DOLLARO/mercati

Non è tutto bianco/nero, pessimista/ottimista - gzibordi  

  By: GZ on Domenica 27 Gennaio 2002 13:12

Non è tutto bianco o nero, destra o sinista, toro o orso, o va tutto giù o va tutto su. Dipende di quali azioni e quale orizzonte temporale si parla. Il 16 gennaio lei scriveva "perchè non vende quasi tutto... ?" e praticamente tutti quelli che hanno scritto nel forum erano su questa linea. Ma il 16 è stato un punto di minimo da cui ad es il MIB30 è rimbalzato un +4-5% e si sono sbagliati quasi tutti inclusi i commenti che si sentono in giro e che riportiamo. Questa settimana c'erano delle occasioni di acquisto, alcune anche discusse sul forum, come Halliburton che era clamorosa. E ce ne erano altre come TMTA che ha indicato Maiocco Sui cambi invece questo mese ho indovinato tutto, yen, euro e anche sterlina perchè appunto ho fatto l'analisi CONTRARIA a quella dei pessimisti, perchè ho visto che i dati economici americani stavano uscendo migliori delle previsioni e quindi andava comprato il dollaro. Se uno leggeva le analisi sui dati macro americani che ho messo nel forum se ne accorgeva perchè erano numeri chiarissimi. Allo stesso tempo io ad es ho venduto dei tecnologici perchè ho visto ibm, intel e microsoft che hanno detto cose negative (e sembra che abbia ecceduto per eccesso di prudenza che sia stato troppo negativo) Il mercato del 1997-1999 ha viziato tutti a pensare che si andava solo su e quello del 2001 ha viziato molti altri a pensare che ci siano solo delle frane continue. Questo è un mercato dove non basta il "trading system" che usa due regolette di prezzo: ad es il sistema oddball di cui si parlava qui sul sito si sta massacrando di recente e così molti sistemi di trend Francamente al momento non mi sembra così male

 

  By: Missing15 on Domenica 27 Gennaio 2002 11:13

prova, chiedo scusa, sono un nuovo iscritto. johnny

 

  By: Missing15 on Domenica 27 Gennaio 2002 11:09

Ragazzi, rendiamoci conto che il mercato è stato trainato essenzialmente dalla "liquidità pompata" dalla Banca Centrale e dagli stimoli fiscali elargiti dal Congresso. Qui stiamo scontando utili troppo generosi per gli anni avveniri. Secondo me, quando si sentirà la "botta" farà molto male... Johnny

 

  By: gianlini on Domenica 27 Gennaio 2002 10:16

d'accordo... peraltro per mia psicologia non compro nè case nè macchine nè altro di rilevante nel mondo reale se non pacchetti di tim a 9 euro nel mondo virtuale (caro al nostro Carlà che vedo purtroppo ogni mattina a raitre). cmq essere negativi nel 1998 non sarebbe stata una cosa particolarmente nefasta, visto che ora gli indici sono ai livelli del 98....questo sposando l'approccio di non andare mai corti sul mercato per posizione ma solo per trading....non sto proponendo di andare corti ora, ma di non possedere azioni per il lungo periodo... che poi nel mercato ci siano sempre occasioni di acquisto, a prescindere dal momento storico, questo è un altro paio di maniche (ad esempio ci si può andare a vedere TTF (non è un bottom di lunghissimo periodo appena violato??)) ma il mio "perchè non dice di vendere tutto" si riferisce a coloro che hanno il 40-50 % in azioni in fondi o in singole azioni, così generally speaking.. e poi il mio suggerimento è fare più TS fare più cambi, fare più cose che cmq si continueranno a muovere..

