La cosa peggiore, nella crisi della sinistra, non e' la crisi della sinistra. A quella ci si abitua. Fa parte dello sfondo, e' un pezzo di panorama. La cosa peggiore sono gli intellettuali. Piu' la sinistra e' in crisi, piu' gli intellettuali di sinistra si rianimano, e rianimandosi gracidano, dalla mattina a notte fonda. E non ti lasciano nemmeno dormire. Meno fiato ha Fassino, inerme, esangue, con quel suo profilo nefrologico, con quei bulbi oculari dilatati dalla magrezza, piu' fiato hanno le rane, piu' energia, piu' entusiasmo. Non si sentono che loro. E vanno ai congressi, ai simposi. E vanno a lamentarsi, a indignarsi permanentemente, a gracidare sempre piu' forte. Da una parte il palco, con gli iscritti all'intervento, la burocrazia di partito e le nature morte dell'acqua minerale. Dall'altro 4 file di rane, artisti, registi, scrittori, compatte come falangi romane. A lamentarsi, a gracidare. Con l'arroganza e la velleitarieta' dei politici di professione, e in piu' la supponenza e la velleitarieta' degli intellettuali in senso stretto. Dunque velleitari due volte: ma arroganti e supponenti il doppio. Io mi indigno con te perche' sei meno indignato di me. Tu ti indigni con me perche' sono piu' indignato di te. Chi li sopporta, questi qui? Sono quasi peggio di Rutelli. Occupano il dibattito politico come neppure Berlusconi, nei suoi deliri di onnipresenza, si sognerebbe di fare. Dopodiche', inevitabilmente, lo riducono a uno psicodramma, a un pasticcio trotzkista da fotoromanzo, a un laboratorio teatrale d'avanguardia interamente dedicato alle loro personali frustrazioni. Aho', ma che e'? Non hanno la dignita' della loro professione, dei loro studi, dei loro interessi. Ti viene da pensare che facciano i registi per seconda scelta, o gli scrittori per seconda scelta. Perche' magari non sono riusciti ad arrampicarsi nelle stanze del potere subito, quando era tempo. E dunque, alla prima occasione, ci provano dall'altro lato, per la porta di servizio. Insomma, prima o poi ci provano. Hanno solo saltato un giro. Fortuna che li riconosci dal tono della voce, che infatti non e' una voce. Come potrebbero parlare?, sono rane. (domenica mattina, lettura dei giornali, poi magari passa)