By: Moderatore on Martedì 30 Settembre 2003 02:08
Sono 400 le corporation Usa in amministrazione controllata
Guadagnare con gli angeli caduti
---Umberto Venturini www.corriere.it/edicola/economia --------
Enron, Mci, United Airlines: hanno prezzi stracciati e molti speculatori scommettono sulla loro resurrezione. Ma i rischi...
L’ amministrazione controllata («Chapter 11», dal capitolo della legislazione fallimentare americana che la regolamenta) non è necessariamente una sentenza di morte per le corporation Usa in difficoltà che vi si rifugiano.
Molte di queste società, infatti, riemergono dopo drastiche ristrutturazioni, più piccole ma risanate. Per questo alcuni broker suggeriscono ai loro clienti più avventurosi di comprare, ai prezzi stracciati quotati nei borsini minori, le azioni di aziende sull’orlo della chiusura. Sono investimenti molto rischiosi perché le società in «Chapter 11» possono fallire, lasciando gli azionisti con un pugno di mosche, ma il potenziale di guadagno, se riemergono, è enorme. Negli Stati Uniti operano diverse finanziarie specializzate nel settore come il Quadrangle Group che gestisce, con buoni risultati, un portafoglio di 600 milioni di azioni.
Ma Michael Weinstock, il gestore, consiglia prudenza. Solo professionisti che seguono minuto per minuto le oscillazioni dei titoli, determinate da voci spesso diffuse ad arte dagli speculatori, possono sperare di guadagnare. Secondo Susan Wyderko, della Sec, la Consob Usa, «è altamente probabile che gli investimenti in società in amministrazione controllata non aumenteranno di valore, anzi si rischia l’azzeramento del capitale».
Nonostante questi moniti, il trading su queste azioni continua. I compratori sono di due tipi. Alcuni puntano sulla possibile crescita delle quotazioni nell’eventualità che le società escano dall'amministrazione controllata. Ma queste speranze vanno spesso deluse, perché in gran parte dei casi una delle condizioni per l'uscita dal «Chapter 11» è proprio l'azzeramento del valore delle azioni, sostituite da titoli di nuova emissione. In altri casi, come quello di WorldCom (ora Mci) la proposta di ristrutturazione finanziaria prevede pagamenti solo ai detentori di azioni comprate prima dell'entrata in amministrazione controllata.
Chi ha investito successivamente in titoli WorldCom, insomma, rischia di perdere tutto (la questione, però, è ancora all'esame del tribunale fallimentare).
La seconda categoria di compratori è quella dei «day trader». Ha fatto cospicui guadagni, ad esempio, chi in luglio ha comprato azioni Enron a 5 centesimi di dollaro per rivenderle, quattro giorni dopo, a 8,2 cent (mentre il volume degli scambi saliva a quasi 14 milioni di azioni al giorno, otto volte il normale). Enron era decollata l'11 luglio in coincidenza con la presentazione al tribunale del piano di ristrutturazione del gruppo, ma già la settimana successiva era ridiscesa a 5 cent, con pochissimi scambi.
In qualche caso le oscillazioni sono causate da informazioni di natura sospetta. La Sec, ad esempio, sta indagando sull'operato dei dirigenti dei supermercati Kmart Corp. Lo scorso aprile, dopo l'annuncio diffuso dalla società che il tribunale fallimentare aveva approvato il piano di ristrutturazione, la quotazione del titolo era raddoppiata in una settimana, grazie anche ad un sito Internet (Raging Bull), che si sospetta fosse influenzato dalla stessa società, che descriveva le azioni Kmart come «una grande opportunità». Quando, quindici giorni dopo, il piano di ristrutturazione è stato reso pubblico si è scoperto che prevedeva la cessione del gruppo ai suoi creditori, con l'azzeramento delle azioni in circolazione.
Gli investitori spericolati che vogliono tentare la fortuna hanno, comunque, ampia scelta. Le corporation americane in «Chapter 11» sono attualmente più di 400. Fra le prime cinque figurano Mci ed Enron, Conseco (assicurazioni), Global Crossing (telecom) e la compagnia aerea United Airlines.