veloci verso un mondo nel quale chi sia ignaro di finanza deve temere ad ogni piè sospinto le trappole degli intermediari, restando spesso bidonato, bisognerà mettere a frutto la lezione che viene ora anche dal caso Cirio. È doveroso ricordare agli investitori che devono leggere il prospetto, ma questo non sempre c'è; già prima dei «Cirio bond» abbiamo avuto diverse emissioni strutturate che erano vere e proprie tagliole per il risparmiatore inconsapevole, favorite dalla esenzione da prospetto prevista dal Testo Unico per le obbligazioni bancarie. Ora vediamo cospicue masse di titoli non destinati al pubblico, che al pubblico invece finiscono. È giusto il richiamo a investire con oculatezza, ma non è che si possa esigere da ognuno una competenza da professionista. Chi va da un medico sa che questi può sbagliare, ma non ha necessità di conoscere i rudimenti della medicina; soprattutto, il paziente è autorizzato a pensare che il medico lavori per lui e non per qualcuno che cerca di scaricare problemi sugli altri. Chi non si rende conto che questa vicenda ha colmato la misura di prassi inaccettabili, opera solo nel proprio miope interesse, e contro quello del Paese, che deve reagire. Ora leggiamo pensose (o penose?) interviste nelle quali gli autori della marachella si arrampicano sugli specchi invocando la necessità di stabilire nuove regole, quasi fosse la mancanza di regole, e non di un minimo di coscienza professionale, quanto vediamo all'opera in questo caso. Ma la coscienza ha quotazioni al ribasso, sotto questi cieli, anche perché di profitti «maledetti e subito» ne porta pochi. Le obbligazioni destinate agli istituzionali le devono tenere gli istituzionali, senza farle «rifluire» (parola che sembra evocare lo spontaneo movimento di masse di liquidi guidate dalle leggi fisiche, e non l'avidità di guadagno) verso i portafogli dei privati. Gli sforzi della Consob per evitarlo si sono infranti in passato contro le proteste di alcuni intermediari che dicevano: se qualcuno è interessatissimo a comprare proprio un particolare titolo che noi abbiamo, dobbiamo dirgli che non possiamo venderlo? Nasce qui la possibilità di vendere obbligazioni «non prospettate», ma solo su richiesta del cliente, che evidentemente dovremmo supporre ci sia stata nel caso Cirio. I giornali non ne hanno parlato, è strano, ma nei mesi scorsi deve esserci stata una lunga processione di investitori desiderosi di esporsi proprio a quel «rischio Cirio» dal quale alcune banche stavano, guarda caso, uscendo: che fortuna, proprio come quando arriviamo al parcheggio pieno, e qualcuno se ne sta andando via davanti a noi! È singolare che uno dei paesi più litigiosi della Terra assista ad una simile opera di grassazione come ad una catastrofe naturale, qualcosa che viene dal cielo e che bisogna accettare. Ma forse ora la misura si è colmata, sarà dura per alcuni dimostrare di aver agito nell'interesse del cliente, come è dovere di ogni intermediario. Modificato da - gz on 11/19/2002 12:4:6