 

  By: gianlini on Domenica 27 Gennaio 2002 10:16

d'accordo... peraltro per mia psicologia non compro nè case nè macchine nè altro di rilevante nel mondo reale se non pacchetti di tim a 9 euro nel mondo virtuale (caro al nostro Carlà che vedo purtroppo ogni mattina a raitre). cmq essere negativi nel 1998 non sarebbe stata una cosa particolarmente nefasta, visto che ora gli indici sono ai livelli del 98....questo sposando l'approccio di non andare mai corti sul mercato per posizione ma solo per trading....non sto proponendo di andare corti ora, ma di non possedere azioni per il lungo periodo... che poi nel mercato ci siano sempre occasioni di acquisto, a prescindere dal momento storico, questo è un altro paio di maniche (ad esempio ci si può andare a vedere TTF (non è un bottom di lunghissimo periodo appena violato??)) ma il mio "perchè non dice di vendere tutto" si riferisce a coloro che hanno il 40-50 % in azioni in fondi o in singole azioni, così generally speaking.. e poi il mio suggerimento è fare più TS fare più cambi, fare più cose che cmq si continueranno a muovere..

 

  By: GZ on Sabato 26 Gennaio 2002 17:25

gianlini Inviato - 17 January 2002 8:38 --------------------------------------------- interessantissimo.... ma perchè allora Zibordi, non grida un "vendete tutto fino all'ultima azione" e dedicatevi solo al trading??? ---------------------------------- Molti di questi come Marc Faber o Richebacher che ho pubblicato erano ugualmente negativi nel 1998 o 1999, li leggevo anche allora e occorre prenderli cum grano salis. Ma il punto è : gianlini quando lei compra una casa o una macchina o spende una cifra rilevante non valuta il pro e il contro ? Questo è il "contro" dell'investimento azionario, così come il pezzo di Caroline Baum che ho messo nel forum era il "pro" Io ripubblico qui le cose che trovo informative e intelligenti e che fanno riflettere, man mano che le leggo e in un formato di discussione a cui spero altri partecipino Non ho nessun interesse a fare finta di avere sempre la risposta pronta solo perchè vendo anche un servizio di borsa Lo so che fanno tutti così, che fanno finta di avere un "metodo" che gli da le risposte, ma siamo nell'era di internet in cui l'accesso alle informazioni è centuplicato ed è diventato anacronistico e ridicolo Alla fine si prendono comunque delle decisioni di comprare o vendere ma la cosa importante è il PROCESSO logico e le informazioni che si sono utilizzate. Per me qui nel forum si cerca di dare peso sia alla tesi positiva che alla tesi negativa (buy e sell) su ogni titolo, indice, obbligazione o cambio

 

  By: massimo on Sabato 26 Gennaio 2002 16:41

il dollaro sta salendo come previsto e ora vediamo se i mercati lo seguono, se le obbligazioni calano e l'oro crolla come detto nella prima pagina della discussione, ciao massimo peppe

 

  By: rael on Giovedì 17 Gennaio 2002 12:19

Greenspan says dollar retains world's trust Bloomberg News WASHINGTON — The dollar has become the dominant currency in the world because the U.S. central bank has followed policies aimed at preventing an erosion of dollar's value, Federal Reserve Chairman Alan Greenspan said. Central bankers' success in "containing inflation during the past two decades raises hopes that fiat money can be managed in a responsible way" Greenspan said in the text of a speech at the New York Fed. "This has been the case in the United States, and the dollar, despite many challenges to its status, remains the principal international currency," he said. Greenspan didn't discuss monetary policy or the state of the economy. His speech, at the opening of an American Numismatic Society exhibit, was a brief history of money, which he called "one of the great inventions of mankind." Fiat money has its value set by government decision, or fiat, rather than being tied to the value of a commodity like gold. Greenspan joked that if fiat money falters, society may have to revert back to exchanging seashells or oxen. "In that unlikely event, I trust, the discount window of the Federal Reserve Bank of New York will have an adequate inventory of oxen," he said. The Fed's Open Market Committee is set to meet Jan. 29-30. Una delle cose più preoccupanti lette negli ultimi mesi! Che poi Greenspan l'abbia pronunciata alla American Numismatic Society mi preoccupa ancora di più. Sicuramente è qualcosa di più serio di quello che penso, ma a volte la somiglianza tra termini anglosassoni e latini gioca brutti scherzi.

