HERA

 

  By: Moderatore on Lunedì 04 Luglio 2005 18:01

.....«L’operazione Hera-Meta ci dà la tranquillità che certe manovre non solo si annunciano ma si fanno anche velocemente», commenta Raimondi evidentemente soddisfatto di aver partecipato alla costituzione della seconda utility quotata a Piazza Affari. La SuperHera avrà infatti una capitalizzazione superiore a 2,2 miliardi di euro, appena dietro ad Aem Milano (2,9 miliardi) e davanti ad Acea (1,9 miliardi). La manovra prevede il lancio di un’Opa parziale di Bologna su Modena che partirà a settembre. L’offerta verrà promossa sul 29% del capitale a un prezzo di 2,825 euro, superiore alle attese del mercato che si aspettava un’offerta a 2,75 euro. OPA PARZIALE. La decisione di promuovere un’Opa parziale anziché procedere a un semplice concambio di azioni è stata compiuta per preservare le minoranze. Sempre in quest’ottica è stato fissato anche il diritto di recesso per gli azionisti Meta a 2,76 euro. Per Hera l’esborso massimo relativo all’Opa sarà pari a 141 milioni, mentre il Comune di Modena non potrà consegnare all’offerta più del 15% del capitale sociale. Per l’integrazione è stato fissato un concambio che prevede la consegna di 1,286 titoli di Bologna per ciascun azione di Meta, praticamente in linea con quello espresso dal mercato. Non a caso all’indomani dell’annuncio, Piazza Affari ha accolto favorevolmente l’operazione. In una settimana il titolo Hera ha incamerato un guadagno di quasi il 4%, mentre Meta è salita di oltre il 7% superando addirittura il prezzo dell’offerta e attestandosi a 2,95 euro. Conviene, quindi, consegnare tutto a concambio? La risposta, secondo gli esperti, è sì. D’altra parte, stando a quanto riferiscono gli analisti, tra le due società sarà Modena a beneficiare maggiormente dell’aggregazione. «In quanto parte più piccola - commentano da Centrosim - Meta trarrà maggiore vantaggio dall’integrazione e quindi beneficerà di sinergie per una percentuale più elevata rispetto alla sua quota di ebitda sul nuovo aggregato consolidato». Raimondi spiega che nei primi anni le sinergie sono stimabili in qualche milione di euro (Centrosim ipotizza una cifra di poco superiore ai 7 milioni), ma a partire dal 2008 l’importo lieviterà fino a 20 milioni. Hera-Meta, stando alle stime del mercato, è in grado di creare valore fino a 160 milioni. Sul piano industriale, l’integrazione darà vita a un operatore con un fatturato di circa 1,8 miliardi e un ebitda di 360 milioni. In caso di buon esito dell’Opa (vale a dire con adesioni pari al 29% del capitale), il capitale sociale di Hera salirà da 839 milioni a 997 milioni e fino a 1.028 milioni in caso di adesioni fino al 15% (soglia minima di efficacia dell’offerta). Una volta conclusa l’offerta il Comune di Bologna scenderà al 15,29% (dall’attuale 19,66%), il Consorzio Ami al 5,29% e il Comune di Modena diventerà il secondo socio con l’11,46 per cento. Allo stesso tempo, la manovra - che avrà effetti contabili sul bilancio Hera a partire dal primo gennaio 2005 - comporterà l’allargamento del consiglio di amministrazione da 14 a 18 membri, di cui tre espressione di Modena e uno dagli azionisti privati. E, per mettere la fusione al riparo da sorprese, verrà costituito un nuovo patto di sindacato tra gli enti locali che blinderà il 51% della società. Una consuetudine che da un lato permetterà all’esercito di sindaci, da Predappio a Forlimpopoli, possessori ciascuno di uno zerovirgola, di dormire sonni tranquilli sul rispettivo investimento, ma che dall’altro toglierà a SuperHera il gas preferito da Piazza Affari: quello della contendibilità

 

