rialzo dei tassi di interesse - rael

 

  By: Ful.Spa on Domenica 10 Febbraio 2002 11:59

Lu.luke, ti ricordi per caso la data del downgrade previsto) su DT e FT, inviato in privato? Grazie 1000 Ful. S.p.a.

spread tra tassi a breve e tassi a lunga - lu.luke  

  By: lu.luke on Domenica 10 Febbraio 2002 11:56

Avrei voluto postare separatamente un divertissement intitolato: "Fazio talks, sell on Fazio!" sulle recentissime (nuove) dichiarazioni di sfrenato ottimismo del nostro amato Governatore. Un lazialotto vecchio stampo, che evidentemente ha capito che più si parla, dalla Banca d'Italia, più si rischia di far carriera - vedi Dini e Ciampi, "e io che sono: da meno di quelli?" avrà pensato il nostro che evidentemente ambisce ad un prestigio superiore. Che so, presidente ad auternum del G7, oppure Governatore della BCE oppure capo spedizione degli Shuttle che dovranno evitare il nuovo Armageddon (Bruce Willis pare si sia già rassegnato, il remake non lo vedrà protagonista). Comunque Mel Brooks sta meditando un seguito al suo noto (?) "Balle spaziali", con un sequential di protagonisti mica da ridere: basta leggere i giornali di oggi, aspiranti a piene mani. Volevo fare e dire... ma Rael come al solito mi costringe ad altro. Mumble Mumble... (citazione da Funes). Perchè Greenspan a metà dicembre 2000 dice "no" alla riduzione dei tassi e poi dieci giorni dopo taglia lo 0,50%? 1) Il vecchio si è rincoglionito? 2) Lo hanno legato e torturato con una penna di augello sulla pianta del piede? 3) Ha capito che la politica (tardiva) di un certo qual "rigore" finanziario non avrebbe salvato le chiappe a lui e agli States? Scegliete voi, io ho già preso per buona la terza. Il problema è sempre quello dello spread tra tassi a breve e tassi a lunga: è curioso come ad ogni downgrade che si rispetti - venerdì DTAG - si rilevi una discreta impennata del rendimento obbligazionario. Forse che gli investitori prezzano la sicura recovery invocata a destra e manca? Zibordi e Massimo Peppe - in ottima compagnia (tutto il G7) risponderanno "siiiiiiiii" e buon per loro perchè il 31 dì di maggio dell'anno 2002, con sconcertante puntualità, ora che lo ha ri-promesso Fazio, i GDP di tutto il mondo cominceranno a galoppare al ritmo del 3, no del 4; macchè!!! 5, forse 6, magari 7, vabbè facciamo 8%. Basta un po' di spesa pubblica, qua e là, corriamo a comperarci cementifici, ferrovie, aerei da diporto e da trasporto e poi non dimentichiamo le auto, queste bistrattate, i camion e poi i beni di consumo (perchè le famiglie spendono, spendono...) e nelle Banche torneranno a fiorire i ROE ed i ROI e tutto sarà più bello ed il 1° dì di giugno ci alzeremo e vedremo il sole baciare le nostre fronti e magari chiederemo a nostra moglie (o la moglie al marito): "cara/o, che ne dici di acquistar un paio di routers?" - "Ma certo, mia sorella ha appena affittato per trentasette anni 46 chilometri di fibre ottiche, sembra consentano connessioni molto più rapide, potremo informatizzare anche la cena, così". Il tutto mentre i 17 cellulari di cui è dotata la famiglia avranno appena iniziato a squillare per l'inoltro dei miglia di sms che annunciano le offerte di e-commerce alle quali la famiglia non potrà non aderire per pacchetti. Sarà bellissimo: i 10 e più gestori dei servizi telefonici in Italia avranno moltiplicato per tre le tariffe e tutti noi saremo pronti a pagare un abbonamento di 3000 euro a bimestre, perchè grazie all'azione dei governi del G7 il debito sarà diventato un'astrazione. Utili pioveranno come il polline a primavera e DTAG sarà tornata a 100 euro, mentre S&P si sarà ridotta ad un malfamato covo di anarchici che lottano con penne a sfera (loro, gli anti-global) contro le regole aureee del capitalismo. Quali? Accidenti, ma non siete proprio informati. Tremonti talks (pure lui..): "la ricchezza non è più un bene fisico. La ricchezza ora è in un software". Evviva Tremonti! Posseggo una trentina di floppy che mi rendono ricco!!! Non scherzo. Non posterò più analisi sul forum perchè mi sono abbondantemente rotto i cosiddetti delle mistificazioni. Passi quelle delle TV di Stato che tacciono i particolari della festa in Spagna degli allegri Ministri informali. Passi per Chambers e la comica dei dati di bilancio "per sbaglio" diffusi ai dipendenti. Passi anche lo splendido "Il Forum Valeva Molti Soldi (Onore ai Meriti)", fulgido esempio di libera interpretazione di anni uno circa di vari contributi e sforzi, nel quali si cerca di dare una patente di credibilità a tutti per la logica dominante del "volemose 'bbene". Io non vi voglio bene, invece. Anzi, mi fate incazzare e spesso. Che voi ci crediate o no, le cose stanno così. Dal marzo 2000 gli indici hanno perso in media dal 30% al 50%, sono quasi due anni e la sola cosa che si è vista è qualche fluttuazione sui bonds governativi - robetta, diciamo un gain medio per chi opera su quello strumento con assiduità. Gli utili delle società quotate sono scesi mediamente del 25%, quando prezzavano tassi di crescita a due cifre di qua al 2009. La vittoria delle destre in tutto il mondo - fenomeno terribilmente bullish, come dicevate tutti - non ha modificato punto lo scenario. I disoccupati aumentano. I volumi di scambio sul mercato dell'equity restano distributivi. I tassi a breve (quelli con cui le banche fanno provvista) sono ai minimi dei minimi, eppure pare non servano a rilanciare gli investimenti. I capex sono ovunque in diminuzione. I fallimenti aumentano. L'oro è in tensione, ma il palladio no e neppure il platino: ergo, non c'è anticipo di inflazione. Il petrolio langue. ... E forse qualche banca non ce la fa più (opinione personale). Ma intanto in Argentina sono due mesi che i cittadini non possono ritirare i risparmi dai loro depositi, però in fondo se la sono voluta loro, magari se c'erano i colonnelli e i generali e non se la menavano troppo con i desaparecidos... Lo so, mi sbaglio, sono antistorico e verrò punito da Mr. Market. E poi dimentico, siete tutti a pranzo. Buon appetito (ps.: chissà se all'agriturismo accetterebbero in pagamento assegni...). Luke Modificato da - lu.luke on 2/10/2002 11:2:39