 

  By: gianlini on Giovedì 17 Gennaio 2002 09:39

una ulteriore considerazione: "financed by debt and foreigners who bought U.S. real assets, equities, and bonds. " questo proprio non lo capisco: statistiche mi dicono che gli americani sono suppergiù quanti sono gli europei e che detengono mediamente il 50-60 forse anche il 70 % di azioni, mentre gli europei non ne detengono che al max il 30.. come è possibile che siano i foreigners ad avere comprato azioni americane ??????

 

  By: gianlini on Giovedì 17 Gennaio 2002 09:38

interessantissimo.... ma perchè allora Zibordi, non grida un "vendete tutto fino all'ultima azione" e dedicatevi solo al trading??? non abbia paura a farlo semplicemente per paura di sbagliarsi....se questo accadrà pazienza, ma mi sembra che i rischi di downside siano enormi!

Quello che conta è il settore finanziario - gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 16 Gennaio 2002 21:49

questo è lo scenario negativo, come non si poteva descriverlo meglio quello che ne ricavo tra le altre cose è che più che il nasdaq, occorre stare attenti al settore banche e finanziario, che è diventato ora l'asse portante del mercato. ----------------------- Marc Faber ------- Easy-money monetary policies bring about, through a combination of a wave of innovations and booming financial markets, massive over-investments and a gross misallocation of capital because the profit opportunity expected to arise from the innovation is so great that it leads to excessive borrowings by consumers as well as businesses. The downturn or bust is ushered in when the over-investments lead to excess capacity and a collapse in prices, which in turn drive down profits and, along with them, stock prices, which then weaken the economy even more. Thus, you have negative wealth effect and cutbacks in capital spending due to rising capital costs. This is where we stand today. The weak pricing and easy money environment of the 1990s led to a huge stock market and capital-spending boom, which was largely financed by debt and foreigners who bought U.S. real assets, equities, and bonds. However, today the situation is more complex because we are faced with a fundamentally totally different set of economic and financial, and now suddenly also geopolitical, conditions than ever before in economic history. Why? Every economy has a dominant driving force. I explained above that in the U.S. economy of the 19th century, agriculture was the dominant sector, which would largely drive economic activity according to rising or falling prices for agricultural commodities. In the Middle East, since the 1970s, rising or falling oil prices bring about, in the absence of an important and efficient manufacturing or service sector, vibrant or sluggish economic conditions. For countries like Taiwan and South Korea, exports are the engine of economic expansions and contractions. So, what is now the driver of the U.S. economy? Certainly, it is no longer agriculture! Moreover, whereas the manufacturing sector may have been the engine of the U.S. economy in the 1920s and probably still was in the 1950s, today it only accounts for slightly more than 20% of GDP and, therefore, it doesn't have a very meaningful impact on the economy as a whole. Compare manufacturing to, say, the U.S. financial markets and you will realize that it is the financial markets, and financial transactions, that are the key driver of the economy. Just think of the U.S. stock market capitalization, which at its peak in March 2000 reached a stunning 183% of GDP, more than twice the level prior to the crash in 1929 when it reached 81%, and significantly higher than the Japanese stock market capitalization as a percentage of GDP in late 1989. Prior to the vicious bear markets that followed the speculative excesses leading to both the 1968 and early 1973 tops, stock market capitalization as a percentage of GDP stood at 78%. Compare this to major market lows, when stock market capitalization as a percentage of GDP stood at 16% in 1942, 34% in September 1974, and 34% in July 1982. Even after its decline over the last 18 months, the U.S. stock market capitalization as a percentage of GDP - at present amounting to more than 130% of GDP, compared to an average of 50% since 1926 - is still extremely high and supports my view that the equity market, along with the credit market, is the economy's largest, albeit certainly not "strongest", lever for the economy. The rising importance of the financial sector in the U.S. economy has also been reflected in the