By: Moderatore on Domenica 11 Maggio 2003 16:34
La corsa di Luxottica e il flottante
IL MERCATO
di ALESSANDRO PENATI www.corriere.it
In 10 anni, il valore di Luxottica in Borsa è quintuplicato: un aumento del 17% medio annuo, contro l'8% dell'indice S&P 500, il mercato della quotazione iniziale. Raro esempio di un gruppo industriale italiano che crea stabilmente valore per gli azionisti, cresce in un settore aperto alla concorrenza internazionale e diventa leader nel mondo, rimanendo fedele alla propria attività tradizionale. Niente investimenti in utilities italiane; niente holding diversificate. Da un anno, tuttavia, il titolo ha perso il 26% rispetto ai principali indici di mercato. Il crollo del dollaro (valuta della maggioranza dei ricavi), la crisi dei beni di lusso, e il rischio inerente alle produzioni su licenza (scade l'accordo con Armani) sono le ragioni del pessimismo. Che appare però eccessivo.
L'anno scorso, gli utili (prima di imposte e interessi) hanno superato il 19% del fatturato: margini superiori alla media nel settore dei beni di lusso. E si tenga conto che la società deriva il 60% del fatturato dalla distribuzione (catene di negozi specializzati), meno redditizia (margini del 12%, comunque elevati), ma meno rischiosa. E nel 2003, l'azienda dovrebbe riuscire a contenere il declino della redditività (di circa l'1%).
Luxottica supera la media anche per crescita degli utili. Dal picco del 1999 al 2004, anno della probabile ripresa, si stima che i suoi profitti crescano mediamente del 12% l'anno, contro il 10% medio del settore dei beni di consumo ciclici.
L'indebitamento, nonostante l'espansione, rimane fisiologico.
Giustificato, dunque, il premio di Luxottica in Borsa: vale 16 volte gli utili del 2003, contro le 13 volte del settore.
Il fattore che penalizza maggiormente il titolo, impedendogli di entrare a far parte stabilmente dei portafogli istituzionali, è lo scarso flottante. Circa il 20% delle azioni è trattato a New York sotto forma di Adr: ragionevole quando Piazza Affari era costosa ed inefficiente per l'investitore americano; ma non oggi (gli investitori esteri rappresentano 50% degli scambi a Milano). Gli europei investono raramente negli Adr, anche per la difficoltà di arbitraggio con le azioni quotate da noi. Così, ogni giorno, si scambiano in media solo 270 mila Adr Luxottica: in un anno, passa di mano appena il 16% del capitale.
Alla Borsa italiana, Luxottica è sbarcata a fine 2000, con il 2,3% del capitale, a 16 euro per azione. Un collocamento ridicolo: doveva essere 14%, ma si è ritenuto che il prezzo fosse troppo depresso. Oggi il titolo quota 11 euro. Speriamo che Del Vecchio, socio di controllo, imparata la lezione, sposti parte degli Adr a Piazza Affari, e collochi sul mercato anche una quota del suo 69%: meglio svendere un poco oggi, e valorizzare il titolo nel lungo periodo.