 

  By: polipolio on Domenica 10 Febbraio 2002 09:01

Rael, intanto grazie per l'intervento che è di ottimo livello. Se ben capisco i punti chiave sono: Crescita dell'economia anni 90 spinta dalla deflazione di alcuni settori(materie prime, tecnologia, Cina) Crescita del Nasdaq dovuta alla riduzione consistente della tassazione del capital gain Riscaldamento dell'economia, autoalimentato da circoli virtuosi (secondo te, meno secondo Al) economia finanziaria <---> economia reale. Errore tragico di zio Al con l'aumento drastico dei tassi. Ma qui ti perdo: dici ad es. "Le società nasdaq sono quotate a multipli spaventosi, ci sono ancora troppi troppi player in un mercato che probabilmente non sarà nemmeno così redditizio" Se lo sono ora, dopo aver perso in media un buon 75% cos'erano prima? E se era una bolla, non era, proprio in quanto tale, "irrazionale"? Come vedi lo scenario ora? E' vero che la forma della curva dei tassi è quasi preoccupante, ma è anche vero che si potrebbe fare un gigantesco swap sui tassi, del quale il riacquisto dei trentennali potrebbe essere parte.... E tu Massimo, la cui lucidità, tenacia e capacità di stare ancorato a pochi principi semplici (non sempre facili) non sarà mai lodata abbastanza? Modificato da - polipolio on 2/10/2002 8:8:39

