A Tokyo una legge-truffa sul vita. MILANO. «È una decisione senza precedenti che creerà problemi enormi e che la dice lunga sulla reale situazione finanziaria del settore assicurativo giapponese». Questo il commento a caldo di molti gestori alla notizia che la Camera alta del Parlamento nipponico ha approvato una legge che autorizza le compagnie che operano nel ramo vita a ridurre i rendimenti garantiti ai loro clienti. Una sorta di «legge-truffa», insomma, che rischia di innescare una vera e propria corsa ai riscatti da parte degli assicurati e - cosa ancor più grave - quasi inevitabilmente peggiorerà i voti di merito sull’affidabilità finanziaria del sistema giapponese. Non a caso, Standard&Poor’s aveva anticipato nelle scorse settimane l’intenzione di abbassare a CCC il rating di alcuni dei maggiori gruppi assicurativi nipponici nel caso in cui fosse stata approvata la legge. Secondo le agenzie internazionali, la riduzione dei rendimenti garantiti da parte delle compagnie corrisponde a una vera e propria violazione degli obblighi contrattuali. Il provvedimento legislativo entrerà in vigore in agosto e ha l’obiettivo di sostenere le compagnie che si trovano sull’orlo della bancarotta per via del differenziale negativo tra i rendimenti promessi ai sottoscrittori delle polizze all’epoca del boomdella fine degli anni ’80 (anche il 6%) e gli attuali rendimenti medi che - secondo dati del governo - si aggirano intorno all’1,5% contro il 3,56% del 2001-2002. Nonostante le potenziali implicazioni negative della legge, l’indice dei titoli assicurativi giapponesi ha brindato alla decisione della Camera con un rialzo dell’1,3% a fronte di un andamento sostanzialmente piatto dell’indice generale (+0,3 per cento). P.F.