strong performance of U.S. financial stocks. The performance of the S&P 500 Financial (Diversified) Index - which includes stocks such as American Express, American General, Fed Home Loan Mortgage, Federal National Mortgage Association, MBIA, MGIC Investment Corp, Morgan Stanley Dean Witter, DSCVR&C, and SunAmerica - reveals that their resilience in an otherwise rather weak market - at least until last fall - is striking. On the debt side, the evidence also points to a disproportionately large debt market compared to the real economy. Total U.S. market debt which does not include loans by financial and non-financial institutions) currently amounts to about 270% of GDP, compared to an average of approximately 145% of GDP between 1950 and 1980. At the stock market's peak in 1929, total market debt reached 160% of GDP! If, indeed, a substantial part of economic growth over the last 20 years or so, not only in the U.S. but all over the world, was driven by an expansion of the financial markets - most notably the credit market - then it follows that this disproportionate financial expansion must go on at all costs in order to sustain further economic growth. The almost endless supply of money available for the corporate and household sectors leads to poor investments by corporations - projects that don't make any sense - and to personal consumption growth that outpaces income growth declining savings rate. The turning point of this financial pyramid then occurs when it becomes evident that the corporate sector over- invested. Competition then drives down prices as a result of the additional supplies, which in turn bring about the profit deflation in the corporate sector we are presently witnessing among industrialized countries. The profit deflation subsequently leads to a reduction in employment and lowers the value of equities, which brings about a deterioration of the consumers' leveraged balance sheet. When the economy weakens, this increased leverage on the part of the consumer leads to a substantial rise in the number of personal bankruptcies, as happened recently. Faced with these conditions, the consumer has two choices. He will either be forced to borrow even more in order to maintain his consumption, thus leveraging his already shaky balance sheet even further, or he will cut back on his spending. The strong, and in the long term unsustainable, growth in consumer finance may sound alarming, but when you consider that in the first seven months of 2001 the credit card industry mailed out more than 2 billion solicitations, an increase of 61% over a year ago, this expansion of credit should come as no surprise. Capital One was responsible for 29% of all solicitations. (Note that for every man, woman, and child in the U.S., seven credit card solicitations were sent out in just seven months, with an average response rate of only 0.4%!) Another disaster in waiting concerns other government- sponsored enterprises such as Fannie Mae and Freddie Mac, which are currently benefiting from a deluge of mortgage refinancing. According to the Prudent Bear's Doug Noland, over the last three years, Freddie Mac's assets grew by US$308 billion (134%), while shareholders' equity only increased by US$5.6 billion. In the present situation, Mr. Greenspan's accommodative monetary policies will remain largely ineffective for the U.S. economy. Corporate profits will continue to slide and disappoint. Poor corporate profitability and negative cash flows will lead to further cutbacks in capital spending and to additional layoffs in the U.S. And when it becomes obvious to everyone that further layoffs are on the cards and that the U.S. economy will fail to recover in the next six months, retail and car sales, along with the housing market, will finally cave in as well.

 

  By: lu.luke on Mercoledì 16 Gennaio 2002 20:23

Perdonami Fabrizio non è che voglio contraddire a tutti i costi, ma un settore c'è e lo sto analizzando proprio ora. E' quello Minerario e Metallurgico che in Italia e in Europa sta performando (confermando la recessione in atto, come da manuale) in perfetto trend ascendente. Non conosco molti titoli del settore sul nostro listino, ma credo che uno sia ZIGNAGO e il grafico fa impressione (+600% negli ultimi 7 anni). Altro che telecom!! Notati movimenti sul warrant Danieli che ai prezzi attuali per me rappresenta un'occasione. Chiedo solo collaborazioni ai più esperti: lasciate traccia su questo thread dei titoli che appartengono al settore. Domani posterò un'analisi completa. Ciao a tutti.