rialzo dei tassi di interesse - rael  

  By: rael on Sabato 09 Febbraio 2002 22:07

Massimo, scusa, ma trovo molti errori nella tua analisi e vorrei fare un tentativo di spiegare ancora una volta come le cose forse vadano viste in tutt’altro modo. Una conclusione va però rapidamente anticipata: ll boom, la crescita del nasdaq non ha radici monetarie (né tantomeno di esuberanza irrazionale!) , ma essenzialmente fiscali. L’esplosione della bolla ha invece radici monetarie. Stimoli fiscali espansivi di una certa importanza e errori monetari nascono nello stesso contesto economico della seconda metà degli anni 90 e sono gli ultimi l’immagine perversa e distorta dei primi. Nel 1996 la riduzione del regime fiscale sui capital gain ha messo in moto un’economia che, favorita anche da una nascente deflazione (e su questo non possiamo discutere perché sta nei prezzi delle materie prime, ed è quella che sta mettendo in ginocchio il settore delle tlc – andatevi a vedere l’indice tlc dello s&p, un massacro), ha cominciato a camminare (a correre!) a un ritmo che era sostenibile solo alla condizione di fornirne la necessaria liquidità. Purtroppo il comandante Greenspan, fedele al dogma keynesiano della dannata curva di Phillips (una boiata devastante, scusate lo sfogo), di fronte a una disoccupazione in calo si preoccupò di un possibile ritorno (a posteriori, inesistente in tutti i numeri) di inflazione, togliendo ciò che il mercato stava già chiedendo con forza. I prezzi di energia e materie prime industriali scesero sotto i colpi della deflazione e di questo, insieme a politiche fiscali a favore della crescita, ne beneficiarono per primi i servizi e la tecnologia. (L’energia poi è un discorso a parte perché il crollo dei prezzi del petrolio della fine degli anni ’90 ha fermato gli investimenti in esplorazioni, capacità estrattiva e raffinazione, salvo poi esplodere al rialzo quando la crescita economica ha avuto bisogno di attingerne a piene mani, consegnando il mondo all’Opec.) Bene, arriviamo al 1999 quando la Fed si rimbocca le maniche e imbastisce questa crociata antinflattiva che oggi suona ridicolmente donchisciottesca. La curva dei tassi si inverte piacevolmente. Dopo aver alzato ancora i tassi ad agosto del 2000 Greenspan inverte la rotta solo 5 (cinque!!) mesi dopo a gennaio 2001 sorprendendo tutti con un taglio che solo 15 giorni prima aveva negato. Ora la situazione qual’è? La situazione di un’economia che a tuo stesso dire ha subito nella parte corporate una tale falcidie come non se ne vedeva dal primo dopoguerra (e se ne vedranno gli effetti nel settore finanziario) ma che già dopo 1 anno e mezzo è capace di ripartire ripulita, scontando la più breve e tiepida recessione che si ricordi perché Greenspan ha semplicemende inondato il mercato di liquidità. Comico no, mi sembra di vedere Willy il coyote che si asciuga la fronte per uno scampato pericolo prima che gli caschi in testa la cima di un canyon. O forse faccio meglio a pensare a “Il mucchio selvaggio” di Peckinpah, a quel drammatico, comico, interminabile momento di silenzio che segue l’omicidio inaudito di Mapache da parte di Pike e dei suoi amici prima che la violenza imbocchi la strada dell’iperbole. La mia impressione è che la domanda di liquidità sia stata disattesa in modo bruciante e che questo abbia già avuto i suoi effetti su un’economia che infatti non ha risposto per niente all’abbassamento dei tassi di interesse (troppo tardi? – la velocità di circolazione della moneta si è abbassata molto, e questo oltre che un effetto evidente di una crisi che non si è risolta, indica che l’unica strada che ha imboccato questa moneta è proprio quella del mercato finanziario: ma lo immaginiamo quello che succede se il mercato scende ancora?). Temo anche che un ritorno a una politica foss’anche simile al gold standard avrebbe al momento pochi effetti di ripresa su un’economia che ora non può far altro che pagarla e sperare che tutto finisca senza che il giochino si rompa sul serio. Guarda che pochi sono i paesi che sono in deflazione come l’america (e il giappone mi sa che sta per saltare per aria – hanno messo addirittura un cap sulle garanzie sui depositi bancari, mamma mia) e questo grazie a Greenspan (una grazie forse va a Duisenberg, tutto sommato); a margine aggiungi che la cina è un potenziale deflattivo aggravante per tutti. Lo stato dell’economia forse non è proprio quello che dipingono giornali e tv e forse, ancor più grave, non è quello che dicono le statistiche economiche che, per esempio, tolgono con disinvoltura 1 milione di disoccupati che hanno rinunciato a cercare lavoro (e che quindi rimangono disoccupati) dalle liste di collocamento per mostrare che la disoccupazione scende. E il consumatore americano per generoso che sia non può comprarsi macchine e case ogni mese. Secondo me, se non ci saranno shock esogeni (terrorismo, altri fallimenti di lusso …) o endogeni (il famigerato credit crunch), ci vorranno anni perché il mercato riparta veramente, e questo proprio perché solo una crisi del credito di grossa portata forzerebbe la mano alla Fed. E questa crisi potrebbe esserci risparmiata perché: le società che più hanno sofferto della crisi deflattiva, quelle tecnologiche, si sono finanziate attraverso l’equity e non il debito; l’opinione corrente alla banca centrale è quella (purtroppo errata, perché non riconosce i propri errori) che la bolla del nasdaq sia dovuta a esuberanza irrazionale e che quindi la sua esplosione abbia natura “curativa” e non sia invece sintomo di crisi. Oggi siamo proprio qui, a un punto in cui alcuni (io, per es.) sperano che un ulteriore caduta dei mercati potrebbe finalmente indurre la Fed a dare una risposta diversa. Le società nasdaq sono quotate a multipli spaventosi, ci sono ancora troppi troppi player in un mercato che probabilmente non sarà nemmeno così redditizio come il più realista degli analisti può giudicare. Per colpa della Fed abbiamo imboccato la strada giusta con il mezzo sbagliato e ha sicuramente ragione quel mio amico che diceva che si dovrà tornare ai monopoli. L’oro, lo ripeto, sta raccontando questa storia da 6 anni (e poi scusa se te lo faccio notare, ma con l’oro nell’ultimo anno facevi più soldi che con qualsiasi mercato o settore). Il fatto che ora si muova al rialzo è già un buon segnale se non fosse che, per una parte, ha spiegazioni che probabilmente nulla hanno a che vedere con una corretta politica reinflattiva. Il fatto che alcuni chiedano un rialzo dei tassi di interesse (e ti consiglio la lettura del commento di Bill Gross di Pimco di questo mese, che è di tutt’altra statura rispetto alla pur interessante Caroline Baum) è perché finché lo spread tra tassi a breve e tassi a lunga rimarrà così elevato l’economia non avrà la più pallida speranza di riprendersi (e ha ragione da vendere lu.luke quando dice che è un segnale di allarme, non nella sua ampiezza, ma nella sua persistenza); il mercato obbligazionario ha già dato la sua risposta alla Fed (e al Tesoro, col suo patetico piano di riacquisto di trentennali): non scendono i tassi a lunga. Così Big Al ha un solo asso nella manica: rialzare i tassi a brevi. Ma stiamo pur tranquilli, lui non lo farà. E così andremo al massacro … come i ragazzi di Pike (ma questi avevano ben altra coscienza, ben altro onore).