  By: Moderatore on Domenica 31 Ottobre 2004 22:46

Stock: Hera

--------------------------------------- 29-10-2004 www.milanofinanza.it .....nuovo massimo storico a quota 2,18 euro cavalcando la notizia della cessione della partecipazione in Italgestioni. Il titolo si mantiene peraltro non lontano da questo livello ed è scambiato a 2,145 euro, in rialzo dell'1,66%. Volumi molto elevati con 9,6 milioni di pezzi passati di mano contro una media a trenta giorni di 1,4 milioni. A spingere ancora più avanti in Borsa ^Hera#^, che dall'inizio dell'anno ha messo a segno un sonoro +68,8%, è stato proprio l'annuncio di oggi che il gruppo ha siglato un accordo con Enel (+0,86% a 7,01 euro) per la cessione della partecipazione di minoranza del 49% in Italgestioni, che controlla il 100% di Italgestioni Gas, società che opera nella distribuzione gas in Calabria e Campania. La cessione avrà un impatto positivo sui risultati economici di Hera in quanto è avvenuta a un valore complessivo di 32 milioni di euro. L'Ebitda consolidato 2003 di Italgestioni e Italgestioni Gas è stato pari a 3,4 milioni di euro e quindi il multiplo pagato per l'acquisizione, in termini di enterprise value, risulta di 9,5 volte l'Ebitda 2003 delle società, "più elevato del rapporto di 7-7,5 volte a cui tratta il titolo Hera", sottolinea a Mf interattivo Fabio Picardi. L'analista di Caboto giudica positivamente questa mossa in quanto l'operazione rientra nelle iniziative che Hera sta portando avanti tese a razionalizzazione delle partecipazioni che, vista la locazione geografica, non sono considerate strategiche. Inoltre risponde alla volontà della società di aumentare la focalizzazione e il rafforzamento delle attività nel territorio di riferimento. Tanto che Hera conta di utilizzare le risorse ottenute dalla cessione per consolidare la propria posizione di leadership tra le multiutilities locali attive nella distribuzione e vendita di gas. Entro il 2007 Hera punta infatti a superare i 2 miliardi di mc, con oltre 800.000 clienti, e a sviluppare ulteriormente la presenza nel business elettrico dove l'azienda conta di raggiungere i 4,7 TWh di vendite. "L'impatto dell'operazione è comunque marginale", avverte Fabio Picardi. "Verrà infatti creato valore per circa 10 milioni di euro. Sul titolo Hera ho attualmente un giudizio di hold (mantenere in portafoglio, ndr), dopo aver rivisto lo scorso 28 ottobre il target price da 1,8 euro a 2,09 a seguito della revisione delle nostre stime sulla base del nuovo piano industriale 2004-2007". A settembre infatti il management dell'utility bolognese ha presentato un piano industriale aggressivo, ma dettagliato. E' apparso particolarmente ambizioso il target di sviluppo delle sinergie (62 milioni di euro nel 2004-2007 secondo i target della società), ma finora Hera si è contraddistinta per la sua capacità di raggiungere gli obiettivi indicati. "Hera quota attualmente in linea con il nostro target price a 2,09 euro, che include sostanzialmente il raggiungimento degli obiettivi del piano industriale della società ad eccezione delle attività nella generazione", precisa Picardi. Nella nota di Caboto del 28 ottobre, raccolta da Mf interattivo, si precisa peraltro che il nuovo target price su Hera non include i potenziali upside legati all'applicazione della legge Ronchi nei servizi ambientali (stimato in 0,11 euro per azione). Né i potenziali upside legati all'applicazione del meccanismo dei certificati verdi alla produzione di energia in cogenerazione (stimato in 0,48 euro per azione). Il target non include inoltre l'impatto di eventuali operazioni straordinarie. "A nostro avviso, Hera rimane tra gli operatori principali nell'ambito delle local utilities a poter beneficiare di newsflow sul tema delle aggregazioni", è scritto nella nota di Caboto. "L'opzione principale è l'aggregazione con Meta Modena".