 

  By: fabrizio maiocco on Mercoledì 16 Gennaio 2002 20:17

Il problema di fondo se vogliamo è quello della convenienza o meno di avere un PORTAFOGLIO TITOLI. La mia impressione, condividendo la tesi di Luke, è che non essendoci settori immuni da un'eventuale crisi, è necessario fare trading e restare liquidi. E' una tesi sposata anche da alcuni gestori delle cosiddette sicav estere. Comprano aggressivamente in certi momenti, liquidano la maggior parte e per il resto del tempo stanno sui BOT. Certo è che 10 anni fa il BOT....

 

  By: lu.luke on Mercoledì 16 Gennaio 2002 19:54

No, Massimo, non ci siamo, tu non vuoi proprio sentire da quell'orecchio. E' inutile drogare l'economia con spesa pubblica prima che si sia realizzato il bottom autentico. Nel 1932 si potè realizzare una fase del tipo che tu auspichi perchè si era alla fine di un ciclo quadriennale di crisi che aveva "ripulito" il mercato. Ma ora? Puoi aiutare GE, regalando un po' di soldi a chi ne detiene stock otpion, ma i danni - sul piano del credito - sono state fatte dalle TELECOM e loro figlie (soprattutto le aziende di infrastrutture) a cui lo Stato non può incentivare una domanda che non c'è. Quindi si va giù, fino a quando non ci sarà stata la ripulitura di questo bubbone di sofferenze in fieri. E Dio non voglia che si pensi di fare come in Giappone, dove a forza di incagliare partite invece di contabilizzarle in perdita adesso per la bonifica del sistema bancario dovranno aspettare altri 5 anni!!! Questa Signori è la crisi. Modificato da - lu.luke on 1/16/2002 18:56:59

 

  By: massimo on Mercoledì 16 Gennaio 2002 19:34

Per Luke se ci sono aziende a cui il pacchetto incentivi non serve lasciamole anche fallire, ma se viene approvato sono soldi che entrano direttamente nell'economia GRATIS e soprattutto ci sono grossi aumenti di spesa dello stato valutati il 2,2 del pil e cioé non é liquidità che deve essere spesa ma crescita effettiva per intervento statale e farebbe avere la ripresa da subito. Per GZ il tuo ragionamento é ottimo ma se aggiungi che l'economia americana é un elefante che per girare ci mettere una vita, rifletterei più sul fatto se ha girato oppure no, cioé tutto il rialzo fatto da un lato sembra troppo per riflettere la ripresa, ma dall'altra parte se é troppa si é a un punto di non ritorno, mi resta difficile pensare che vengano ritestati i minimi di settembre e quindi staremmo discutendo se ci sarà o meno un secondario al ribasso. Se però l'economia ha girato mi sembra prematuro un ribasso perché anche se in percentuale abbiamo fatto tanto in valore assoluto abbiamo fatto pochissimo. Per parlare coi fondamentali stiamo avendo ottime trimestrali rispetto a tre mesi fa e perchgé mai si dovrebbe ritornare a peggiorare? Non é successo nulla nel frattempo, anzi questi dati danno fiducia ai consumatori e se invece le aziende non ce l'hanno e tagliano il capital spending vuol dire che saranno soppiantati da altri che avranno prodotti migliori. Solitamente si pensa che le aziende sanno meglio come vanno le cose, ma stavolta non gli darei tutto il solito peso perché la locomotiva sta ripartendo ed é veramente difficile fermarla e intendo dire i consumi stanno per ripartire e faranno loro da traino a tutto il resto, quindi che possa essere una falsa rottura é molto probabile e per saperlo basta vedere gli altri dati da oggi a venerdì e poi la settimana prossima sapremo che direzione si prende per un periodo un po' più lungo di due o tre giorni come si naviga ora, ciao massimo