 

  By: massimo on Sabato 09 Febbraio 2002 01:26

sento dire da tutte le parti che dopo la bolla internet ora a causa di Greenspan ci troviamo la bolla finanziaria, perché avrebbe sbagliato a tagliare troppo i tassi e la liquidità ed ora tanti"scienziati" che lavorano per blasonate banche d'affari dicono che dovrebbe affrettarsi ad alzarli. Sapete bene che ripeto sempre che nessuno ha la palla di cristallo e comanda mr market ma su questa cosa sono sicurissimo che questi dicno la più grossa fesseria che abbia mai sentito da molto tempo. La bolla internet é stata proprio lei una bolla finanziaria, perché 1. con la scusa delle nuove terie del new pharadigma sulla fine dei cicli economici e la sostenibilità della crescita continua hanno fatto volare i titoli col cui valore si finanziava di tutto, dalle acquisizioni ai pagamenti dei dipendenti. 2. Inoltre le aziende non solo investivano molto, ma finanziavano i clienti per ottenere più guadagni, in quanto finanziandoli: Li fidelizzavano, gli vendevano più merce e facevano un guadagno supplementare che trasformava anche società old economy in titoli ad alto potenziale alla internet. QUINDI col crollo di questo meccanismo sono DRAMMATICAMENTE venuti e mancare enormi capitali, cioé le aziende non solo hanno diminuito le vendite e i guadagni, ma hanno smesso di finanziare i clienti, e molti di loro che erano insolventi le hanno quasi mandate in fallimento, quindi il calo dei guadagni di tantissime aziende é stato terrificante e il potenziale di crisi che questa recessione doveva portare é stato enoirmemente superiore a tutte quelle passate, compresa quella del 29 e come quella avremmo dovuto avere molti anni di crisi e se oggi ne staimo già uscendo é solo grazie alla grande intelligenza di big Alan Greenspan che lo ha capito ed ha provveduto con una montagna di liquidità che ha arrestato la crisi finanziaria da bolla finanziaria, altro che internet che ne é solo la causa. Quindi tutti quelli che oggi ancora lo criticano perché i tagli e la liquidità non avrebbero avuto l'effetto delle passate recessioni provino a pensare a cosa sarebbe accaduto se ciò non fosse stato fatto, ed oggi possiamo parlare di ripresa altrimenti staremmo a parlare di esportazione del modello giapponese, ciao massimo peppe