In Italia i Bond Senza Rating - kaiser soze  

  By: kaiser soze on Sabato 16 Novembre 2002 13:06

Il caso dei bond di Cirio (che non sono stati pagati) ha richiamatato l'attenzione sul fatto che in Italia buona parte dei bond corporate sono senza il Rating, cioè sono emessi e collocati senza che un agenzia indipendente ne valuti il rischio. Ad esempio Cirio rendeva un 9% quando avrebbe dovuto rendere molto di più per compensare del possibile rischio di default, (come ora si è visto). Ma non è il solo caso anzi, vedi sotto il pezzo di spystocks che mette in luce come la stampa finanziaria continui a censurare il problema che invece è molto grosso (per i risparmiatori inondati di bonds illiquidi e chiaramente fuori prezzo) ------------------------------------------------------------ .... polemica che è scoppiata in questi giorni intorno al caso Cirio ed in particolare al “Cirio Bond”. In particolare, un articolo a pag.35 della “come definirla” Isabella Bufacchi (andata in onda anche su Blob) ci ha colpito. Che articolo, signori! Un articolo intervista ad uno dei banchieri italiani più “innovativi” ed “esperti navigatori dei mercati”: Fabio Arpe, amministratore delegato di AbaxBank e direttore finanziario del Credem. Ordunque l’Isabella Bufacchi, giornalista che indaga, si stende ai piedi di quello che è il responsabile della struttura (Abaxbank per l’appunto) che ha collocato i bonds di Arena, Fantuzzi, Giacomelli, Viaggi del Ventaglio, Aprilia, Cerruti e Cirio. Si stende a tal punto ai piedi di Arpe che lo stesso Arpe che ha inondato l’Italia di “corporate bonds senza rating” diventa il “problem solver” della situazione, diventa colui che dopo aver “inondato” il risparmiatore di bonds illiquidi, chiaramente fuori prezzo, adesso offre la soluzione al problema. Perché compito della banca non è sorvegliare bensì quello di intermediare: afferma lo stesso Arpe. E dopo l’Argentina, dopo gli strutturati ed i corporate bonds senza rating cosa intermedierà in futuro la banca di Arpe? Quale fantastico prodotto ci vorrà distribuire? Comunque, attenzione, dice JeanClaude, il Fabio Arpe fa il suo mestiere. Lo stesso Arpe sottolinea che quando verrà introdotta una regola che imporrà il collocamento al dettaglio dei bonds con ratings la rispetterà. Per il momento W il FarWest finanziario dove si è liberi di scorazzare senza pensare troppo agli interessi dei clienti. Ma l’Arpe non è anche Direttore Finanziario di una banca retail come il Credem? . Il cliente, sia istituzionale che retail è comunque libero di acquistare o meno i suoi servizi. Sinceramente con bonds come quelli sopra citati, totalmente illiquidi, è meglio rifletterci d’ora in poi. Chi è veramente spudorata è l’Isabella Bufacchi che davanti al potente di turno si inginocchia e chiede domande telecomandate. Coraggio, Bufacchi sei o non sei una giornalista del Sole24Ore. Una piccola tiratina d’orecchi anche agli amici di Spy che hanno un po’ sottovalutato il problema dei “corporate bonds senza rating” Cari amici di Spy più attenzione ai malfunzionamenti del mercato e meno ossequio alle Artè di turno. Qui in Inghilterra i potenti hanno timore dei giornalisti che indagano. Dall’Italia mi giunge dall’amico Herman una piccola menzione anche al fantastico MF che venerdì in coincidenza dell’articolo Bufacchi-Arpe (la Bufacchi parla di intervista esclusiva di Arpe quasi che Arpe fosse John Meriwether!) ha messo in prima pagina gli strabiglianti risultati di Abaxbank. Una copertura mediatica non male che doveva mettere in seconda fila la “questione corporate”. Ancora più degna di menzione l’intervento di un giornalista (mi sembra Danilo Casello) che parla di un rischio di ritorno al Medievo della Finanza se si torna indietro (guarda caso di Medioevo parla anche Arpe: semplice coincidenza o articolo scritto sotto dettatura?) Un saluto dal Vs. Bon. Ah, per la cronaca l’amico Tardo che lavora in una sim in Italia mi dice il bond Finmatica (chiaramente senza rating) con scadenza maggio 2005 ed emesso nel maggio del 2002 gira con un’applicazione di cinque figure (bid a 90,95 lettera a 95,8). Il rendimento dal 6.5% facciale è ora del 10,8%. Per intenderci chi volesse vendere ricaverebbe ora a cinque mesi dal collocamento solo poco più di 90 avendo pagato 100. Ancora, i market makers fanno prezzi solo ai propri clienti finali. Complimenti per la trasmissione. Edited by - kaiser soze on 11/16/2002 12:14:51